venerdì 6 febbraio 2015

Il recinto dei cuccioli






tutte le foto di Grazia Lampugnani Arnz e Giovanni



Nota: questo pezzo ho pensato di metterlo in questa giornata della 'mungitura in piazza', le cui motivazioni sono interamente economiche, pur se ben occultate con un alibi 'educativo' (! sic). il pezzo risale a diversi anni fa, 2009, e doveva uscire per un giornale locale novarese, che lo rifiutò. Uscì poi, pochi mesi dopo, sul blog AMICI DI GRETA. Oggi lo ripropongo tale e quale: è la prova che certi metodi di sfruttamento totale degli altri animali non sono per nulla scomparsi. 

 
IL RECINTO DEI CUCCIOLI----
NOVARA, 9 DIC 2009 - Domenica 6 dicembre, primo ponte dicembrino, il Natale si avvicina. Ci sono: il trenino colorato, i mercatini, il tendone equosolidale, la pista di pattinaggio, le bancarelle. Fin dalla mattinata, le vie del centro, tra il Castello, il Broletto, le piazze, l’Allea, il parco si popolano di persone, sempre di più, a passeggiare, guardare, mangiare, e chissà quante altre cose ancora. Il traffico si congestiona.

Si congestiona anche la folla intorno a un punto molto particolare della grande ‘fiera’ natalizia: il recinto dei cuccioli. È un recinto basso, di legno pitturato di bianco, coperto da un gazebo pure bianco. Il recinto è piccolino, a occhio misurerà una decina di metri quadri. Il ‘pavimento’ del recinto è fatto da un telo di plastica, su cui è distesa della segatura e trucioli di legno; lungo i bordi, un po’ di paglia. Dentro il recinto, una capra nocciola, legata con una catena alla palizzata, un asino adulto e un cucciolo, spesso accucciato e immobile e – infine – un vitello, nero e bianco –
un altro cucciolo. In un secondo recinto più piccolo, c’è una gabbia con dentro quattro conigli, che zampettano piano e più volentieri, rimangono fermi e vicini gli uni agli altri. Il recinto è collocato di fronte alla Sala Borsa, dove è in corso una fiera della Confagricoltura. Siamo proprio vicino alla pista di pattinaggio, quasi di fronte alle casse che trasmettono musica ad altissimo volume, per lo svago dei pattinatori.

Facciamo un giro tra la gente. Ci intromettiamo nella loro curiosità,
parliamo, facciamo domande in relazione al destino di questi animali: la padella...

“Io mangio pochissima carne, non riesco di più. Mangio solo il pollo!” dice una signora.
“Non darei i permessi di mettere in esposizione questi animali in questo  modo. Non ne capisco l’utilità”, dice un'altra signora.
“Non li metterei qui, in mezzo alla gente. Devono stare a casa loro, nel loro ambiente”, dice una terza signora. Sì, ma quale dovrebbe essere il 'loro ambiente', dal momento che provengono tutti da qualche allevamento?

“È giusto per i bambini, così vedono gli animali. E già, ma se sapessero che questi stessi animali vengono uccisi per diventare la bistecca nel loro piatto, non la mangerebbero più, forse diventerebbero vegetariani”, dice un’altra signora, anche lei non vuol dire il suo nome.

“Interessante vedere questi animali. Si sapeva già, che questi vengono macellati. … comunque mi piace mangiare carne. Certo, a vederli così, se dovessi ucciderli io per mangiarli, non lo farei mai. Al supermercato, nel piatto, non ti accorgi che sono questi animali, la bistecca non si capisce che viene da questi animali”, dicono Davide e Daniele.

Una bimba dice: “Sta piangendo!”, mentre ascolta i muggiti del vitello. I suoi occhi non si abbassano quando le diciamo che presto verrà ucciso per essere mangiato, è coraggiosa, prova dispiacere. I muggiti si fanno sempre più alti, sempre più frequenti. Il vitello è un cucciolo, che non può sottrarsi nemmeno per un secondo alle manine dei bambini, ai flash delle macchine fotografiche, alle persone adulte che lo guardano con occhi assenti, o ridono quando muggisce, gli fanno il verso. Chiama la sua mamma, che non arriva, che non c’è. Ha fame, perché cerca ancora la paglia o prova a poppare dalle dita delle mani che si sporgono (quanto è morbido e umido il suo naso grigio!), ma quando non riceve nutrimento, cerca di scostarsi, solo per incappare in altre mani; prova a correre, ma la ‘fuga’ finisce subito, quasi contro la palizzata, dove rischia di scivolare e sbattere, rompendosi le zampe. Intanto, l’asinello  è accucciato, e rimane immobile a lungo, poi cerca di poppare. A un certo punto, il vitello si avvicina al piccolo asino, lo annusa da cima a fondo: cerca odori rassicuranti? Vuole fare conoscenza con l'altro cucciolo insieme a lui in questo recinto senza uscita? I conigli si stringono tra loro, il vitello cerca la ‘ciuccia’, la capra si guarda in giro.  Una bambina spalanca gli occhi, quando sente che quel vitellino che la fa sorridere, sarà ucciso per essere mangiato, molto presto. Esclama: “Nooo!”. E si allontana, il sorriso sparisce.




