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mercoledì 15 luglio 2020

L'intervista di RadioVeg.it: ECCO IL PODCAST - Vita Blog

La copertina del podcast per ascoltare o riascoltare l'intervista

Vi ricordate l'intervista che è andata in onda su RadioVeg.it? Se l'avete già ascoltata, potete riascoltarla qui. Se non l'avete ascoltata, potete farlo adesso Tutto questo, grazie al podcast


lunedì 15 giugno 2020

EDIT Vita Blog - Intervista su RadioVeg.it- LA REGISTRAZIONE VENERDI' 19 GIUGNO, MA, LA MESSA IN ONDA INVECE SARA' PIU' AVANTI!

RadioVeg




Con questo post, ne approfitti per inaugurare una specie di nuova 'rubrica', dedicata alle cose che cambiano all'interno del blog, o alle notizie che lo riguardano, fuori di qui. (Per ora, le dai l'etichetta 'Vita Blog').

Notizie come questa, che ha a che fare con RadioVeg.it, la web radio in streaming. Continuate a leggere...


domenica 5 marzo 2017

Il Vuoto di Guido Tonelli

Il fisico Guido Tonelli
La passione per la radio parlata l'hai sviluppata diversi anni fa, grazie a un amico che la teneva accesa fin dal mattino, mentre preparava il caffè. La stazione era fissa su Radio 3. Che è quella che ascolti tu sempre molto volentieri. E che hai ripreso ad ascoltare, grazie al wifi, in casa, con grande piacere, scoprendo anche le meraviglie della radio on demand o dei contenuti riascoltabili on line. 
Di ascoltarla in auto, poi, non hai smesso, sintonizzazione permettendo.

Ed è così che hai potuto ascoltare Guido Tonelli, fisico e accademico italiano il cui lavoro, insieme a quello di Fabiola Gianotti (in maniera indipendente e separata) ha confermato sperimentalmente l'ipotesi della effettiva esistenza del bosone di Higgs.

Senti parlare Tonelli alla radio e capisci -  ti ricordi - come mai la fisica, l'astronomia  - ma anche la paleontologia, per altri motivi - siano discipline scientifiche che ti appassionano e ti interessano. Sono in qualche modo sulla soglia dell'ignoto essenziale, quello dell'universo e quello della vita.  Si fanno speculazioni a volte ardite, si sfiorano pensieri filosofici, che si miscelano con la realtà delle cose. 
Pensi che  - apprendendo certe cose - non può non cambiare la visione del mondo e del nostro posto nell'universo: che queste scienze sono la nostra occasione per riprendere contatto con l'essenziale vibrazione dell'universo, con le sue vertiginose manifestazioni di esistenza; l'occasione per gli umani di dare larghezza e respiro alla parte empatica e collaborativa della loro etologia specifica.

Mentre parla di "Bosone di Higgs, Inflatone, particelle scalari, Vuoto, materia oscura, onde gravitazionali", ci esorta, quasi, a farlo, anche Guido Tonelli: " Quando ci sono state grandi scoperte scientifiche, si sono rotti i paradigmi, è cambiata in profondità l'idea che abbiamo dell'universo e del nostro ruolo in esso", dice. 
Dice: "Questo nuovo modo di vedere le cose, prima o poi avrà implicazioni su un piano generale. Da un lato è necessario che gli scienziati raccontino, in un linguaggio comprensibile.
Ma dall'altro, c'è bisogno un contributo di tutta la cultura, specialmente quella umanistica, per discutere fino in fondo le implicazioni: cosa a cui noi scienziati non siamo preparati, non è il nostro compito".

Sono i poeti e gli artisti che possono farci convivere con equilibrio e serenità col "Bosone, particella materiale che interagisce con tutte le altre particelle materiali, conferendo loro la massa e quindi caratterizzando tutto l'universo. Ha un ruolo decisivo nella costituzione dell'universo. Basta che modifichi lievemente questo accoppiamento, e l'intero universo non starebbe in piedi."

Tonelli, a questo punto fa appello per un nuovo umanesimo - e questo ti ha fatto ascoltare con ancor maggior interesse. 
Ti colpisce sentire uno scienziato dire che "Vanno colmate le differenti velocità, tra scienza e umanismo, contro il delirio di onnipotenza della scienza". 
Negli ultimi 4 secoli, e poi di più nell'ultimo secolo, lo sviluppo ha avuto due velocità diverse, tra cultura scientifica (a velocità esponenziale) e cultura umanistica (a velocità lineare).

