Gli animali che vivono in un santuario, dice Sara D'Angelo, sono "ambasciatori della loro specie", presso la popolazione umana. "Raccontano meglio che con infinite parole, come dovrebbe essere la vita e quasi mai è".
Sono qui a dirci, con la loro vita, che possiamo provare a pensare un mondo diverso da quello che è - perché non è per niente un mondo obbligatorio né tanto meno obbligato. Ma è invece un mondo (auto)imposto, fatto di sopraffazione verso chiunque non sia in grado di essere al livello della performance della civiltà che tutto divora.