Visualizzazione post con etichetta occhiali. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta occhiali. Mostra tutti i post

venerdì 29 dicembre 2017

Qui fotografate voi... se volete!



Sotto l'albero, nel 2017, hai trovato i 200M: il blog, cioè, proprio in questi giorni, con la complicità di panettoni, pandori, hummus, vin, liquori e spumanti, ha ricevuto moltissime visite. Ne sei felice, tantissimo: e ringrazieresti uno per uno tutti i visitatori - che magari son passati a curiosare e via, o magari son frequentatori abituali ma silenziosi. Ovviamente non puoi farlo - ringraziarli uno per uno, cioè. Ma non è detta l'ultima...


giovedì 7 settembre 2017

La maiala sul bagnasciuga (Il Gioco dell'Oculista)

una rotonda sul mare... chi? cosa' dove? quando? perché?




Questa volta, la prova degli occhiali è particolarmente laboriosa: abbiamo scoperto che facciamo fatica a vedere da vicino (nel tempo e nello spazio) ma anche da lontano (nel passato, in altri luoghi). Occorrono più prove, per scegliere i nostri occhiali.

La prima immagine ti ricorda la canzone 'una rotonda sul mare'. Ti è capitata sui soliti social e personalmente la vedi come fonte di tante domande, forse da porre in mezzo ai commenti che l'immagine ha ricevuto, sempre sfocati rispetto a lei, alla maiala che passeggia sulla battigia, al tramonto (o all'alba?); e invece centrati su altre cose, sempre centrate sull'umano, fino al punto che la maiala, come individuo da osservare nella foto, sparisce - è mentre sparisce, si trasla in un simbolo, in un motivo astratto di vari discorsi, dove campeggia solo l'umano.
Sono le domande del giornalismo classico: who? what? where? when? why? le famose W: in teoria, i pilastri di ogni buon articolo giornalistico.
CHI? la maiala, lei: di lei non sappiamo nulla se non che è libera di passeggiare su una spiaggia; non sappiamo se abbia un nome e qualcuno che la accudisce
COSA? la passeggiata, o forse il riposo. Magari la maiala ha trascorso tutta la giornata in spiaggia (sei propenso a pensare che sia il tramonto), ora si gode la brezza serale
DOVE? la spiaggia. Una spiaggia di qualche luogo sul pianeta, non è possibile capire dove. Una spiaggia che appare deserta, senza altri animali, compresi gli umani
QUANDO? un momento particolare della giornata, il tramonto è la finestra sulla notte, il crepuscolo prepara gli animali alla realtà della notte: che per alcuni sarà di requie, di riposo, in un luogo rintanato, per altri sarà un periodo di attività, al riparo della luce e degli animali che possono vederti e metterti in pericolo (gli umani, specialmente)
PERCHE'? ovvero, la storia della vita della maiala. Trascorre le sue serate in spiaggia abitudinariamente? Vive lì vicino? Chi vive con lei? Ci sono quasi sicuramente degli umani che vivono con lei. Molto probabile che la passeggiata in spiaggia dipenda gioco forza da una loro decisione. La maiala è libera? La maiala è destinata a vivere una vita lunga, per quanto sia possibile? Oppure il suo destino è già segnato: il macello? In tal caso, come mai la passeggiata?

  
Pig Beach





Questa seconda e terza immagine l'hai cercata tu.
Infatti, mentre stavi provando a pensare al post, ti è venuta la curiosità di rivedere altri maiali che nuotano, o che trascorrono tempo in spiaggia. Magari hai scoperto dove vivono, magari dove vive anche la maiala della prima foto. 

"Pig Beach è un'isola disabitata situata a Exuma, nelle Bahamas. L'isola deve il suo soprannome ad una colonia di maiali che popola l'isola stessa e i luoghi vicini. Big Major Cay, isola alle Bahamas, gruppo di isole dell'arcipelago Lucayan. Insomma, una meraviglia.  Un crocevia vertiginoso di evoluzione, di migrazioni, di convivenza tra animali diversi (compresi gli umani).

Altra prova di lenti...


 
il maiale nel mondo contadino





 
zootecnia 1




Jo Anne McArthur



Come uccidi i maiali che mangi? Intanto, li fai uccidere da qualcun altro, non vuoi vedere questa cosa terribile, cruenta, feroce. Ecco, a questo servono gli allevamenti zootecnici, veri e propri suinifici, di individui privati di ogni vita, cancellati mentre ancora respirano, carnizzati mentre ancora si muovono e camminano, soffrendo dolori e pratiche spietate, autentiche torture. 
Sono pratiche che l'etica deve rifiutare. Sì, anche le macellazioni rituali delle varie religioni, che sia halal o kosher.
Nel mondo contadino, invece, così (ci) raccontiamo, il maiale - così come tutti gli altri animali - era rispettato e accudito, in fondo era una risorsa irrinunciabile.  Un risorsa, appunto, non un individuo vivo. Della sua vita, importava solo che doveva arrivare il momento che occorreva sottrargliela e questo non poteva che avvenire in modo violento. E allora, cadeva ogni finzione di accudimento, di vicinanza personale, rimaneva solo il godimento feroce che preludeva a una 'festa' mangereccia, cruenta, sanguinolenta, adoperata con strumenti che riprendono la forma e il modo di uso degli analoghi strumenti per suppliziare umani.

