Visualizzazione post con etichetta Fabiana Rosa. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Fabiana Rosa. Mostra tutti i post

mercoledì 26 ottobre 2016

Cani Shabby Chic, Cani Kintsugi

Stella e Lisa, 3 agosto 2011


Questa foto ha tutta una storia dietro. Che Facebook, con questa faccenda che ti ripropone i ricordi degli anni precedenti, ha tirato fuori dal cassetto. Appunto. 
Lasciamo perdere che magari non tutti i ricordi sono piacevoli da rivangare, e che la cortesia feisbucchiana non ci è poi sempre gradita il giusto. Lasciamo stare, ché questo ricordo non è per niente spiacevole - malinconico, sì, come del resto la maggior parte dei ricordi - e anche perché il discorso ci porterebbe lontano su un sentiero di comunicazione mediatica che non è tanto battuto da te in questo blog, un po' per scelta, diciamo.
Torniamo alla foto e alla storia. Quel giorno le amiche Stella e Lisa si rilassavano, vicine, al parco; il mese precedente, Lisa aveva rischiato di morire. Adesso, invece, erano di nuovo a raccontarsela, attraverso i respiri, il calore e la morbidezza del pelo.
Quando ti si è ripresentata, quindi, l'hai ricondivisa volentieri, con un pizzico di agrodolce tra la tastiera e gli occhi (e ti sei rivisto pure il resto delle foto dell'album da cui questa immagine è stata estratta).
Quanto al metterla in apertura di post, hai esitato. Quasi mai, infatti, desideri pubblicare foto private, di te o di chi vive con te. Questa immagine, poi, racconta un momento di grande intimità, che temevi di violare, anche perché, da quando Stella non c'è più, è ormai irripetibile. Cosa ti ha fatto cambiare idea? Oltre al fatto che così è come se fossero di nuovo insieme? Oltre ai commenti affettuosi - sia vecchi che nuovi - che la foto ha suscitato? Provi a spiegare, facendo un piccolo flashback...
Stella e Lisa sono state definite 'cagnoline speciali': sono epilettiche, hanno bisogno di cure e di medicine per tutta la loro vita. Accudire un cane epilettico è uno sport estremo, tanto è che su Facebook è nato un gruppo di sostegno, per persone che convivono con cani epilettici (e successivamente, hanno fatto il loro ingresso anche i gatti). Vietato, però vivere il tutto come una costante tragedia, ché l'atmosfera in famiglia è già parte della cura (intesa in senso ampio: non solo i farmaci, ma anche le attenzioni e il tempo passato insieme). Occorrono calma e serenità, di più, occorre quanta più gioia di vivere, e sorrisi, che si riesca a fare. Non sempre ci riesci, non sempre ti viene facile, ma è così che devi fare. Lo avevi già visto fare e avevi imparato a farlo in posti come quello di cui si parla qui (e di cui tornerai, speri, a scrivere molto presto). Il percorso che proprio lì, in quel rifugio, hai iniziato con molta fortuna, di sicuro portata dal caso (perché non sapevi, né potevi saperlo in anticipo, che quel luogo fosse così baciato dalla bellezza del saper curare, prima di esserci entrato), lo hai proseguito fino a conoscere altre realtà con la stessa filosofia, come questo.
Bello è stato perciò leggere un nuovo commento alla fotina di Lisa e Stella  - di Fabiana Rosa, la presidentah di Progetto Quasi: Stella e Lisa sono state paragonate a un 'doppio comodino Shabby Chic'. Stilose e di gusto, nella loro morbidezza riccioluta. Ti è piaciuto così tanto questo commento da fashion blogger (esisterà la forniture blogger?) che sei andato a fare una ricerca internettiana sul termine. E hai avuto delle belle sorprese.


Mobile marittimo. Vintage nordico. 



Coppia di comodini bianchi. In stile



"Trattasi di uno stile di interior design, in cui mobili, accessori e arredi si presentano invecchiati, anzi, maggiori sono i dettagli usurati meglio è rappresentata l’anima di questo stile."

" I mobili più adatti al fai-da-te. Trattasi di mobili ricchi di intarsi, perché rappresentano un’età passata e, quindi, l’effetto “polveroso” delle vernici pastello ben attecchisce sulla loro superficie. Lo shabby dà al “vecchio” una seconda possibilità, riportando a nuova vita mobili che altrimenti non guarderemmo neppure".        
Capito?  In pratica Shabby Chic ricerca il bello, il grazioso anche dove sembrerebbe non esserci, e valorizza i dettagli 'strani', considerati sorpassati, fino a rendere desiderabile e apprezzabile, attraente, qualcosa che fino a quel momento prima veniva disprezzato. Un discorso che ti suona familiare: perché lo stai leggendo/ripassando grazie alla lettura di questo libro; e perché ha anche molto dello spirito 'quasista' di recuperare e valorizzare cani anziani, decrepiti, in fin di vita o peggio, catorci, sfascioni, salme, ecc.

Ma non finisce qui... 


