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domenica 27 novembre 2016

Adotta un cane anziano - TANTI LINK

Adotta senza esitare


Sera tardissima, e tu sei qui a scrivere un sia pur piccolo post, sull'onda della serendipità - ché a surfarla, quest'onda vengono quasi sempre gli scritti più belli; altro che scervellarsi (con tutto che ci stai seriamente provando - almeno a pensarci di impostarti un qualche abbozzo di scaletta-calendario per i post del blog, da qui in avanti, ma magari ci torneremo). Comunque.

Dalla lettura di un post - questo - al commentarlo, al leggere gli altri commenti, allo scoprire altri blogger, e dai loro blog, trovarne altri: lungo questo percorso, sei arrivato qui. Al blog che si chiama come il titolo di questo post. 

Diciamo che questo è un post di presentazione di questo blog, quindi. Perché sei convinto in maniera cristallina della validità di portare a casa propria un cane anziano - limiti di proposito il discorso a questo tipo di scelta, di azione, di gesto, perché ne hai ripetuta esperienza diretta; questo,  è ovvio, non esclude gesti simili nell'idea di empatia, ma diversi nella concretezza, perché coinvolgono individui in difficoltà di altre specie diverse da quella canina. Al contrario: il valore, la bellezza di qualsiasi gesto di questo genere è, a tuo parere, chiarissimo e indiscutibile.

I cani anziani sono un mondo a parte, un universo con regole proprie. All'anzianità, spesso si associa la disabilità, e il che richiede un di più di convinzione. 

E, sapendo questo, per il momento, con tutti i link che aspettano solo di essere aperti, smetti di scrivere qui.  Vuoi lasciare spazio ai tanti pensieri che hai già provato a raccontare - per tornare a raccontarli in futuro - vuoi lasciare spazio alle storie degli altri, vuoi lasciare spazio ai visi canini e umani che sono protagonisti di queste storie o lo saranno di storie future.

Buona lettura, se vi va. Ma, soprattutto, BUONA ADOZIONE.

lunedì 24 novembre 2014

Il Giardino di Quark

Fonte: Il Giardino di Quark


Il Rifugio "Il Giardino di Quark" si trova a Gattinara (Vc), località Cerreto.
La serendipità che muove la vita, mi ha portato qui tanti anni fa, per le mie prime esperienze di volontario animalista.
Non potevo essere più fortunato di così: capitare in un luogo dove il rispetto, la sicurezza, la salute, il benessere, la serenità per i cani (e poi per i gatti) ospiti, erano davvero al centro dell'attenzione - e dei pensieri e dei cuori - dei volontari che se ne occupavano.

Qui, trovavano - e tutt'oggi trovano - ospitalità cani anziani o malati, cani che nessuno vuole più.
Sono i vecchietti : che invece sono i più incantevoli tesori canini che si possa mai sperare di conoscere. Perché hanno l'esperienza della vita e tutta la saggezza, la pazienza, l'equilibrio, il carattere, la pazienza e la dolcezza  che ne possono derivare.

Per farla breve - se mai racconteremo qui la storia del Rifugio (che meriterebbe), sarà grazie alla persona che lo ha reso la realtà speciale che oggi è -  è stato qui che ho fatto - nel bene e nel male, con tutti i miei errori e le loro capacità e impegno - le mie esperienze con i cani anziani, imparando a prendermene cura, imparando a volerli conoscerli e a considerarli 'argomento importante', degno di attenzione e di cultura - trovando e incontrando tantissime persone che condividono queste idee e che me le hanno insegnate e comunicate.

La cura concreta, quella del volontariato quotidiano, è la più significativa -  e la più misconosciuta. Ma è la più vera.

Si compone di cose come quella raccontata qui sotto: oggetti utili e confortevoli, creature rassi-curate e amate, impegno ingegnoso e generosità.


"Una lampada per stare al calduccio
Tyler stanotte....mentre dorme riscaldata dal tepore della lampada.
Con l'adozione a distanza di uno dei nostri ospiti anziani, puoi darci una mano anche per l'acquisto delle lampade riscaldant per tutti!!
Come tutti gli ospiti del Giardino di Quark, anche Tyler ha bisogno di cibo speciale, di un bel po' di medicinali e di tante cure. In particolare Tyler ha bisogno di cibo hepatic.
Puoi dare un aiuto concreto a tutti i nostri ospiti anziani, anche con un piccolissimo contributo sul c/c postale 11516135 intestato a Enpa Borgosesia Onlus o con una splendida adozione a distanza "

 visita il sito www.ilgiardinodiquark.it .

