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domenica 13 settembre 2020

domenica 21 giugno 2020

Estate



Una inondazione di luce, questo è per te l'estate. Un lunghissimo oceano luminoso. Tu, fai come i tuoi cani: riposi nei momenti della canicola - al riparo di ombre comunque chiare, poi esci quando la luce cambia e si va verso l'infinito momento del tramonto e del crepuscolo, sospeso sempre: sembra che sia lì lì per finire, invece si distende lungo il cielo e lo rende sempre luminoso.
Il sole, riverbera anche sull'acqua di un corso dentro un piccolo bosco.

sabato 7 marzo 2020

La mia oca e io


Qualche giorno fa, alla radio, hai ascoltato questa canzone di Arlo Guthrie: 'Me and My Goose', una breve e leggera ballata, una filastrocca, dal sapore - forse - controintuitivo.

domenica 1 marzo 2020

Lascia la spina cogli la rosa









Bisognerebbe vivere ogni giorno nella consapevolezza della morte. La finitezza della vita, che tuttavia forse non finisce ma si trasforma e si travasa in altre vite
Bisognerebbe vivere ogni giorno nella inconsapevolezza della morte.La prospettiva della fine,che potrebbe paralizzare ogni azione, gesto, desiderio, volontà.
Un equilibrio complesso, che potrebbe forse avere delle ricadute positive.

mercoledì 1 gennaio 2020

Noi prevarremo - un giorno



...è una foto "d'epoca"- ormai - una foto vecchia, c'è chi potrebbe dire. Ma lo è, perché è una foto storica. 

martedì 17 dicembre 2019

Unòrsominòre., il respiro



Il video 'Respiro', disponibile su youtube, forma le immagini a una canzone finalmente antispecista e - allo stesso tempo - di critica sociale: esattamente quello che secondo te è fondamentale - tra molte altre variabili, naturalmente - per formare e rendere coesa una qualche forma di 'consapevolezza antispecista', basilare per immaginare e condurre una qualsiasi forma di opposizione all'organizzazione antropocentrica, o di liberazione di altrianimali.
Infatti, è una canzone molto bella, in forma di ballata, con un testo poetico e denso. 
Dopo aver visto il video, hai cercato unòrsominàre. e - chicchierando con lui via messenger, hai avuto delle belle sorprese.
Il video lo trovate alla fine. Se poi ne volete altri, andate sul canale youtube!


giovedì 15 agosto 2019

Erba



... è quasi ora di gettarsi tutti sui prati... l'erba dei prati, i suoi fiori, sono il pianeta di interi popoli di animali, per noi piccoli e spesso pressoché invisibili. Pensateci, quando stenderete le vostre tovaglie...

sabato 22 giugno 2019

Nuovo Mondo, con sinfonia

Marzena Diakun dirige la Sinfonia n°9 di

Antonin Dvořák


Il 21giugno, solstizio, è una giornata molto densa, importante, suggestiva per il nostro immaginario. Infatti, vi si concentrano numerose occasioni per fare festa, per ricordare, per celebrare - che, se non sono proprio quel giorni lì, accadono magari il giorno prima, il 20 giugno. 

Come la Giornata del Rifugiato: Il rifugiato è colui “che temendo a ragione di essere perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza ad un determinato gruppo sociale o per le sue opinioni politiche, si trova fuori del Paese di cui è cittadino e non può o non vuole, a causa di questo timore, avvalersi della protezione di questo Paese; oppure che, non avendo cittadinanza e trovandosi fuori del Paese in cui aveva residenza abituale a seguito di tali avvenimenti, non può o non vuole tornarvi per il timore di cui sopra” [Articolo 1A della Convenzione di Ginevra del 1951 relativa allo status dei rifugiati]. Nella nostra epoca di antropocene, probabilmente sarebbero da aggiungere anche i rifugiati climatici, che quasi certamente aumenteranno nel corso dei prossim anni. Chiusa parentesi.