Oggetti Disabili


Non ce n'è uno uguale


Ti viene spontaneo immaginare collegamenti tra cose distanti tra loro. Mentre leggevi che cosa significa la pratica Shabby Chic, ti è venuto da pensare che l'attenzione alla valorizzazione di ciò che è usurato, o - perché no? estremizziamo! - rotto, spezzato, frantumato, potesse trovare un ottimo aggancio anche in Oriente, con la filosofia/la pratica denominata 'Kintsugi' (kintsugi (金継ぎ), o kintsukuroi (金繕い), letteralmente "riparare con l'oro").  La tecnica permette di rimettere assieme cocci e frammenti di oggetti frantumati dopo una caduta o un incidente, saldando i pezzi tra loro con "oro o argento liquido o lacca con polvere d'oro per la riparazione di oggetti in ceramica (in genere vasellame), usando il prezioso metallo per saldare assieme i frammenti". Il valore di questa pratica, secondo te, consiste nel fatto che - per prima cosa - un oggetto rotto non viene gettato via, ma viene considerato prezioso da meritare attenzione e tempo per essere riparato: perché è un oggetto unico; perché magari c'è anche un valore simbolico, affettivo, che lo permea. Ogni oggetto riparato, torna intero, ma non è più quello di prima, è qualcosa d'altro, l'unione di due materiali differenti: un nuovo oggetto che è maggiore della somma dei due materiali, ed è doppiamente unico ed irripetibile.
Per una volta, con soddisfazione, e contrariamente alla pratica comune e triste della oggettificazione degli esseri vivi, puoi fare questo confronto: i vasi kintsugi sono come gli animali disabili, dei quali certi umani si prendono cura: gli animali disabili sono unici,  hanno per prima cosa una unica e preziosissima vita, insostituibile e alla quale tengono tantissimo; possiedono una loro individualità speciale, che nasce dal loro essere - in qualche modo - rotti (si sono rotti a un certo punto della loro esistenza, o magari - capita - sono nati già 'rotti'). C'è di più. Non rinunciano alla pienezza della vita e delle sensazioni che regala, si riorientano tutti se stessi sulla loro condizione mutata e riprendono il percorso unico della vita, senza perderne nemmeno un minuto.  La casualità della vita li ha frantumati, ma la cura che li ha recuperati dalla morte, li ha resi doppiamenti unici e irripetibili: da una ferita rinasce una nuova bellezza, un diverso equilibrio, sia esteriore che interiore. Che si tratti di un carrellino, di una terapia, di una nuova capacità di prestare attenzione e anticipare, da parte degli umani. Saresti tentato di aggiungere che questo equilibrio si trasmette anche al fortunato (!) (sì, avete letto bene: fortunato) compagno umano di un altranimale disabile, come Lisa e Stella. (Ma questo punto, ti dici, perché dimenticare Oscar? Così facciamo pure un bel en plein di link nel post, e chi legge avrà la possibilitò di farsi i suoi propri collegamenti. E vai).

venerdì 7 ottobre 2016

Guida QUASI galattica per i volontari animalisti

Ma è una copertina, questa?


Nella Guida Galattica per Autostoppisti di Douglas Adams, ci sono topolini ultradimensionali e superintelligenti, alla ricerca della Domanda e della Risposta Definitiva (42); ci sono mucche che si automutilano e suicidano per il piacere dei buongustai al Ristorante al Termine dell'Universo; ci sono delfini che scappano dalla Terra prima che venga disintegrata e dopo aver cercato - inutilmente -  di avvisare i membri della cosiddetta specie dominante, ovvero gli umani.

Ci sta, quindi, che questa Guida si chiami QUASI Galattica. E perché, "Quasi"?
...

A me gli occhi

e
...



Le manca solo l'asciugamano degli Autostoppisti. Visto che forse, LEI, NON è di questo pianeta - finché questo pianeta non va in mille pezzi, almeno.

Ci tengo a fare un piccolo passo indietro, ma solo per ritornare rapidamente  all'adesso.
Ho conosciuto Progetto Quasi grazie alla vicenda di Cessicah, cagnolina accecata e spellata dall'acido e con altri vistosi segni di incuria e maltrattamenti, nel corpo e nell'anima. Ricordo che la seguivo con passione su Facebook.

Evviva, è viva!
Ecco, in tutta la storia, quel che mi colpì, fu l'insieme efficace di ironia, coraggio, amore incrollabile, e una non troppo sotterranea indignata rabbia per chi aveva ridotto un essere vivente  in quel modo. L'ironia, soprattutto, tuttavia. Senza ironia, si può essere preparati ed esperti sotto il profilo medico, psicologico, veterinario assistenziale, curativo (e le volontarie di PQ lo sono), ma alla fine si rischia di rimanerci sotto, alla valanga di orrori di cui è capace l'essere umano. Con l'ironia ci si difende, ci si crea uno scudo:  ci si salva, ci si ama, e, ancor più importante, si rimane nelle condizioni di poter salvare e amare chi deve essere salvato e merita di essere amato. 

