In queste due settimane dalla dipartita di Lisa, non riesci a fare a meno di continuare a pensare alle questioni legate alla fine vita.
Una tua amica, Elena Vanin, ha trovato sul web un post, che ha così introdotto:
"Quanto lo trovo vero, nel suo cinismo e nella sua dolcezza.
La vita a un certo punto finisce.
Un conto è se rischia di finire troppo presto, per qualche malattia curabile, per qualcosa che altera la curva naturale della vita, allora ha senso cercare la cura, il rimedio, ma tante volte questa società sembra avere rifiutato la naturalità della morte in vecchiaia, e la cura è solo un accanimento, doloroso, faticoso, stremante e in definitiva inutile (o forse dannoso).
Abbiamo bisogno, credo, di recuperare il senso, dove il senso non è quanti giorni in più riesci a resistere, anche se sfinito, ma quanto riesci a godere del tempo che hai, con amore".
La vita a un certo punto finisce.
Un conto è se rischia di finire troppo presto, per qualche malattia curabile, per qualcosa che altera la curva naturale della vita, allora ha senso cercare la cura, il rimedio, ma tante volte questa società sembra avere rifiutato la naturalità della morte in vecchiaia, e la cura è solo un accanimento, doloroso, faticoso, stremante e in definitiva inutile (o forse dannoso).
Abbiamo bisogno, credo, di recuperare il senso, dove il senso non è quanti giorni in più riesci a resistere, anche se sfinito, ma quanto riesci a godere del tempo che hai, con amore".