C'è il rischio, insomma,  che separarle abbia conseguenze non proprio auspicabili - forse queste conseguenze le stiamo già constatando, subendo/vivendo, e non da oggi.


L'etica, la filosofia non sono dimensionate adeguatamente per il ruolo e le opzioni della scienza. La scienza dà illusione di onnipotenza. (Tonelli)

E questo capita perché la nostra etica e la nostra filosofia non hanno camminato alla stessa velocità della scienza. Sono state sempre più lente e/o (ma questa è una tua impressione), hanno intrapreso strade sempre antropocentrate, che guardavano sempre e solo 'dentro' , all'interno del recinto del villaggio - mentre la scienza guardava sempre 'fuori'. (Certo, per fortuna stiamo vivendo in una epoca in cui stanno sorgendo filosofie che cominciano a provare a guardare oltre il limite auto imposto dell'antropocentrismo). (E anche: certo, la scienza stessa non è una entità indipendente dal modo di agire e di pensare della specie umana, ed è una sua invenzione, iniziata da un certo periodo e da lì proseguita, anch'essa con tutti i suoi difetti).

E comunque: Perché? Per quale motivo l'etica, pur sbracciandosi e saltando, non riesce - per ora? - a coprire tutta l'area illuminata dalla scienza? Le risposte sono tutte complesse e nessuna definitiva, ti verrebbe da pensare che l'umano è ontologicamente, evolutivamente in grado di arrivare fino a un certo punto e non oltre del comportamento etico - ma non è la tua risposta conclusiva su una questione che ci è specialmente cruciale  - come specie animale.

Sono umani, però - per l'appunto - anche i filosofi, umanisti, artisti, che possono dare alla scienza e agli scienziati ciò che loro non sono capaci di fare.
La cosa migliore che potrebbero dare alla scienza, questi nuovi umanisti (ma il termine non ti entusiasma più) è proprio smettere di essere - solo - umanisti: dare alla scienza la profondità etica indispensabile per mitigare la sua potente pervasività penetrante, continuamente agita e applicata a tutte le 'cose' che formano la realtà stessa. 

Questo appello a un nuovo umanesimo, fatto da Guido Tonelli, si basa sulla considerazione che "l'accumularsi di conoscenze, ci dimostra che l'universo è precario, è in equilibrio precario. Il meccanismo universale potrebbe incepparsi, non è detto che sia eterno". (attenzione: queste sono parole nel contesto di una intervista radiofonica, accurata ma pur sempre coi suoi tempi. Nessuno sta in nessun modo dicendo che l'Universo finisce domani. Lo farà, appunto, coi suoi tempi cosmici...).

Quello che è importante è che con l'Universo, condividiamo la fragilità, e questo sentirsi fragili e precari in un universo fragile e precario, potrebbe (dovrebbe?) essere motivazione a prendersi cura di noi stessi, del pianeta, del sistema solare, una attenzione dei viventi, dei propri simili, non solo su base morale, ma su una nuova visione del mondo.

Tu avresti  gradito anche di più che tra i soggetti di questa cura venissero citati in modo esplicito anche gli animali non umani (dal momento che si evince dal tono del discorso che c'è la consapevolezza che la nostra è fragilità in quanto siamo animali).




Ancora due parole sul Vuoto. Dice, Guido Tonelli, che esiste un pregiudizio sul vuoto, che il vuoto sia il nulla. Mentre non è così. Il nulla è statico, fermo, stabile. Il vuoto è dinamico.
Infatti, l'ipotesi è che  "il nostro universo sia nato dal vuoto, sia una metamorfosi primordiale del vuoto, sia ancora vuoto.
Quando uno pensa al vuoto, pensa al nulla. Il vuoto non è il nulla, ma è un giacimento inesauribile di materia e antimateria. Il vuoto evolve, è dinamico.
Sappiamo che l'universo è nato da una trasformazione quantistica del vuoto, ma sui dettagli, sul come, bisogna ancora investigare sul meccanismo materiale della inflazione, che ha trasformato una bollicina in un enorme oggetto che ha tutta la materia e l'antimateria: l'universo".




E - davvero concludendo - il 'Vuoto' a te ha fatto venire in mente un collegamento del tutto estemporaneo - ma non è questo il lato emozionante, rabbrividente, spericolato della interdisciplinarietà e/o del pensiero laterale?.

