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mercoledì 26 febbraio 2020

Kikiuz Chicca Kikinuz Kirini edit


Chicca Kikiuz Kikinuz Kirini


Questa è la prima fotografia che hai fatto a Chicca, nel dicembre 2016, quando una comune amica, generosa e spericolata, vi ha fatto incontrare.


martedì 25 febbraio 2020

Quando accompagniamo qualcuno lungo l'ultimo tratto del sentiero


Chicca / Kikiuz /Kikinuz / Kirini


Inizi da questo libro, del quale riporti una frase cruciale, un punto zero verso cui tutto comunque è precipitato, e da cui tutto comunque si rialzerà, il climax della morte di chi amiamo.
"E come si può vivere senza respirare? Come vivrò, io, adesso, senza poter più respirare? Respirarti? Annusarti?" (Leonardo Caffo - Il Cane e il Filosofo)
La parola-chiave è "annusarti": l'universo odoroso del cane ci è precluso, eppure quel poco che possiamo sfiorare, ci riapre tutta la nostra possibilità di essere-cane. Stare nell'erba sdraiati - o in generale sdraiarsi ovunque se ne sentiamo la necessità - godere di gioie sensitive sbocciate dalle occasioni e immerse nella pienezza presente: odori, tepori, sapori, suoni, soffiar di vento, gocciolar d'acqua, scottar di sole, la terra e il suo sapore, toccarsi con dita e cuscinetti, con pelle e pelo...


giovedì 4 aprile 2019

venerdì 29 marzo 2019

Lutto, riconoscere i segni

Stella, nei ricordi



C'è un sito, che si chiama Hospice per gli animali. Su questo sito, hai trovato l'articolo che in parte riporti qui.
L'articolo, è stato scritto da Denise Flaim è stato pubblicato la prima volta da “DogFancy”, agosto 2008, volume 39, nr. 8, pag. 21. Per il sito, lo ha tradotto Elena Grassi, che si occupa dell'Hospice.
Dopo aver chiesto il nulla osta a Elena, hai deciso di pubblicarlo qui. Questo - o comunque articoli simili - fanno parte di quel processo di conoscenza che in questi anni, tra la scomparsa tormentata e solitaria di Stella e quella - speri - più composta e accompagnata di Lisa, hai provato a cominciare a costruire - intanto per te stesso, un domani, chissà 

lunedì 25 febbraio 2019

Ricordi cani

Maika, Lisa e Chicco


Tanti ma tanti anni fa, quando eri poco più di un bambino, morì la tua prima cana, Bella. Il caso fortunato volle che tu fossi lì presente. Non te lo sei dimenticato mai più. Quando morì Bella, tu avesti questo pensiero folgorante, in modo del tutto naturale: "adesso è dentro nel mio cuore, in un posto sicuro, dove nessuno potrà mai raggiungerla per farle del male. è in una bella situazione ed è fortunata". Da ragazzino eri molto più coraggioso e netto di ora e avevi idee più chiare e decisioni più pronte.



martedì 6 giugno 2017

Un po' di Lisa

Lisa - primavera 2017
Lisa, me l’ha portata Stella.

Vivevamo insieme da tre anni, Stella e io, quando le volontarie mi chiamarono per dirmi che c’era un’altra epina bretonina, anziana e sola, che cercava casa.

Da parte mia? Tanta paura, ma anche tanta voglia di conoscerla!



Ricordo tuttora le prime impressioni, e quel che scriverò adesso è l’amalgama tra quei primi momenti e gli anni avventurosi e ricchi che abbiamo la fortuna di vivere insieme, Lisa e io.



Lisa è una arruffina rossa, tutta boccoli e ciuffi. Piccina di statura, però ha un carattere decisamente volitivo. È coraggiosa e curiosa: all’inizio è stata lei a rompere il ghiaccio con Stella, che era molto più riservata. Lo ha fatto in modo molto semplice: è andata a sdraiarsi vicino a lei mentre Stella riposava, appoggiandosi col proprio sedere al suo: in questo modo si è fatta sentire ma allo stesso tempo non è stata invadente.



Negli anni, dal 2010 al 2014, cioè tutto il tempo in cui loro due hanno vissuto insieme, sono state molto legate, due amiche, due signore bretoni molto tranquille, ma capaci di guizzi e sorprese inaspettate, quando qualcosa attira curiosità o interesse.

Lisa e Stella facevano moltissime cose insieme, non solo perché vivevano tutte e due con me, ma perché fare cose insieme era per loro motivo di grande piacere, di gioia.

...c'erano una volta due epine...



Uno dei periodi più belli è stato quello che loro due hanno vissuto per un anno e mezzo circa, insieme a Oscar, breton anziano portato via a un cacciatore che lo teneva recluso in fondo a una autorimessa. Oscar non ha perso tempo a compiangersi o a rimpiangere, ma si è letteralmente tuffato nella nuova vita, piena di sole e insieme a Lisa e a Stella. Lui da loro ha imparato a provare a giocare, oltre al gusto per i rompicapi da disfare con la bocca e le unghie.

Oscar, come una tigre della Malesia...




Nel 2014 Stella è mancata. Non c’è stata più. Eravamo solo io, Lisa, con Chicco, giovane breton timido ma equilibrato e paziente e Maika, meticcia molossoide molto estroversa e intelligente.
In quella primavera del 2014, ho temuto davvero che Lisa potesse deprimersi, ammalarsi e morire presto. Stella, la sua amica, non c’era più, mentre Maika e Chicco erano affiatati tra loro e non la consideravano molto, per via del divario di età. È stato allora che ho deciso di non tralasciare mai nessuna occasione per fare qualcosa che ci piaceva, noi insieme. Volevo che la vita di Lisa fosse una bella avventura da raccontare – senza rimpianti, senza rimorsi,  dopo.



...





Così è io credo: Lisa con me ha viaggiato in lungo e in largo per l’Italia, anche insieme a Stella. Lucca, Torino, il Veneto, il mare della Liguria, le montagne e i laghi piemontesi e lombardi, la Campania. Incontri ed esplorazioni di prati, parchi, alberi. Coccole, giochi, sicurezza. E sempre le nostre vite scandite dalle cure per la epilessia, che ormai è una seconda natura anche per me.

E già: anche Lisa è epilettica. La sua è una epilessia derivata da un trauma, un forte colpo alla testa, che negli anni tribolati che ha vissuto prima che ci incontrassimo, ha preso – non si sa come, né perché. Ma è facile da immaginare: Lisa è stata usata come fattrice, perché è una bretonina incantevole e di sicuro i suoi figli sono stati venduti bene - a un prezzo 'salato', o forse no, per via dell'allevamento clandestino, perché se inizi a vendere un essere vivente, poi finisce che vuoi fare l'affare, che sia bello e di razza ma che costi poco; tanto vale il tuo 'amore' (ma questo è un altro discorso) -  a chi li voleva perché ‘li amava’ – tanti cacciatori, di sicuro.

Questo bel colpo in testa le ha regalato questa epilessia, imprevedibilissima e difficilissima da curare. Il nostro personale ‘rubicone’, Lisa e io lo abbiamo attraversato nel luglio 2011: un intero mese di crisi; nessuna medicina sembrava fare più alcun effetto, si aumentavano i dosaggi con lo spirito di chi alza dighe per arginare uno tsunami. Crisi che sono diventate a grappolo, il valium e poi le flebo e poi i ricoveri. In tutto questo, Stella è stata sempre vicina e paziente. E anche Oscar sapeva mettersi da parte e aspettare. Lisa gridava di male, le crisi duravano un’ora intera. Alla fine, lei era stremata, distrutta, sfiancata.

