Qualche giorno fa, alla radio, hai ascoltato questa canzone di Arlo Guthrie: 'Me and My Goose', una breve e leggera ballata, una filastrocca, dal sapore - forse - controintuitivo.
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sabato 7 marzo 2020
mercoledì 1 gennaio 2020
Noi prevarremo - un giorno
...è una foto "d'epoca"- ormai - una foto vecchia, c'è chi potrebbe dire. Ma lo è, perché è una foto storica.
martedì 17 dicembre 2019
Unòrsominòre., il respiro
Il video 'Respiro', disponibile su youtube, forma le immagini a una canzone finalmente antispecista e - allo stesso tempo - di critica sociale: esattamente quello che secondo te è fondamentale - tra molte altre variabili, naturalmente - per formare e rendere coesa una qualche forma di 'consapevolezza antispecista', basilare per immaginare e condurre una qualsiasi forma di opposizione all'organizzazione antropocentrica, o di liberazione di altrianimali.
Infatti, è una canzone molto bella, in forma di ballata, con un testo poetico e denso.
Dopo aver visto il video, hai cercato unòrsominàre. e - chicchierando con lui via messenger, hai avuto delle belle sorprese.
Il video lo trovate alla fine. Se poi ne volete altri, andate sul canale youtube!
giovedì 15 agosto 2019
Erba
... è quasi ora di gettarsi tutti sui prati... l'erba dei prati, i suoi fiori, sono il pianeta di interi popoli di animali, per noi piccoli e spesso pressoché invisibili. Pensateci, quando stenderete le vostre tovaglie...
sabato 3 novembre 2018
La ballata di Laika
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Laika, gli umani non hanno ancora smesso di usare gli animali per i loro esclusivi scopi |
Laika, ogni anno la ricordi. Questa volta, con una canzone:
La ballata di Laika, di Daisy Lumini e Beppe Chierici.
giovedì 18 ottobre 2018
Canzoni di Resistenza
Quando hai sentito "Bella Ciao", cantata dalla voce di Tom Waits, hai provato una specie di commozione. Perché Tom Waits è il poeta sensibile con le fattezze del freak; e perché "Bella Ciao" l'hai cantata con grande gioia, non troppo tempo fa, a Vercelli - era una cosa che hai sempre sognato di poter fare, mescolando la tua voce stonata a decine di altre voci.
Hai scoperto che quella canzone traina con sé il disco "Songs of Resistance, 1942-2018" di Marc Ribot. Anche se è interamente ascoltabile sul tubo, potevi non prendere il CD? Non potevi.
E infatti lo hai preso, e ne sei felice. Perché se sui video tubeschi trovi credits di musicisti che sul librettino del CD non trovi (e questo ti sembra molto ingiusto), in compenso trovi sul librettino del CD un testo post-fazione dello stesso Marc Ribot, che sul tubo non c'è (questo, invece, è giustissimo).
Allora, lo hai letto, ne hai condiviso alcuni pensieri e ti sei avventurato nella traduzione...
(del disco, magari, parlerai in altra occasione)
...
(Nota: tutte le parole o frasi che sembrano sbagliate o scorrette, lo sono per via della tua libera e incosciente traduzione. Chiedi venia in anticipo. Comunque, buona lettura).
giovedì 20 aprile 2017
Masters of war
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Cleon Peterson - dettaglio |
Scrive Melanie Joy: "Il fine di tutti i movimenti per la giustizia è mettere in moto la testimonianza collettiva, così che le pratiche sociali riflettano i valori sociali". Nel suo libro "Perché amiamo i cani, mangiamo i maiali e indossiamo le mucche" (Sonda), Melanie Joy affronta il sistema del carnismo, la ideologia estensiva della nostra epoca, fondata su una quantità di violenza che viene tenuta nascosta e che è perciò difficile da immaginare, pensare, concepire. Dice: il carnismo teme la testimonianza come la più grande minaccia alla sua esistenza, alla persistenza del sistema, che dunque si organizza per prevenire la testimonianza.
Le proporzioni dell'ingiustizia agita contro gli animali non umani - ma anche contro un numero per niente piccolo di animali umani - sono immense, a un livello di scala mai raggiunto prima - e tanto più il sistema le occulta o le mistifica.
