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Stella, gennaio 2014 |
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Stella e Lisa, foto di Luca Spennacchio |
Stella manca vicino a noi da quasi tre mesi. In questi giorni la sento con una intensità schicciante, la (ri)vedo, anche a occhi chiusi. Mi sorprendo a cercarla in giro, come se mi aspettassi di vederla apparire all'angolo della mia visuale, come un fantasma e più di un fantasma.
Che ci siano ricordi belli e sensazioni felici legate a questi momenti: non cambia il fatto inemendabile che Stella, alla fine, è morta da sola, senza me nei suoi occhi e nel suo naso, ma in un ambiente estraneoe freddo come può essere una clinica. Scrive John Ajvide Lindqvist in un suo racconto qualcosa come "i nostri destini si decidono in luoghi che sono facili da pulire', come - appunto - le stanze di un ospedale.
Posso fare - come ho fatto - mille struggimenti e scrivere pagine e pagine, ma questo dato di fatto rimane e rimarrà. E dovrò conviverci, insieme con tutte le dolorose rivelazioni che solo il distacco della morte porta in dote.
Tra le tante cose che ho scritto, (ri)comincio a renderne pubblica una. Poiché almeno una cosa mi riesce abbastanza bene, cioè quella di raccontare. Ecco il racconto - volutamente scarno - del suo funerale. Il funerale di Stella. Lo riscrivo meglio: IL-FUNERALE-DI-STELLA.
Perché sono convinto che la esposizione semplice di questi fatti (che orbitano intorno ai miei rimorsi e a quel dato di fatto reale di cui scrivevo sopra), possa essere un primo passo verso una (mia, per cominciare) migliore accettazione del distacco e una contemporanea restituazione e di dignità a tutto quello che è che rappresenta un lutto, un distacco estremo e per molti versi definitivo. Per un umano. E ancor di più - perché non viuene riconosciuto, né accettato dal senso e dalla sensibilità (?) comuni - per un altranimale.
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Alla clinica,
posso solo constatare la sua morte. La salma è sul tavolo di ferro,
che fino alla sera prima serviva per appoggiare le sue cose, le medicine, le
ciotole, la copertina. La pongo a terra, perché Lisa possa
annusarla. Le si sdraia vicino, il naso nei riccioli bianchi. Attende
qualcosa, mi pare. I suoi occhi cominciano a guardare un altrove che a me
sfugge e si velano di una tristezza indicibile.
Devo pagare. I
veterinari sono disinteressati, per me appaiono gretti e insensibili. Non
sono stati capaci, eppure questo non li rende esitanti, nemmeno per pudore.
Iniziano ora le
stazioni di una passione. Per il funerale di Stella. Che però sono anche quei gesti concreti che ti distolgono dal irrimediabilità del dolore, ti tirano a forza di nuovo nel mondo delle cose concrete, fisiche, reali, necessarie, improcrastinabili.
Dalla clinica, andiamo all’ambulatorio della nostra veterinaria. Qui telefono all'agenzia crematoria, per gli accordi
per il funerale, che avverrà - appunto - con cremazione. Devo portarla a Rho il
giorno dopo. Il funerale avverrà venerdì.
Un’amica
gentile - L. - mi accompagna, per impedire alla solitudine di farmi del
male, di diventare pericolosa. Più semplicemente, per non farmi fare
il viaggio da solo, per non farmi attendere da solo.Per aiutarmi a ricordare la strada.
Il primo viaggio
è per lasciarla là, in attesa del giorno della cerimonia. Ci sono i documenti da firmare e le spese da
pagare. Stella rimane lì, in un sacco, insieme ad altri sacchi, che contengono ciò che rimane di altre vite, di altri affetti, di altri dolori e destini.
Il secondo
viaggio è per assistere alla cremazione. Un’altra amica - S. - con me.
Ci sono anche Lisa, Chicco e Maika. I locali sono vuoti, ampi, grigi,
spogli e puliti, si trovano in una zona periferica di capannoni, a
Rho. C’è il forno crematorio, che ha posto per un cane alla volta,
c’è la cella frigorifera per la conservazione delle salme, chiuse
nei sacchi, col nome per riconoscerle.
Lei è in
attesa, sull’ultimo tavolo. La saluto, la tocco, la guardo. Ha i
segni delle manipolazioni, ma è sempre bella. È ancora bella. Ha
sofferto. Me ne accorgo. Piango.
Le chiedo tante
volte perdono. Perdono per essere stato distante, assente, distratto;
per gli errori fatti nelle cure; per aver dato attenzione anche agli
altri cani di casa per non aver saputo né forse - persino! - voluto darle tranquillità
e protezione alla fine, quando di più ne aveva necessità. Per non averrla riportata a casa, a chiudere gli occhi vicino a noi.