I medici gettarono la spugna, io no, e il destino ci ha aiutato: le crisi, sono scomparse da un giorno all’altro, per non ritornare mai più in quel modo tremendo.

Da allora, la mia vita è cambiata: ho cambiato auto, ho cambiato stile di vita e abitudini, ho deciso di cogliere l’attimo delle occasioni di felicità e gioia quando si presentano. Abbiamo viaggiato, ho cambiato tante volte casa. Ho  imparato tante cose cinofile, ho scoperto il Tellington T-Touch, i fiori di Bach, gli olii essenziali, la musicoterapia, il DAP, ho riarredato casa eliminando spigoli e ostacoli. Tante cose che avevo già fatto insieme a Stella, le ho moltiplicate e arricchite, per soccorrere Lisa. Non bastano le parole di questa breve memoria per dire quanto Lisa e Stella hanno cambiato il mio modo di stare al mondo.


Nel 2017 Lisa vive insieme a Chicco e Maika - e c'è anche Chicca, ma non nella foto

Lei è Chicca...
... anche se non sempre è sicura di saperlo<3 br="">



Oggi come oggi, la mia ricciolina rossa ha circa 16 anni, due occhi luminosi e vivaci, due occhi loquaci. 
Quando la coccolo mi ‘ringhiotta’, ma poi mi cerca con la zampina. Sono anni che dormiamo tutti insieme, e quando ho la fortuna di dormire appoggiato a lei, il suo sonno mi sembra più profondo e i sogni più intensi. Proprio come capita a me.

Magari, anche lei sogna Stella – proprio come me.


Questa breve memoria, veloce sull'onda dei ricordi, è nata per partecipare a bel progetto: un libro di epi-storie con cani e gatti. Speriamo di poterne scrivere al più presto!

domenica 26 marzo 2017

Epilessia, un nuovo farmaco veterinario e i problemi conseguenti





Stella e Lisa, le mie due epi canine

Stella e Lisa popolano la tua vita di tutti in giorni da ormai dieci anni. Perciò, sono dieci anni che hai a che fare con l'epilessia.

Stella adesso non c'è più, mentre Lisa  vive tenace e forte la sua terza età, ormai quasi quarta. 

Anche voi, dunque, siete stati colpiti dalla notizia di un nuovo farmaco anti-epilettico, specifico per uso veterinario. Si tratta di una buona notizia? Chissà. Per ora, forse no. Di certo tu, con Lisa, l'avete vissuta molto male. E con voi, centinaia di altre persone che vivono e curano cani e gatti con epilessia, e che sono molto preoccupati. Condividi e vivi in prima persona e sulla pelle di Lisa questa preoccupazione.

Perché? Intanto ecco perché sei preoccupato tu: il nuovo farmaco è per il momento una incognita, pur avendo lo stesso principio attivo dei farmaci più diffusi anche in veterinaria, nati però per uso umano. Cambiano dosaggi ed eccipienti, cioè i materiali con cui è fatta la 'ricetta' della pastiglia che veicola il principio attivo curativo all'interno del corpo. Non è la ricetta di una torta, è qualcosa di più serio. La preoccupazione deriva dal fatto che non si può sapere - prima di farlo - quali effetti può avere il cambio repentino di un farmaco, dopo anni di terapia col farmaco precedente. I dosaggi sono da rifare, e l'operazione è tutt'altro che semplice;  non si sa se gli eccipienti non hanno effetti sull'assunzione e sulla loro stessa metabolizzazione.
Potrebbe verificarsi una recrudescenza delle crisi epilettiche. A nessun umano che vive con un cane epilettico questa prospettiva  può far piacere.
 Per non parlare di tutti gli altri costi - terapie di supporto, esami, diete, raccolta di informazioni e documentazione. Per tacere del costo più gigantesco: quello emotivo.

Allora. 
Come viene spiegato QUI,   "ci sono diversi farmaci ad uso veterinario che hanno lo stesso principio attivo di alcuni farmaci ad uso mano: il problema è che molto spesso il farmaco uso veterinario ha un costo nettamente superiore". Un ulteriore difficoltà, quindi, che si aggiunge alle fondate preoccupazioni di carattere strettamente terapeutico. 
Solo che "Per legge, un veterinario non può prescrivere un farmaco ad uso umano qualora ne esista uno ad uso veterinario". Praticamente, ci si trova obbligati all'acquisto più oneroso, di una medicina verso la quale non c'è alcuna familiarità, ma solo preoccupazione e ansia - almeno in questo caso; e giustificata, a ragion veduta.
Per quel che riguarda l'aspetto del maggior costo, potete leggere innanzi tutto qui

A poche ore dalla notizia "è stata lanciata una petizione per chiedere di poter continuare a usare i precedenti farmaci". DAVIDE BELTRAME, a questo punto, scrive di aver "chiesto qualche informazione in più sulle problematiche che porterà l’introduzione del nuovo farmaco a una persona più informata sui fatti e che si troverà ad affrontare le problematiche relative all’introduzione di questo nuovo farmaco."

La persona informata è Valeria Rapezzi, che ha scritto la prosecuzione dell'articolo qui sopra più volte linkato. Da 'Ti presento il cane'.

"VALERIA RAPEZZI – A partire dal giorno 17 marzo 2017 i proprietari di cani affetti da epilessia devono sostituire i farmaci che usano attualmente per i propri cani (Gardenale e/o Luminale) con l’analogo farmaco, sempre a base di Fenobarbitale, registrato ad uso veterinario: Soliphen 60 mg.
Si troveranno così ad affrontare 2 problemi principali:
1) Dosaggio del farmaco: Gardenale e Luminale sono commercializzati con una serie di dosaggi che ne consentono una combinazione varia, al fine di ottenere il dosaggio più adatto in base al peso dell’animale. Soliphen è presente nell’unico dosaggio da 60mg. E’ vero che le compresse sono divisibili in 4 parti da 15 mg, ma non sempre si riesce ad ottenere il dosaggio necessario. Questo potrebbe portare a eccessi di dosaggio nella somministrazione (con possibili effetti collaterali a lungo termine, correlati alla dose in eccesso) o a dosaggi insufficienti (con il rischio che il farmaco non abbia l’efficacia sperata nel controllo delle crisi convulsive).

 2) Costi maggiorati: soprattutto in cani di peso maggiore, o che necessitano di dosi maggiori di principio attivo per controllare le crisi, si possono verificare aumenti di 5-6 o più volte.
Il che significa che una famiglia che deve far fronte a diverse spese correlate alla patologia in oggetto, quali esami di diverso tipo (alcuni molto costosi quali risonanza magnetica e indagini sul liquor), ripetuti controlli a cadenza semestrale per monitorare l’efficacia del farmaco e terapie di supporto per limitare gli effetti collaterali dei farmaci stessi, deve passare da una spesa di circa 4-5 o 10€ al mese a una spesa di 16-20, o anche 50€ al mese.
Questa spesa incide in maniera significativa sul bilancio familiare, considerando anche il fatto che molti pazienti epilettici, per essere stabilizzati, necessitano di cocktail di più farmaci.
A quanto pare, verranno esentati da queste problematiche solo i proprietari di gatti (per i quali il farmaco non è registrato) e di cani sotto i 6 kg di peso (per i quali non è indicato l’uso di questo farmaco).
Tutti gli altri proprietari di cani si troveranno a dover spendere molto di più per un farmaco che è un salvavita per i loro animali."


