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lunedì 19 ottobre 2020

La giornata per gli orsi, in 500 per richiedere la loro liberazione - Casteller, Trento

 

tutte le foto sono di Bruno Stivicevic


... è andata così. A metà mattina - più o meno alle 11 - centinaia di attivisti animalisti antispecisti si sono dati appuntamento al rendez vous della stazione di Villazzano, Trento.

L'obiettivo era: chiedere con decisione e chiarezza, la liberazione dei tre orsi M49, M57 e DJ3 prigionieri al Casteller, struttura costruita appositamente per questo scopo. M49, M57 e DJ3 sono classificati come orsi 'problematici': quegli orsi, cioè che - ormai confidenti verso l'uomo, si muovono liberamente e si procurano cibo sia tra i rifiuti che predando gli animali 'da reddito', spesso incustoditi su alpeggi. Orsi che fanno gli orsi, insomma. Orsi che si comportano - anche - da predatori.


domenica 18 ottobre 2020

Gli orsi trentini, nati per vivere selvaggi

 



Oggi è il giorno del corteo della manifestazione per gli orsi liberi. Da tutta Italia arriveranno antispecisti e animalisti, per chiedere con tutta la loro voce: libertà per gli orsi.


giovedì 15 ottobre 2020

Altri nuovi comunicati per gli orsi



Prosegue lo sciopero della fame di Ste Sondrio e di Barbara Nosari. La situazione nel tempo si è evoluta, si è ampliata. Ne parlerai a brevissimo. Aver già messo sul blog i primi comunicati stampa. Intanto, ecco i comunicati stampa più recenti, in attesa di scoprire le ultime importanti novità. Infatti, stanno accadendo moltissime cose, legate a vario modo a questa lotta.

lunedì 12 ottobre 2020

"Smontiamo la gabbia" degli orsi prigionieri al Casteller - Trento, 18 ottobre 2020

 



Mentre arriva sera e ti trasformi in casalingo, stai ascoltando Web Radio Extreme -  The Black Sheep

In trasmissione, vengono confrontati, ulteriormente, i due documenti contrapposti tra Regione Trentino e Rapporto CITES. A un certo punto, ecco il riassunto estremo della condizione degli orsi (riporti a memoria): "orsi nati liberi, vissuti liberi, abituati liberi, sono stati catturati, privati della libertà, sedati ripetutamente, obbligati a convivenza forzata", denigrati a zimbelli. Orsi che cercano di scappare, che attaccano le recinzioni, che si infuriano, che smaniano per la libertà, a due passi da loro.

Definire simili condizioni come adeguate, ti sembra - come minimo - fuorviante, una prova di understatement che farebbe invidia al più britannico degli inglesi.


Il fatto è, per la verità, che a te questa descrizione ha ricordato due situazioni i confrontabili a questa: il trattamento degli schiavi di colore in USA (legati, incatenati, castrati, picchiati); e -più dolorosamente recente: la situazione dei prigionieri di Guantanamo, relegati dal mondo per anni, esposti a qualsiasi sopruso, dopo aver perso la condizione di essere umani.


Questo post è quindi ancora focalizzato sugli orsi - e se riesci, ce ne saranno altri ancora - per diffondere quella che sarà la manifestazione nazionale per la liberazione degli orsi: "Smontiamo la gabbia".




Ma ci sono ulteriori grafiche, elaborate dalla Assemblea Antispecista.

Scopritele qui sotto, per sapere cosa fare (forse in futuro ricorderemo questa mobilitazione come "animalisti alla riscossa").


venerdì 9 ottobre 2020

L'Assemblea Antispecista, nata per liberare gli orsi - e tanti altri progetti

 


Appena nata è la Assemblea Antispecista, ma sembra attiva e presente già da molto tempo. Sta infatti bruciando le tappe, nello scontro con la Regione Trentino, per la liberazione degli orsi. 


Di approfondire che cosa sia l'Assemblea e come e perché sia nata, magari avrai tempo di scriverlo in un secondo momento. Anche perché, pensi, la Assemblea 'parte' con la questione degli orsi, ma di sicuro è stata pensata e in qualche modo progettata anche per altre future azioni antispeciste. Ma, come si dice, se son rose fioriranno!