In proporzione, l'importanza della testimonianza, cresce al crescere delle dimensioni della violenza commessa e della giustizia che si vuole ottenere, che ci si pone come obiettivo.
La testimonianza degli umani che si impegnano per la giustizia animale (la chiami così solo per brevità discorsiva), cerca in modo instancabile, modi espressivi - il più variegati e numerosi possibili - senza permettersi di escluderne alcuno (almeno, speri e pensi che dovrebbe così essere).
"[La testimononianza] può assumere molte forme, inclusi dimostrazioni, veglie al lume di candela, striscioni, conferenze e creazioni artistiche. Storicamente, testimoniare è stato un atto creativo: pensa alla musica rivoluzionaria degli Anni Sessanta [...]". Sempre Melanie Joy.
Tu ci hai pensato, e tanto. Diresti che sta diventando uno dei temi che ti piacerebbe approfondire. La musica, comunque, trova sempre spazio qui sul blog - pensi che magari ne troverà pure di più, in futuro. Magari col solo motivo e il solo scopo di fare qualcosa di piacevole.
Per tornare al significato e alla importanza della testimonianza, ciò che se ne potrebbe scrivere e riflettere, è tanto, assai più ampio di una suggestione musicale: si può parlare di non violenza, di disobbedienza civile, di performance, di flash mob, di investigazioni, e tanto altro ancora, che abbia a che fare sia con le metodologie, che le tattiche, che le strategie, che gli obiettivi. Ci saranno post per questi argomenti, se ce la farai a scriverli.
Qui, ti piacerebbe rimanere alla suggestione musicale. Proprio nel 'mito dei favolosi Anni Sessanta' (o Feffanta, alla Gianni Minà), è troppo facile trovare a iosa canzoni di impegno sociale, di denuncia, di lotta civile - alcune sono bellissime, pietre miliari.
Tu, in questo momento, pensi in particolare a una, perché il suo testo è particolarmente duro, oltre che poetico e retorico.
Breve premessa, che dovrebbe provare a spiegare i come e i perché, i the pros and cons della faccenda. Spesso gli "animalisti" vengono definiti come misantropi, che usano a sproposito parole violente contro gli esseri umani e non sono capaci di misurare le 'giuste' priorità col buon senso comune, che sa benissimo che ben altri sono i problemi che hanno la precedenza, nella lista delle cose da fare - compilata da chi non alza in realtà un dito per nessuna di queste cose.
Tu, in questo momento, pensi in particolare a una, perché il suo testo è particolarmente duro, oltre che poetico e retorico.
Breve premessa, che dovrebbe provare a spiegare i come e i perché, i the pros and cons della faccenda. Spesso gli "animalisti" vengono definiti come misantropi, che usano a sproposito parole violente contro gli esseri umani e non sono capaci di misurare le 'giuste' priorità col buon senso comune, che sa benissimo che ben altri sono i problemi che hanno la precedenza, nella lista delle cose da fare - compilata da chi non alza in realtà un dito per nessuna di queste cose.
Sei abbastanza convinto che questa etichettatura di 'violenti', gli animalisti se la siano meritata per il semplice fatto che ... si preoccupano degli (altri) animali! Osano questo! E dunque, qualsiasi obiezione mossa a critica delle pratiche terribili worldwide a loro danno - a danno della vita, della libertà, della felicità degli altri animali - riceve come prima, automatica, irriflessiva risposta, l'ammonizione severa e infastidita, la sanzione sociale, il marchio della violenza. Questa intimidazione viene brandita con disinvoltura da chi invece è autenticamente prepotente - e che a dire il vero sa molto bene che per azzittire efficacemente le proteste degli schiavi e dei sottomessi, occorre accusarli di violenza e pericolosità - oltre che di altre cose, come mancanza di senso pratico, o equilibrio, o ingratitudine e via marchiando. Non che simili accuse siano state risparmiate, in passato, a tutti quelli e quelle che, epoca dopo epoca, hanno difeso schiavi, donne, neri, meticci, gay, disabili, poveri, lavoratori, malati.
Queste difese tuttavia hanno ottenuto dignità e pensi che accadrà anche per chi difende gli altri animali - di fatto, in qualche misura, sta già accadendo.