Il 21 giugno, invece, tocca alla Festa della Musica.

sabato 15 giugno 2019

Little Steven, in affari col blues

FOTO DI CRISTINA CARRERA
Insieme a un grande amico, sempre solidale per i concerti e per la musica, siete andati a vedere il primo, a Milano, all'Alcatraz.

sabato 3 novembre 2018

La ballata di Laika

Laika, gli umani non hanno ancora smesso di usare gli animali per i loro esclusivi scopi


Laika, ogni anno la ricordi. Questa volta, con una canzone: 
La ballata di Laika, di Daisy Lumini e Beppe Chierici.


mercoledì 31 ottobre 2018

Passacaglia della vita


... i veri fantasmi!
protendendosi dai margini del bosco
avvoltolandosi per le vie già buie tra le case 
echeggiandosi da fossi e torrenti tribolati 
esalandosi dalle onde piccole dei laghi 
fuggendosi dalle onde giganti degli oceani...

...i fantasmi, sussurrando suggerite parole di consapevolezza intelligibili alle orecchie casuali 
spifferi gelidi illuse sere fredde gli ultimi inverni dell'Antropocene...



giovedì 18 ottobre 2018

Canzoni di Resistenza


 
il chitarrista Marc Ribot
 Quando hai sentito "Bella Ciao", cantata dalla voce di Tom Waits, hai provato una specie di commozione. Perché Tom Waits è il poeta sensibile con le fattezze del freak; e perché "Bella Ciao" l'hai cantata con grande gioia, non troppo tempo fa, a Vercelli - era una cosa che hai sempre sognato di poter fare, mescolando la tua voce stonata a decine di altre voci.

Hai scoperto che quella canzone traina con sé il disco "Songs of Resistance, 1942-2018" di Marc Ribot. Anche se è interamente ascoltabile sul tubo, potevi non prendere il CD? Non potevi.
E infatti lo hai preso, e ne sei felice. Perché se sui video tubeschi trovi credits di musicisti che sul librettino del CD non trovi (e questo ti sembra molto ingiusto), in compenso trovi sul librettino del CD un testo post-fazione dello stesso Marc Ribot, che sul tubo non c'è (questo, invece, è giustissimo).
Allora, lo hai letto, ne hai condiviso alcuni pensieri e ti sei avventurato nella traduzione...
(del disco, magari, parlerai in altra occasione)
 ...
 (Nota: tutte le parole o frasi che sembrano sbagliate o scorrette, lo sono per via della tua libera e incosciente traduzione. Chiedi venia in anticipo. Comunque, buona lettura).

venerdì 20 luglio 2018

Cronocromie musicali




Il primato incontestato in campo musicale non spetta agli umani, che sono forse i musicisti meno dotato del regno animale.
Si legge una frase simile nel capitolo 'Suono' scritto da Vincenzo Santarcangelo e presente nella antologia "A come animale - Voci per un bestiario dei sentimenti" (cura di Leonardo Caffo e Felice Cimatti), edita da Bompiani nel 2015.

Hai letto con estremo interesse e piacere questa antologia, e magari ci tornerai in futuro. Intanto, puoi sempre parlare dei contributi presi singolarmente - come in questo caso.

sabato 17 marzo 2018

Fantasia su un Tema di Thomas Tallis

PERIODO ELISABETTIANO


Questa sera, insieme alla splendida, dolce compagnia dei tuoi cani - e la pioggia fuori - desideravi più che mai qualcosa di bello...

La musica strumentale del '500 e '600. 
Gli strumenti solistici più diffusi in Europa all'inizio del '500 sono l'organo e il liuto - l'uno per la grandiosità, l'altro per la facile suonabilità. In Francia c'è ancora la antica viella. Appaiono i primi clavicembalo (corda pizzicata) e clavicordo (corda percossa).
In Inghilterra, in epoca Elisabettiana, è diffuso il virginale  - specie di piccola spinetta a tastiera, con corde pizzicate da becco di penna.


martedì 30 gennaio 2018

martedì 31 ottobre 2017

bydło su zampe di gallina - post Baba Jaga (?)


"Carro con Bue", olio su tela - di Vincent Van Gogh


Halloween è la 'festa' che segna e segnala l'irruzione del 'magico' nel mondo reale.
Prendete questa affermazione così come è, in senso lato e nel significato più ampio possibile: perché ogni parola che la compone, potrebbe essere origine di discussioni - e di fatto, spesso lo è stato.

La festa
L'irruzione
Il magico
La realtà

Tuttavia, non è questo che ti preme, mentre scrivi questo post in attesa degli scherzetti degli oltrepassati.