Hai pensato alle parole di Massimo Filippi che ha ragionato sulla "Invenzione della specie" (un libro su cui vorrai tornare in dettaglio): "Lo specismo è una macchina dialettica il cui centro è vuoto". Questo vuoto, te lo visualizzi come uno strano pulsare di negatività, nel cuore di una macchina enorme e complessa, fatta di tanti meccanismi: un motore ad improbabilità chiasmatica, che si comporta come un buco nero (!). "Non possiamo afferrare lo specismo, perché siamo dentro di esso, risucchiati dal buco nero che lo riempie; è invece possibile lasciarsi trascinare dal flusso che corre tra gli opposti". 
Non è che questo è un esempio di quel nuovo umanesimo di cui parlava in radio il fisico Guido Tonelli?


PS
ispirati a Guido Tonelli e alla sua fisica, ci saranno presto altri post

venerdì 27 febbraio 2015

L'urlo animale









La parola a Barbara, con la sua gentilezza e la sua forza resistente.L'intervista è il risultato sia di email, che messaggi, che di una lunghissima telefonata.


(Una chiacchierata con Barbara Bacca)

QUANDO E' NATA LA TRASMISSIONE?

COME E' NATA?



La prima puntata dell’Urlo Animale è andata in onda a giugno del 2011. Qualche mese prima, parlando con Michele Calabrese, mio caro amico nonché Direttore di Radio Live Music, gli chiesi: “Perché non inserite nel vostro palinsesto una trasmissione che parli seriamente degli animali, dei loro diritti e che informi la gente su tutte quelle realtà che vengono taciute dai media? È vitale che qualcuno dia voce a questi innocenti”. Lui mi rispose semplicemente: “Perché non la fai tu?”.

Così partì la “cantierizzazione” dell’UrloAnimale



PERCHE' E' NATA? COME SI PUO' ASCOLTARLA?


La conoscenza rende liberi e la nostra conoscenza può liberare e salvare milioni di creature innocenti. Viviamo in un mondo che per tutelare gli interessi economici ci ha indottrinato alla mercificazione e alla brutalizzazione della vita e ha sistematizzato questa mercificazione rendendocene veicoli perfetti e spesso inconsapevoli, a causa della nostra superficialità e della nostra scarsa inclinazione all’approfondimento.

Il rispetto per gli animali non umani è anzitutto una questione di civiltà e di dignità personale e in quanto tale deve prescindere dalla simpatia o dall’antipatia per queste creature. Sento l’esigenza di urlare questa verità sacrosanta e lo faccio ogni martedì, a modo mio. Per ascoltare L’UrloAnimale è sufficiente collegarsi al sito www.radiolivemusic.com/radio. In Calabria e in Basilicata andiamo anche in FM su Radio Antenna Jonica (90 MHz). La diretta è il martedì alle ore 20,00 mentre la replica viene trasmessa la domenica, sempre alle 20,00.

 




QUALI SONO LE LINEE GUIDA CHE HAI PENSATO PER PREPARARE, IDEARE E CONDURRE LE PUNTATE DELLA TRASMISSIONE?
 

Sin dall’inizio mi sono posta come imprescindibile obiettivo l’informazione senza compromessi e senza complimenti. L’impostazione delle singole puntate è molto flessibile in quanto varia a seconda degli argomenti specifici. A volte leggo dei testi scientifici, brani di narrativa, altre volte riferisco episodi di cronaca e/o ne intervisto i protagonisti. In generale, l’unica regola fissa è denunciare e dire la verità in modo documentato e verificabile. Questo anche perché sono consapevole del fatto che il martirio, il maltrattamento e lo sfruttamento degli animali si crea degli alibi fondati sulla menzogna. Il mio obiettivo è smascherare queste bugie e mettere in luce la realtà e le miserie morali che l’hanno prodotta: l’avidità, la perversione, la superficialità…e molti altri elementi che sono esclusivamente e assolutamente negativi. Quando è possibile preferisco dare spazio alla viva voce della cronaca e della scienza, intervistando gli esperti e in generale i protagonisti diretti delle vicende che tratto.





COME HAI SCOPERTO LA VIVISEZIONE? E OGGI, COME AFFRONTI QUELLO CHE RAPPRESENTA?

