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domenica 20 settembre 2020

Antispecismo al Museo Faraggiana di Novara: finalmente!

 



Quelle che vedete sono le tre sculture che l'artista novarese Davide Arisi ha installato nel giardino all'entrata del Museo Naturalistico del Palazzo Faraggiana a Novara: sono un cane, un gatto e un coniglio, fatti principalmente di fili metallici e di filo spinato. Le ha scelte Valentina Ferrario, studiosa ai Beni Culturali - insieme all'artista: ciascuna rappresenta il 'pet' da compagnia che è al centro delle tre Associazioni protezioniste che si sono presentate nella giornata. Si tratta di ANAG, Mondo Carota e Il Giardino di Quark

 

domenica 13 settembre 2020

venerdì 24 gennaio 2020

Sei andato a vedere la mostra sui divisionisti

Maternità (olio su tela) - Gaetano Previati

Due volte sei entrato al Castello di Novara, attratto dalla mostra sulla pittura divisionista e sui suoi artisti. (La mostra c'è fino al 5 aprile, magari ci vai pure una terza volta...).

domenica 12 gennaio 2020

Una ragazzina, un gattino e un piattino tra di loro

Emilio Longoni, Ragazzina col gatto, 1892 ca., olio su tavola, 24×33 cm

Questo piccolo quadro ti ha incantato quando lo hai visto la prima volta. Per la sua domesticità che sottintende molti discorsi, per l'eventualità che si tratta di un gesto di gentilezza. Forse.

mercoledì 5 giugno 2019

Cute: non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che è strano - 1


Nei tempi inconsapevoli della (tua) infanzia, questi due personaggi popolavano la televisione in bianco e nero e reclamizzavano in Carosello prodotti caseari. Vi ricordate come si chiamavano?

domenica 28 ottobre 2018

domenica 9 settembre 2018

domenica 22 luglio 2018

Super tuffo super rosa

Kholer's Pig - stampa , 28 x 19
Stampa vivida e iperrealistica (per i colori) ma surreale (per il soggetto): scene da un futuro alternativo?

domenica 24 giugno 2018

...E la mucca saltò

And the Cow jumped - 2007, olio su tela



Jamie Wyeth è un pittore realista. Dipinge soprattutto coste, paesaggi e animali del Maine e della Pennsylvania.
Figlio e nipote d'arte, è cresciuto in Pennsylvania.


(grazie, Francesca)

domenica 27 maggio 2018

sabato 24 marzo 2018

... e il gatto




Artista: Utagawa Hiroshige (1797‐1858)
Titolo: Risaie ad Asakusa e la festa di Torinomachi.
Data: 1857

domenica 11 febbraio 2018

Il cardellino di Hokusai








Katsushika Hokusai Cardellino e ciliegio piangente, dalla serie “Piccoli fiori”, 1832 circa Silografia policroma, 25,1 x 18,2 cm Honolulu Museum of Art

lunedì 14 novembre 2016

500 anni di volti femminili



 Music: Bach's Sarabande from Suite for Solo Cello No. 1 in G Major, BWV 1007 performed by Yo-Yo Ma


Questa è la settimana della terza candelina per la Confidenza Lenta. Per te è una ricorrenza importante, molto personale e intima e allo stesso tempo molto aperta, se c'è qualcuno che vuole partecipare. 
Tra le cose che hai imparato ad apprezzare e quindi a proporre, ci sono le clip video, su vari argomenti; spesso molto più incisive delle parole scritte. Questa è un piccolo regalo, per te, per chi ha voglia di leggerti, e per la Confidenza stessa.


martedì 2 giugno 2015

Ohara Koson, gli umani sullo sfondo - Vale più una immagine (9)