Da tutt'altre ricerche e mentre ascoltavi Musorgskij - i suoi 'Quadri da un'esposizione' - hai fatto letteralmente un frontale con il quadro che potete ammirare qui sopra.
La tela è di Vincent Van Gogh, venne dipinta a Nuenen, piccola cittadina olandese, da un Van Gogh abbastanza diverso da quello che siamo abituati a conoscere - e infatti ci sembra irriconoscibile.
La tela stessa di per se stessa, ha una storia da raccontare, nella lunga vita degli oggetti, che spesso sopravanzano la durata biologica dei loro artefici.





Ritrae un bydło,  un enorme e pesantissimo carro di fattura polacca (bydło in polacco, in effetti, significa 'bestiame', parola-specchio di una realtà di sfruttamento tanto materiale quanto culturale di  ogni animale non umano e di moltissimi animali umani) - il carro stesso, per trasposizione di significato  - tu immagini - è uno strumento di sfruttamento, di oppressione fisica, di costrizione concreta, verso i buoi che lo trainano. O i bufali (il bufalo europeo ha dimorato a lungo nelle pianure centro-europee, per esempio dove oggi c'è la Polonia).

Pensare alla lettera di Rosa Luxemburg è stato tutt'uno: "Qualche tempo fa è arrivato un carro trainato da bufali anziché da cavalli. (...). Vengono dalla Romania, sono trofei di guerra... I soldati che conducono il carro raccontano quanto sia stato difficile farne bestie da soma, abituati com'erano alla libertà. Furono presi a bastonate in modo spaventoso (...) . Vengono sfruttati senza pietà, per trainare tutti i carichi possibili e assai presto si sfiancano. Qualche giorno fa arrivò dunque un carro pieno di sacchi, accatastati a una tale altezza che i bufali non riuscivano a varcare la soglia della porta carraia. Il soldato che li accompagnava, un tipo brutale, prese allora a batterli con il grosso manico della frusta (...). Gli animali infine si mossero, e superarono l'ostacolo, ma uno di loro sanguinava, guardava davanti a sé e aveva nel viso nero, negli occhi scuri e mansueti, un'espressione simile a quella di un bambino che abbia pianto a lungo (...) un bambino che è stato punito duramente e non sa per cosa né perché, non sa come sottrarsi al tormento e alla violenza bruta (...) Quanto erano lontani, quanto irraggiungibili e perduti i verdi pascoli, liberi e rigogliosi, della Romania! Quanto erano diversi, laggiù, lo splendore del sole, il soffio del vento, quanto era diverso il canto armonioso degli uccelli o il melodico richiamo dei pastori! E qui... questa città ignota e abominevole (...)".  (Bratislava).



Questo bufalo, questo bue, l'enorme carro che li tortura, come un marchingegno dall'altromondo, il mondo cupo degli umani, fanno parte dell'impasto sinfonico che rende i 'quadri da una esposizione' così streganti, cupi ma anche luminosi, terribili ma pure esaltanti.

La Soffitta delle Streghe












Se impasto è, se oltremondo oppure oltretomba è; se magia è; se stregheria è; allora, che il bydło si faccia crescere le zampe: le zampe di gallina, come la casa di Baba Jaga - due macchine ibride partorite dalla fantasia contadina - e smetta di tormentare bufali, buoi.



venerdì 1 settembre 2017

Il Gardellino musicale



... e se l'osservare gli altranimali ci funzionasse come volano, come spinta, per diventare completamente umani (grazie alla nostra attitudine specifica alla imitazione)?




per esempio: gli umani hanno imparato a fare musica ascoltando il canto degli uccelli?


sabato 13 maggio 2017

Lupi e Helene Grimaud


... e se Homo avesse cercato il legame con Lupo perché ne era rimasto affascinato? Perché era stato Ammaliato?

Ci sono molti pensieri e tante teorie sul quando, il come e il perché questi due animali si sono incontrati, conosciuti e affiancati - ma in un rapporto con luci e tenebre. Molte di queste teorie, le trovi sorprendentemente capaci di dare ragione di tanti aspetti di questo reciproco legame - che si è risolto nel legame col Cane. Sono teorie e pensieri potenti, capaci di illuminarci sul nostro essere qui, come siamo - come siamo stati, come dovremmo e come potremmo dover essere sulla terra.
Probabilmente, ne scriverai ancora - un po' ne hai scritto, in alcuni vecchi post, quasi tutti quelli focalizzati su cinofilosofia o zooantropologia. Poiché si tratta di due visioni molto complesse, ricche e articolate, sarò molto probabile, infatti, tornare a parlarne - parlarne, scriverne, ti piace e ti coinvolge.
Adesso, però, quello che stai per scrivere è un pensiero epifanico, ai limiti della folgorazione e della provocazione.