Valeria Rapezzi, ha anche lanciato una petizione, che potete firmare 
La petizione ha avuto moltissime firme, perché il nuovo farmaco preoccupa: per lo stress a cui si andrà a sottoporre il cane, inconsapevole paziente di una nuova terapia dagli effetti non conosciuti.
Anche su questo sito, Dog Digital, viene riportato il link alla petizione.



Un ulteriore approfondimento, ci racconta oltre tutto un paradosso tipico di malasanità italiana: 
 il farmaco non è disponibile, ma il testo della legge non ne prevede (e quindi consente) la sostituzione con l’equivalente umano. (Fonte: Sivelp.)


Questo post, è molto personale, e di proposito hai dato spazio a voci e notizie altrove documentate, da chi si occupa a livello tecnico e professionale di questi problermi, legati alla sanità. 
Al netto dei possibili lamenti autobiografici, quindi - che preferisci evitare - ti rimane la sensazione non proprio agevole di essere di fronte a un trattamento poco rispettoso - nella sostanza intima .- delle reali condizioni e bisogni del malato e di chi si prende cura - il malato, il paziente, è in questo caso un cane, e per questo motivo, tutte le sue cure sono più costose - e in misura importante - rispetto a quelle identiche per umani. Prezzi alle stelle, per i quali il Codici ha scritto all'Antitrust.
Stessa notizia anche QUI, e QUI.
Poco rispettoso, perché, di fatto, pregiudica o rende molto difficile la possibilità di proseguire una cura che è - senza esagerare - una vera e propria salva vita: le medicine, diventano un lusso; si inizia a scendere la pericolosa china che ci porterebbe a considerare un lusso il vivere con un cane.


martedì 7 marzo 2017

Mozart-terapia per l'epilessia; e altre libere associazioni

Daniil Trifonov
Lisa è la seconda canina epilettica che vive con me. Insieme a lei, per un po', c'è stata anche Stella. In tutto, fanno almeno dieci anni di convivenza, e di attenzione alla epilessia, infida, inafferrabile, persino incomprensibile, e sempre terribile, paralizzante nelle sue manifestazioni.
Negli anni - te lo devi dire - sei diventato bravo ad avere a che fare con la epi, e a sostenere e aiutare Stella e Lisa. Ma questa, casomai, è (sarà?) un'altra storia, che ha a che fare anche con il discorso della disabilità animale, che per te è sempre appassionante, benché sia un poco sotto l'orizzonte da lungo periodo.

L'essenziale è dire che hai sempre cercato ogni tipo possibile di terapia, sostegno, sollievo, non trascurando alcunché - un elenco lunghissimo.

Così, quando di recente hai letto che un nuovo studio condotto a Taiwan presso la Kaohsiung Medical University mette in evidenza il possibile ruolo della musica proprio nel trattamento delle convulsioni - e in particolare del concerto K488, composto da Wolfgang Amadeus Mozart per le Accademie Viennesi della Quaresima del 1786 - tu e Lisa ve lo ascoltate con enorme piacere ogni giorno, due volte al giorno (più dei bambini taiwanesi!).

Sfogliando le proposte di ascolto, hai scoperto l'esecuzione di Daniil Trifonov, che ti ha semplicemente mesmerizzato, affascinato, divertito, commosso, stupito e innamorato.

Riportano che Martha Argerich dice di lui, di “non aver sentito mai nulla di simile, dolce e demoniaco il suo tocco”.  (un altro link per Martha Argerich).

Mentre lo ascolti e lo guardi, ti ritornano in mente le parole appena lette di Guido Tonelli:
"La nostra organizzazione ... assomiglia a una utopia in marcia, sembra anarchia organizzata. Chiunque si lancia in avventure ai limiti dell'impossibile, lo fa perché è uno spirito ribelle. Non si sceglie la fisica fondamentale perché si ama dare o ricevere ordini. Chi lo fa è spinto da una passione bruciante. Accetta le sfide ed è disposto a sacrificare ... pur di riuscire a capire se il bosone di Higgs esiste davvero o se viviamo in un mondo a più dimensioni. è facile guidare una comunità di gente così motivata, e così fortemente selezionata. Il ruolo dello spokesperson assomiglia a quello di direttore di una grande orchestra. Nel nostro campo gli orchestrali conoscono benissimo tutte le partiture e molti sanno  anche dirigere. L'orchestra sceglie uno fra loro perché salga sul podio per un paio di stagioni. Conoscono il suo stile e il suo modo di interpretare  la musica, e accettano di essere diretti da lui. A patto che, a ogni esecuzione, continui a dimostrare competenza e rigore, e si guadagni sul campo la loro stima. Non si guidano organizzazioni complesse  come Cms in base al principio di autorità. Il processo scientifico ha bisogno di circolazione di idee e di critica feroce; si nutre di gente libera che è spinta a coltivare punti di vista originali e idee controcorrente". (Guido Tionelli - La nascita imperfetta delle cose: ci torneremo). 
(PS: una orchestra: non è un po' come lo 'stormo' di Leonardo Caffo? pensateci, mentre ascoltate Daniil Trifonov)

Insomma, per tutte queste ragioni e per tante altre, questo concerto è un tuo - e di Lisa - nutrimento spirituale, emotivo e per l'intelligenza; ve (e te; e me) lo propongo (e regalo). Buona estasi!





domenica 13 novembre 2016

In 3 si può andare in un sacco di posti

di Valentina Veratrini
Altra serata organizzata dal Giardino di Quark di Gattinara. La cultura non è accessorio secondario, nel discorso del nostro rapporto verso gli altri animali. 
Questa volta, di scena, Valentina Veratrini, editora, attrice e scrittrice di poesie e racconti.
Come quelli custoditi in questo piccolo libretto che ti ha conquistato, fin dalla Premessa.
Dove si narra dell'aver vissuto molte vite - quasi che Valentina sia essa stessa una gatta - anzi, forse qualcuna di più, "in un mare di futuri possibili".
Le vite e le loro ferite e i loro tatuaggi in inchiostro di ricordo, sono intrecciate, annodate, a quella di molti altri animali.
Perciò, gioco forza, la Premessa diventa anche il racconto della separazione, della morte, del lutto. ma non c'è tristezza disperata. Invece, leggi un racconto amoroso e sollecito: di cure, di accompagnamento, di valzer lenti, di movenze streghesche, di nenie cullanti per corpi che si rilassano nell'arrivo della fine, senza più la paura.
Si raccontano con lievità, baci e lacrime. Dell'arrivo della morte, "un vento leggero di fiori" (la liberazione dalla malattia e dal dolore?). C'è lo spazio per il lutto, per il ricordo, per la sepoltura coi suoi riti suggeriti da sentimenti puri.
C'è la condivisione di emozioni e convinzioni che chiunque abbia la fortuna di desiderare di vivere insieme agli altri animali in un certo modo - e riesca a farlo -  ha provato molte volte nella sua esistenza.
La sensazione di essere incappato - quasi per caso, quasi di sfrodo - in un libro che per te sarà speciale, ti è arrivata senza preavviso, e forte, all'ultimo paragrafo della premessa: "Riconoscerei al buio ognuno di essi, se solo sfiorassero ancora per un momento con il loro corpo la mia pelle. Se solo tornassero a visitarmi nel sonno con impalpabili passi...".