Per ora, molto velocemente - e prendi quel che i membri della Assemblea scrivono di se stessi sulla pagina FB - appunti giusto due informazioni.

"Siamo un collettivo antispecista con struttura orizzontale che conduce campagne mirate alla liberazione animale.

Rivendichiamo il carattere disturbante, politico e antifascista dell’antispecismo e ci posizioniamo come complici e alleat* nei confronti degli animali ribelli e in fuga dai luoghi del dominio.
Collaboriamo con realtà femministe e transfemministe, antirazziste, anticapitaliste, nella convinzione dell’esistenza di nessi fra le diverse oppressioni e della necessità di una liberazione totale."

L'Assemblea è nata mentre sta proseguendo lo sciopero della fame di Stefania Sbarra e Barbara Nosari: tutta la solidarietà per loro!

L'Assemblea ha quindi intrapreso per il momento due campagne pro orsi - ma sono previste anche altre azioni non virtuali.

Si tratta di una call to action e di una campagna virale, che lancia un suo hashtag...

domenica 4 ottobre 2020

Tutti i comunicati pro orso - sciopero della fame



Sciopero della fame; email di protesta; diffusione di documenti che analizzano la reale condizione degli orsi prigionieri in Trentino. Con rapidità, la protesta antispecista contro la cattura e la detenzione degli orsi trentini - tutti reduci del Progetto Ursus, per il quale ai tempi il Trentino ottenne finanziamenti europei - si è consolidata. Siamo probabilmente di fronte alla prima grande lotta Antispecista-animalista dai tempi di Green Hill - e non è poco.

Da (quasi) subito, hai deciso di seguire le due attiviste, perciò cerchi di pubblicare spesso post che abbiano a che fare con questo evento e con la loro coraggiosa iniziativa. 
Il loro sciopero della fame dura ormai dalla mezzanotte di lunedì 21 settembre, l'inizio dell'autunno. Siamo al tredicesimo giorno.

Questa lotta va portata avanti, è una nuova occasione per ribadire il valore delle vite animali, altrimenti travolte e distrutte dai processi divoratori degli umani. 
Ci sono, a questo punto, le possibilità di ottenere quello che ci si sta prefiggendo - di sicuro, c'è la buona possibilità che la lotta abbia sempre più seguito. Ed è giusto che sia così, è giusto che si porti anche la opinione della gente a mettersi dalla parte degli orsi. Questa è una lotta di liberazione, una lotta per un mondo diverso e nuovo - ancora più importante, notevole, adesso, in quest'epoca - nella quale soltanto chi non vuol vedere di proposito, può negare il tracollo del sistema capitalistico.

Qui di seguito, riporti tutti i comunicati pubblicati dalle attiviste. Come hai già scritto altrove, infatti, la necessità di raggruppare e raccogliere i 'materiali', i documenti dei processi storici - e questa lotta lo è certamente - è vitale, per contribuire a gettare fondamenta solide per l'impegno antispecista; e per aggiungere una testimonianza alla memoria storica antispecista - senza la quale, non si potrebbe nemmeno parlare di movimento.

(altri post, con altri documenti e link, seguiranno nei prossimi giorni, perché finalmente sono molti che si stanno occupando di questa situazione).

(tutti gli errori, lacune, sviaste, son tutte merito tuo: non è stato semplice ripescare dal flusso del FB  i testi dei comunicati).

martedì 28 luglio 2020

L'orso M49 è evaso dalla sua prigione in Trentino




L'avevano catturato. L'altro giorno, M49 è riuscito a scappare dalla gabbia in cui l'avevano confinato. La notizia è bellissima.






martedì 15 agosto 2017

La guerra sulla pietà

... e se io incontrassi un'orsa...


