Questo cerbiatto ha confuso un bersaglio di pratica di tiro con la propria mamma.
La domanda cruciale è: come è finito lì, questo piccolo cerbiatto? è stato catturato dai cacciatori, come ulteriore attacco alla sua esistenza, e alla esistenza degli animali non umani?
Il suo presente ti richiama prepotentemente alla memoria le sfortunate, disgraziate piccole scimmie rese orfane da Harlow, nei suoi foschi esperimenti sulla deprivazione materna; il suo futuro è una incognita del tutto nelle mani di invisibili quanto invadenti, invasori umani - e non ti sembra tanto roseo...
in un'altra realtà... |
Ecco come dovrebbero andare queste cose: la cerva e il cerbiatto insieme, nel loro bosco. Perché - questo va ribadito e ricordato - il bosco è prima di tutto loro che nostro. Per loro è casa, è risorsa di cibo e di vita, è luogo di esistenza - certo, anche di morte, per un predatore, magari, o per malattia, o per fame, ma non per una fucilata, non per prigionia e inedia.
Per noi, "il bosco" (parola collettiva dal significato opaco, a ben pensarci), che cosa è?
Per le future generazioni, posto che la Terra sopravviva, i boschi saranno un racconto del passato. Abbiamo invaso ogni spazio e distrutto la vita. La chiamano modernità, ma poi vivono come i nostri antenati nelle caverne.
RispondiEliminaMi piace questa idea del bosco come 'racconto del passato'!
EliminaBenvenuta sul blog :)
EliminaGrazie a te per l'accoglienza:)
EliminaSpero che ti troverai a tuo agio e che ti interesseranno el cose da leggere (ci sono anche cose da guardare e da ascoltare)
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