Il libretto è il racconto svagato e leggero della gatta Parisina e delle sue avventure, i suoi occhi sul mondo, i suoi pensieri su di noi. Da leggere, non aggiungi altro. 
Anzi no! A parte il Dizionario del Mondo secondo Parisina (la gatta): al volo, la A, la B, la F, la H e la Z son le lettere tra quelle che più ti hanno fatto pensare, ma anche il resto dell'alfabeto, sospetti abbia i suoi bei spunti di interesse.

Fuori è l'odore degli odori
Fuori è brivido
Fuori è agguato

Fuori è FUORI

(dedicato a Stella)

lunedì 12 settembre 2016

Haiku sotto le fucilate della caccia









che colpo cupo



ripetuto vicino



il cuore in gola






  


 
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Lepre nei prati

Non mai un cacciatore

Sulle mie orme!



Alcuni degli Haiku scritti sulla ripa di un campo, in autunno avanzato. Qualche tempo fa. 
Al tramonto. A passeggio con Stella. Il silenzio viene rotto dai rimbombi dei fucili. La paura stringe il cuore e diventa urgente ritornare sui propri passi, per il rischio di venire colpiti. Sentirsi come in guerra, sentirsi catturati in una imboscata teaditrice.


Bisogna capovolgere i punti di vista. Entrare nella pelle di un altro
 

domenica 14 giugno 2015

In morte di un cane, pensarci...


Stella e Lisa

In morte di un cane. In morte del "tuo" cane. A volte, più di una morte, a volte, più di un cane. Questo libro mi è stato consigliato alla morte di Stella, da Rita Ciatti. Mi disse che questo libro mi avrebbe aiutato a guardare in viso il dolore del lutto, a dargli forma e parola, sia per non perderlo, sia per non farsene sopraffare. Mi gettai a capofitto tra le pagine di questo libriccino, le lessi come in preda alla febbre, presi appunti, scrissi tantissimo su molti dei suoi paragrafi, riprendendo e imitando la forma da diario, da raccolta di frammenti. Avevo scritto delle specie di glosse, che erano il mio dolore, erano la mia personale edizione "in morte di un cane". Tutti quei fogli, oggi non li trovo più. Mentre un anno fa li scrivevo, piangendo molto, mi dicevo che presto o tardi li avrei inseriti Qui sul blog. Non ho ancora fatto questa operazione, ma le parole gettate sui fogli un anno fa, hanno bruciato la parte più cocente del dolore e del rimorso. Il dolore, però non è scomparso, ha solo cambiato aspetto. Infatti, Stella mi manca se possibile anche più di un anno fa. Un anno di vita difficile, una discesa verso situazioni poco gradevoli, dalle quali sembra difficile affrancarsi. Come se lei fosse un focus di equilibrio, scomparso il quale, fatico a ritrovare chiarezza, e allo stesso tempo e per via della memoria di lei che sto cercando di ritornare su un percorso che avevo pur pensato di proseguire anche insieme a lei e in ragione di lei e della sua dolce presenza, delle sue richieste. 





Questo libro è un salvagente. Questo libro è la prova che anche i filosofi, anche i pensatori, di fronte alla morte ineluttabile, che cancella anni di affettività e di relazione e di amore, possono rimanere privati di ogni distanza del pensiero, per ritrovarsi spogliati di ogni sapere e rivestiti solo dello smarrimento dato dal dolore dell'assenza che si è creata al posto di chi c'era fino a un secondo fa. 
Anche il filosofo infatti trova rimorsi nel ricordo della vita conclusa del suo cane, perché quando era vivo - dice, scrive, confessa - se ne era disinteressato. Lo lasciava solo nella sua stanza di malattia e sofferenza, se ne a va a passeggiare o a mangiare e solo dopo un po', ritornava. In quel breve lasso di tempo, dice che poteva dedicarsi completamente a se stesso. Il ritorno in superficie del nuotatore in apnea, per inspirare aria necessaria a ritornare a immergersi nelle profondità. Faccia a faccia con un dolore costante, ineludibile, definitivo, non sembra esserci umano che non senta il bisogno impellente di allontanarsi, di separarsi da chi sta soffrendo, È questo bisogno tanto più irresistibile, quanto più chi soffre e qualcuno che amiamo. Qualunque specie di animale sia, compresa la specie homo.
Ci ricordiamo dei suoi gesti e dei suoi sguardi, di quando era in piena forza e vita, con le sue abitudini e le sue sfumature di personalità che la rendevano irresistibile; mentre adesso, il corpo debole e malato, adesso quasi non lo riconosciamo. Quasi diventa estraneo, lo sentiamo lontano; e quando la nostra cura non sortisce effetti, dobbiamo reprimere un moto di fastidio e di insofferenza. Ci consumiamo psicologicamente, mentre assistiamo al suo corpo che si consuma fisicamente, che si prepara a sparire.
Ma il cammino della consunzione ha tempi suoi, che a noi appaiono lenti, vanno oltre il tempo di sofferenza che noi siamo capaci di sopportare, ogni umano non è mai così forte, a sostenere il dolore di chi ama, arriva a ripudiarlo psicologicamente, proprio perché lo ama. O, per lo meno, deve combattere con se stesso per non cedere  e per non compiere questo ripudio.
Per rimanere, ci sono gli sguardi, che sono le ancore del cuore. Lo sguardo del cane fisso nel mio, il mio che risponde al suo.
Stella aveva occhi fiduciosi e chiari, gli stessi occhi che diresse su di me la prima volta che le parlai, durante la nostra prima passeggiata serale - eravamo insieme da poche trafelate ore. Sono gli occhi che mi hanno fatto innamorare, gli stessi che ora, stanchi, non si staccano da me: la mia vista per lei significa cura, sollievo. Il vedermi, inonda di luce calda il suo cuore, una luce che arriva fino agli occhi che tornano a brillare, pur se opachi. Così, e questo pensiero torna a tormentarmi a tradimento in tutto questo anno, deve essersi sentita perduta nelle sue ultime quarantotto ore in clinica, dove i suoi sguardi continuavano a cadere e a girare senza potersi posare mai su di me, che non c' ero, se non per poche manciate di minuti. L'ultima luce dei suoi occhi non mi ha visto più. Poco importa, che stessi andando da lei, che sarebbero bastati pochi minuti. Quei pochi minuti son diventati eternità irredimibile. 

Stella aveva bisogno di me e il mio sostegno ha mancato proprio all'orlo estremo di questa sponda della vita.
Mi sarebbe mancata definitivamente, come scrive Grenier per il suo Taiaut. Stella era per me fonte di equilibrio e gioia. Quando eravamo lontani, non vedevo l'ora di tornare da lei. Come scrive il filosofo, lei era il mio ponte verso la Natura, me ne ha fatto  conoscere la dimensione serena e rasserenante, i silenzi, i torpori, gli appagamenti mai inquieti e sempre privi di rimpianti. Stella godeva delle distese di sole dispiegate davanti agli occhi e  dei baci dell'ombra, le sorgenti scoperte sotto i passi e le avventure dei sentieri di sabbia.
Alla fine, questo sarebbe potuto essere il posto migliore dove chiudere gli occhi. Invece, il suo calvario ha avuto luogo in un box metallico, luce finta, odori strani e facce straniere. Non volevo che finisse così. Forse, però, ciascuno, posto all'estremo limite, alla estremità del respiro, non ci fa, non ci farà alcuna differenza. Anche li, come nel resto della vita, se sapremo essere come cani, saremo presenti a noi stessi, pieni di mondo. E non vuoti, come certi filosofi avrebbero voluto e come farebbe comodo che così fosse per placare i ri-morsi di coscienza di molti che sugli animali compiono cose crudeli e opprimenti. Ma questo è un altro discorso.
Conta ora sapere e scrivere che saremo pieni del mondo che avremo vissuto e che anche in quell'istante vivremo, pronti a un passaggio ineffabile.