Le immagini di KJ2 uccisa, ti hanno catapultato coi ricordi al passato. 
Hai provato l'irresitibile necessità di scrivere queste righe, che avrebbero voluto esser brevi ma che rischiano di essere lunghe - e molto probabilmente esorbitanti, inconcludenti: siete avvisati!
2013. Abitavi in montagna. Per una serie di sfortunati eventi, ti ritrovasti faccia a faccia con la salma di un cervo. Lo hai raccontato, con tutti i dettagli, qui
Oggi forse non lo scriveresti così, ma molti dei pensieri lì esposti, non sono cambiati  - e forse, quello che allora era un bambino (e che allora ti impressionò proprio perché si trovava tra gli adulti spettatori di quel ludibrio, scempio di cadavere), oggi sarà un giovane e implacabile cacciatore, sicuro della giustezza delle sue azioni di 'contenimento' degli animali. Più nessuna sorpresa nei suoi sguardi, solo crudezza piatta.
Però, del cervo quel viso, quegli occhi ormai muti, accecati della loro brillante luce vitale dalle pallottole dei cacciatori, non te li dimentichi più. Anche quel bellissimo cervo come l'orsa era adagiato - le membra scomposte e rigide, il pelo sporcato dalla caduta nella morte, per via della spinta potente e irresistibile del proiettile dentro nel corpo - sul pianale semi arrugginito e scolorito di un furgoncino - quelli azzurro-verdi, dozzinali, non belli, solamente utili e poco costosi.  Attorno a lui, come orchi, i cacciatori che lo avevano scovato, perseguitato, sfinito, inseguito e ucciso, quella mattina. Ora che il sole stava calando, proiettavano le loro piccole ombre deformi sulla bellezza di quel corpo - che loro non avrebbero mai compreso, anzi nemmeno vista. Parlavano, a borborigmi crudi e stridenti: di cartucce, di cani, di bastoni, di catene, del bosco (il 'busc'); del peso della 'bestia', di quanto si tira su con la sua carne, con la sua pelle per il tappeto, con la sua testa, con le sue corna.

Una violenza fine a se stessa, che si perpetua anche in migliaia di piccoli grandi gesti prepotenti degradanti.

qui siamo a Pinzolo: notate i fiori sul capo della mucca?

Fu allora che lo baciasti, in un impeto - una provocazione? una sfida? Una opposizione, un rifiuto verso la loro esistenza umana, i loro pensieri grondanti violenza perenne (!). Un saluto, una richiesta di perdono, un omaggio alla bellezza (!). Baciasti il viso del cervo, sulla sua guancia. Un bacio veloce, rapito, rubato. Sporgendoti sul pianale, che fu come sporgersi sull'abisso: della morte, della violenza - forse l'abisso di Nietzsche. Ma un abisso voraginato dagli umani, una trincea scavata nella guerra sulla pietà - ché di questo stiamo provando a pensare.
Non hai immagini del cervo, solo ricordi...

... ricordi identici a questo, in ogni dettaglio squallido e doloroso...

... e perciò, ben comprendi che quello che a prima vista potrebbe sembrare un gesto unico - il mostrare il risultato di una caccia agli amici in paese - è in realtà un singolo episodio di una sequenza molto, troppo lunga, che i cacciatori imbastiscono ormai senza soste; e che questa sequenza è una delle battaglie di questa guerra: una battaglia campale, che inanella vittime, cadaveri, in continuazione, tra gli altri animali. Ci sarebbe anche da accennare al discorso delle immissioni di animali in boschi e ambienti ormai svuotati, le cosiddette ripopolazioni: boschi assediati da città e ambienti antropizzati, nei quali è facilissimo per qualsiasi animale incappare. Troppo-pericolosamente-facile. E allora, si parla di sovrappopolazione, di invasione, di pericolo. E allora, la parola passa ai fucili, come se avessero bisogno di una ulteriore copertura -oltre alle innumerevoli deroghe, licenze, eccezioni di cui già godono.
 (Nota: una delle immagini circolanti, descritta come l'immagine del cadavere dell'orsa, in realtà la ritraggono anestetizzata, quando, mesi fa, venne catturata per metterle il radiocollare; ma poco importa: siamo nella logica del discorso del pathos - anche caotico, quindi -  delle immagini.)


Perché hai baciato il cervo? Ricordi benissimo che avevi, netta in mente, questa immagine:

...solo di recente hai scoperto la probabile vera origine di questa foto, che dunque è un fake!