Il lupo vive i momenti uno dopo l'altro, immergendosene; noi - la scimmia - viviamo i momenti saltandoli, come se fossero trampolini per arrivare al momento successivo. Solo che così, ogni istante è allo stesso tempo sempre e solo traguardo dell'istante-trampolino precedente e trampolino per l'istante-traguardo successivo... senza mai essere vero momento-momento. Così potrebbe sembrare.
Viviamo in un anelito costante, e non è che sia una condizione di vita che porta alla felicità - diresti, una felicità intesa come consapevolezza, equilibrio. Il lupo, con tutta evidenza, ci sembra invece sempre pienamente equilibrato, presente - dunque felice.
E quindi: se avessimo cercato, allora, il Lupo come maestro di vita? Per capire e scoprire il modo per essere nell'istante -  e quindi felici - ? (O, forse, ri-scoprire). Se gli avessimo proposto di camminare insieme perché ci eravamo innamorati della sua capacità di vivere gli istanti del tempo- ci eravamo innamorati di lui - ?
E questa è la tua epifania, questa intuizione - insight -  spuntata tra le righe scritte dal filosofo Mark Rowlands, nel suo libro che ha per protagonista proprio il lupo.

A ben vedere, una suggestione poetica - ma perché non potrebbe essere vera? Nessuno di noi era lì, tanti milioni di anni fa, a vedere e a vivere i moltissimi ripetuti incontri e scontri tra umani e lupi, sgranati nel corso di innumervoli rivoluzioni solari;  mentre ci sono molte ipotesi sul valore magico, simbolico, intangibile, delle pitture rupestri, a segnare e testimoniare che l'uomo aveva  vivida impressione di tutti gli altri viventi.

Questo innamoramento, è vivo anche oggi - eppure è mescolato a meschinità, crudeli efferatezze e odiosi egoismi umani. Siamo attratti, ma ci sentiamo anche sopraffatti.

Siamo innamorati- stregati dei-dai lupi. La loro voce, il loro canto - che forse per loro e tra loro è canto di festa, di gioia, è richiamo, è invito - a noi appare rabbrividente, ma ci ipnotizza.  E in qualche modo, lo cerchiamo.
Senti la voce del lupo e non la dimenticherai mai più.  Forse è quello che in gioventù è capitato a Helene Grimaud. Che è musicista, pianista, ma forse per prima cosa è umana innamorata dei lupi.
Hai scoperto le cose che lei fa - il pianoforte, la scrittura, le scene di film - e desideri approfondire. Non puoi pensare che una artista che si ricorda degli animali, li ascolta, forse anche li protegge e di sicuro li racconta - sei sicuro che sarai felice di scoprirla. Già adesso, in effetti, ti sei messo ad ascoltarla. Ma non è che l'inizio.



Per un certo periodo della sua vita, Helene Grimaud ha lasciato le sale dei concerti per i boschi, a contatto con la ancestralità dei lupi. 
Credi che quando è tornata nei teatri, in qualche modo i lupi siano andati con lei. 














PS
PROSSIMAMENTE 

questo post è quasi come un trailer

un post sui lupi di Jim e Jamie Dutcher, 
un post sui lupi travestiti di Barbara Gallicchio
un post sul lupo filosofo di Mark Rowlands

Vegan Meme - La Terra ha musica per chi sa ascoltare

il respiro musicale

venerdì 5 maggio 2017

La zoosfera: suoni animali encriptati

la copertina del CD

Immagina: stai camminando su una via di campagna, alla periferia di un paese spalmato in pianure che stanno per trasformarsi in risaie. Sera, la luna è crescente, ma le stelle più luminose si vedono chiaramente. Nubi lontane si stanno diradando all'orizzonte e riflettono le luci della città vicina.
Dai campi, è tutto un concertare di suoni, voci, canti, richiami, discorsi, comunicazioni, avvisi, appelli, di rane, ranocchie, rospi e raganelle. 