La cura fa parte degli obblighi che ci sentiamo in dovere di contrarre nei loro confronti? Ci sono questi obblighi? E perché ? Cura e obblighi suscitano sentimenti contraddittori, di insofferenza ma anche di ricompensa, di appagamento. La forza di quegli obblighi che diventano responsabilità , risiede in un legame radicato in profondità . Se rimaniamo sintonizzati su quel legame, se non lo perdiamo di vista, se non lo dimentichiamo, possiamo lasciarci trasportare dall'onda, lasciarci guidare.

Grenier ha avuto la fortuna di poter scrivere che per Taiaut c'era una stanza che lui conosceva, che era tana familiare, dove trovar quiete alla fine della vita, o della giornata, che poi, volendo, diventa la stessa cosa.
Grenier può scrivere di essere stato felice di aver accompagnato il suo cane fino alla fine. Ha ascoltato le sue preghiere, le sue richieste, alle quali ha dato seguito, e risposta positiva. Non è stato sordo.
Questo è importante: se diamo seguito all'ipotesi di Grenier, che il fato ci è già scritto, allora, è fondamentale come siamo capaci o coraggiosi di rispondere ai momenti che il tempo snocciola lungo il cammino. Dovremmo essere più cani, o maggiormente animali - il che equivale a dire che dovremmo riaprire e riascoltare il nostro essere animali, che noi siamo, per non perdere noi stessi e non dimenticarci di noi stessi - per farlo. 

Ritrovare le persone amate ci riporta alla vita. Taiaut non voleva rimanere solo e abbandonato. Le cure mediche, le diagnosi, possono perdere di vista questa esigenza.

Poi, immediatamente dopo una morte, i medici vogliono scoprire, sapere il come e il perché di quella morte. Ma si tratta della natura, alla fine, un evento perfettamente naturale, che ci accompagna fin dal nostro primo respiro, arrivati su questo mondo. Stella ha subito perplessità mediche e disorientamenti e persino inspiegabili oltraggi invasivi di cui non trovo più decente scrivere, se non per condannarli.

Potrei continuare sulla falsariga del libriccino, paragrafo per paragrafo. Non però lo ritengo opportuno: sia perché alcuni paragrafi non mi sembrano così superiori alla scrittura aneddotica, che pure ha un suo valore, sia perché Grenier divaga, a lungo, si allontana dall'epicentro cocente della morte - che è quella che ho invece voluto parafrasare fino a qui, intrecciandola, di nuovo col mio vissuto.
Ci sono però tanti spunti notevoli. Grenier , a un certo punto, scrive che gli animali non hanno il  rifugio dei retro-mondo come abbiamo noi. Cosa siano questi retro-mondi non lo dice, li mette solo tra virgolette. Sono le astrazioni? Sono un modo per introdurre la metafora del teatro della vita, come farebbe Shakespeare o persino Woody Allen? Metafora un poco scolorita, direi, o no?  Non vorrei però che il fatto che gli animali affrontano la scena a viso aperto, senza infingimenti, come noi umani invece facciamo, non fosse una specie di vulgata vagamente antropocentrica, sia pure ammirativa, o così sembra. Ma ci si può attorcigliare: il nostro rifugio retro mondano, di per se stesso, non è che sia sempre e sicuramente vantaggio o facoltà esclusiva; quanto, piuttosto, una perdita di orizzonti e una confusione di vitalità.

Si parla anche dell'essere padroni (scelta linguistica orientata specisticamente, lo fa anche Thomas Mann quando racconta del suo cane); della fedeltà , concetto ambiguo, che però Grenier risolve in modo lieve: il cane esplora, si allontana per andare a salutare, non per scappare da altri, infatti torna sempre. Perciò, un cane merita fiducia e rispetto, in quanto è capace di autodeterminazione, di scelte, di progetti, di pianificazioni dei suoi movimenti e di preferenze.

Pian piano, Grenier si mette a ricordare la vita del suo Taiaut. Posso fare così con Stella. Anche lei amava anche allontanarsi, ma poi amava ritrovarmi. Cercava e chiedeva spazi e tempi suoi solo suoi, ma voleva anche fare esperienze tutte sue. Ricordo  una volta al mare, era giovane. Abitavamo in una casa in affitto per le vacanze; una magione grande e fresca, che si affacciava su una collina di uliveti, ai quali si arrivara camminando su un sentiero. Lei decise di intraprendere quel sentiero. Voleva vedere fin dove arrivava, e non tornava indietro se la chiamavo. Dovetti seguirla, insieme percorremmo tutto il sentiero fino in cima, a dispetto del dislivello e del sole. Trascinati tutti e due dagli odori delle dure erbe aromatiche liguri e dal sentore del mare lontano, laggiù. Tenace era Stella, determinata. L'ombra era la ricompensa di quella avventura. Alla fine fu bellissimo per tutti e due.
Io, non sempre, poi, son stato così capace di darle la libertà che chiedeva. Non che le impedissi, ma a volte non creavo le occasioni. Non per lei e nemmeno per me. Altre cose si erano intrufolate nelle nostre vite. Mie insicurezze.
Però, Stella rimaneva paziente, non ha vissuto - per riprendere ancora Grenier, a grandi linee -  solo attendendo la prospettiva di un avvenire che sfugge sempre, se non diventa progetto. Il suo presente era il suo progetto, un presente cosciente. Cosa significa? A volte, lo so, provava noia, un'altra di quelle cose che credevamo esclusiva umana. Però, non perdeva tempo: c'era, se serviva, il tempo altro dei sogni. Mai, dunque impazienza, e sempre una certa forma di libertà in se stessa e per se stessa - magari, meglio se insieme a me, per sua gioia personale; o insieme ai suoi amici, Lisa e Oscar. Mi rimprovero anche io, però, come Grenier, di averle spesso non dato la possibilità di seguire i suoi desideri.

Scrivere, per Grenier, è sua opinione, deve aver complicità con la morte. Si scrive di Taiaut, o di Stella, perché e dopo che non ci sono più. Quando erano vivi, non si scriveva di loro, ma si stava con loro. Come se la scrittura fosse un surrogato esanime della vita, che ci si presenta a ogni istante in attesa di essere vissuta. Che contraddizione: la vita in attesa. Ma la vita non attende: se le rispondi, si trova lì per te ; se non le rispondi, se ne va per non tornare.
Se Stella fosse qui, starei felicemente insieme a lei; non c'è e mi manca. Come Grenier, tendo a pensare che questo scriverne sia a un tempo balsamo per il dolore e un modo per ridarle vita.

Stella per prima, ha viaggiato tanto con me. Grazie a lei e per lei ho scoperto nuovi modi di girare, come i bed and breakfast; a volte, ho dovuto rinunciare a certe mete. Grazie a lei, però, sono di più i viaggi e quindi i ricordi fatti; da quei viaggi mi sono riportato esperienze e idee e sogni e progetti, che oggi forse potrebbero traformare cose nella mia vita. Ne avranno beneficio altri cani, quelli di adesso e magari cani futuri. A Stella in questo modo faccio un torto? Le ho tolto, le tolgo qualcosa? Lei ha avuto  la sorte di scoprire per prima queste cose, insieme a me. 
Lei ha anche scoperto le ostilità verso gli animali in viaggio, una cosa che sta orientando le mie decisioni. Stella non ha potuto anche mettere mai radici a lungo, a causa mia, dei miei frequenti spostamenti non sempre desiderati, per sfuggire a divieti e animosità umane. 
Gli umani danno a volte più conto per le loro macchine e la tecnica, che per gli altri viventi. E così la distanza tra gli umanimali e gli altrianimali, si accentua, si allarga. Uno iato senza spazio e senza tempo, perché sembra dato normale, quando invece è la quintessenza della anormalità, della eccezionalità intesa come perenne emergenza. Durante la quale non è permessa sosta e quindi nemmeno riflessione.