mercoledì 5 marzo 2014

Oscar tra le nuvole

Oscar in Toscana nel aprile 2012, alle prese con le tartarughe.  (Oscar vola sul Ponte il 7 marzo 2013)




Lo spensierato
Dinoccolare zampe
Naso per naso


Con che passione
Dinoccolare zampe
Naso su naso


il ricordo di
una passeggiata mai
avuta al fiume


avuta sul fiume
una passeggiata mai
il ricordo di


refolo caro
m'accarezza orecchio
e poi non c'è più
 
Appassionato
dinoccolare zampe
naso con naso

Un anno passa e se ne va, e quando lo ripensi, ti riporta i ricordi dei momenti vissuti. Un anno fa, Oscar,  dolcissimo tenero spaesato vecchino, volavi sul Ponte. Hai vissuto insieme a me esattamente un anno e tre mesi, ma ti avevo conosciuto già nel luglio 2011, quando, anziano, eri stato finalmente portato via dal garage dove il tuo ex padrone ti deteneva da anni. 2012, dunque, l'anno di Oscar. Tu mi manchi ancora: mi mancano i tuoi grandissimi occhi un poco velati, il tuo trotterellare intrepido e svagato tra l'erba alta, il tuo bere avventuroso e selvaggio dalle pozzanghere o dai canali, il tuo acciambellarti vicinissimo alle 'tue' due cagnoline, per offrire e ricevere calore,  il tuo socchiudere gli occhi sotto le coperte mentre ti accarezzavo - e di questo gesto mi sembravi allo stesso tempo grato e sorpreso.  Mi manca il tuo alzarti dal letto per venire a cercarmi davanti al computer, assicurarti che io fossi sempre lì, per poi tornare più tranquillo a nanna insieme a Stella e Lisa: il mondo aveva finalmente preso forma e stabilità, e la notte e il buio erano finalmente popolati da presenze buone. A volte penso che sarebbe meraviglioso poter scoprire com'eri da giovane: cioè, il com'era di un cane anziano che vive con noi l'autunno o forse già l'inverno della sua vita. La delizia delicata dei tuoi atteggiamenti raccontava molto delle tue esperienze - e se ci si permette il tempo che occorre per osservarsi, queste vengono comunque a galla; ma chissà quando è comparso quel modo personalissimo di guardare, con la testa che fa quella piega così particolare...Queste sono le considerazioni degli umani, fatte così, a girar su se stesse, Oscar!
Ricordo il passeggio sulle mura di Lucca, dove ti sei rotolato trionfante in una puzzolentissima cacca; ricordo come abbaiavi ai cuccioli e poi traballavi; ricordo le tue orecchie attentissime quando - sempre in Toscana - scopristi l'esistenza delle tartarughe, dalle quali ti tenevi alla larga con prudenza, ma che osservavi con curiosità. Ricordo i primi tempi, quando girellavi in compagnia del tuo naso al parco, poi non mi trovavi e correvi alla rete ad abbaiare a intervalli, per chiamarmi, senza accorgerti che ero sempre con te, che non mi ero allontanato. I ricordi potrebbero andare avanti ancora tantissmo: per esempio, ecco che mi ricordo le gite, due, o forse tre, brevi, sul Lago Maggiore: adoravi l'acqua, e su una spiaggetta corresti giocoso verso l'acqua, entravi sempre fino alle ginocchia e mai oltre, e poi bevevi. Che sapore aveva l'acqua del lago? Poi, corresti tutto scomposto verso di noi, felice di vivere, felice di sentirti finalmente sicuro. Quel giorno, mancava molto meno di un mese alla tua Partenza, ma né tu né io lo sapevamo.



Oscar, a volte eri leggermente 'tra le nuvole', un poco svagato e brontolone verso gli altri cani; vivevi così ogni secondo della tua nuova vita. Non stavi a recriminare per il tuo passato di prigionia, non ti autocommiseravi, ma accoglievi con generosa ilarità tutte le cose nuove che la sorte ti aveva regalato: la famiglia, l'amore, la cura. Vivevi in pieno, ti tuffavi nell'acqua dei torrentelli per bere e rinfrescarti, oppure dormivi sdraiato naso contro naso, insieme alle tue due anziane amiche - una volta per ciascuna. Forse eri diventato freddoloso, così adoravi quando giocavo a farti su tutto intero in una copertina morbida: ci stavi rannicchiato a russare per ore, forse notti o pomeriggi interi! 

