Oggi ti sei divertito, mentre i cani annusavano i loro universi nei fili dell'erba di un parco: ti sei divertito a fare foto con la nuova macchina fotografica. Nulla di che: una automatica comunissima, che però tra i suoi menù con varie opzioni - veri giocattoli per autentici incapaci della fotografia - ha anche quella per le foto macro. Quelle foto che esplorano il molto piccolo e lo fanno lievitare di colpo alla grandezza di un mondo intero. O fanno rimpicciolire noi all'istante, per farci cadere dentro quel mondo.
Queste foto che hai fatto, possono essere belle oppure no; inaspettate invece che deja vu; sorprendenti anziché insignificanti. Resta il fatto che mentre le scattavi - queste e molte altre - ti sei soffermato davvero a pensare: e se questi germogli fossero per me alberi, cresciuti su una parete lignea ad altezze pazzesche? E se le pieghe di quei funghi fossero come tetti di case di un villaggio abbarbicato su un rilievo radicale, che è emerso dal terreno per far da base a un vertiginoso fusto che arriva fino al cielo? Il tronco e la corteccia hanno di sicuro degli abitatori, che la percorrono nel senso della lunghezza del fusto, o dello spessore del legno. E se tu fossi tra quegli abitanti?
Sulla parete verticale, vicino ai germogli-alberi-germoglialberi, si aprono orizzonti vastissimi su prati, altri mega-alberi e giganteschi animali che appaiono all'improvviso come nubi temporalesche . Davanti alla terrazza di funghi, ombreggiata da grandi foglie verde scuro, si spalanca un arcipelago di ondeggianti fili d'erba e foglie crocchianti e secche, un oceano percorso da veloci animali o percosso da imprevedibili estremità di colossali e improvvisi animali enormi e impossibili da vedere per intero.
(Tutto questo, è solo un innocuo pensiero saturnino: cioè allo stesso tempo fantasticheggiante ed espresso di sabato pomeriggio. Anche se - partendo da qui - potresti cominciare a pensare alle diverse dimensioni delle percezioni della realtà e del mondo, che ciascun animale ha: tra loro sono imcommensurabili, e perciò - di primo acchito - dovrebbe essere ovvio quanto sia senza senso metterle tra loro in paragone, in confronto, in gerarchia).
(Per inciso, mentre scattavi e provavi un senso di vertigine: Ti sono venuti in mente i 'micronauti'):
Questo, il primo... |
... e questo, il secondo (che hai letto) |
non questi - anche se ci hai giocato |
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