 Il mio primo incontro-scontro con la vivisezione risale alla seconda metà degli anni ’70. Ero ancora bambina ma essendo molto curiosa leggevo spesso anche la stampa dedicata alla cronaca. Un giorno mi capitò fra le mani un numero de L’Europeo, settimanale che i miei genitori acquistavano regolarmente. Sfogliandolo mi imbattei in un articolo agghiacciante, corredato di fotografie altrettanto spaventose che mostravano alcuni gatti con degli elettrodi impiantati nel cranio e lo sguardo terrorizzato. Chiesi a mia madre di spiegarmi le ragioni di quell’orrore. Fu un giorno drammatico per me. Ricordo ancora che indossavo un paio di pantaloncini neri con degli scacchi blu e che stetti a lungo a pensare a capo chino, guardando quegli scacchi e pensando al terrore che avevo letto negli occhi dei gatti martoriati. Ad oggi nulla è cambiato, salvo l’abilità dei vivisettori di mistificare la verità. Ora che vi sono maggiori strumenti divulgativi ed una maggiore consapevolezza da parte di una buona fetta della popolazione, chi mente deve affinare le proprie tecniche di marketing menzognero, proprio per tutelare e mascherare i propri interessi.

La vivisezione o sperimentazione animale indigna da secoli molte menti e molti animi illuminati ma, ancora oggi, essa regna immobile (nell’immobilismo!), coltivando sapientemente l’ignoranza attraverso la demagogia. È un esempio del potere e dell’arroganza del dio denaro, del suo culto abominevole, del carrierismo accademico fondato sulla menzogna. La lobby vivisezionista è un’associazione a delinquere che non si lamenta delle accuse documentate che le vengono mosse: non ne ha la necessità in quanto detiene un potere mediatico ed economico enorme, di cui i politici – con poche e rare eccezioni - sono dei consapevoli vassalli. A fronte di ciò, cerco anzitutto di essere un consumatore responsabile: in quanto vegana, rifiuto sempre e comunque di consumare o utilizzare prodotti, farmaci, calzature o capi di abbigliamento la cui realizzazione abbia implicato - a qualsivoglia livello - la sofferenza e in generale lo sfruttamento di animali. In secondo luogo, sia attraverso la mia trasmissione, sia nel quotidiano, mi impegno ad informare le persone con cui mi interfaccio.

Essere attivi anche in questo senso è fondamentale e credo possa agevolare la capillarità dell’informazione.


 
L'ANTIVIVISEZIONISMO SCIENTIFICO HA SVELATO LA 'NUDITA' DELL'IMPERATRICE', ORMAI NON DOVREBBERO ESSERCI PIU' ALIBI PER CONTINUARE A SOSTENERE IN MANIERA CREDIBILE LA PRATICA VIVISETTORIA. INFATI, LE METODOLOGIE CHE IMPIEGANO SISTEMI CHE NON COINVOLGONO ANIMALI, ESISTOBO, NON SONO NE' POCHI NE' MARGINALI, E SOPRATTUTTO SONO IMPLEMENTATI E OPERATIVI, A VARI LIVELLI, IN MOLTI PAESI DEL MONDO.COSA NE PENSI? COME SI PUO' FARLI CONOSCERE ALLA GENTE NORMALE, DISTRATTA E FRETTOLOSA?



Il riferimento a “Imperatrice Nuda” di Hans Ruesch è quanto mai azzeccato. L’Imperatrice, ossia la vivisezione, è sì nuda ma, come dicevo poc’anzi, non si cura dello sdegno suscitato dal fatto di essere stata abbondantemente smascherata da anni. Mantiene una spietata e beffarda arroganza, affidando la propria sopravvivenza alla menzogna, alimentando l’ignoranza attraverso i propri mastodontici apparati. Noi antivivisezionisti non possiamo sperare di scalzare la disinformazione partendo “dall’alto”. La mia convinzione personale è che sia necessario creare ed espandere un canale diverso. Io credo che un’informazione efficace debba tener conto di alcuni aspetti fondamentali: il poco senso critico delle persone, la loro pigrizia e l’abitudinarietà. Nel caso della vivisezione, la controinformazione si scontra con un gigante mediatico dalle lunghe mani, sostenuto da finanziamenti e poteri di dimensioni titaniche. Per questa ragione dobbiamo partire dal basso, coltivando la capillarità e la pazienza. Dobbiamo anzitutto documentarci, in modo da giustificare e dimostrare la bontà delle nostre parole. Alla forza mediatica e alle menzogne dei vivisettori e dei vivisezionisti dobbiamo rispondere con pacatezza, fermezza e competenza e cercare interlocutori nella nostra cerchia: parlare col vicino, coi parenti, gli amici. 