Scrive ancora Grenier che (forse per questo moto perpetuo e autoimmune) noi siamo impazienti di essere liberi e non sappiamo cosa fare della nostra libertà. Una contraddizione simile a quella del contemporaneo senso di costrizione e senso di appagamento nel nostro essere vicini o lontani dal nostro cane. 
Come Grenier, ho pensato a volte a  come sarebbe comoda e facile la vita senza cani; ma mentre lo pensavo, sapevo che mi sarebbe dispiaciuto quando non ci fosse più stata, anticipavo quel momento per assaggiarne il dolore. Esprimevo quel  vagheggiare nell'unico modo possibile: un pensiero smentito mentre viene formulato. Più semplice, forse, ma di sicuro, almeno per me, più noiosa.

La sofferenza degli animali. Anche per Grenier  è qualcosa allo stesso tempo di cruciale e decisivo, ma anche di così evidente senza bisogno di dimostrazione. Bambini e poeti, colgono all'istante questa evidenza, così ovvia e lampante nel suo manifestarsi, quando c'è,  da avere bisogno di essere ammantata di criticità e soffocata da dubbi mascherati da dati oggettivi o elaborazioni filosofiche, se si vuole proseguire a far del male agli altri animali, per i nostri scopi. Grenier scrive che Taiaut soffriva come lui quando era malato; e che a volte, le cure erano le medesime.

Quando poi la sofferenza diventa quella che per ultima ci accompagna al limitare della vita, nel mentre che cerchiamo di alleviarla, con cure palliative; per noi come per loro, questa sofferenza ci titilla col mondo del dopo invisibile. L'oltre il ponte: quel luogo dove tutto ciò che è meritevole di essere amato, è ancora vivo. Io, come Grenier, ci credo. Una convinzione, più che una fede, tuttavia. Che rimane possibilista e curiosa e pure fatalista.
Comunque, se qualcosa di me continua a rimanere dopo la mia fine, perché non di Stella, non degli altri animali?

È un fatto che questa grande sofferenza sia immensa per tutti quegli animali che non sono il nostro cane. Per loro non viene immaginato alcun ponte di luce. Grenier scrive dell'uomo ipocrita, che dice di amare chi sfrutta, sottomette e uccide, se ne nutre. Il forte dice di proteggere il debole, il debole è obbligato a mostrare amore al forte.

Taiaut o Stella sono sassi nello stagno, riverberano onde crescenti e concentriche di pensieri come questi e in questo modo rischiano di perdere la loro individualità, che la loro sorte divenga mero spunto filosofico.
Invece: possono tornare i rimorsi, umani, di tutti, del filosofo come della persona comune. Se la diagnosi fosse stata diversa o più tempestiva, Stella sarebbe ancora viva? Perché certe scelte di cura fatte da me, invece che altre? Perché vivere in certi luoghi o fare detti ultimi viaggi, invece di scegliere altrove e altre cose? 
Grenier ha optato per l'eutanasia. Stella ha affrontato ricoveri e cure.  Alla fine, lontananza o vicinanza dal veterinario, non ha fatto alcuna differenza. Differenza la faceva la mia presenza. Stella voleva di sicuro vivere, e vivere insieme a me.
Come Taiaut, ha avuto fiducia: lui durante la puntura, lei durante le attese in clinica. Il dilemma della buona morte arriva sconvolgente. Grenier: Se procurate una morte rapida a chi amate è per abbreviare le sue sofferenze o per alleviare le vostre? Lo spettacolo di una agonia  è insopportabile. Ma si più agire per amore. L'amore ha tanti aspetti, e così anche l'egocentrismo. Varrà la pena tornare a scrivere di questo.

In ogni caso i molti concatenati ultimi istanti che precedono la morte, suscitano agitazione dell'animo. Grenier scrive bianco e subito dopo nero e se ne rende conto, e perciò è lenitivo per chi come lui ha attraversato questi dolori e ha dovuto convivere con intimi pensieri contradditori e opposti. Le pene evaporano come la rugiada quando trovano un linguaggio. Che la parola dia spazio alla esclamazione sulla ripugnanza del trapasso? La morte si compone di istanti fisici, di rese del corpo, di rilasci e, superata la boa, di false crescite inerti, di umori fuoriusciti e che usciranno. A Grenier questo sa di beffa e di ignominia; per me, al contrario, non suscita ribrezzo. In effetti, suscita solo una constatazione fattuale.
Gli stessi pensieri sono in bilico sulla disperazione, l'incredulità e la ribellione al fatto ineluttabile . Ma non indiscutibile: se ne può parlare e scrivere e pensare, in insonne soliloquio che tortura, o scrivendone, o se qualcuno ci ascolta con amorevole pazienza.

La piena del dolore ci attraversa e se ne va, ci lascia paradossalmente prosciugati. Anche il filosofo. Fatti salvi i ricordi che giungono a tradimento, quando la nuova realtà fa lo sgambetto alle abitudine di una vita insieme, che sono come fossili e relitti per qualcosa che non si verifica oltre, per qualcuno che non è più qui. 
Però Grenier riflette anche sulla libertà dei cani, divisi tra legami con gli umani e loro desideri vitali; scrive dell'ambiguità umana nei confronti di chi ci è affezionato ( ci approfittiamo di questo amante). Infine, il cane ritorna in sogno. Anche Stella ha fatto ritorno. In due occasioni almeno, non erano "solo" sogni. Qui entra in gioco la mia convinzione: era Stella dall'oltre il ponte, che veniva a vedere come stavo, che passeggiava un poco con me, che una volta quasi ho toccato- per risvegliarmi e subito scoppiare in un pianto.

Scrivo, scriviamo, queste righe, che lasciano appena trasparire l'ombra di un essere che ho amato.
Un ombra? Eppure, una grande ombra, fresca e liquida e frondosa. L'ombra di un vivente tutto vita come un cane , tutto Natura (Grenier torna spesso e volentieri su queste immagini) non può che essere duratura e profonda. Da essa fuoriescono ricordi che ci sorprendono nei momenti meno probabili, coinvolgendo sensi, ricordi, lacrime, ma poi per fortuna anche sorrisi o risate; oppure cautele, oppure trasporto, oppure desiderio di abbracciare - di riabbracciare - sensazioni estetiche e poi molto altro.
Alla fine, proprio Grenier parla del bisogno di fare del bene, come l'albero ha il bisogno di fare ombra. Questo prestare intenzionalità a un evento apparentemente solo ambientale, mi sembra un bel modo per arrivare al punto definitivo. Se Stella (e Taiaut ) ora gettano ombra, non sono come alberi, come gli alberi che desiderano dare ombra? Magari anche nel senso fisico e concreto: sepolte le loro ceneri o i loro resti, possono rifluire in un albero. Se loro sono alberi, non ci hanno lasciato, e noi non lasceremo loro. Come cantava il poeta, Taliesin, nelle nostre innumerevoli vite (anche se vissute solo in questa, è proprio perché vissute tutte in questa soltanto ) siamo stai e saremo: goccia di acqua, corda di arpa, filo di vestito, ala nel vento, stelo di prato, ombra di foglia, linfa del ramo, lanterna nella notte, naso contro la pelle, unghie sulla pietra, pinna nella corrente...













