Se ne parla, dei Santuari, nelle più varie occasioni. Sono i Santuari degli Animali Liberi e ci sono anche in Italia.
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mercoledì 29 luglio 2020
Introduzione alla Rete dei Santuari degli Animali LIberi in Italia
Se ne parla, dei Santuari, nelle più varie occasioni. Sono i Santuari degli Animali Liberi e ci sono anche in Italia.
sabato 16 novembre 2019
Canile 3.0 - Ep#09: RIOT DOG, Monte San Pietro (BO) - prima parte
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dalla pagina FB del rifugio |
Ma quanto è bello andare in giro
per i colli bolognesi
se hai una Vespa Special che
ti toglie i problemi...
per i colli bolognesi
se hai una Vespa Special che
ti toglie i problemi...
Un attimo: qui, la Vespa non c'è - o almeno nel video non se ne vede una - ma ci sono i cani. Tanti cani. Tutti liberi. Come? Perché?
Questo episodio #09 di CANILE 3.0 On The Road - prima parte - ci porta a scoprire una realtà nata da poco nelle vicinanze di Bologna, a Monte San Pietro, il rifugio RIOT DOG. Qualcosa di speciale...
Canile 3.0 - Ep#08: Il Villaggio dei Randagi, Caraffa di Catanzaro (CZ)
dal sito della associazione |
Ed eccolo, il famoso / famigerato 'Meridione' dei cani. In una località che immagini non facilissima da raggiungere, magari misteriosa persino per il navigatore, ecco che scopriamo una realtà che ci farà fare un primo, appena percettibile spostamento rispetto alla idea di canile che predomina soprattutto nel famoso / sovrastimato 'Settentrione'...
sabato 23 settembre 2017
Festosa Milano
Ci sei andato, settimana scorsa, alla festa antispecista, in allegra compagnia dei tuoi cani e di una portentosa amica.
Una domenica pomeriggio di fine estate, con tanto di temporale serale (ma di giorno, che magnifico sole), una domenica per nulla sonnolenta o pigra, ché a Milano si fanno sempre cose.
Questa cosa qui della festa, in particolare, era la prima volta del Veganch'io, già noto come Festa Antispecista, nella nuova sistemazione: lo spazio del Macao, spazio autogestito di Viale Molise 68.
Notevole come la bella villa liberty (per la verità, ti sembra che le ville siano almeno due, all'interno di un contesto complessivo che occupa un intero isolato) fosse una volta il luogo deputato alla contrattazione dei prezzi di compravendita degli animali da macellare. Un autentico mercato degli schiavi. E gli schiavi erano non lontani: al di là delle scalinate, olre un muro, dove si spalancavano gli enormi spazi del mattatoio.
Si legge molto bene sul comunicato stampa: "La
palazzina liberty, con il suo salone maestoso e il grande giardino, un
tempo ospitava la borsa del mattatoio. Lì si concludevano gli affari
sulla pelle di chi, poco più indietro, nell'area industriale oggi
dismessa, era arrivato sui convogli e aspettava il momento di essere smembrato".
Insomma, un luogo che aveva la 'forma' di un autentico campo di sterminio, un lager per animali non umani. L'effetto è vagamente straniante: uno spazio che ha una architettura oggettivamente affascinante, armoniosa e luminosa, costruito per farne teatro di sopraffazione, di dominio. Una specie di 'dissonanza spaziale-architettonica': azioni terribili, svolte in uno spazio modellato sulla ricerca estetica.
Oggi, quel che a noi rimane è l'estetica, con in più la rivincita dell'etica. Macao è spazio creativo, intersezione di scambi artistici, di pensieri. In Macao ci sono persone che lo abitano in maniera permanente, oltre ai visitatori.
Perciò, alcune parti della villa non erano percorribili dal pubblico estemporaneo della festa.
La Festa: scriveva Bronislaw Baczko che un elemento saliente dell'utopia - le utopie storiche settecentesche delle comuni, per esempio - era proprio la festa, un momento speciale, una bolla temporale, durante la quale sono sospese, sovvertite, capovolte, le regole sociali che normalmente regolano tutte le relazioni tra individui.