PS
nota triste, che ci riporta alla prima foto.
l'apparenza bella era ingannvole, era superficiale. e solo uno sguardo superficiale poteva goderla come immagine felice. La maiala era una di 13 maiali allevati in spiaggia, in una porcilaia di 20 metri quadrati. Non c'è più spazio per l'ironia sulla 'stranezza spiazzante' della immagine, non c'è più tempo per considerazioni estetiche. Non c'è più giustizia - della quale, comunque, non si può non sentire il bisogno, la necessità.

lunedì 26 giugno 2017

I pappagalli vivono in grandi gruppi. Animali Felici Vs Animali Infelici (Il Gioco dell'Oculista)

Quanti colori, tutti in gruppo, e il verde sullo sfondo, qui...


... qui una scatola grigia e bianca, tutti soli i colori, intristiti...

Torna la coppia di immagini. Stessi animali, situazioni opposte. 
Di nuovo, il gioco dell'oculista, per allenare i propri occhi etici. Indossate le lenti opportune, e ascoltate il vostro stato d'animo, cercate di capire che cosa provate e cosa vi stanno dicendo le vostre sensazioni. Non mentite a voi stessi, però. 


Questi quattro pappagalli - come molti forse tutti  i pappagalli - amano vivere in grandi gruppi, dentro i quali gli individui comunicano tra loro senza sosta, con la voce, coi colori e coi movimenti delle piume e del corpo. Si formano amicizie, si formano coppie, ci sono amori, ci sono cure per i nuovi nati.  L'albero che fa da casa allo stormo, è un vitale condominio multicolore e multisuono.

Il pappagallo nella stanza è stato ripreso in uno zoo canadese nel 2008 dalla celebre fotoreporter JoAnne McArthur
La riflessione che ne fa Zoout è notevole: "Gli uccelli, come è ovvio, subiscono necessariamente una terribile privazione. Volare, nel migliore dei casi, gli è consentito solo per brevi tratti. Nonostante questo, molte persone non percepiscono questa negazione e in effetti sono ancora molti coloro che detengono in casa, in piccole gabbie, uccelli utilizzati per compagnia. Nel corso delle nostre ricerche abbiamo conosciuto molte storie, ma nessuno ci ha mai parlato dei volatili. Volatili che sembrano relegati non solo ai margini dello zoo, visto che sono considerati tra i meno interessanti, ma anche a quelli della vita stessa, quasi si fosse stabilito che non bastasse prendergli il volo, che bisognasse prendergli tutto..."

Voi, che paio di occhiali preferite? Quale dei due volete indossare?




sabato 14 gennaio 2017

Inverno, Cavalli e rodei - Animali Felici vs Animali Infelici (Il gioco dell'oculista)

Meglio così? ...


... o meglio così?


Una coppia di immagini: il cavallo è al centro dell'attenzione (nostra e del fotografo).
Due o tre cose saltano agli occhi, in questo nuovo appuntamento con l'oculista: che l'inverno non è una cosa così terribile; che la serenità e la felicità possono sovrapporsi, in determinate situazioni; che non sempre una festa è divertente per tutti (né meriterebbe il nome di festa).  Ma ne salterebbero agli occhi anche molte altre. Tu, alcune le hai viste. Voi, quali vedete?

lunedì 19 dicembre 2016

Il gioco dell'oculista ... Meglio così? O così?

... abbiamo bisogno di un paio di occhiali nuovi...


... Diciamo, un pensierino domenicale, che già si sporge sul lunedì. Che in realtà è un pensiero che abita tra le tue riflessioni già da parecchio, anche qui sul blog. Non è un pensiero particolarmente profondo, né originale. In compenso, è un pensiero capace - almeno potenzialmente - di agganciarsi a tante questioni, che spaziano dalla fotografia all'arte, dall'estetica alla divulgazione di idee, dai meme alla pubblicità - intesa in senso lato, come di forma di comunicazione estrema.

Nell'annosa e collettiva disputa, per così dire, tra parola scritta e immagine - quale è più efficace per comunicare? E per comunicare cosa?  -  facciamo per un attimo il gioco mentale di prendere per assodato e assoluto che l'immagine sia (quasi) sempre più efficace. 

