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venerdì 29 marzo 2019

Lutto, riconoscere i segni

Stella, nei ricordi



C'è un sito, che si chiama Hospice per gli animali. Su questo sito, hai trovato l'articolo che in parte riporti qui.
L'articolo, è stato scritto da Denise Flaim è stato pubblicato la prima volta da “DogFancy”, agosto 2008, volume 39, nr. 8, pag. 21. Per il sito, lo ha tradotto Elena Grassi, che si occupa dell'Hospice.
Dopo aver chiesto il nulla osta a Elena, hai deciso di pubblicarlo qui. Questo - o comunque articoli simili - fanno parte di quel processo di conoscenza che in questi anni, tra la scomparsa tormentata e solitaria di Stella e quella - speri - più composta e accompagnata di Lisa, hai provato a cominciare a costruire - intanto per te stesso, un domani, chissà 

domenica 21 ottobre 2018

MiVeg 2018 - le foto di sabato




... eccoti qui - come si diceva nei tema "racconta la gita scolastica": stanchi ma felici - che, col sottofondo dei respiri e del ronfare di canetti e canuzzi, imbastisci un primo post sulla giornata di oggi, trascorsa al MiVeg, che questo anno ti ha davvero sorpreso: uno spazio fisico grande e versatile, che è stato riempito con richiami e proposte per tutti i cinque sensi, sia di umani che di cani - e in giro ce ne erano davvero moltissimi...

(nella foto, scattata da Silvia Molè, sei allo stand di Parte in Causa, dove stai sfogliando il libro "Il grido della natura" di John Oswald)


lunedì 5 marzo 2018

mercoledì 2 agosto 2017

Ciotole d'acqua




I miei primi 40... gradi. Ecco come è la lunga estate calda datata 2017. La memoria della pelle ansima e soffoca, e - ricoperta com'è dal lucore del sudore - non ha la lucidità di andare troppo oltre nel passato; tuttavia, uno stordimento così, negli anni passati, non ricordi di averlo mai provato. Ma può darsi che ti sbagli. Dovresti cercare le statistiche meteo, le serie storiche. Come questa, che - complice l'animazione - sembra il fornello della cucina con la fiamma che pian piano viene alzata... e nel pentolino sopra, a bollire, ci siamo noi. (L'animazione è del metereologo Antti Lipponen, ricercatore in Finlandia. A te, per assurdo, ha fatto venire i brividi. Sì, ma di paura).






Qualcuno, come accade in inverno per il cibo, ha pensato all'acqua per gli animali che vivono in condizione selvatica.

"Mettiamo contenitori con l'acqua ovunque. Terrazzi condominiali, balconi, giardini privati, per strada a bordo marciapiede.

OVUNQUE. Per gli uccellini, i topicchi,  i piccioni e tutti gli altri animali selvatici! "







Queste, sono alcune delle ciotole che hai messo tu, in risposta all'appello,  cercando di variare posti e posizioni, nel pur piccolo giadino che ti ritrovi fuori casa. 

