Ieri sera, hai mangiato la pizza con Carol Adams. Una vera, autentica 'pizza felice'.
Carol Adams è in Italia con il marito, Bruce, per vari motivi e l'hai incontrata a Vercelli - anfitrione Silvia Molè, Parte in Causa.
Davanti a una pizza con funghi, olio piccante e fragranza di tartufo, hai scoperto di riuscire a parlare inglese senza impappinarti ogni secondo e mezzo, hai scoperto di capire quasi tutto quello che ti dicevano - e quello che non capivi, dissimulavi con silenzi e faccia da bluffatore a poker - ma soprattutto hai scoperto quanto ha ragione chi dice che bisogna sempre cercare di ascoltare, confrontarsi e parlare con chi è più esperto di noi, perché non possono venirne che buone idee e l'occasione di progredire. Infatti, anche i tuoi pensieri, incoraggiati dalle parole di Carol Adams, han camminato con le proprie gambe, lungo i sentieri della sua filosofia.
La teoria intersezionale guida gli assunti di questo suo libro - The Sexual Politics of Meat - A Feminist Vegetarian Critical Theory - che compie 25 anni ed è entrato nel novero di quei testi che sono da leggere - se si vuole avere una idea chiara di 'cosa' sia la realtà in cui viviamo e di quali 'narrazioni' parziali e speciste la sorreggano.
Il libro merita un post-appost e quindi ci tornerai.
Adesso basta sapere che le sue riflessioni non hanno perso la benché minima validità e capacità interpretativa della realtà. Anzi, forse ne hanno guadagnate.
Mentre ascoltavi Carol Adams che (si) raccontava hai pensato: quante sono le donne che vengono aggredite e insultate con parole che le riducono ai loro organi genitali e le trasformano in animali da abusare e poi uccidere? Quante vacche o troie?
E quanti animali destinati al mattatoio per essere uccisi, massacrati e fatti a pezzi, vengono - intanto che sono ancora vivi, ma non solamente - raccontati e raffigurati come pupazzi felici in mezzo a improbabili prati o coccolati in stranianti fattorie? Di più: sono loro stessi che vanno incontro al macellaio o al mungitore, gli offrono le proprie cosce da affettare, o le proprie mammelle da tirare per farne uscire il latte. Oppure si offrono ammiccanti al cliente del ristorante, si affettano da soli, diventano persino i venditori imbonitori di se stessi e delle parti del loro corpo - non importa che siano maiali, mucche o pesci. E son sempre 'femmine', si presentano invariabilmente come oggetti da abusare, con cui compiere gesti sessuali - a molti e variegati, intrecciati livelli: vengono persino (tra)vestite da femmine, o meglio le femmine che popolano l'immaginario maschilista e misogino. Mangio la mucca, così come mangio la ragazzina in bikini, la donna in lingerie... così come mangio i piedini dei neonati in culla. Mangiare, inghiottire, ingoiare, equivale a esprimere affetto, amore, attrazione. E questo, sembra valere nei due sensi, ed è sia in modo attivo che in modo passivo (anche la femmina ingoia, prima di venire affettata e ingoiata a sua volta).
Ti veniva in mente la mucca dei Ristorante al Termine dell'Universo, di Douglas Adams - la Guida Galattica per Autostoppisti, un altro post-appost. Carol Adams è sembrata contenta che tu avessi centrato il punto in questo modo. E suo marito, Bruce, si è rivelato essere un fan della saga letteraria! :) (e se fossero parenti alla lontana? Ti è venuto questo dubbio, è una delle cose che ti han forse detto, ma che non hai compreso).
Un altro pensierino, questa volta sui cani: Carol Adams e Bruce hanno due cani - mi han fatto vedere le foto, come fanno sempre, qualunque sia il posto da cui provengono, le persone che vivono con cani in casa, perché sono parte della famiglia, e tu tieni le foto degli affetti familiari nel portafoglio.
S'è parlato di come molti non meritino un cane - proprio viverci insieme. Non meritano la loro capacità di comunicare, perché non sanno accorgersene. Cosa pensano i cani di noi? Tu non lo sai, ma di sicuro ci reputano strani e insoliti animali, del tutto fuori dal mondo (anche a causa del nostro olfatto debolissimo) e hanno una enorme pazienza e tolleranza, che spesso non ci meritiamo e quasi mai sappiamo ricambiare. Del resto il cane - il rapporto che con lui abbiamo, così intriso di contraddizioni - è la summa dei modi che abbiamo di comportarci nei confronti degli altri animali non umani. Di nessuno di questi modi possiamo andar fieri.
Ecco, poi la pizza è finita, abbiam brindato con l'amaro, abbiam parlato di vini texani, californiani e newyorkesi. Due passi nel bollore serale di Vercelli, quindi, tutti a nanna - ma tu prima hai portato a passeggio Chicco e Maika, e hai coccolato 'la' Kikiuz.
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