Sapevi che il tempo del rimpianto e del lamento sarebbe stato tempo sprecato, che era preferibile trascorrere le ore e i giorni assaporando ogni istante di occasione di vita. 


Che fortuna incontrarti e viverti, Oscar caro! Non poche volte i ricordi e le immagini di te mi hanno sorpreso nei momenti più inattesi, in questo anno. Ti ho promesso una cosa: " Che il dolore trascolori in nostalgia, che l'assenza ritorni presenza, in nuovi giorni, da vivere in nuovi modi, secondo una direzione che il cuore mi urge per ricordarti sempre, e che sto tentando anche nei gesti di tutti i giorni. Ogni giorno un po' di più".

martedì 4 febbraio 2014

Vale più una immagine (3)

Lisa, 13 anni, estate 2013
Fonte: http://isaleshko.com/elderly-animals/

Gli animali anziani hanno una fragilità forte per la quale provo grande emozione.
Forse dipende dal fatto che tutto il loro muoversi e vivere nello spazio del mondo, ogni loro espressione e ogni loro dialogo, è ricchissimo di esperienza, e io cerco di osservare i segni di questa esperienza, di questa idea del mondo, a volte cerco persino di impararne qualcosa. Perché è sicuro che una idea del mondo, se la sono fatta, altroché!
Per esempio: il come possano aver trascorso una vita fatta di segregazione e privazioni, conservando la fame di vitalità, che coglie ogni occasione per rincorrere i fili d'erba in un prato, per bere l'acqua fresca del torrente, in mezzo a una caldissima estate, capaci di non perdere tempo prezioso in rimpianti, ma davvero cogliendo l'attimo - come se fossero ancora e per sempre giovani avventurosi alla scoperta di tutte le cose, da vivere nella loro pienezza. Questo è (anche se non è più visibile) Oscar, intrepido e trasognato. (Scrive Christina Anagnos, nel suo libro sulla violenza verso le donne, che "la sensazione di libertà eterna che porta la fine definitiva di un martirio, produce un'euforia incontrollabile, ti abitui subito alla nuova realtà e capisci ancora meglio le cose che ti eri persa per tanti anni"; e a me son sembrate parole che possono benissimo calzare anche per un qualsiasi individuo altranimale reduce da qualsivoglia maltrattamento; e di certo per Oscar sembrano scritte da qualcuno che lo ha conosciuto!).

Per esempio: il fatto di come abbiano affrontato maltrattamenti e pericoli e oltraggi fisici - che hanno lasciato il segno indelebile nel corpo - senza perdere nemmeno una briciola di vivacità e tenacia, o dell'intrigante curiosità che fa annusare ovunque, e della tenerezza scontrosa che si rannicchia contro il respiro dell'umano amato, capaci di godere di ogni momento di sicurezza (un prato di trifogli al sole primaverile), o di scoperta (le vie di un paesino lontano); e capaci - cosa ancor più notevole - di lottare con grinta contro un handicap fisico pericoloso e potenzialmente mortale, con una forza coraggiosa che si rinfocola con la fiducia di avere un sostegno vicino. Questa è Lisa, briosa e sensibile. (Nella foto è lei).

Ho parlato di cani: il cane, che è compagno dalle origini - reciproche - con homo; e che è il nostro legame con la nostra animalità (forse per questo che la sua domanda di lealtà viene spesso tradita?), a un livello profondissimo. 

Ma è del tutto evidente che non solo i cani,  ogni animale condivide con homo il 'privilegio' di invecchiare per infine morire.  Anche gli altri individui animali che invecchiano, distillano la loro personalità individuale, diventano oltre modo irripetibili, non si può guardare a loro e poi tornare a pensarli come 'cose', come purtroppo accade sempre e anche troppo. Perciò le immagini di Isa Leshko mi hanno chiesto di fermarmi a osservarle? Forse.
Leggo: "La fotografa Isa Leshko Photography ha iniziato a fotografare animali anziani dopo che a sua madre è stato diagnosticato il Morbo di Alzheimer. L’improvvisa vicinanza con la malattia l’ha costretta a confrontarsi con la morte e, prima ancora, con l’enorme dignità di individui che portano sulle spalle una vita intera.

Nasce così la serie 'Elderly Animals’, i cui protagonisti sono animali anziani, malati, ritratti in bianco e nero. Immagini che riguardano ognuno di noi, che vanno a toccare la nostra intima paura di invecchiare e l’incredibile serenità con cui sanno farlo gli animali."