  • Copertina flessibile: 80 pagine
  • Editore: Mesogea (16 marzo 2011)
  • Collana: Micro
  • Lingua: Italiano
  • ISBN-10: 8846920821
  • ISBN-13: 978-8846920829

grazie, Rita

martedì 2 giugno 2015

Stella Cadente







Un anno senza Stella, sta per trascorrere. Il dolore non si molto mitigato, anche perché non è stato un anno facile.  Forse scriverò ancora qualcosa su di lei, nei prossimi giorni, perché i suoi anni insieme a me sono stati un dono profondo, e perché se molte cose sono cambiate e altre cambieranno - ma lei non potrò goderne - lo devo a lei. 

Qui sotto, riporto pari pari alcune delle pagine della Stellanovela, concepita come piccoli raccontini su un blog che parla di animali - e che è tuttora attivo, e molto utile - Felicità a portata di zampa, amici di Greta.  
Le ripropongono perché sono la fotografia in movimento dei miei primi anni con Stella, quelli passati insieme solo io e lei, a scoprire che cosa èl'epilessia, che cosa è la 'disabilità animale', e a volerci (con)vivere , e poi studiarci su, ragionarci, scriverci, magari, poco per volta.
Le ripropongo perché c'è una Stella giovane, piena di vita e dolcezza, che forse, con gli anni, la stanchezza, l'incompletezza mia, avevo smarrito, scolorendola un poco. Una mancanza verso di lei, che non potrà più trovare rimedio...


L’epilessia ti travolge il cervello e dimentichi chi sei e dove sei.
Forse, senti solo dolore e angoscia e non trovi parole abbastanza incisive per esprimere queste emozioni così sconvolgenti.
Stella è una cagnolina epilettica, ed è per questo che è stata lasciata sola, a cavarsela, ad arrangiarsi.
Stella e io ci conosciamo da solo poche settimane, non so ancora cosa significhi vederla alle prese con una crisi. Tutti mi dicono che è qualcosa che ti turba molto, perché puoi fare proprio molto poco per alleviare e aiutare. Non so come reagirò, ma di sicuro un cosa la so già, e me l’ha raccontata proprio Stella. La cosa che so è che è ingiusto e superficiale descrivere Stella con quell’unica parola, che in realtà dà solo il nome al suo problema.
Stella è tantissime altre cose, perché è un cane a tutto tondo, con un intero universo di emozioni, di pensieri, di curiosità, di atteggiamenti.
Per esempio, Stella è socievolissima con tutti – ma proprio tutti -  i cani che incontra, ed è affascinante e molto divertente vederla giocare con tanti compagni a quattro zampe, che lei coinvolge e affascina. È nata senza coda – ho imparato una nuova parola: anura, cioè, senza coda; come le rane e … come noi! – ma supplisce alla grande a questa ‘mancanza’, con tantissimi modi di comunicare.
Stella è serena e rasserenante, è molto attenta e fiduciosa, cerca subito di capire che cosa si chiede da lei, e una volta capito, ti accontenta subito!
Stella adora rotolarsi a pancia in su nell’erba, dove si strofina la schiena e si crogiola tra odori e calori di pura caninità.
Stella è rotondetta e golosissima, e piano piano stiamo imparando a mangiare meglio: il cibo come orologio della giornata e non solo come momento per riempire lo stomaco, quindi!
Stella ha un grande equilibrio, è bravissima ad adattarsi e a trovare il lato buono di ogni situazione, spero e faccio di tutto perché questa disponibilità e fiducia crescano in lei sempre più forti.
Insieme, scopriamo e riscopriamo tante cose: i parchi, gli altri cani, i gatti, le automobili, i negozi, i balconi, e proviamo a rendere piacevoli anche certe situazioni che magari possono creare preoccupazione, come il veterinario o il box di un rifugio canile.
Finora, devo dire, Stella se l’è cavata alla grande! Per il momento, nel suo cielo di pensieri, non ci sono nuvole – se non pensiamo all’unico nuvolone temporalesco che potrebbe tornare a farla stare male, con crisi improvvise. Si vede molto chiaramente questo, quando ti guarda: ha occhi calmi, sereni, fiduciosi, pazienti.
E allora, mi viene da pensare che forse potrà non avere mai più crisi. È una bella speranza da avere, per Stella, che si sta rivelando come un concentrato piccino, color meringa e rosso, di un’infinità di meravigliosi tratti di carattere e comportamenti  incantevoli. Stella ha due anni, ha un’intera vita canina da potersi godere e credo che sia sua intenzione approfittarne in pieno!




LA … STELLANOVELA
PROSEGUE LA CRONACHINA DELLA VITA CON STELLA ‘CADENTE’

Stella è una piccola bretonina di 2 anni. Anzi, ormai sono due anni e 8 mesi, ma delle signore non si dice mai la verà eta!
La dolcissima ‘Stella Cadente’ vive con  me ormai da 8 mesi, dal mese di maggio 2007, quando mi venne affidata dalla Lega del Cane di Vercelli. Stella soffre di epilessia, e la sua precedente famiglia non era più in grado di prendersene cura. Ma Stella, non doveva tornare più in canile! E così…
All’inizio, Stella doveva rimanere con me solo finché non si fosse trovata una famiglia nuova per lei. Ma questa famiglia non arrivava mai, mentre il tempo passava. Finché piano piano la bilancia ha smesso di pendere dall’incertezza di essere in grado di farcela, per cominciare a pendere dalla parte della sollecitudine e della cura. Senza voler fare del qualunquismo, e senza nulla togliere alle tante persone che amano sinceramente gli animali, è purtroppo vero che ci sono anche troppe persone che non sanno fare altro che procurare sofferenza a chi è indifeso e si fida: è il loro unico modo di sentirsi importanti, mentre sono solo meschini meritevoli di disprezzo. La mia paura era che Stella, per qualche caso imperscrutabile, potesse finire nelle mani di persone simili. E allora, ho cominciato a sentirmi all’altezza. Da quanto ho deciso di tenere Stella con me, tutti gli aspetti della mia vita hanno cominciato a illuminarsi.
Stella, dunque. Ci siamo scoperti a poco a poco nel corso dei mesi.
È molto dolce e affettuosissima. È paziente e serena e la sua fiducia negli esseri umani è totale.
Con gli altri cani e coi gatti è socievole, invita al gioco e gioca volentieri con tutti.
È molto tranquilla e sa adattarsi ad aspettare, l’importante è che ci sia un bastoncino da sgranocchiare per passare il tempo.
Solo con la sua presenza, Stella regala serenità.

Non bisogna perdersi d’animo di fronte al ‘problema’ di Stella, che soffre di crisi epilettiche e che, a causa delle sue confuse esperienze passate e frettolosi rapporti con esseri umani distratti, non sa ancora bene del tutto la differenza tra “dentro” e “fuori” per quel che riguarda il fare i propri bisogni.

Stella deve seguire fedelmente la terapia che la preserva dalle crisi. Stella rimane tranquilla a casa da sola anche per tanto tempo, ma è tanto più felice se c’è qualcuno a tenerle compagnia.