E se le regole normali sono - come sono - orientate all'esercizio di un dominio (più o meno visibile, più o meno pressante, più o meno e variamente invasivo e distruttivo); e se questo dominio trova la sua più autentica espressione nel dominio esercitato contro gli animali non umani; allora la parola 'festa' è la migliore possibile per descrivere e raccontare i tre giorni milanesi (anche se nei hai vissuto solo uno). Infatti, alla festa antispecista, non esistono regole che escludono, che tagliano: libero movimento e circolazione per ogni individuo animale, che sia umano, o canino, o di altra specie. Qui puoi vivere la prova pratica di una vita diversa, in una ZTL dell'etica, una Zona Temporaneamente Liberata (come scrisse Adriano Fragano): non è obbligatorio vivere male come noi oggi viviamo; non è obbligatorio aggredire, proibire, escludere, marginalizzare, nascondere, cancellare, vietare, bloccare, imprigionare, respngere, immobilizzare. Non sono gli unici modi per vivere, ma piuttosto sono i modi sicurissimi per morire e per far morire. Questo raccontano vegani e antispecisti, con la sola loro presenza, il loro 'semplice esserci'. Percò, forse, suscitano ostilità da parte di chi sul sistema mortifero trae solo vantaggi.
Detto questo: cosa si fa alla festa? Si conoscono e riconoscono persone e amici, si mangiano favolose ricette vegan; tu, personalmente, ti sei lasciato catturare dal tavolo dei libri, lo raggiungi con lo zaino vuoto e il portafoglio 'pieno', te ne allontani con lo zaino pesante e il portafoglio leggero.
I tuoi cani? Tu ascoltavi la stuzzicante conferenza sulla "Fantascienza al cinema: animali, alieni, mostri”, proiezioni e discussione con Tamara Sandrin (hai preso e già letto il suo libro: anche tu condividi la passione per quei sci fi movies d'epoca - così magari ne scriverai in un prossimo post); o guardavi la presentazione di 'Vacche Ribelli' e il filmato su episodi di resistenza animale (quel maialino nudo nella neve, che ha cercato di sottrarsi per ore!) e del libro "Animali in rivolta" (preso anche quello, ma devi ancora leggerlo).
Loro esploravano tutta la villa, dentro e fuori, annusavano le persone che la affollavano, chiedevano e trovasvvano cibo e acqua, incontravano altri cani, scoprivano il giardino sul retro. Che alla fine hanno fatto scoprire anche a te.
Tu andresti a viverci, anche, al Macao.
martedì 27 settembre 2016
Autunno caldo con cani (I cani sono al di qua della foto)
Questa foto l'ho fatta con Ipad qualche giorno fa. l'ho scattata in un momento di relax, in un posto molto bello, dove mi trovavo insieme a Lisa, Maika e Chicco e ad altri amici cani e umani. Ho scoperto che questo luogo, che mi piace pensare situato a un crocevia tra varie terre che conosco, tutte in Piemonte (anche se magari non è proprio così, ma qui conta la geografia bambina della fantasia e delle avventure), è un Paradiso per cani. Ché, Paradiso, nel pensiero comuni di chi ama i cani si associa al Ponte dell'Arcobaleno. Solo che, in questo caso, il ponte è qui, a due passi, si tocca, si attraversa, si calpesta. La gioia è in questa vita, non occorre aver superato arcobaleni per trasferirsi nella dimensione invisibile. La vita viene vissuta in piena libertà: i cani liberi di essere se stessi, di espriemere il loro carattere, senza le affrettate, affannose, frettolose censure a cui sono troppo sottoposti quando devono vivere in realtà del tutto inadatte ai cani, come le città - quando non cinofobe, più o meno scopertamente. Gli umani con loro, a loro volta, liberi di poterli osservare per come in troppo poche occasioni possono essere, e quindi liberi di farsene sorprendere.
Ecco, mi son detto, un'altra ZTL, una Zona Temporaneamente Liberata: dove l'incontro tra umani e cani, ma anche gatti, lepri, lucertole, e altri, avviene senza la tirannia della riduzione di chi ci sta di fronte, a 'cosa' da consumare. Mi sentivo come in un altro tempo e luogo - e specialmente alla sera, sotto le stelle precoci, come nell'aia di una casa di campagna in un film degli anni 50 - idealizzato. Una oleografia per visualizzare qualcosa che potrebbe anche assomigliare/diventare una comunità allargata, con tempi, ritmi, aspirazioni, "in direzione contraria" - grazie, Annamaria Manzoni - rispetto a quelli mainstream (consumo, possesso).