Mentre si compie
la cremazione, con la mia amica che ascolta, sgorgano i ricordi di
una vita in due. Sono ricordi belli, gentili, di cose fatte sempre
insieme. Arrivano anche pensieri che pensano altri cani, arrivano
sogni e speranze per il futuro.
Non passa molto
tempo, il suo corpo è piccolo, si estingue in fretta tra le fiamme potenti. I due inservienti, gli impiegati, sono gentili e rispettosi. Me la danno in una urna, graziosa come una scatola di biscotti
antichi.
Adesso è vicino a Oscar. E di sicuro tutti e due corrono sui prati oltre il Ponte, e mi aspettano.
Ciao Giovanni. Mi chiamo Cristina, e per caso ho letto della tua Stella, mi dispiace tantissimo. Da qui ho scoperto che circa un anno fa hai perso il tuo Oscar. Ecco, Oscar e' stato il compagno di prigionia della mia Polly ( allora chiamata Lady), in qull'odioso e schifoso garage per non so nemmeno quanto tempo. L'abbiamo persa il 6 agosto. E mi sembra di vivere un incubo senza fine. Come Oscar, anche la nostra Polly doveva sempre accertarsi che fossimo accanto a lei per poter riposare tranquilla. Non la lasciavamo mai sola, e portammo a casa anche un'altra bellissima cagnolina da Novara, così da avere una compagna di nanna più che di giochi. Comunque, volevo solo parlarti un po' di lei e di quanto ci manca. L'ho amata come si ama una figlia, e ora che l'ho persa provo un dolore straziante. Scusa se mi sono dilungata, ma l'aver letto il tuo post mi ha fatto pensare che forse non è stato un caso. Ti abbraccio.
RispondiEliminaciao Cristina, grazie per il tuo commento. Non ti sei per nulla dilungata, avrei voluto leggerti ancora tantissimo, conoscere un po' meglio Polly/Lady, leggere il racconto della sua vita fortunata insieme a te. Ti ringrazio tanto per le cose che hai scritto e condiviso, mi hanno dato sollievo e mi hanno convinto che la mia idea - quella di creare un qualcosa che possa venire incontro al lutto delle persone che hanno perso un compagno non umano- non sia del tutto peregrina. Oscar (che in prigione si chiamava Rocky), amava molto Stella, adesso si ritroveranno magari tutti e tre insieme, e si annuseranno a vicenda, scambiandosi ricordi su di noi. Se hai voglia di scrivere ancora, sei la benvenuta! Sono molto contento che ci sia ancora una cagnolina insieme a te, che ha condiviso un pezzo di vita con lady. :)
EliminaCiao Giovanni, grazie per la tua risposta, mi sono commossa. Sì, ho tanta voglia di parlare di Polly, di quella cucciola che mi ha rivoluzionato la vita. Dal nostro primo incontro al canile sanitario dove lei, nonostante l' età e tutti i vari acciacchi, stava ritta sulle zampe posteriori e si poggiava contro la grata del box scodinzolando e abbaiando per attirare la nostra attenzione, al nostro arrivederci di pochi giorni fa, sdraiate una accanto all'altra. La nostra è stata una meravigliosa storia d'amore. Non facile da subito, ci sono voluti alcuni giorni. Poi, non ricordo il momento preciso, lei diventa il centro della mia vita e di quella del suo papà Diego. La mia Polly era un'anima speciale, più simile a me di chiunque altro. Aveva bisogno di mille cure ma allo stesso tempo era una ragazza indipendente...ero più io ad avere bisogno di lei. Soprattutto i primi tempi riuscivamo a fare tante cose insieme...ci accompagnava ovunque. Ricordo una sera d' inverno, il primo insieme, quando, dopo aver nevicato tutto il giorno, lei uscì di corsa in giardino pazza di gioia, come se vedesse la neve per la prima volta, mentre io terrorizzata le correvo dietro a piedi nudi per riprenderla. O quando partimmo per un breve viaggio in camper solo lei e io, entrambe per la prima volta immagino. E lei che nel punto più critico dell'autostrada decide di perlustrare tutto il veicolo, mentre io guidavo, urlavo e la supplicavo di stare ferma. Ma Polly era una disobbediente di natura, capii quindi che il mio compito non era impedirle di fare, ma starle sempre accanto per proteggerla e accompagnarla. L'anno scorso riuscimmo a portarla al mare per la prima volta, un' emozione impagabile vedere il suo stupore quando le onde arrivavavo a bagnarle le zampine, immaginando quali sensazioni dovesse darle quel profumo salmastro...facemmo delle foto splendide quella notte. Tra pochi giorni saremmo dovuti partire nuovamente, ma il destino non ha voluto. E così mi ritrovo sommersa di ricordi che però non riesco a vivere serenamente perchè il dolore e la mancaza, così come i rimpianti, i rimorsi e la rabbia, sono così forti da prevaricare su tutto il resto. L'ho amata e la amo tantissimo, è per questo che non accetto la sua morte. Mi solleva però il pensiero che i nostri spiriti si ritroveranno, che lei abbia rivisto il suo amico Oscar insieme a Stella, che loro ora siano al tuo fianco mentre lei è qui accanto a me a cercare di leccare via le mie lacrime. Grazie per avermi ascoltata, sentivo il bisogno di scrivere per lei. Un abbraccio. Cristina.