Solo di recente hai scoperto i retroscena più probabili di questa foto. Ma allora era decontestualizzata - o meglio, ri-contestualizzata (ma, obietti: le mani sulle spalle che sembrano trattenerlo?).
La potenza astratta della immagine - fu quello che ti rimase impresso. Al netto. Non sai, ora, dire se ricavare ispirazione irresistibile da una immagine che è bugiarda - se ricavare un bene da un male - sia qualcosa che (ci) si possa permettere o auspicare sempre, o per sempre (forse no).  Però, quando baciasti il cervo, tu ti sentivi come pensavi si sentisse il ragazzo nella foto. E, di sicuro, il tuo gesto fu sincero; di sicuro, suscitò sorpresa. Siamo in guerra, giusto? Allora: la propaganda, la disinformazione, la strumentalizzazione, possono, potrebbero, prendere strade inaspettate, indesiderate dagli stessi autori della propaganda. Ci si può appropriare del messaggio dell'avversario, piegarlo, depotenziarlo, rendendolo innocuo o addirittura rivolgendolo capovolto e trasformato, da punto debole a punto di forza (stai pensando a un film come 'Pride'). 


Mentre stai scrivendo a getto continuo, insegui i pensieri prima che scappino, ma in questa maniera altri ricordi arrivano a farsi ricordare: ricordi dove gli animali nei boschi sono protagonisti. 

Ricordi la corsa a precipizio di due camosci: stavi salendo un sentiero estivo in un bosco - all'improvviso, a monte, alla tua destra, un fragoroso frusciare di foglie e rami, che si spalanca in un lampo verde e nocciola di corpi, zampe, ciottoli, erbe, terra, sole sul tratto di sentiero a due metri davanti a te: due giovani camosci correvano a precipizio, verso valle. Lungo una discesa ripidissima, velocissimi. Non hai avuto paura, ma solo meravigliata sorpresa - sentivi con certezza che loro ti avevano individuato, tu, lentissimo arrancante in salita semipianeggiante, ben prima che tu potessi anche solo iniziare a sentire il loro avanzare, per cui erano certi che ti avrebbero evitato con  estrema facilità, con noncuranza. 

Oppure: ricordi te che guidi, tra i tornanti montani, in una sera di luna piena, stai salendo verso la  fine della valle. All'uscita dalla galleria: un cervo sovrumanamente gigantesco, sta dritto in mezzo alla strada. fermo, calmo, si guarda attorno, muovendo piano la testa -le sue corna sono immense. Vicino a lui, più piccoli, due individui: hai subito pensato a una femmina e a un giovane, forse il loro figlio. Hai frenato, ti sei fermato, guardandoli riguardato, dal finestrino. Pochi istanti, eterni. L'immbilità del pensiero, dell'attenzione. Del rispetto - reciproco. Della prudenza - reciproca. E tuttavia, non percepisti dal cervo paura, né ostilità. Solo, una attenta osservazione, benché rapida, veloce. Uno scambio impercettibile di sguardi, tra due coscienze. Poi, loro tre scomparvero dall'altro lato della strada - diretti da un prato a un bosco, tagliati in due dall'asfalto umano. 

Non sono gli unici ricordi che tesaurizzi nella tua memoria, di animali non umani. Proprio questi due, però, sono emersi adesso. Perché il pensare alla guerra sulla pietà, come si e ci  raccomanda di fare Derrida, è un pensiero lungo, annoso e probabilmente sfrangiato, ramificato, sfaccettato, poliedrico.
Sono emersi perché possono raccontarci sia la splendida epifania animale, sia il fatto - assodato - della loro effettiva non-belligeranza. Se volessi usare parole altisonanti, scriveresti che se anche loro non ci hanno dichiarato guerra, sono gli animalisti che si sono posti loro alleati a guerreggiare contro la strapotenza bellica umana. Ma, appunto sono straparlare, per una infinità di motivi.

Il fatto è che, più che di guerra, verrebbe da parlare di sterminio (nei termini in cui se ne parla nella Guerra dei Mondi wellsiana): perché la disparità delle forze in campo è troppo estrema, troppo assurda, a tutto svantaggio degli altrianimali.
Gli animali vengono "sterminati nella loro sopravvivenza o addirittura nella loro moltiplicazione", scrive Derrida. Le dimensioni della guerra sulla pietà sono talmente immense che gli stessi umani la negano, la disconoscono, rifiutano di vederla  - o forse, il che è terribile, in molti casi nemmeno la vedono, pensando che non esista, che non sia in corso.  Eppure, le prove ci sono: dati, racconti - immagini.  Derrida le chiama immagini 'patetiche', cioè in grado di generare pathos. Ma in questa guerra, molto c'è di patologico, molto c'è che si allaccia alla sofferenza, alla pietà, alla compassione (scrive sempre Derrida). 