Pipistrelli. Fonte: The Gorgeous Daily


Gli animali dipinti di Ohara Koson, artista giapponese - li avevo forse già intravisti, senza sapere che fossero suoi ritratti; ma mai li avveo visti così bene come nel libro "Il Mondo Animale"
Sfogliare piano piano queste grandi pagine, che sono tutte da guardare, meglio se su un prato, all'ombra di un albero, sembra portare chi guarda in un mondo sospeso e a volte sommerso, abitato da soli animali, quelli non umani.
Un mondo rarefatto, stilizzato, quasi - un mondo molto haiku - dove umani non ce ne sono, a parte il nostro occhio che si spinge a scrutare le sfumature e i dettagli delle stampe e dei dipinti, eseguiti, tanto tempo fa, da un altro umano. eseguiti a memoria? Oppure osservando?Oppure seguendo i canoni e i dettami della sua scuola estetica, la via artistica da lui seguita?
Nelly Delay, appella Ohara Koson come "l'ultimo dei naturalisti giapponesi",ispirato dalla Natura in un mondo (dal 1877 al 1945) alle prese con aperture a nuovi orizzonti e sconvolto da due guerre mondiali - dove la natura stessa e la sensibilitò che occorre per  passare il tempo a osservarla, trovano sempre meno spazio e considerazione.
Paziente, costante, attento studioso, maestro sia nella pittura che nella stampa, Koson 'congela' piante e animali in una perfezione che vive di istante rappreso e di emozione raffreddata - ma di emozione, in ogni caso, che trapela dalle sfumature, dai dettagli, dai fiati sospesi e sorpresi mentre l'occhio osserva  e ricorda.  Il Giappone millenario è semopre stato devoto alla natura, il sole è ancora oggi la divinità suprema, gli alberi secolari sono venersti come templi, e nei templi ci sono statue per le volpi o i gatti - ogni animale è sacro, per la sua natura.
Koson rientra nell'alveo di questa devozione, in un'epoca in cui però è più importante "catturare la vitas nel cuore e nella mente, e trasmetterla per mezzo del pennello" - diceva Sekien, e Koson adempie a questo obiettivo: nitore e dettagli al limite del subliminale - le sfumature del cielo, i riflessi degli stagni, i chiaridiluna su penne e manti, le ombre tra le ali, l'espressioni degli occhi. Pochissime le figure umane, sagome nere sperdute nella notte, comparse casuali e irrilevanti. Koson sceglie di sentirsi maggiormente se stesso in un mondo spoglio di umani, relegati via lontano. Che lasciano spazio nel mondo anche agli altri suoi abitanti, e si limitano a osservarli, magari con devozione.
Potrebbe quasi essere un ideale etico-estetico, una ipotesi di arte di un mondo futuro di animali liberati da- - e un mondo per fortuna pensabile, concepibile e proponibile, anche con le inaspettate e belle sorprese visive della pittura giapponese dell'ultimo naturalista.

Fonte: Wikiart





Fonte: Wikiart

Fonte: Rebeldog


Fonte: Wikiart


mercoledì 7 maggio 2014

Vale più una immagine (8) - Prigioni disinnescate

"
Quadro di Hartmut Kiewert

Hartmut Kiewert è come un bambino che realizza le sue fantasie. Lui, infatti, gioca a quel gioco di libere associazioni della fantasia e dei sogni, capovolge e per fortuna stravolge e azzera tutte le regole mortifere, necrofile, della nostra società, ne distrugge i mezzi e i simboli e insieme a questi distrugge tutti i meccanismi oppressivi. Gli animali, di nuovo liberi, pacificamente vittoriosi, trionfano godendosi la loro presenza mentale e vitale tra boschi, prati,  senza più la paura dell'UOMO.
I vari luoghi vegetali vengono restituiti a loro stessi e sottratti alla morsa umana - della quale restano le rovine, le rovinose e rovinatrici macchine imprigionanti e uccisorie (in una estasi quasi ballardiana di gusto per la distruzione meccanica - percepita come uno scandaloso e osceno vilipendio nella nostra società). Sono - le macchine inerti e disinnescate, che siano autoarticolati del macello, o capannoni di allevamenti -  come vestigia di una civiltà scomparsa e incomprensibile nella sua determinata-meccanica azione onnivora-biovora - un Terminator-Leviatano.

"Facciamo che il camion che imprigiona i maiali che piangono perde l'equilibrio, esce di strada, va a sbattere contro un albero e non riparte più"
"Sì... però l'albero non si fa niente, solo il camion"
"Sì... e il camion si guida da solo, e perde l'equilibrio perché i maiali dietro piangono e lo distraggono"
"Sì, ma lui è cattivo, vuole correre lo stesso, ma finisce contro l'albero"
"Sì... e ... e allora tutte le porte del di dietro del camion si rompono, e i maiali escono tutti liberi e felici"
"Sì.... e si mettono a mangiare felici l'erba e le bacche del bosco sotto gli alberi"

I bambini sono capaci di vivere e mettere in scena le loro emozioni, coi giochi immaginativi. L'immaginazione è la loro azione - e per gli artisti è un po' la stessa cosa.
Allora penso al Kiewert emozionato come un bambino, fino alle lacrime e alla rabbia per la consapevolezza e la vista di Animali imprigionati e uccisi a migliaia, per di più con modalità che dissimulano la violenza, e nascondono l'Animale. 
Penso alla sua emozione che lo fa ribellare e gli fa realizzare le sue opere: atti di smascheramento, atti di liberazione immaginata, voluta, sperata, resa già reale e anticipata in un qui-e-ora che per il momento è ancora solo immagine artistica, ma che è già pronta a diventare condizione reale per la situazione di tutti gli individui animali, che già si ribellano e che sapranno cogliere la via di fuga e di vita e di libertà, così come ora colgono ogni micro-risorsa di resistenza allo schiacciamento dei loro corpi - fosse anche il suicidio, o la pazzia (ma è un tema su cui tornare, merita tutta l'attenzione). 
E allora, è un po' una cosa alla Sartre: l'emozione offre la via di fuga dell'immaginazione di una realtà nuova e diversa, e più bella secondo me: gli altri individui animali liberi e vivi. 
Ed è anche un po' una cosa alla Tolkien, con la sua 'fuga del prigioniero', cioè la fuga doverosa da una realtà che è inaccettabile e che deve venire rigettata e poi combattuta, per trasformarla, cambiarla, ricrearla.

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