EliminaAdesso che ci penso, mi pare di averla vista in canile, Polly, quando andai a 'solo vedere' (come no!) per la prima volta Rocky/Oscar. Me la ricordo abbastanza piccina. Lo sai, i racconti che hai fatto mi hanno divertito, e credo che questo sia quel che dovrebbero sempre fare le storie delle vite degli animali che sono stati insieme a noi: questo perché insieme a loro possiamo, se siamo abbastanza attenti e volenterosi, (ri)scoprire la gioaia di vivere secondo i nostri sensi e nella libertà piena del momento presente. Un traguardo che noi umani dobbiamo cercare solo in certe filosofie, con grande sforzo. Mentre è alla portata degli altri animali - e lo sarebbe anche per noi, se volessimo essere più vicini a loro.
EliminaNel modo in cui sei stata tu vicina a Lady: avete avuto una storia d'amore meravigliosa, forte del tuo rispetto e affetto per lei, e del suo amore per te e il suo papà umano. Sei stata fortunata a poterla accomopagnare fino all'ultimo secondo: è la fortuna che è mancata a me, è il rimorso peril quale dovrò trovare pace anche se non c'è rimedio. Mi ha colpito molto quando hai scritto: "il mio compito non era impedirle di fare, ma starle sempre accanto per proteggerla e accompagnarla." Sentivo la stessa cosa per Stella, e come per te, non era sempre facile, ma era bello ed era vita così: era una mia scelta. Perciò la morte fisica ci è difficile da accettare: perché, tra le altre cose, forse ci sembra di aver mancato al nostro compito. La loro presenza nella nostra vita - e una presenza così come è stata - ci permette di sentirci noi stessi vivi e presenti in queso mondo. Grazie a te, una vola di più, Cristina. Un abbraccio a te e all'altra piccina. G
Caro Giovanni,
RispondiEliminaè bellissimo e straziante questo tuo racconto, hai una sensibilità rara e penso che Stella sia stata fortunatissima ad averti incontrato.
Non ti dirò che solo questo conta perché ha sofferto comunque e comprendo il tuo rimorso per averla lasciata morire in clinica; lo comprendo perché a me è successo lo stesso con Emily e con Cirillo, un gattino che abbiamo perso giusto ieri. Li abbiamo lasciati in clinica sperando che li curassero, non immaginavamo certo che non ne uscissero più vivi e anche se potevamo immaginarlo, dovevamo comunque tentare di curarli.
Questi sono i pensieri razionali che mi sento di dirti.
Quelli emotivi... sono come i tuoi, di rimorso e senso di colpa, ma in qualche modo dobbiamo affrontarli e dissolverli, col tempo magari. Sapendo che abbiamo fatto il possibile, che una scelta andava fatta e che l'abbiamo fatta comunque sempre con amore.
Un abbraccio forte.
Cara Rita, vedi quanto la loro presenza, o la loro assenza, ci fa comunicare tra noi - tra noi umani, che magari altrimenti ci ignoriamo! (non è il tuo caso, non è la nostra situazione reciproca, ben inteso). Questa constatazione lascia magari un poco il tempo che trova, ma viene dal fatto che mi accorgo come i pensieri provocati dalle emozioni che si legano al rapporto con un altranimale, sono tra quelli più profondi, che scavano e scoprono veramente quel che ciascuno è - se ne ha il coraggio. Ma forse, danno anche il coraggio.
EliminaQuel che ho qui reso pubblico a mo' di post, è solo uno dei tantissimi scritti che in questi mesi non ho potuto non scrivere su Stella e per Stella, per superare il dolore (che però è ancora fortissimo) e per rintracciare un qualcosa che riesca a rendere tesoro la mia vita con lei, il suo passaggio vicino a me, proprio come una Stella cadente. Condivido in pieno la tua consapevolezza razionale, sia pure nel pieno dei miei ricordi. Magari ci saranno altri post su Stella, non so. Sto scrivendo ancora tanto....