Ma non vuoi dimenticare che le persone che a quei tempi si impegnarono con coraggio e in prima persona per quelle difese, non esitarono a usare parole 'forti', di denuncia e di accusa, contro chi dalla situazione iniqua traeva soltanto vantaggi. Ed è giusto che sia così. Fa il paio con le azioni non violente e disobbedienti. La penna, fa più male della spada. E tu, la penna, vuoi continuare a usarla.
A ogni modo, la canzone è 'Masters of War', di Bob Dylan: è un vero e proprio anatema, una maledizione contro i signori della guerra, un augurarsi che possano scomparire per sempre. La prima volta che l'hai sentita, ti ha sconvolto, coinvolto, e poi entusiasmato e infervorato. Ti immagini se esistesse qualcosa di simile, da ascoltare, cantare e suonare durante i presidi o le manifestazioni, o le conferenze - per la giustizia doverosa nei confronti degli altri animali. E infine il senso di questo post è tutto qui: un volo di immaginazione, che vuol provare a creare suggestioni, sull'onda delle molte cose che si possono fare - se si vuole fare qualcosa di giusto per gli animali (ci vuole qualcosa che 'dia la carica').
Dopo il testo, un video youtubbico con una performance di Ed Sheeran, voce e chitarra: Masters of War. (E non è forse, questa, una "guerra sulla pietà"?)
Enjoy!
Dopo il testo, un video youtubbico con una performance di Ed Sheeran, voce e chitarra: Masters of War. (E non è forse, questa, una "guerra sulla pietà"?)
Enjoy!
Come you masters of war
You that build all the guns
You that build the death planes
You that build the big bombs
You that hide behind walls
You that hide behind desks
I just want you to know
I can see through your masks.
You that never done nothin'
But build to destroy
You play with my world
Like it's your little toy
You put a gun in my hand
And you hide from my eyes
And you turn and run farther
When the fast bullets fly.
How much do I know
To talk out of turn
You might say that I'm young
You might say I'm unlearned
But there's one thing I know
Though I'm younger than you
Even Jesus would never
Forgive what you do.
You fasten the triggers
For the others to fire
Then you set back and watch
When the death count gets higher
You hide in your mansion
As young people's blood
Flows out of their bodies
And is buried in the mud.
Let me ask you one question
Is your money that good
Will it buy you forgiveness
Do you think that it could
I think you will find
When your death takes its toll
All the money you made
Will never buy back your soul.
And I hope that you die
And your death'll come soon
I will follow your casket
In the pale afternoon
And I'll watch while you're lowered
Down to your deathbed
And I'll stand o'er your grave
'Til I'm sure that you're dead.
mercoledì 5 aprile 2017
Musica, Animali e canzoni di protesta. Nuova Chiacchierata con Dario Martinelli
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Fonte: sugli animali compositori |
Avete chiacchierato, il professor Dario Martinelli e tu, qualche giorno fa, tramite messenger. Argomento: la musica - e gli animali. Dario Martinelli, che scrisse la "Lettera a un futuro animalista", (Mursia, 2014), indirizzata nel futuro a suo figlio Elmis, è musicologo e semiologo, con una sensibilità speciale, forse più unica che rara, nei confronti degli animali non umani.
Come mai hai pensato bene di scrivergli, per cominciare a chiacchierare, in modo amabile, per condividere idee a proposito di animali, musica, oltre che di animali e musica, animali in musica?
L'occasione è data dal più recente libro del professore, dal titolo calembour "Give peace a chant" (John Lennon, grazie).
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... notate il sottotitolo... |
Ecco come sei entrato in argomento: "di questo libro mi piace molto l'approccio proprio esclusivamente music oriented. Il tema della musica, delle canzoni, in analogia e paragone coi movimenti civili e di protesta infra umani, mi incuriosisce da tempo. La mia impressione è che no, non ci sia (ancora?) un equivalente di "We Shall Overcome" o "Camminando e Cantando", o anche una "Masters of War", nei movimenti antispecisti."
DARIO MARTINELLI
"Comincio col dirti che sogno un sequel di questo libro chiamato "Give peas a chance", e che verterà proprio sulle canzoni animaliste ed ambientaliste. In questo c'è un capitolo dedicato all'ambientalismo e animalismo dei Beatles (McCartney in particolare, come puoi immaginare). Mi piacerebbe proprio estendere questo argomento a tutta la storia della popular music, in cerca appunto di esempi di canzone di protesta eco-animalista Beatles/McCartney a parte (di cui ti consiglio "Looking for changes", sulla vivisezione, e "Wild Life" sull'antropizzazione degli spazi naturali), ci sono vari esempi anche se nessuno ha raggiunto uno status da "We shall overcome". Credo che la più vicina sia "Meat is murder" degli Smiths. C'è poi "Animal kingdom" di Prince", "Death and the zoo" di Roger Hodgson (ex Supertramp), "The last whale" di Crosby e Nash (senza Stills) ... e molte altre. Appunto, prima o poi ci scriverò un libro".