Non va mai sgridata, né bisogna farle fretta: Stella è disponibile e ascolta sempre, cerca sempre di capire quel che si chiede a lei e quando non capisce, sembra chiedere scusa, perché si siede, guardandoci coi suoi aperti, leali occhi color ambra.
Come tutti i bretoni, si intimidisce se viene affrontata con modi rudi, se si alza la voce e a causa della paura va in confusione.

Invece, ama tantissimo correre per i prati e strofinare la schiena sui cespugli di menta selvatica e tra l’erba e i fiori di campo. Quest’estate siamo stati fortunati, abbiamo potuto frequentare i parchetti per cani di Novara, ma soprattutto i prati di Scopello, dove ci aspettava una bellissima casa in montagna.
Come procedendo in punta … di zampa, Stella ha preso pian piano confidenza con tante cose, e si è affezionata e legata a me. Non è che le siano passate paure e insicurezze, spesso Stella va in un mondo tutto suo, anche quando non ha le crisi epilettiche.
A volte, si mette a seguire le persone, come se all’improvviso vedesse solo loro. Tuttavia, questa sua capacità di estraniarsi a volte la considero una fortuna: le permette di essere molto paziente e di ‘sopportare’ le situazioni che magari di primo acchito non capisce, per prenderne le misure e ‘scattare’ ricaricata di fiducia all’occasione successiva!

Sta anche affinando lati del carattere più intraprendenti … e questa per me è una soddisfazione piena di gioia. Per esempio: prende l’iniziativa e invita altri cani nuovi al gioco, saltandogli intorno: quando lo fa, si mette ad abbaiare in un modo molto insolito, ‘a mezza bocca’; i suoi sono abbai sottovoce! Oppure: zompa sul letto a farsi fare le coccole, pancia all’aria, zampe tese e dentini mordicchianti! Solo su invito, salta di slancio sul copriletto, rimane per qualche minuto, poi si alza, si scrolla e si ricapitombola sul pavimento. Dopo le prime volte, quando era timidissima ed emozionantissima, direi che ci ha preso gusto e adesso sembra che se lo aspetti.

Stella, poi, ha molti amici, sia cani che umani, e sta volentieri con tutti loro. A quanto pare, non si sente perduta se io sono assente, purché sia nelle buone mani di questi amici fidati.
E grazie a loro, gli episodi epilettici, appaiono meno terribili…



LA … STELLANOVELA - Da quando ho deciso di tenere Stella con me, tutti gli aspetti della mia vita hanno cominciato a illuminar

copertina Amicizei speciali 2LA … STELLANOVELA
PROSEGUE LA CRONACHINA
DELLA VITA CON STELLA ‘CADENTE’
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Da quando ho deciso di tenere Stella con me,
tutti gli aspetti della mia vita hanno cominciato a illuminarsi...
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Stella è una piccola bretonina di 2 anni. Anzi, ormai sono due anni e 8 mesi, ma delle signore non si dice mai la verà eta!
La dolcissima ‘Stella Cadente’ vive con  me ormai da 8 mesi, dal mese di maggio 2007, quando mi venne affidata dalla Lega del Cane di Vercelli. Stella soffre di epilessia, e la sua precedente famiglia non era più in grado di prendersene cura. Ma Stella, non doveva tornare più in canile! E così…
All’inizio, Stella doveva rimanere con me solo finché non si fosse trovata una famiglia nuova per lei. Ma questa famiglia non arrivava mai, mentre il tempo passava. Finché piano piano la bilancia ha smesso di pendere dall’incertezza di essere in grado di farcela, per cominciare a pendere dalla parte della sollecitudine e della cura. Senza voler fare del qualunquismo, e senza nulla togliere alle tante persone che amano sinceramente gli animali, è purtroppo vero che ci sono anche troppe persone che non sanno fare altro che procurare sofferenza a chi è indifeso e si fida: è il loro unico modo di sentirsi importanti, mentre sono solo meschini meritevoli di disprezzo. La mia paura era che Stella, per qualche caso imperscrutabile, potesse finire nelle mani di persone simili. E allora, ho cominciato a sentirmi all’altezza. Da quando ho deciso di tenere Stella con me, tutti gli aspetti della mia vita hanno cominciato a illuminarsi.
Stella, dunque. Ci siamo scoperti a poco a poco nel corso dei mesi.
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È molto dolce e affettuosissima. È paziente e serena e la sua fiducia negli esseri umani è totale.
Con gli altri cani e coi gatti è socievole, invita al gioco e gioca volentieri con tutti.
È molto tranquilla e sa adattarsi ad aspettare, l’importante è che ci sia un bastoncino da sgranocchiare per passare il tempo.
Solo con la sua presenza, Stella regala serenità.
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Non bisogna perdersi d’animo di fronte al ‘problema’ di Stella, che soffre di crisi epilettiche e che, a causa delle sue confuse esperienze passate e frettolosi rapporti con esseri umani distratti, non sa ancora bene del tutto la differenza tra “dentro” e “fuori” per quel che riguarda il fare i propri bisogni.
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Stella deve seguire fedelmente la terapia che la preserva dalle crisi. Stella rimane tranquilla a casa da sola anche per tanto tempo, ma è tanto più felice se c’è qualcuno a tenerle compagnia.
Non va mai sgridata, né bisogna farle fretta: Stella è disponibile e ascolta sempre, cerca sempre di capire quel che si chiede a lei e quando non capisce, sembra chiedere scusa, perché si siede, guardandoci coi suoi aperti, leali occhi color ambra.
Come tutti i bretoni, si intimidisce se viene affrontata con modi rudi, se si alza la voce e a causa della paura va in confusione.
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Invece, ama tantissimo correre per i prati e strofinare la schiena sui cespugli di menta selvatica e tra l’erba e i fiori di campo. Quest’estate siamo stati fortunati, abbiamo potuto frequentare i parchetti per cani di Novara, ma soprattutto i prati di Scopello, dove ci aspettava una bellissima casa in montagna.
Come procedendo in punta … di zampa, Stella ha preso pian piano confidenza con tante cose, e si è affezionata e legata a me. Non è che le siano passate paure e insicurezze, spesso Stella va in un mondo tutto suo, anche quando non ha le crisi epilettiche.
A volte, si mette a seguire le persone, come se all’improvviso vedesse solo loro. Tuttavia, questa sua capacità di estraniarsi a volte la considero una fortuna: le permette di essere molto paziente e di ‘sopportare’ le situazioni che magari di primo acchito non capisce, per prenderne le misure e ‘scattare’ ricaricata di fiducia all’occasione successiva!
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Sta anche affinando lati del carattere più intraprendenti … e questa per me è una soddisfazione piena di gioia. Per esempio: prende l’iniziativa e invita altri cani nuovi al gioco, saltandogli intorno: quando lo fa, si mette ad abbaiare in un modo molto insolito, ‘a mezza bocca’; i suoi sono abbai sottovoce! Oppure: zompa sul letto a farsi fare le coccole, pancia all’aria, zampe tese e dentini mordicchianti! Solo su invito, salta di slancio sul copriletto, rimane per qualche minuto, poi si alza, si scrolla e si ricapitombola sul pavimento. Dopo le prime volte, quando era timidissima ed emozionantissima, direi che ci ha preso gusto e adesso sembra che se lo aspetti.
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Stella, poi, ha molti amici, sia cani che umani, e sta volentieri con tutti loro. A quanto pare, non si sente perduta se io sono assente, purché sia nelle buone mani di questi amici fidati.
E grazie a loro, gli episodi epilettici, appaiono meno terribili…

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stella e penny
Stella e Penny







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