Oliver: anche questa è una immagine 'patetica'...
Ora, tu pensi che a disposizione degli umani che si sono presi l'impegno di pensare la guerra, la pietà, la compassione, non ci sono molte risorse, e allo stesso tempo ce ne sono a sufficienza. Ci sono consapevolezze nuove, in grado - forse, tu lo speri - di affrontare queste nuove prove derridiane che la compassione deve affrontare, dal XIX in qua. Ci sono nuovi pensieri. Ci sono politiche e strategie collaudate in vecchie battaglie, che possono tornare utili nelle battaglie nuove e urgenti. Gli esempi, per dir così, 'vittoriosi' - o 'di successo' - non mancano.

Nel caso di KJ2 s'è parlato e scritto di boicottaggio. Si sta parlando anche di consumo consapevole, che ne è un po' l'altra faccia. Si potrebbe chiamare anche 'consumo propositivo'. Non solo il non comprare ciò che propone la parte a cui far arrivare un messaggio di protesta; ma anche, magari contemporaneamente, il comprare di più da parti che invece seguono pratiche diverse, più rispettose. Ti pare che si possa far riferimento ai cosddetti gruppi di pressione (in inglese: le lobbies). Uno strumento che potrebbe essere sorprendentemente potente, a tutti i livelli. 

Nel caso del povero cavallo Oliver- misero schiavo sfruttato fino alla sua morte-  il discorso di protesta contro botticelle, carrozze turistiche diffuse tra Roma, Torino, Messina, Cagliari, tocca molte corde patetiche. Vedere il suo viso stravolto è uno strazio personale, e - per te, almeno - vedere gli umani scialbi, sciatti, scazzati tutt'intorno a lui, le mani in tasca, sotto il sole rovente, suscita vero, insopprimibile ribrezzo.


...vorreste davvero che qualcuno vi soccorresse così?! Fonte


Ti affacci alla marea costantemente e quotidianamente montante di ogni tipo di crudeltà, sciatteria, incuria, disinteresse, disattenzione, ignoranza, menefreghismo, prepotenza, arroganza, supponenza mossa da umani del tutto inconsapevoli contro gli altranimali. Rischi di soffocare. Rischi di bruciarti. Rischi di ammalarti. 
Hai (avuto) la fortuna di aver incontrato e di continuare a incontrare e di conoscere persone determinate, forti, propositive, consapevoli, tenaci, che sono capaci di fare cose 'belle' tutti i giorni verso gli altranimali - e il pensare di aver imparato da loro e di essere anche tu almeno un pochino come loro, ti permette di fronteggiare gli sgomenti. Infatti, quello che queste persone sanno fare, fa la differenza concreta.




Per chiudere il post. E contro la patologica follia antropocentrica.
Provi a trovar rinsaldezza nelle parole di Derrida: la guerra sulla pietà "attraversa una fase critica. Noi l'attraversiamo e ne siamo attraversati". Perciò, abbiamo il dovere di pensarla, questa guerra. Per Derrida, proprio il "pensare" è in questione, è in gioco. Forse è in pericolo. Il pensare come abbiamo pensato finora, non va bene.  Allora: potrebbe aiutarci un pensare-sentire? Potrebbe aiutarci sdraiarci sulla terra, camminare a carponi? Potrebbe aiutarci stare in mezzo agli animali - almeno, quelli che accettano di stare in mezzo a noi (tu, stai pensando ai tuoi cani) - ?
Non c'è una unica, né breve, né univoca - risposta. Il che, forse, può spingerci a trovare sempre nuove, creative, innovative, strade e strategie. 