Ancora: stai camminando su una stradina in collina, o in montagna. La luna è nuova, la Via Lattea ammicca ovunque nel cielo, ogni volta che alzi lo sguardo, oltre le fronde sospiranti degli abeti di un boschetto, a ridosso di grandi prati dall'erba lunga.  Tra quei miliardi di steli verdi, friniscono i grilli. Vicini o lontani, ma sempre impossibili da localizzare.

Ecco, mentre riascolti il CD di Dario Martinelli e Petri Kuljuntausta, pensi che ricordi simili siano in grado di approssimare uno dei possibili significati  e sensi di questa esperienza sonora-musicale. Metti il CD nel lettore, poi basta chiudere gli occhi e ... "questa stanza non ha più pareti, ma alberi infiniti" (o cespugli e il mare lontano: se stai ascoltando forsennate matte cicale alle due del pomeriggio lungo una costa rocciosa; o quello che puoi ricordare o puoi preferire, l'unico limite è solo la fantasia e la capacità di ricordare e tesaurizzare esperienze immerse in luoghi popolati da piante e altri animali liberi). In effetti, te ne rendi conto, è piuttosto difficile - infatti - rendere pienamente il senso e le sensazioni di un simile ascolto - lontanissimo dai dischi new age e ambient con i canti delle balene in sottofondo, per esempio; anche se balene e altri mammiferi marini ci sono pure qui): la differenza - credi - la fa il tipo di predisposizione all'ascolto, che qui appare erratica, una giustapposizione di suoni e voci animali, una accumulazione che però mai crea fatidiose, confuse, sovrapposizioni. Vitalità, invece di cacofonia: perciò, sorprendentemente facile da ascoltare.


La bella chiacchierata col professor Dario Martinelli ti ha portato all'ascolto di un po' di musica particolare, autentica musica-animale. Il primo esempio è questo CD, che con la sua illusione ottica in copertina ti ha già messo nel mood giusto per l'ascolto. Questa mappa-mondo-zecca in stile von Uexküll è un bel gioco di immagini: reiterato nel retro del CD, dove il mondo è una rete a forma di palla, su cui cammina un ragno.

Come si legge dalle note nel libretto: il CD è il frutto di due momenti di collaborazione tra i due musicologi - momenti rimasti unici e irripetuti.
Il primo incontro è riportato - per dispetto? ;) - nella seconda delle due tracce. I due musicologi si sono incontrati per l'installazione  live elettronico-musicale di Kuljuntausta, nel 2003 (Leena Kuumola Art Gallery a Helsinki). 
Con appena mezz'ora per preparare qualcosa da eseguire, Martinelli ha messo in gioco le sue pionieristiche esplorazioni zoo-musicologiche, che si sono combinate con le campionature elettroniche. Una specie di jam session moooooolto animal-tronica, come se extraterrestri avessero dialogato con animali e piante del nostro pianeta.

Qualche anno dopo (2004-2005), il compositore Shinji Kanki - lui stesso interessato nella Zoomusicologia -  ha commissionato a Martinelli una suite zoomusicale per una sessione concertista del New Music Academy al Sibelius Academy. Martinelli ha contraccambiato in questa occasione l'invito di Kuljuntausta. Il risultato si ascolta nella track 1.2.
La storia della nascita del brano, così come è raccontata nelle note, ti è sembrata interessante: nei due mesi che li separavano alla premiere (31 marzo 2005), i due musicisti studiosi hanno pensato di innalzare l'asticella della sfida - oltre che della conseguente suggestione, in caso di buon risultato. Ogni singolo suono del brano doveva essere un suono di origine animale. I due, da questa base, si sono scatentati coi campionamenti, creando un tessuto denso, anche quando appare rarefatto (il silenzio è di per se stesso un potente suono, e i suoni che da esso si ritagliano spazi e onde, brillano come radiofari interstellari). La suggestione è potente: provate a chiudere gli occhi e non vi sentirete più sicuri di essere ancora dentro casa vostra! 

La suite, infine, è stata ripetuta con improvvisazioni live in occasione di Eclectica Avant Garde Festival a Tartu, nel 2005, con una coreografia zoomorfica di Laura Pesonen.

Non sentirete più il cinguettio dei passeri, il ritmo tambureggiante  del picchio o il verso della volpe - per esempio -  con le stesse orecchie di prima...










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