domenica 4 dicembre 2016

Il Giardino-Casa di Quark (e adesso di Joe) - 1


Per il Giardino, di qua...
Dopo più di un anno, hai ritrovato Alessandra Boccalate, la 'mamma' di Quark e del suo Giardino, alla sera della presentazione del libro di Luca Spennacchio. E hai cominciato a dirle dell'eventualità di un bel post sul Giardino - dove tu hai iniziato a conoscere il mondo del volontariato e degli operatori dei canili, un po' di anni fa. Quindi, dal momento che questo tipo di conoscenza ed esperienza era stato - col senno di poi - forse il migliore che avresti potuto sperare di trovare, considerando che partivi da quasi zero, quando hai rivisto Alessandra alla fine della sera poetica con Valentina Veratrini, le hai proposto di trovarsi in rifugio, un pomeriggio, per fare foto e per raccontare il Rifugio. Quel che segue, è il risultato di quella chiacchierata - e di alcuni messaggi internettiani. Il post, per la quantità e la bellezza delle foto, si divide in due. Non volevi rinunciare a questo viaggio virtuale spaziotemporale tra i fiori, i cani e i gatti del Giardino. 
Questa è la prima parte.

A:
"Sentendo parlare Luca mi son resa conto di quanto sia diverso il Giardino di Quark da ogni altro canile. Nella mente di tutti restano sempre un canile, un box. Quando sono andata al rifugio l'altra sera dopo la conferenza ero ancora più contenta... i nostri piccoli non erano in un box ma nella loro cameretta, nella loro casa. Non isolati ma anzi più sereni che in moltissime famiglie."


Nera per caso...



G
"Mi ricordo: ognuno ha la casetta arredata secondo le sue esigenze. E per quel che dici, a proposito del fatto che stanno meglio al rifugio che in molte famiglie, sono d'accordo. Le famiglie dove un cane sta male sono molte, e sono quelle dove il cane è visto e vissuto come qualcosa e non qualcuno e dunque non ha spazi suoi propri, soprattutto non ha spazi di libertà espressiva.".



Una casa nel bosco fiorito?





A
"Sì, certo, proprio vero: qualcuno e non qualcosa. E anche: 'quel' cane e non 'un' cane.
"Luca diceva che nei canili ben che vada si dedicano pochi minuti veri e di qualità a ciascun cane. Da noi non è cosi. Sono in compagnia almeno 12 ore ogni santo giorno e a ognuno è dedicato tempo e loro sono insieme a noi, si muovono in mezzo a noi mentre si fanno le cose. Queste è importante. Cani di famiglia più felici di quand'erano in famiglia!"

Metti insieme il racconto di Luca e quel che ricordi del Rifugio e ti accorgi che ce ne sarebbero di cose da dire del Giardino di Quark! Intanto, per sgombrare il tavolo dalle cianfrusaglie, pensi che sia importante sottolineare che una struttura-canile - se è 'solamente' ineccepibile sotto il profilo costruttivo-spaziale (ma su questo punto si apre una ulteriore questione: gli spazi a settori e corsie invece che con soluzioni meno confinatrici, per dire), e poi dal punto di vista organizzativo: allora quello è solo il punto di partenza. O così dovrebbe essere. Sei d'accordo con Alessandra: quel che conta sono le persone, e le ore effettive di presenza coi cani. Perché i cani - ce lo ricordiamo? - sono animali sociali. Toh: proprio come noi. Quindi, fuori dall ufficio! di corsa in mezzo ai cani, tra l'erba, la terra, gli alberi, le cucce, le piastrelle, le coperte e tutto il resto che compone il mondo esperienziale del rifugio per loro e che deve essere a loro beneficio esclusivo.





Qui si prende il sole


La realtà del Giardino è quella di un luogo che è famiglia, un grande branco interspecifico, cani e umani insieme, a fare cose insieme e a vivere insieme. Siamo già oltre al concetto di 'buone pratiche', che rientra - ma non la completa - nella nozione di canile 3.0.


Fiori di benvenuto


Estate...


Qui si corre


Fiori ovunque



Cani, è ovvio



... e gatti



...e cani



La cucina


Parco Gatti  - come Aoshima
La 'dieta acquatica' di Joe



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