I PREGIUDIZI, I PENSIERI AMBIVALENTI, LE NEGAZIONI DELLA REALTA' DELLA VIVISEZIONE, DA PARTE DELLE PERSONE COMUNI, SONO UN OSTACOLO MOLTO RESISTENTE. QUANTO E COME POSSONO BASTARE LE ESPOSIZIONI DEI METODI COSIDDETTI ALTERNATIVI, O CRUELTY FREE? L'ALTRA FACCIA DELLA MEDAGLIA, L'ANTIVIVISEZIONISMO ETICO, CHE USA ARGOMENTI LEGATI ALL'EMPATIA, AL RISPETTO, CHE TIPO DI EFFICACIA HA SECONDO TE? E COME POTREBBERO LAVORARE INSIEME LE DUE ARGOMENTAZIONI?pER ESEMPIO, IO PENSO CHE FINCHE' GLI ANIMALI VERRANNO CONSIDERATI DAL PENSIERO COMUNE SOLO COME DEGLI OGGETTI, SARA' COMPLESSO CONVINCERE DELLA VALIDITA' DEI METODI CRUELTY FREE. L'EMPATIA POTREBBE AIUTARE A CAMBIARE IL MODO DI PENSARE AGLI ANIMALI: NON PIU' OGGETTI, MA INDIVIDUI DESIDEROSI DI VIVERE LIBERI E SENZA SOFFRIRE?
 

Nei giorni scorsi la conduttrice de Le Invasioni Barbariche, Daria Bignardi, ha ospitato in trasmissione Caterina Simonsen, la ragazza gravemente malata che si è resa testimonial della campagna pro-test. Nel corso dell'intervista la ragazza ha fatto delle affermazioni assolutamente imprecise dal punto di vista scientifico ed ha al contempo rivolto pesanti insulti nei confronti di coloro che si battono contro la pratica della vivisezione. 

La conduttrice, che con le proprie affermazioni ha palesato a propria volta una grave ignoranza sull'argomento, non è minimamente intervenuta per contenere gli insulti nei confronti degli antivivisezionisti.

La salute dell’essere umano è l’argomento principale con cui i sostenitori della vivisezione cercano i consensi della popolazione e quindi le donazioni per le diverse associazioni. Noi dobbiamo scavalcare il disinteresse nei confronti degli animali e concentrarci sulla confutazione della validità scientifica della vivisezione. Diversamente daremmo manforte ai discorsi demagogici e scientificamente insostenibili studiati per fare presa sulla gente. La compassione è qualcosa che si impara col cuore, non con la mente e quand’anche la sperimentazione animale fornisse risposte realmente trasponibili sull’uomo (MA NON E’ E NON POTRA’ MAI ESSERE COSì), eticamente rimarrebbe inammissibile. Nessuna persona indottrinata si lascerà commuovere semplicemente sapendo che gli animali sono esseri senzienti. In svariate interviste da lui rilasciate il dott. Silvio Garattini, Direttore dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, definisce l'antivivisezionismo sostanzialmente come l'azione irresponsabile degli animalisti, omettendo totalmente, in dette interviste, di toccare le ragioni scientifiche di tale posizione. I pro-test e tutto l’apparato vivisezionista/vivisettore cercano di squalificare l’antivivisezionismo e di distogliere l’attenzione dalle inconfutabili prove scientifiche della sua fallacia. 






DOCUMENTI COME I DIARI DI MICHELLE ROKKE HANNO RACCONTATO DALL'INTERNO, CON GRANDE CORAGGIO, LE DINAMICHE QUOTIDIANE NEI LABORATORI DI VIVISEZIONE. PENSI CHE FARLE CONOSCERE ALLA OPINIONE PUBBLICA POSSA ESSERE UTILE, EFFICACE? IN CHE MODO?  pER ESEMPIO, NELLA INDIFFERENZA, E SUPERFICIALITA' DEGLI ADDETTI, HO RAVVISATO ATTEGGIAMENTI - GIA' ANALIZZATI ANCHE DA ANNAMARIA MANZONI - DI CRUDELTA' GRATUITA E NON FINALIZZATA, COME ACCADE NELLE CARCERI E COME HANNO DIMOSTRATO FAMOSI ESPERIMENTI DI SOCIOPSICOLOGIA (PER ES. ZIMBARDO). DA QUI AL SADISMO DI LUOGHI COME GUANTANAMO - CON TUTTO QUEL CHE CI STA IN MEZZO  E CHE PASSA PURE PER L'ITALIA - IL PERCORSO E' ABBASTANZA BEN TRACCIATO ....