E la recensione potrebbe anche finire qui, invece promette/minaccia di essere assai più lunga. Per più di un motivo, come spero di farvi apprezzare.

L'ebook di Fabiana Rosa parte da qui - l'ironia -  e allo stesso tempo, qui arriva. Filtra la realtà del volontariato animalista in Italia, vero e proprio puzzle di diecimila pezzi, fatto di tessere notevoli per la loro efficacia, ma anche di pezzi approssimativi, che forse sarebbe meglio non ci fossero. 
Il volontariato animalista (denigrato dal pensiero comune, come qualsiasi cosa  abbia a che fare con gli animali), dovrebbe ancor di più essere fatto da persone motivate e preparate, che oltre tutto già così meriterebbero maggior considerazione. Si tocca con mano la realtà problematica dei costi delle amministrazioni locali, oltre che dei costi sociali e dei cosiddetti costi indiretti, risparmiati ogni volta che si sottrae un cane dalla strada, o che si porta fuori un cane da un canile. Ad esempio. Fabiana  parla della mancanza di progettualità, che a volte non è innocente, ma paravento per "collusioni e mostruosi giri di denaro tra istituzioni, canili e mafie varie". I canili lager di cui tutti sanno e nessuno però interviene, prosperano sulla superficialità e il pressapochismo dei "raccattacani". 
Bisogna, scrive Fabiana, "promuovere una mentalità diversa, promuovere il rispetto per tutte le forme di vita". Sottoscrivo in pieno, sottoscrivo tutto, memore delle realtà di eccellenza che ho avuto la fortuna di incontrare da quando i miei cani mi ci hanno portato (alcune le trovate nei link di questo blog, altre ne devo aggiungere, ma questa è altra faccenda per altro post venturo).
Ora si entra nel vivo, e lo si fa con le Liste (una passione della Presidentah). 

Progetto Quasi si racconta nel secondo capitolo, possiamo intravvedere i motivi del suo successo e della sua efficacia: continuità, pianificazione. Si leggono parole molto belle, a proposito del costruire qualcosa che dura nel tempo. Parole chiave: risorse, rete, obiettivi. SORRIDERE.
Via via, impariamo come scrivere un appello (in qualsiasi caso, dovrebbe essere preciso e rispettoso di quel cane di cui parla) e soprattutto come NON si scrive (!); facciamo la conoscenza del vero Volontario di Merda (non sono qui nemmeno considerati i truffatori e i delinquenti che lucrano sui cani, rubano e truffano), e del Vero Adottante di Merda (da non confondersi col rarissimo ACC: per scoprire cos'è, comprate il libro e leggete, qui no spoiler) (e comunque pure qui non si considerano i delinquenti che adottano un cane per maltrattarlo o riabbandonarlo).
E qui si ride, si ghigna, e molto. Ma tra le risate trova varco la stoccata di intelligenza, la frecciata della sensibilità concreta, derivata dall'esperienza di ogni giorno. Perciò la Guida si legge (e si rilegge: io per esempio me la sto già rileggendo) con sommo godimento e piacere. Se si ha autoironia (ma tanta eh!), si può perfino ridere di se stessi, se ci si riconosce in qualcuno dei profili (almeno in parte, chissà) si può pure sobbalzare sulla sedia, o ridere ad alta voce, come idioti.  E ci si commuove, pure (alla fine della rassegna degli ADM). 
E ancora: volete sapere quanto vi costerà, in soldoni, mettervi a fare volontariato per i cani? Oppure come potere aiutare (sempre in soldoni) chi aiuta i cani? Conoscete il traffico di cuccioli dall'est, ancora troppo diffuso, sconosciuto, sottovalutato, imperniato sulla possessività e l'avidità, su cui hanno buon gioco e facile presa gli smerciatori di cuccioli a buon mercato? Sapete che stiamo parlando di un vero orrore?
Conoscete la vera situazione in sud Italia? Sapete perché molte adozioni hanno la dicitura 'adottabile in tutto il Nord e Centro Italia? Ci viene chiesto -  nello stile della Presidentah, maechio di fabbrica di PQ - di essere capaci di alzare lo sguardo, allargare la prospettiva, uscire dal proprio ego ristretto. Anche per adottare, sembra paradossale, ci vuole progettualità (considerazione mia). E così, slalomando tra gli Analfabeti Funzionali feisbucchiani, Umberto Eco e il Papa, si ride (l'ho già detto?), ma si ponza anche, sorpresi sulla via di Damasco dalla vista subitanea e non annunciata, di realtà e situazioni che mai si immaginerebbero.
Cucinati a dovere, ci si apre la seconda parte del libro, una vera sorpresa. Qui, la commozione, direi, prevale sull'ironia. I toni sono più umbratili, più accorati. Gli Incontri con i cani - specialmente con cani come gli sfascioni quasisti o con i cani altrimenti 'speciali' - fanno questo effetto: possono spalancare la vita , dare aria a tutte le stanze, portarci su strade che avremmo pensato lontanissime. Invece, sono vicine, il tempo di trotterellare dal cortile fino a voi, e scodinzolare.


Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...