Come un comunicato stampa, di una notizia importante, che grida a gran voce di venire diffusa e divulgata, e richiamata. Perché rimanga viva la attenzione. Riprendi il testo dal blog
Il Dolce Domani.
Il 20
aprile 2013 alcuni attivisti e attiviste del Coordinamento Fermare
Green Hill occuparono gli stabulari del Dipartimento di Farmacologia
dell'Università degli Studi di Milano.
Lo fecero
tramite un'azione non violenta, incatenandosi con i loro corpi alle
porte per impedire di essere portati via dalle forze di polizia.
Quel giorno accaddero tante cose importanti:
-
innanzitutto furono liberati 400 topi e un coniglio: individui senzienti
che altrimenti sarebbero stati sottoposti ad esperimenti e poi uccisi e
che invece sono stati adottati e hanno potuto vivere nella dignità del
riconoscimento del loro diritto alla vita;
- vennero accesi i riflettori su quei luoghi di reclusione dove la vita animale è considerata solo merce di carico e scarico;
- vennero
letti e fotografati documenti in cui si parlava di corpi usati come
oggetti; corpi, migliaia di corpi numerati, ab-usati, torturati,
uccisi;
- venne
avviato un dibattito molto proficuo sulla liceità o meno dell'aberrante
pratica della sperimentazione animale: dibattito che ha visto scendere
in campo da una parte la visione di coloro che sostengono
l'inaccettabilità etica di questa pratica, a prescindere dalle
motivazioni, e dall'altra quella dei pro-sperimentazione - dogmatica e
paradossalmente antiscientifica, di evidente connotazione para-religiosa
pur nella dichiarata apparente laicità; tale è infatti la visione di
tutti coloro che, in barba a ciò che una vera scienza dovrebbe fare,
ossia mettersi in discussione, anche di pari passo con l'evoluzione
morale collettiva, continua a riproporre come un mantra ossessivo la
necessità di usare corpi animali per fare ricerca medica. Peraltro
assumendo vesti autoritarie e per nulla trasparenti: tali si comportano i
ricercatori arroccati nella loro torre sporca di sangue dichiarando che
non spetterebbe decidere al popolo su questioni siffatte. Una scienza
che non dialoga con la collettività, con la filosofia, con la politica,
con i vari settori della cultura umana non è più scienza, ma istituzione
autoritaria.
- fu
dimostrato che la disobbedienza civile è ancora una pratica capace di
far breccia e di aprire nuovi scenari politico-sociali: chi la mette in
atto si assume i rischi della denuncia perché sa che le istanze di
giustizia per cui agisce sono di gran lunga più importanti delle leggi
in vigore e potrebbero, in caso di sentenza favorevole per gli imputati,
fare da apripista per una società più equa.
Per questi
motivi chiedo a chiunque abbia a cuore una società più giusta e meno
violenta di sostenere tutti questi attivisti che il 28 aprile 2017 - che
peraltro è una data storica perché ricorre la liberazione dei cani da
quell'altro luogo infernale che era Green Hill - dovranno affrontare la
prima udienza di un processo nei loro confronti - intentato dall'
Università degli Studi di Milano e Consiglio Nazionale delle Ricerche –
Dipartimento di Neuroscienze - per invasione di edificio pubblico,
violenza privata e danneggiamento.
Purtroppo
abbiamo un sistema giuridico che considera legittimo imprigionare e
violentare i corpi di invidui senzienti e giudica criminoso l'atto di
volerli liberare. Un sistema giudirico schizofrenico che da una parte
condanna i maltrattamenti degli animali - riconoscendone quindi
implicitamente la capacità di soffrire, sentire, provare emozioni,
quindi la senzienza - e dall'altra ne legittima il dominio, l'abuso, lo
sfruttamento, la tortura, l'uccisione.
Sostenendo
gli attivisti si sostiene la lotta per un mondo più giusto e libero per
tutti, per un sistema giuridico più sano e libertario e più vicino ai
valori del rispetto di ogni individuo - a prescindere dalla specie,
genere o etnia di appartenenza - e anche, ovviamente, per una scienza
che sia davvero tale, ossia capace di dialogare con la collettività e di
trovare cure e rimedi efficaci senza dover uccidere individui
considerati arbitrariamente inferiori.
Silvia Molè per Associazione radicale antispecista Parte in Causa, intervista Giuliano Floris, membro del Coordinamento Fermare Green Hill
RispondiEliminahttps://www.radioradicale.it/scheda/506557/intervista-a-giuliano-floris-sul-processo-per-loccupazione-dello-stabulario-di
Grazie Giovanni per aver ripreso il mio breve scritto. Comunque c'è anche un comunicato stampa ufficiale del Coordinamento Fermare Green Hill.
RispondiEliminaGrazie per avermelo segnalato. Lo metterò molto presto in un post.
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