Daniza è morta. Una morte annunciata. Ora i suoi figli sono orfani, bambini orsi spauriti, spaventati, disorientati, in balìa dell'umano.
Poche righe, di dolore per Lei e per i suoi bambini. Di disgusto verso quegli umani che ne hanno decretato fin da subito, un destino di cancellazione. Il suo 'crimine': lesa umanità, compiuta per aver protetto i suoi figli da un invadente umano che come al solito dà per scontato che le sue esigenze, i suoi bisogni, i suoi capricci, le sue decisioni, debbano sempre e comunque avere corso: Mai un freno, mai una sosta, mai una deviazione. Mai una riflessione, né tantomeno una qualche forma di empatia, una volontà di immedesimarsi.
Caso ha voluto che questa mattina, mentre ero a giocare con i tre cani coi quali vivo, un uomo che conosco, col suo bel cane, un diafano setter, si sia fermato a dirmi quel che ne pensava:
"Quel tipo dei funghi è andato a infastidirla, ha invaso la sua casa, il suo bosco, per prendere quei funghi. Lei non aveva altra scelta che scacciarlo! Quell'uomo non si è comportato bene. Se un qualche animale si sbaglia a essere vicino ai 'tuoi' funghi, allora l'unica cosa che è giusto che tu faccia, è cambiare strada, cercarne altri altrove ... oppure aspettare che quell' animale - che è nella sua casa, mentre tu invece sei un estraneo - se ne vada altrove, di sua volontà, in tranquillità (è quello che fanno e che farebbero tra di loro la stragrande maggioranza degli abitanti altranimali di un bosco come quello dove aveva Daniza la sua casa).
"Era lei a casa sua, ma la mente umana dei guardiani, ha solo e subito pensato come trovarla per eliminarla. In tutti i suoi anni di vita, Daniza ha sempre sopportato le invadenze umane, è bastato che per una sola volta chiedesse di essere lasciata tranquilla, per ottenere una condanna a morte.
"Anche quelli che sono andati a filmarla: Daniza che attraversa la strada... non li voglio vedere quei filmati, non mi interessano. Anche questi sono stati una invasione della sua vita, dei suoi spazi. Io so che lì, in quel bosco, vivono degi animali liberi, e mi piace pensare che lo siano davvero, anche dagli sguardi indiscreti e invadenti. Come se qualcuno venisse ad aprire la porta di casa mia e filmarmi mentre sto cenando, convinto di essere al sicuro nei miei spazi.
"Io penso che tutta la vicenda sia stata condotta in modo vergognoso e prepotente. Adesso, tutte queste persone fanno a gara a chi si prenderà cura degli orsacchiotti: ma se, invece, l'avessero lasciata stare prima di arrivare a questa situazione irreparabile? Per conto mio, adesso, quei cuccioli, sono in gravissimo pericolo".
Si intitola: "Daniza non sopravvive alla telenarcosi" (corsivo mio): come se la vera preoccupazione fosse la sua sopravvivenza, o il suo benessere, o la sua tranquillità. Come se non si sapesse che l'anestesia - persino nelle situazioni più monitorate - ha sempre una non trascurabile margine di rischio (rischio, cioè morte).
Adesso, si legge, a uno dei suoi figli - catturato (senza anestesia?) - è stata applicata una marca auricolare. Per poi rilasciarlo (?).
A quale scopo? E dov'è l'altro giovane orso? Dove verranno portati? E fra quanti anni verrà deciso dalla autorità che sono diventati animali pericolosi per l'incolumità urbana? Dove si decide il confine della 'zona antropica' da non oltrepassare? E chi lo decide?
Alcune domande sono volutamente ingenue, sono le cosiddette domande retoriche.
Una delle poche certezze è che la "analisi autoptica" (perché a Daniza? Un ulteriore spregio del suo corpo, che ormai è solo carcassa?) andrebbe fatta alla "pietà", per la quale la derridiana e inpari guerra è sempre in corso bruciante e sotterraneo.
PS
aggiungo questo link, ripreso da Rita Ciatti sui social forum