 Ma in che modo ci dovrebbero riguardare queste immagini? La vecchiaia e la debolezza fisica che le si accompagna, viene rifiutata e temuta nella nostra società, non dico nulla di nuovo. Se vogliamo davvero guardare questi animali anziani, senza sovrapporre il nostro sguardo e il nostro sentire, forse dovremmo provare a cogliere - di ciascuna immagine - la essenza di una vita intera - quella-vita-individuale-irripetibile - che invecchia e ci lascia i suoi ricordi, attraverso i suoi gesti: la sua eredità autentica. Se siamo fortunati, saremo in grado di capire quali di questi gesti sono anche parte delle nostre abitudini, e come - in tal modo - possiamo, o vogliamo, invecchiare anche noi, incamminandoci come loro, o magari con loro, alla fine della vita. Non credo che significhi arrendersi, tuttavia. Chissà? Dopo aver osservato questo, quindi, smettere di guardare, lasciare all'anziano del ritratto, il successivo diritto di non farsi ritrarre più, di sottrarsi agli sguardi.

La pagina dedicata a questo progetto, fatte queste premesse, ha il pregio di regalarci l'essenza dell'anzianità di molti animali il cui destino impostogli con crudeltà, è invece quello di morire giovani - anzi, bambini. Essenza anziana: occhi lucidi, grinze nel corpo, sonno, sogno, presenza visibile e allo stesso tempo già distante, altrove.

mercoledì 25 dicembre 2013

ALLA SCOPERTA DEGLI ANIMALI DISABILI Intervista a Valeria Del Carlo

Valeria Del Carlo, con un piccolo cucciolo

Uno scambio con Valeria Del Carlo, testo raccolto via telefono con appunti, successivamente organizzati nel seguente monologo - novembre 2012 (prosegue il tema della disabilità animale, introdotto qui.

Valeria Del Carlo è la presidente dell'associazione di volontariato "Piccole Cucce", attiva nella provincia di Lucca. Tra i vari compiti dell'associazione, c'è la sensibilizzazione verso la disabilità animale e la divulgazione di questo concetto, con iniziative nelle scuole e progetti come l'annuale "raduno AN.DI" , in Toscana. Molto importante anche la partecipazione alla rete di mutuo aiuto del progetto "S.O.S. Carrellini", di cui, in futuro, avremo modo di parlare.

<<Da molti anni mi occupo di animali con lo scopo di aiutarli.
L'esperienza con gli animali disabili, che mi ha coinvolto in prima persona, è avvenuta a contatto col mondo felino, in un approccio coi gatti. Forse, i gatti suscitano una reazione più forte rispetto ai cani – se disabili – perché nell'immaginazione delle persone comuni, i gatti sono associati all'idea di estrema agilità. Parlo di cani e gatti perché, come è ovvio, sono gli animali che più facilmente si incontrano, anche tra quelli bisognosi.
Il primo animale disabile che conobbi in prima persona, e col quale ebbi a che fare, fu infatti proprio un gatto. Fu una svolta nel mio pensiero, che andò ben oltre anche il sentimento di empatia, che fino a quel momento aveva guidato le mie decisioni.
Era un animale disabile, la sua disabilità aveva a che fare con le zampe e l'uso degli arti. Lui, era riuscito a imparare a usare anche la coda, in modo del tutto personale, unico e creativo, per superare le sue difficoltà. Venne in breve adottato, ma aveva cambiato decisamente tutto il mio pensiero nei confronti degli animali, da lì ho iniziato a elaborare considerazioni mie, sui disabili animali.

<<Per cominciare, vedo con occhi diversi anche le reazioni delle persone, poste di fronte all'animale disabile, estranee a questa esperienza. Se all'inizio, c'è da parte loro un automatico sentimento di pietà, si accorgono che le cose non sono quel che sembrano, e avviene quindi una cosa straordinaria, cioè che l'handicap, la disabilità, la malformazione, diventa invisibile, perché così è in partenza per l'animale, cane o gatto, che continua a comportarsi spinto dalle sue esigenze, dai suoi sentimenti e desideri, che lo motivano a superare con tutta la sua energia e inventiva, la difficoltà iniziale. A questo punto, le persone, questi animali umani così suggestionati da tanti pensieri che in realtà non sono i loro, ma che hanno per così dire imparato dalla società, cominciano a sviluppare pensieri collaterali, nuovi e diversi, che illuminano anche la loro sensibilità. Il gatto o il cane, diventa – tra le altre cose – un esempio, un maestro, per comprendere cose sulla diversità, ancor più estremizzata, in partenza, dalla presenza di un problema fisico, che rende l'animale a sua volta 'diverso' tra diversi (almeno ai nostri occhi umani).