domenica 13 agosto 2017

Orsa KJ2

le spoglie dell'orsa KJ2, uccisa in Trentino


Per sapere certe notizie, ormai, occorre stare su internet, che sia FB, che siano altri siti o social. Sulla carta di giornale, difficile trovar certe notizie, ormai.
Notizie come questa: che l'orsa KJ2, è stata uccisa. A bruciapelo.
Vedi le foto e ti viene in mente la pratica antica ma non troppo di far vedere le spoglie del nemico ucciso - specialmente se su questo nemico si era costruita una narrazione che lo ha reso enorme, mostruoso, potente, temibile, pericoloso. Che fosse vera, questa narrazione, poco importa(va). Tanto più pericoloso è il nemico, tanto maggiore il coraggio dei suoi sgominatori e i meriti che riceveranno, la gloria, l'onore, la gratitudine.  Questo accade in un mondo rovesciato, dove c'è chi se le canta e se le suona in totale autonomia: fa le regole a sua misura, sulla pelle di altri viventi; poi le viola, le trasgredisce, le ignora, per arrivare a compiere gesti che rispondono solo a tornaconti e profitti del tutto avulsi da una qualsiasi capacità di lungimiranza - se proprio ci si ostina a rifiutare atteggiamenti come 'empatia' o 'rispetto'. 
L'uccisione - anzi: l'assassinio - dell'orsa KJ2 - nemmeno un nome, solo una sigla, come quella che si imprime sugli oggetti serializzati e sostituibili -  rientra in queste logiche.

"Abbattuta l'orsa KJ2", titola ilDolomiti
La scelta, l'uso delle parole, non sono casuali, né neutrali. Così come non lo sono le motivazioni, le spiegazioni, le descrizioni, che si avvolgono di tecnicismi e proceduralismi:
" Il documentato indice di pericolosità dell’esemplare, culminato nel ferimento di due persone, ha richiesto l’attuazione dell’ordinanza nel più breve tempo possibile".
Un fumoso indice di pericolosità, la creazione dello stato di emergenza, che mette fretta, che impedisce di pensare, di ragionare, ma libera solamente spiriti di rappresaglia e vendetta, fanno il resto.
Chi può verificare questo indice di pericolosità? Da quando esiste? Perché non sono stati chiamati etologi? 

il corpo del nemico ucciso viene esposto al pubblico, per appagarne la sete di vendetta...


Gli animali non umani sono per davvero perennemente inseriti, immersi in un gigantesco 'zoo panopticon', dove sono sempre osservati, a distanza, dove possono sempre venire catturati per essere esaminati geneticamente e 'radiocollarizzati'. Per controllare che obbediscano sempre alle regole - in realtà, sono strettissimi, angusti binari decisi unilateralmente dagli umani e che gli altranimali non possono conoscere, di cui nemmeno sospettano l'esistenza. Ogni loro disobbedienza, d'altro canto, ha una sola soluzione, un'unica punizione: la pena capitale. Questa è l'impressione che se ne ricava: solo la morte, l'esecuzione, l'uccisione, permette agli umani di sentirsi risarciti e concede agli altranimali una effimera, illusoria tregua.

Ora, tutto questo è molto chiaro.
Come si può rispondere? (e da questa risposta, hai tratto motivo e ispirazione, a tua volta, per questo istant-post).

...la mela non mi piace più...


Se non ricordi male, lo avevi studiato all'Università, o comunque ne avevi letto, come studio di caso di successo, o esempio concreto e molto efficace di pressione politica: il boicottaggio etico. Forse, tra i primi ad applicarlo ci fu Amnesty International.
Consiste nel non comprare più alcun prodotto, o servizio, o merce, proveniente da un luogo dove si ritenga siano (stati) commessi atti eticamente discutibili. Toccare il portafoglio, si sa, è la via più breve per arrivare al comprendonio delle persone (è la logica delle multe, che sono punizioni, sanzioni economiche; importa meno dove vadano a finire i soldi raccolti attraverso esse). Chiudere i propri cordoni della borsa - ad esempio - davanti a tutto ciò che in etichetta reca il nome della regione dove l'orsa è stata uccisa, può risultare assai efficace. Una chiusura, che andrebbe contestualizzata, organizzata e comunicata agli interessati.  Altrimenti potrebbe passare inosservata.

Il primo boicottaggio della storia, dimostra già tutta la forza di questo concreto strumento politico.
Ma se Ugo Rossi potrebbe vestire i panni di Charles Cunningham Boycott, saranno gli attivisti uniti e tosti come la Irish Land League del 1880? (leggere per saperlo).
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