E dopo che le hai messe, ti sei fermato a riprender fiato (le hai posate, giustamente, durante le ore della canicola, periodo che inizia il 24 luglio e termina il 26 agosto - più o meno). E mentre riprendevi fiato, riprendevi pure, con fatica, a pensare.
A pensare di come l'appello a mettere acqua a disposizione ti avesse, in qualche modo, commosso. Un appello che nella sua brevità scarna, nella sua elencazione di posti prima e poi di animali, risuona di urgenza. Perché questa urgenza? Se nelle città grandi o medie, a quanto pare, ci sono ordinanze che vietano o multano questa pratica, oppure che vietano di bagnarsi nelle fontane, oppure che vanno a chiudere queste fontane, che finora hanno fatto scorrere acqua libera, come se fossero sorgenti artificiali - un grande sollievo per animali che vivono in città, tra le case ma di certo non amati dagli umani; un gran sollievo anche per molti umani, che affrontano asfalti e marciapiedi sotto il sole a martello. Che siano nasoni, o torelli o chissà che altro nome da personaggio favoloso. Se accade questo - o potrebbe accadere, o si racconta-si teme-si prevede  che possa accadere, che stia per accadere, che accadrà di sicuro, che sta già accadendo - allora l'appello all'acqua è non solo tutto individuale, ma si aggrappa a una specie di solidarietà basilare, si ribella per prima cosa alla paura della possibilità di non avere l'acqua. Paura a cui si reagisce prima raccontando(si) la assenza dell'acqua e poi cercando soluzioni per poterla avere - per poterne avere così tanta che sia sufficiente per condividerla.
Ci si ribella allo spettro della sofferenza della sete, e della morte per siccità. L'umano - che si è voluto separare dagli altri animali e dai luoghi di vita condivisa, che si è rinchiuso nelle super-città - ritorna a sentire il fluire dell'acqua, sente, intuisce, percepisce che la necessità di acqua e la esigenza di vita è ciò che condivide - come prima cosa -  con gli altri viventi. Gli succede - ci succede - come a quelle persone che sono convinte di essere seguite da chi era insieme a loro fino a poco prima, ma poi si voltano e non vedono più nessuno. 
Gli altranimali - che siano selvatici, che siano sinantropi - spariti dall'orizzonte della consapevolezza umana, si riaffacciano all'orizzonte seguendo la strada dell'empatia, della idea che sia giusto condividere, anzi restituire, ciò di cui ci siamo appropriati - in modi così radicali e invasivi.
Il gesto è semplice, ma idealmente significa un salto amplissimo, il varcare di una soglia che era sempre stata lì - solo che noi l'avevamo nascosta dietro ostacoli, barriere, confini, muri. 
La goccia buca la roccia, è vero davvero: la piccola acqua - per la quale impieghiamo alcuni minuti al giorno, oltre a piccoli recipienti - renderà più aperti e accoglienti i nostri spazi, tornerà a renderli permeabili - in tutti i sensi - al via vai dei sentieri e dei percorsi delle altre vite di individui altranimali.
Farà breccia nel guscio antroposferico, che ha reso ostili e inospitali tutti gli ambienti per gli altri animali. Sarà - potrà essere - un piccolissimo gesto di liberazione animale. La liberazione dall'angoscia della sete, dalla debolezza del bisogno fisico. E per noi umani, una piccola liberazione dalla cella di isolamento nella quale ci siamo auto-reclusi. Se riceveremo visite di altri animali - anche solo sotto forma di tracce differite - avremo toccato con mano la possibilità di nuove possibilità di mondi condivisi.

Intanto, però, ricordati, ricordatevi, di cambiarla ogni giorno, l'acqua!

lunedì 1 giugno 2015

Casa dolce casa - 1

Posso iniziare a immaginare la mia casa anche da qui... Fonte: Psiche e Sogno

Cercare casa è un lavoro. S>i cerca - sto cercando - casas, perché sto provando a crearmi le condizioni per idee che ho in testa,leghate alla possibilità di accogliere animali, oltre che di averte di nuovo una base sicura per me -  e per quelli coin me - in modo da poter tornare inm quei luoghi come i rifugi e i santuari - o scoprirne di nuovi.

Ci sono molti tipi di case, e molti modi per abitarle o per viverci con altre persone.

Ho scperto che ci sono le tiny house - mini case grandi come roulotte ma pittoresche come rustici.

Ho scoperto le proposte dei cohousing - ce ne vorrebbero anche accoglienti per persone con gli animali, come me, e finora ho scovato solamente una proposta con queste caratteristiche, che però è ancora nella fase progettuale.

Ho scoperto che la casa si può anche scambiarla!

Queste, e molte altre idee (anche per quando uno la casa ce l'ha e vuole modi creativi per risparmiare, riciclare e arredare senza sprecare), mi sembrano - nel migliore dei casi - tentativi per controbattere le logiche solite della mercificazione, dove vale ed è visibile solamente l'autostrada iperveloce e a una sola direzione, quella del possesso esclusivo, chiuso, egoistico (la casa è mia e la tengo solo per me).

Bello sarà, per me, avere una casa aperta, con osptialità, accoglienza, e anche ingressi e interstizi, perché da accogliere non ci sono solo gli umanimali, ma anche gli altranimali, 
Per il momento, nutro i pensieri con l'immaginazione e le esplorazioni. 

PS
Si può anche andare nelle case altrui a custodirle mentre i suoi ahitanti abituali non ci sono, sono in viaggio, sono via. Lo sto sperimentando in questi giorni, e trovo che sia una cosa molto gratificante...
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