due fratelli, su un piccolo camion - 22 giugno 2019 |
Meno di un mese, a ben vedere, è trascorso da quando hai parlato del nuovo manifesto di NOmattatoio.
Nel manifesto si diceva molto chiaramente che "per raggiungere il traguardo dell'emancipazione dell'amimalità non umana dall'ideologia specista [è] necessario mettere in atto tutte quelle strategie che direttamente e inequivocabilmente prendono di mira lo specismo" - il quale "si fonda su un marcato pregiudizio
antropocentrico che attribuisce arbitrariamente giudizi di valore agli
individui di altre specie, discriminandoli, senza tener conto delle loro
diversità etologiche e individuali e relegandoli in una sorta di unicum
indistinto la cui unica caratteristica è di costituire una differenza
in negativo rispetto all’umano, che solo meriterebbe considerazione
morale".
Detto, fatto. Ricominciano i presidi davanti al mattatoio.
troppi maiaili costipati su un grande autosnodato - 22 giugno 2019 |
Sei personalmente davvero felice di poter scrivere questa notizia: il ricomincare dei presidi NOmattatoio.
All'angolo di Via Palmiro Togliatti con Piazzale Pino Pascali, si sono finalmente ritrovati attivist* , per far vedere alla gente - che passa senza avvedersene o senza che gliene importi - la presenza del mattatoio.
In questo imbuto precipitano sia i maiali pulitissimi che dall'allevamento 'felice' vengono trasportati solo in due sul piccolo camion della prima foto - ma comunque dopo una vita senza libertà - sia i maiali mutilati, disperati e sporchi, stipati e costipati sull'autosnodato della seconda foto che li trasporta dall'allevamento intensivo - nel quale le pratiche industriali zootecniche sono un di più di abuso e violenza su corpi prigionieri e maltrattati.
Qui tutti ritrovano un unico destino, una sorte di morte violenta.
Scrive in proposito Rita Ciatti: "Il fine di
ogni allevamento è spedire individui al macello. Pochi mesi, giusto il
tempo di raggiungere il peso richiesto dal mercato, e il camion viene a
prenderli.
Dobbiamo
stare attenti quando parliamo degli allevamenti. Concentrarci troppo sui
maltrattamenti aggiuntivi, sulle sevizie, sulle modalità, sul mancato
rispetto delle norme, dirige il messaggio fondamentale altrove, a
discutere sulla quantità e qualità o meno di violenza; invece il nostro
messaggio deve essere univoco, forte, compatto. Una sola voce: ogni
allevamento è schiavitù, ogni allevamento è un'ingiustizia, ogni
allevamento è un lungo corridoio della morte. Ogni allevamento è un
contenitore della peggior forma di violenza, quella che priva della
libertà e del diritto di essere soggetti della propria stessa vita".
Che la vergogna per quello che noi umani siamo (diventati), diventi la spinta per agire e muoversi in direzione opposta a tutto quello che rende lo specismo reale, quotidiano, concreto.
Nessun commento:
Posta un commento
TUTTI POSSONO COMMENTARE, ANCHE IN FORMA ANONIMA! (EDIT 2018: HO CAMBIATO IDEA: ALMENO UN NOME IN FONDO AL COMMENTO E' GRADITO, PER NON DOVER RISPONDERE CON UN EHI, TU!). PER ANONIMO, SI INTENDE CHI NON E' ISCRITTO - PER QUALSIASI MOTIVO - AI FOLLOWER. Ma visto che è possibile il commento anche non iscritti, considero una forma di gentilezza scrivere almeno un proprio nome :) )
(EDIT 2 2018: qualsiasi messaggio che contenga pubblcità, promozioni, contenuti promozionali di carattere commerciale o finanziario, di qualsiasi tipo e genere, verrà immediatamente e automaticamente cancellato e gettato nel cestino dell'oblio. promoter avvisato...)
SE sei interessat* a seguire La Confidenza Lenta, prova a cercare l'elenco dei lettori fissi e a cliccare sul tasto azzurro 'segui' Dovrebbe permetterti di iscriverti, se ti fa piacere.
In alternativa, puoi lasciare un commento allo stesso post, quando viene condiviso sulla pagina Facebook della Confidenza, e segnalare se vuoi rivederlo ri-postato qui