sabato 8 giugno 2019

James Rachels, Creato dagli animali - (L'acqua sporca dei bambini)

"stanco ma felice"

Riprendi con piacere una idea editoriale di Veganzetta. Ne hai parlato con Adriano Fragano - che vuoi ringraziare - prima di prendere l'iniziativa, per avere il suo nulla osta.
Anche tu pensi, infatti, che 'le persone che si occupano di animali' , abbiano bisogno di conoscere se stessi. Già il fatto che tu abbia sentito la necessità di designarli con questa espressione è indicativo del come il 'movimento' sia elusivo da trovare e riconoscere. Sai che al suo interno ci sono animalisti, come antispecisti; vegani come attivisti - e decine di altre categorie, ma siamo a un punto in cui nemmeno più i nomi trovano consenso nel definire le peculiarità.

Un modo efficace per conoscersi, credi allora, è proprio questo: di coltivare la memoria storica delle proprie radici - perché le radici ci sono. Citi da Veganzetta: "c’è stato chi ben prima ... di noi questi argomenti li ha pensati e vissuti intensamente. Le idee cambiano, i concetti si evolvono, ma non tutto ciò che è del passato è sistematicamente sbagliato o peggio ancora da rinnegare. Ciò che siamo (e che pensiamo oggi) è il risultato di una lunga storia che non va dimenticata".

Lui è James Rachels, a proposito.



 
Animal Rights Advocates
Blacksburg, VA (USA), maggio 1979
Da sinistra a destra: Peter Singer, Tom Regan, James Rachels, Stephen R. L. Clark, Henry Spira

James Rachels ha affrontato nella sua opera filosofica, temi pratici di etica e morale. Scriveva con uno stile semplice e di facile comprensione anche ai lettori non specialistici: il suo libro intitolato "Problemi Etici" (1971) vendette 100.000 copie e venne ristampata tre volte. 

Nel 1990 pubblica "Creati dagli Animali".

Analizza i risvolti morali ed etici della teoria della selezione naturale e sfida la scuola di pensiero tradizionale, sostenendo che la teoria dell'evoluzione abbia implicazioni al di fuori delle scienze naturali: si muove sul filo del rasoio della "ghigliottina di Hume" - il principio per cui non si possono derivare conclusioni etiche dalla semplice osservazione dei fatti)

Il filosofo giunge così a descrivere una propria etica, priva delle pretese antropocentristiche o religiose che considerano l'uomo l'unico essere degno di considerazione morale, unico beneficiario di diritti morali e civili. 
Queste tesi che vengono confutate dimostrando come l'uomo non sia diverso, in genere, dagli altri animali, per nessun aspetto eticamente rilevante. Dalla sua analisi emerge perciò una nuova etica, improntata a tesi antispeciste ed utilitariste, con risvolti anche drastici in merito a questioni che riguardano i diritti animali (ad esempio il diritto a non essere sfruttati, o a non subire torture di nessun genere) ed umani (ad esempio, il diritto utilitaristico all'eutanasia). 

A proposito, nella foto lo vediamo insieme con Peter Singer, Tom Regan, Stephen R. L. Clark, Henry Spira: gli "Animal Advocates".
Un po' alla volta - e nei limiti delle tue capacità - scriverai dei mini post su ciascuno di loro. 
 

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