"Questo ultimo libro, comunque non è un libro di musica animale (l'ultimo su questo argomento risale ad alcuni anni fa) [ Quando la musica è bestiale per davvero: studiare e capire la zoomusicologia, Aracne, 2011] , ma sulle canzoni di protesta. Mi piacerebbe fare un libro specifico
sulle canzoni di protesta a tema animalista. Questo libro lo devo ancora
scrivere, è di là da venire e comunque non riguarda la musica animale".
GIOVANNI
"A me, di italiano viene in mente "Noi non ci saremo", la primissima canzone di Francesco Guccini, soprattutto per la 'forma' di ballata folk, voce e chitarra sole. Un mio pensiero, che mi frulla da un po', è che se ci fossero canzoni per così dire 'di lotta', da corteo, potrebbero avere forza aggregante - oltre che impatto mediatico - anche per le iniziative antispeciste. Mi immagino uno scenario - per me suggestivo - nel quale anche gli attivisti abbiano le loro canzoni di protesta - come in passato le hanno avute gli operai, le suffragette, gli schiavi neri e molti altri".
DARIO
"Di italiano dovresti ascoltare tutto l'album degli Yo Yo Mundi "La diserzione degli animali del circo". Sono d'accordo con te: ci vorrebbe in bell'anthem!"
E qui, termina la prima parte della chiacchierata, brevi, ma assai interessante. Sei soddisfatto e grato a Dario Martinelli, perché gli spunti, gli stimoli, sono tantissimi. Del resto, è il suo stile, che hai già avuto modo di scoprire sia nel libro che in alcuni articoli, non privi di sagacia e umorismo - che non fa mai male!
Hai voluto perciò riprendere il discorso qualche giorno dopo ancora, dopo esserti ascoltato le canzoni consigliate e dopo averci pensato ancora un po'. L'occasione non mancava.
GIOVANNI
"Sembra proprio che la musica in questi giorni sia tornata a essere presentissima. Proprio ora ho finito di ascoltare Stefano Mancuso alla radio, parlare della musica delle piante".
DARIO
"Caro Giovanni, il prossimo libro che uscirà tra qualche settimana, si occupa di 'comunicazione' animale, tuttavia non di musica in maniera specifica".
GIOVANNI
"Caro Dario, tu hai scritto canzoni che si possono definire animaliste?"
DARIO
"Sì. Sul disco che feci con Anna Maria Castelli, c'è un brano che si chiama 'Respiri Incomprensibili' e parla di maltrattamento degli animali.
E adesso abbiamo cominciato un progetto con una cantante lituana, Ieva Zasimauskaite, e ho scritto pure in questo caso una canzone animalista, questa sulla caccia alle balene.
Si chiama 'Sing loud and tender', è in stile ballata country".
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Anna Maria Castelli |
GIOVANNI
"Come procede questo vero e proprio lavoro musicale?"
DARIO
"Per 'Sing...' c'è da aspettare qualche mese. Ci incontriamo ancora per dare forma al progetto. Siamo ancora agli inizi. Ieva è vegana, quindi è coinvolta nello spirito del progetto".
Sei molto curioso, dal punto di vista tuo personale, di scoprire gli esiti di questo progetto. Ti colpisce il fatto che uno studioso di musica, nei suoi aspetti più tecnici e poco famigliari al cosiddetto grande pubblico, si cimenti anche nella scrittura musicale pratica: insomma, non 'semplicemente' uno studioso teorico, ma anche un appassionato artigiano concreto. Trovi che sia notevole quando la teoria non soffoca l'entusiasmo e la passione e ti piacerebbe pensare che questo sia solo l'inizio, per lo sviluppo di un ulteriore aspetto delle multiformi attività, passioni, attenzioni e comunicazioni delle tante persone che si (pre)occupano (anche) di animali non umani.
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