<<Il mio coinvolgimento si eleva, si trasforma, si arricchisce, in un continuo scambio con gli animali disabili che incontro e che provo ad aiutare, in modo che a ogni successiva occasione, la qualità e l'intensità e la forza del rapporto che si sviluppa con questi animali, si modificano e si amplificano.
Sul versante pratico e quotidiano, infatti, la nuova luce che c'è al fondo di questi sentimenti nuovi (o forse riscoperti, rivitalizzati dal contatto), infonde nuovo coraggio.

<<Tanti anni fa, quando questo percorso è iniziato, quasi per caso, la disabilità animale era un tabù, che non veniva nemmeno nominato, figuriamoci se riconosciuto o esaminato.
Per gli animali 'con handicap' o con problemi, i veterinari e l'uso diffuso prevedevano una sola soluzione, sempre quella, definitiva. Era un esito doloroso: e all'animale non veniva data nessuna possibilità di una ulteriore e diversa vita, non aveva voce in capitolo, eppure gli umani stavano in quel momento decidendo di una vita che non era la loro. Dimostravano una specie di empatia debole, che però non si metteva davvero nei panni dell'animale, immaginando cosa avrebbero voluto loro se fossero stati al suo posto.

<<Erano situazioni critiche, anche per molti professionisti e veterinari, oltre che per molti volontari, impegnati con la sola risorsa della loro emotività, a fronteggiare situazioni in quei casi davvero al limite. Ci volle – parlo della mia esperienza personale – un aiuto forte, da parte di una veterinaria davvero determinata, per cominciare a dare a queste situazioni una diversa direzione.

<<Tra volontari e veterinari c'è o dovrebbe esserci, una stretta comunicazione, perché gli uni si fermano dove iniziano gli altri. Al centro, sempre questi tanti animaletti, più esposti degli altri alla necessità di una cura umana, alle conseguenze di scelte non loro, anche se fatte per loro, a tutti gli aspetti di un 'poi' che, proseguendo le singole vite, mette in luce nuovi bisogni, nuove necessità, richiede nuove abilità e strategie. Negli anni, si formano delle complementarietà, con fatica, ma anche con gratificazione.

<<Otto anni fa, per Tito, è andata proprio così. Una veterinaria, si è fermata, non si è arresa, e gli ha (ri)dato la vita. Il primo passo l'ha fatto lei.
Da quei passi iniziali e decisivi, l'operare modificato dei volontari, ha a sua volta modificato gli atteggiamenti di altri veterinari, e delle persone che si ritrovano a vivere con un animale disabile in casa.
Dopo veterinari e volontari, il terzo vertice di questo triangolo umano al cui centro c'è l'animale disabile, è proprio dato dalle persone che hanno l'animale disabile nelle loro case e famiglie.
A lungo, queste persone, che si vedevano come 'padroni', si sono fermate sulla soglia estrema della disabilità. Si sono rifiutate di oltrepassarla, sono rimaste al di qua, e hanno scelto l'eutanasia.
Tra i tantissimi elementi che pesavano su questa loro scelta, uno mi ha sempre colpito: la vergogna che provavano nell'avere un animale menomato in casa. Così come si faceva se si aveva un familiare umano con handicap (e come oggi forse per fortuna si tende a non fare più) , si tendeva a nasconderlo, a tenerlo in casa, forse anche con l'intento mal direzionato, di proteggerlo. C'era la vergogna, la non volontà di dover spiegare e raccontare.
Gli sguardi reciproci, tra animale e persone della famiglia, poi coi volontari e i veterinari, poi tra tutti gli umani coinvolti, erano di pietà, compassione, ma poi anche di ostentazione, come se 'mostrare' l'handicap dell'animale fosse paragonabile a un gesto di esibizionismo, a una sollecitazione a velleità voyeuristiche, vagamente morbose.

<<Perché la forza dell'empatia agisca su questi atteggiamenti, occorre, naturalmente, il tempo. Allora, cambiano i modi di pensare e di vedere, tra le persone comuni. Quello che all'inizio era vergognoso, smette di essere improponibile. Il pensiero limitante, che bloccava ogni scelta diversa e alternativa a quella dell'eutanasia, piano piano perde terreno, di fronte a considerazioni di altro livello, di maggiore apertura. Cuore e mente, acquistano la caratteristica di diventare 'diversamente aperti'.