Un abbracico a te, cara Rita
Cara Rita stasera - mezzanotte da poco del 23 gennaio 2015, lo scrivo perché l'orologio e il calendario interno del mio blog sono sfasati, on so perché né so come correggerli - +è una sera particoalre, un po' strana, come se fosse la vigilia di un passaggio, dim un cambiamento. Forse lo è davvero, oggi sono capitate alcune cose i cui frutti spero si potranno vedere e raccontare entro breve - relativamente - tempo.
EliminaPerciò, con sentimenti contrastnati, sono andato a riaprire questo post. Oggi le tue parole mi sembrano ancor più incoraggianti e confortnasti di quando le lessi per la prima volta (anzi, forse la prima volta non le avevo nemmeno colte fino in fondo). Stella continua a mancarmi, 'sento' che una parte di lei esiste, al limite nella mia consapevolezza, e darei non so cosa per poterla riabbracciare. I pensieri su di lei sono ancora carezze, e allo stesso tempo ferite, per come è morta - da sola - un evento al quale non avrò mai più in questa realtà la possibilità concreta di emendare. Potrò solo commemorare, e sarà quel che farò, alla primissima occasione - duratura.
Ciao Giovanni, viene da piangere, lo so, anche a me......è una croce Giovanni la nostra, un destino che credevo di subire ma che mi rendo conto continuo a scegliere ogni giorno....
RispondiEliminaQualcuno ultimamente mi ha detto che il dolore è solo per chi può sopportarlo, e allora che sia cosi, facciamoci carico noi dei loro dolori e non disperiamoci se non siamo perfetti. Siamo spesso per loro (perché sempre i peggio ci capitano, quelli vecchi, brutti, malati che nessuno ha voluto prima)...dicevo siamo spesso per loro molto più di quanto abbiano mai avuto....non disperiamoci se non siamo perfetti. Loro ci hanno voluto bene, ci sono riconoscenti, e soprattutto sanno che noi abbiamo voluto bene a loro. Un errore ( e poi che errore, portarla a curare da chi supponi ne sappia più di te?), una svista, non basta a vanificare anni di bacini e scodinzolii, lo so io e sono sicura che lo sai anche tu.
Rita Levi Montalcini scriveva:
" il fatto che l'attività svolta in modo cosi imperfetto sia stata e sia tutt'ora per me fonte di inesauribile gioia, mi fa ritenere che l'imperfezione nell'eseguire il compito che ci siamo prefissi o ci è stato assegnato, sia più consona alla natura umana così imperfetta che non la perfezione"....
Ne io ne te siamo lei, ma sia io che te non so quanto potremmo fare diversamente da ciò che facciamo.....essere e vivere diversamente da come siamo e viviamo.....
sii felice per ciò che fai e ciò che dai e perdonati per quello che non sei riuscito a fare perché loro, i nostri Stella, Albina, Blondy, Stellina, Toppa, loro sono sicura che ci hanno perdonato........
La morte non è altro che un sentiero illuminato da stelle tra l'amicizia di ieri e il ricongiungimento di domani.
Un abbraccio forte
Eleonora
ciao eleonora, ti ringrazio tantissimo per i tuoi pensieri. Sei una persona generosa e coraggiosa, lo posso dire a ragion veduta e vissuta, perciò ano più le tue parole sono forti e profonde. Tu, che ritrovi sempre energie per soccorrere questi tantissimi animali che capitano sulla tua strada, nella tua vita. Ho sempre ammirato questa tua incredibile forza generosa. Che è parte di te, e che quindi non può che continuare a venire scelta: credo che se smettessi di agire così, in qualche modo rinunceresti anche una parte vitale di te stessa. Come dici tu, rinunceresti a vivere e a essere tu. Tu hai conosciuto Stella, perciò so cosa intendi quando parli dei bacini. Grazie.
EliminaPS il concetto espresso dalla Montalcini - l'imperfezione dell'azione umana - meriterebbe di venire forse approfondito. chissà che non lo faccia, perché è anche un discorso piuttosto filosofico. Nel frattempo, possiamo percorrere il sentiero stellato e costellato di azioni espresse dalla nostra più intima e sincera essenza, fino a ritrovarli.
Un abbraccio forte a te cara Eleonora
Vorrei aggiungere che la nostra scelta di vita, per come l'abbiamo fatta, proprio verso quegli altrianimali ancor più esposti al lato oscuro dell'umanità, dà senso alle nostre vite: è come se loro ci dessero la risposta giusta quando ci chiediamo chi siamo e dove siamo. La loro presenza nella nostra vita - e una presenza così come è stata: un incontro nel bisogno, una vita di cura e reciproco ascolto - ci permette di sentirci noi stessi vivi e presenti in queso mondo.
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