5 commenti:

  1. giusto perché resti traccia della memorabile 'giornata nazionale della mungitura in piazza', al grido "latte gratis!":

    http://www.veneziatoday.it/cronaca/mungitura-piazza-san-marco-venezia-mucca-cade-acqua.html

    http://www.roadtvitalia.it/eventi/mungitura-pubblica-a-napoli-latte-gratis/

    http://www.roadtvitalia.it/eventi/mungitura-pubblica-a-napoli-latte-gratis/

    http://www.veneziatoday.it/cronaca/mucche-allevatori-mungitura-san-marco-venezia-6-febbraio-2015.html

    https://www.facebook.com/photo.php?fbid=399567906879452&set=a.283722155130695.1073741832.100004787380874&type=1&theater

    http://m.repubblica.it/mobile/r/repubblicatv/milano/milano-animalisti-agli-allevatori-coldiretti-assassini/191138/190078

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  2. La filosofia dovrebbe aiutarci a trovare le relazioni tra gli eventi (cucciolo di animale-bistecca) e a domandarci se i rapporti causa-effetto e le motivazioni che le generano sono a noi noti. Dovremmo chiederci molto più spesso i perchè delle cose e sforzarci di cambiare quello che non va. Foto davvero belle, grazie.

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  3. Ciao Mari. Non sono sicuro di capire del tutto la tua riflessione, forse perché -almeno in questo caso - i rapporti tra i vari eventi - i bambini della mucca, dell'asino, della capra, del coniglio e la loro uccisione per renderli bistecca, carne da piatto - sono chiarissimi, evidenti, così come quasi tutte le motivazioni. Sonio d'accordo con quel che dici, a proposito del dovere che dovremmo sentire nel cambiare quel che non va; che tu espirmi con tanta moderazione. Il problema è: chi percepisce che c'è qualcosa che non va nella situazione degli animali altri e del modo in cui li trattiamo? E chi vuol davvero cambiare questo stato di cose? Le foto sono belle perché sono belli coloro che sono stati ritratti, ma quanta pena mentre la ia a ica e io le scattavamo! Grazie

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  4. Ciao, Giovanni: scusa se non mi sono espressa con chiarezza. Purtroppo per tanti non è chiaro che dietro la bistecca c'è tanta sofferenza di un essere senziente. E' questo che volevo dire. I pensatori dovrebbero rendere le persone più consapevoli. Buona notte.

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  5. Mari, scusami, tu avrei dovuto capirlo , ma ti ringrazio per la tua gentile spiegazione. In effetti, ci sonio pensatori e filosofi che da anni, in modo oserei dire instancabile, cercano di rendere le persone più consapevoli - penso a Leonardo Caffo, tra l'altro siciliano di origine; ma non solo. Succede però un po' come con la Mafia. Tutti sanno che c'è, e sanno che è deleteria, ma a quasi tutti fa molto comodo voltare la testa altrove, far finta di nulla, raccontarsi che non si può far nulla per cambiare, e che, in fondo, a ben pensarci, va bene così, si sta bene così. La violenza della Mafia è concreta e spietata tanto quanto quella usata contro gli altri animali. Tra l'altro, non è un caso che esista pure uan cosa come la 'zoomafia', e che i mafiosi si siano resi subito conto, in modo fulmineo e predatorio, della potenzialità lucrativa dello sfruttamento degli animali (per esempio in combattimenti o corse clandestine); dell'uso della crudeltà contro gli altri animali che diventa 'propedeutico' alla violenza contro gli animali umani.
    Ti propongo questo post da leggere:

    http://laconfidenzalenta.blogspot.it/2014/03/fotofinish-zoomafia.html

    buona notte, Mari

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