<<Un animale disabile, accolto con nuova consapevolezza, ri-orienta per intero tutta la vita delle persone che vivono vicino a lui, rimette in ordine diverso priorità e valori, in un certo senso obbliga a ripensare tutta la propria vita, a cominciare dalle minime cose quotidiane. E ciò che avviene anche quando si vive con un umano disabile, a ben pensarci, con un doppio impegno di empatia, e di superamento di ostacoli e barriere: quello della disabilità, e quello della specie.

<<Oggi è una situazione più normale e diffusa, e per fortuna le persone trovano più facilmente e velocemente, le motivazioni interiori per imparare a vivere accanto a un altro animale disabile.
Così, scoprono che si possono fare cose insieme, cose diverse da quelle che ci si aspetterebbe di fare con un cane o un gatto 'normodotato'. Ma la diversità di risorse fisiche a disposizione, in modo reciproco e bidirezionale, diventa costruttiva e positiva, scambia informazioni reciproche, porta a mutare se stessi, ad approfondire – se si ha la volontà di farlo – la propria consapevolezza, a focalizzarsi su 'cose' a cui prima forse non si pensava nemmeno. E non tutte hanno a che fare con doveri medici e di cura, con ostacoli da superare. Anzi. Spesso ci mettono di fronte a soluzioni creative, a modi e stili di vita speciali e diversi, perché unici, personali e individuali: dell'animale disabile, di noi stessi, e di noi come insieme, sistema familiare composto da animale umano + animale non umano.

<<Si fanno avanti aspettative nuove, diverse, quasi 'eccezionali', perché tutto quello che viene dal vivere insieme si fa speciale e particolare, ogni volta diverso e da ripensare.
Diversi sono i livelli della disabilità. Diversi i modi degli animali di avere a che fare col mondo reale intorno a loro. Mi capita di pensare che a volte, loro ti stiano prendendo in giro, o ti stiano mettendo alla prova, giocano con gli sguardi, che ti inviano e coi quali comunicano, chiedono, affermano. Coi gatti, coi quali ho un rapporto più frequente e più ricco, per via del lungo tempo di frequentazione, questo è evidentissimo.

<<Loro, gli animali, non si sentono menomati. Ma noi, che li vediamo, modifichiamo più o meno inconsciamente, il nostro atteggiamento e modo di comportarci nei loro confronti, poiché abbiamo davanti un animale che ha subito qualcosa (incidente, nascita con problemi, maltrattamenti, mutilazioni, e altro). Ma per loro, quella è la realtà, quello è il mondo in cui si trovano a vivere e col quale devono e vogliono agire. Ho avuto a che fare con gatti nati senza occhi, che sviluppavano o portavano alla superficie nuove e diverse facoltà, 'un sesto senso' e altri canali di comunicazione, per scambiare informazioni. Creano la misura e il ritmo della nuova relazione, anche con noi, oltre che con gli altri animali che incontrano, magari nelle nostre case. Ci chiamano a un nuovo impegno di relazione, poiché nemmeno per un istante pensano che la loro richiesta di vita sia inferiore o meno valida di quella di altri, considerati 'sani' o 'normali'. Aprono davanti a noi nuove finestre sensoriali, altri livelli di percezione, altrimenti inavvicinabili per un umano. Animali disabili, anche sofferenti, trovano continuamente strategie per compensare, per riempire i vuoti con nuove capacità. Io li aiuto col gioco, e ho l'occasione, che considero preziosa, di scoprire i molteplici lati della inventiva degli animali: un gatto privo delle zampe anteriori, usa le zampe posteriori, e la coda,e la bocca, in modo nuovo. Loro per primi diventano esploratori di nuove vie per avanzare nel mondo reale, e scoprono e mettono in atto strategie e intelligenze.

<<Se tu sei un umano, e ti trovi alle prese con queste situazioni, sei forzato a cambiare, perché la realtà che vedi e vivi non è più quella che pensavi che fosse. Cambi, per non sentirti e intrappolarti tu stesso in una situazione di 'disabilità', che definirei percettiva, emotiva.
Dove noi ci blocchiamo, loro procedono oltre, cambiano la vita stessa, o meglio, è la vita che li dirige verso cambiamenti inaspettati, spinge il limite oltre, fino a creare un vero e proprio mondo diverso.
La domanda, tante volte, mi ha così colto, in modo del tutto spontaneo: chi è, quindi il vero limitato? Chi il vero disabile?>>
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