Le indagini sotto copertura sono fondamentali. Ho letto i Diari di Michelle Rokke e credo che mai avrei avuto la sua forza di sopportare ciò a cui lei ha assistito. Nessuno che abbia un cuore sensibile può leggere certi testi senza esserne segnato profondamente. Nulla, neppure la scienza (ma la sperimentazione animale, lo ribadisco, è una falsa scienza) potrebbe mai giustificare le atrocità che vengono compiute ogni giorno nei laboratori di vivisezione. La compassione è la dote più elevata che l’animo umano possa avere, fondamentale per la crescita della civiltà e per il progresso morale. Il rispetto per la vita e per le sue diverse identità è un requisito imprescindibile per chi voglia dirsi persona giusta e umana. Come sempre, l’informazione è fondamentale. Io sono fermamente convinta che certi testi dovrebbero essere divulgati e inseriti nei programmi didattici delle scuole. Non dobbiamo infatti pensare unicamente ad arginare e contrastare le menzogne dei vivisettori e dei vivisezionisti; dobbiamo cercare di formare degli uomini dall’animo compassionevole e disposti a cercare ed esigere la verità. 


TU DIMOSTRI CORAGGIO E COSTANZA NEL TUO IMPEGNO, CHE CON BELLISSIMA MODESTIA DEFINISCI 'PICCOLO'.DOVE TROVI LA FORZA DI PROSEGUIRE?PENSO ALLA IMMAGINE DI CUI ABBIAMO PARLATO, DELLA SCIMMIA OLTRAGGIATA CON UN TATUAGGIO INSULTANTE SULLA FRONTE. MI HANNO COLPITO LE TUE PAROLE: "E' LA DELICATEZZA CHE VIENE OLTRAGGIATA".COME E' POSSIBILE CHE QUESTO ACCADA? E CHE COSI' POCHE PERSONE NE RIMANGANO INDIGNATE? (I PIU', PREFERISCONO NEGARE, MA INTANTO GIRANO LO SGUARDO ALTROVE...).


La delicatezza oltraggiata: 'crap' significa 'merda'



Confermo di ritenere che il mio contributo sia piccolissimo. La mia trasmissione è un input. Il contributo più concreto è quello di chi scende in piazza con costanza, portando la propria voce in mezzo alla gente, cosa che purtroppo, per svariati motivi, io non sempre posso fare. C’è una grande verità: ognuno di noi ha grandissime potenzialità per contribuire fattivamente alla lotta contro la vivisezione e per i diritti degli animali ma lo sfruttamento di tale potenziale si scontra spesso con un ostacolo, un nemico invisibile quanto potente: il pessimismo. Personalmente mi scontro ogni giorno con questo nemico. Non so dire se sono forte; sono senz’altro resistente. “L’Urlo Animale” è la mia ancora di salvezza, il microfono a cui mi aggrappo per sentirmi meno impotente dinanzi allo scempio di cui sono vittime i miei fratelli animali. L’essere umano ha un dovere morale imprescindibile: quello di crescere nel cuore e di imparare a custodire la vita in ogni creatura. Anche in questo caso torno a sottolineare il sommo valore della compassione: imparare a guardare il mondo in scala ridotta, a guardare il minuscolo insetto che sosta per qualche istante sulla manica della nostra t-shirt prima di riprendere il volo, a interrogarci sui perché, sui dove e i quando e i come. Come fanno i bambini quando si interrogano sulla vita. Perché essa è ovunque e cammina e respira ad ogni altitudine: dentro la terra, sulla terra, nel mare e nel cielo. Se non pone mente a questo, la nostra esistenza individuale è destinata ad una povertà estrema e rinuncia all’infinità di meraviglie e di stupore che ci viene donata gratuitamente ogni giorno nel creato. A testimonianza di ciò porto un semplice esempio personale: Ella, il mio cane, ha fatto di me una persona migliore. Ogni giorno nei suoi occhi vedo una dolcezza che insegna, un’istintiva saggezza che mi parla di un mondo più evoluto a cui lavorare. Dobbiamo lavorarci insieme, raggiungendo il cuore della gente, perché il muscolo più forte ed importante è proprio il cuore.



 
Ella e Barbara
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