Una serie di giornate brevilunghe tra colline famose, per ri-conoscere da vicino il nuovo autunno caldo (con foglie verdi, sole che scotta, insetti tra cespugli) che è diventato la norma, nell'era dell'Antropocene. Son capitate cose, risate e conoscenze, chiacchiere e scoperte. Visioni da altre angolazioni di cose condivise, come il cibo, come la vita con i cani. Bello, e perciò ci tornerò. E intanto andrò - se ci riesco, ché ci son dei contrattempi - nei posti dove spero e voglio andare nei prossimi giorni (per esempio, Torino Spiritualità), con queste belle sensazioni a farmi da carezza emotiva.
lunedì 4 maggio 2015
Semplicemente a casa?
"Home is where your heart is" - La casa è, dove il tuo cuore è".
Questo pensiero mi ha fatto da sottofondo nella giornata di festa a Oleggio, alla Fattoria dei Semplici, immaginata, voluta e creata da Luca Scanavacca, che lì vive - con la sua famiglia umana, e con la sua famiglia di altri animali non umani - ho visto un dolce cavallo cieco, un cane sordo-cieco, un asino, alcune oche, galline, e delle caprette.
Sotto l'aquerugiola, c'erano non poche persone - professionisti, amici, visitatori - arrivate per festeggiare questo nuovo luogo che potrebbe definirsi una ztl, una 'zona temporaneamente liberata' - così le definisce Adriano Fragano di Veganzetta - ne avevamo parlato, parlando dell'ultimo più recente VEGANCHIO.
Una 'temporaneità' che ci auguriamo tale solamente su scala cosmica: luoghi simili, ne esistono anche in Italia, possono essere i santuari come certi rifugi o alcune case-famiglia, o progetti di accoglienza di animali anziani e/o disabili, o luoghi che possono assomigliare agli hospice per umani (i luoghi dell'ultima attesa verso la fine vita).
Sono luoghi dove gli animali - tutti, compresi quelli umani - si possono sentire a casa. Perché liberi: liberi dal pericolo, liberi di esprimersi. Libertà attiva (la 'libertà di') e libertà passiva (libertà da'). Tipi di libertà che non sono scontati, nemmeno per gli umani, nemmeno dalle nostre parti (cioè: l'Europa, o magari anche solo l'Italia), specialmente se si è umani che hanno deciso che si sta meglio in compagnia con individui altranimali, alla pari, come compagni di percorso.
Ci si sceglie, in questi casi? Si può arrivare a parlare di amicizia? Accade lo stesso tra umani - che ci si incontra per caso, o che non ci si sceglie, ma si sceglie di provare a conoscersi, per superare le microbarriere individuali, ma a volte così grandi da apparire insormontabili, invalicabili? - ?
In questo periodo, sto cercando una casa per me e per i miei amici altranimali - i cani Lisa, Chicco e Maika. So che 'casa' sarà esattamente dove potremo (tornare a) essere liberi di e liberi da, sereni. Alla Fattoria, mi è sembrato di intravedere come potrebbe essere una casa siffatta (ho visto possibilità simili anche in altre realtà); case dove chi ci vive è alla pari con tutti gli altri individui, affiliati di comuni speranze e desideri, al di là del DNA, oltre l'equipaggiamento genetico rispettivo, che ci fa apparire - me con due braccia e su due gambe; loro con quattro gambe e una coda, per esempio. Una casa che - necessariamente, secondo me - non dovrebbe mai avere barriere né troppe regole unilaterali al suo interno. Uno spazio finalmente che dia campo libero alla libera espressione di ciascun membro della casa - della famiglia.
E allora, per concludere con un breve ritorno a considerazioni autobiografiche: non è importante il dove si decide di vivere - ché, ogni luogo può rivelarsi uggioso o molesto o inospitale - ma il come si decide di vivere quel dove - ché ogni luogo sarà 'casa' e rifugio, solo che si trovi il coraggio e l'equilibrio per viverlo fino in fondo e secondo i propri prepotenti sogni.
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