Ci state?
Allora, dici: il gioco lo svolgiamo nell'ambito della "divulgazione della questione animale" (sono tutti termini, è ovvio, presi per comodità di brevità e per quel che valgono, ché già si potrebbe problematizzare, ovvero approfondire nelle sue sfumature e criticità anche la stessa questione animale).  Probabilmente, al netto di ogni considerazione, ha senso - secondo te - dire che la questione animale riguarda, in prima battuta (ed è nata con questi orientamenti), ciò che mette in rapporto, o in relazione, umani e animali. Già qui ci sarebbe il primo problema, ché anche gli umani sono animali e operare una separazione tra loro e 'gli animali' è come quando da bambini ci sediamo al volante della macchina di papà e, facendo "BRUM! BRUUUUUUM!" con la bocca percorriamo migliaia di chilometri a velocità sfrenata su e giù per il mondo e con un solo pieno di magibenzina -  tanto l'auto è spenta: non andiamo da nessuna parte, anche se con la fantasia o - peggio - con l'illusione, abbiamo fatto chissà quali viaggi e cambi di prospettiva e salti di pensiero.
La questione animale, insomma, deve questionare anche su se stessa, già in partenza, per cercare di fare in modo che un certo antropocentrismo deleterio e il suo sodale, l'antispecismo, fatti uscire dalla porta principale, non ci rientrino in casa dalla finestra sul retro.   Diciamo, allora, per brevità, che l'umano è un animale che privilegia lo sguardo come forma di conoscenza della realtà che lo circonda. Tutta la sua attenzione è talmente concentrata sulla fatidicità della vista, dello sguardo, degli occhi, che questi elementi popolano gran parte della sua immaginazione e dei suoi 'pensieri sul mondo'. Homo ha immaginato e poi realizzato macchinari sempre più tecnologici legati alla vista: dagli occhiali fino ai telescopi, dai caleidoscopi agli smartphone (ebbene sì! Sembrano telefoni ma sono tavolette magiche, fatte per essere toccate e trasmettere foto e filmati), dalla pittura al cinema, dalle ombre cinesi agli ologrammi. Per capirla, forse, e sicuramente per padroneggiarla sempre di più.

Facile dedurre, quindi, come le immagini abbiano un potere enorme, cruciale, quando parliamo di animali, di loro e di noi, e di noi verso di loro, e di loro per noi (o di noi per loro, invece; e loro verso di noi). Ci sarebbe - anzi, c'è - materiale per decine di post, a partire, volendo, da domani. E speri molto di poterli scrivere, quei post. Intanto, però, in questo post, vuoi proporre una questione che, appunto, hai in diverse occasioni già sfiorato, per esempio con altri blogger (come Rita Ciatti de Il Dolce Domani). Provi a farlo sotto la forma del gioco che stai spiegando.




Lo chiameresti 'il gioco dell'oculista'. Concettualmente, è semplicissimo.
Sedetevi comodi e fissate la parete di fronte a voi. Fate finta che l'oculista animalista vi metta indosso quel pesante proto-occhiale, che serve per cambiare varie lenti graduate, sia a destra che a sinistra e in modo indipendente, quando state facendo l'esame per trovare in vostro nuovo paio di occhiali. Ignorate il prurito al naso che istantaneamente vi prende, a causa del peso della montatura e preparatevi a dire quello che vedete. Le lenti saranno graduate; immaginate di sentire, se vi fa piacere, lo scivolamento e lo scatto che fanno al momento dell'inserimento nella montatura. Ma saranno lenti soprattutto 'magiche', perché sono lenti concettuali.
Lenti che vi fanno vedere, ora una realtà, ora un'altra.
Sta a voi dire cosa preferite, come vedete meglio (un 'meglio' che - scoprirete -  ha molto di etico, oltre che di estetico).

Primo paio di lenti:


Meglio così? ...

Secondo paio di lenti:

... o meglio così?

 Un altro paio di lenti...

Meglio così? ...

 E il paio subito dopo...

... o così?


E insomma, avete capito. 

Ti riprometti - e persino, prometti - che continuerai il gioco dell'oculista, di tanto in tanto, con coppie di immagini di questo tipo: 'animali felici' vs. 'animali infelici'. O magari una sua variante: la visione di una immagine di 'animali felici' (in questi anni ne hai estratte molte dalle miniere internettiane), per fermarsi un attimo e sentire che effetto ci fa - e accorgersi se fa illuminare i neuroni in modi e lungo percorsi magari anche solo leggermente diversi da quelli abitudinari e talmente interiorizzati da non renderci più conto che sono inculcati da fuori di noi. Se ci fa sorridere, e allo stesso tempo riflettere, collegare cose e situazioni solo in apparenza lontane; se - mentre ci allarga il cuore e il respiro - ci fa valutare modi non usuali di immaginare un diverso rapporto con gli animali; o ancora se, dopo averci lievemente commosso e soavemente addolcito, ci sprona a escogitare un qualche atto pratico e concreto, semplicemente personale e individuale, alla nostra immediata portata, ma di grande effetto sul lungo periodo, per far sì che 'quella' foto diventi reale sotto i nostri occhi, un giorno.

Il gioco, questo gioco dell'oculista, ha uno scopo: serve per farci stare attenti nei confronti degli animali.
Il gioco dell'oculista serve anche a farci riflettere, attraverso il confronto, se - dal punto di vista di un vantaggioso miglioramento della situazione degli altranimali quando ci sono degli umani nei paraggi - sia più efficace una immagine che ci faccia vedere un 'animale felice' invece che un 'animale infelice', o viceversa. 
(Del confronto tra parola e immagine, proverai a scrivere qualcosa in un prossimo post).

Se vi va, dite la vostra nei commenti, per proseguire il discorso...
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...