venerdì 29 giugno 2018

La sentenza del processo per Farmacologia


 
Eri in tribunale, lunedì 25 giugno, per assistere all'atto finale del processo per i fatti di Farmacologia: per i 3 attivisti del “Coordinamento Fermare Green Hill”: occuparono, il 20 aprile 2013, gli stabulari di Farmacologia dell’Università Statale di Milano liberando circa 400 topi e un coniglio.

 

Nell'aula l'eco rimbomba, è difficile sentire la voce dell'avvocato, Maria Cristina Giussani, giunta all'arringa finale. 
 
Raccogli a matita quel che dice e lo unisci  insieme a qualche sua considerazione, che hai discusso fuori dall'aula, a processo terminato, a sentenza emessa: “La condanna è stata di 1 anno e 6 mesi e attendiamo le motivazioni tra 45 giorni", ha dichiarato l'avvocato

 
"La parte civile, nella suo atto di costituzione , ha sostenuto  che l'ingresso degli attivisti avesse compromesso la prosecuzione di importanti esperimenti, la sterilità dell'ambiente dello stabulario, che fossero state perse preziose occasioni di pubblicazioni scientifiche , lamentando danni nel complesso molto ingenti.

 
Nel corso del processo, sono emerse viceversa numerose anomalie in merito al numero degli animali presenti nello stabulario nel giorno dell'occupazione.

 
"Le  non coincidenze tra i numeri di animali effettivamente e realmente presenti quel giorno, hanno dimostrato che - privati sempre e comunque della loro individualità - gli animali non erano nemmeno  numeri, che infatti non erano corretti, essendo differenti  nei documenti di carico e scarico degli animali,  nei protocolli, nella denuncia e nella costituzione di parte civile.

 
"Gli animali rimasti all'interno dello stabulario, secondo i testimoni del Pubblico Ministero,  non sarebbero più stati  utilizzabili per gli esperimenti  ma, da Protocollo, avrebbero dovuto essere tenuti in vita siano a morte naturale. Quindi: perché non affidarli alle Associazioni animaliste che le avevano richieste?"

 
Maria Cristina Giussani vuole portare l'attenzione sul senso del processo. 
 
"Gli attivisti hanno fin da subito rivendicato la loro azione - non vandalica - volta a scatenare un dibattito (scientifico, etico, filosofico, sociale) sulla sofferenza degli animali rinchiusi nei laboratori, sull'utilità dell'applicazione del modello animale  alla ricerca scientifica e sulla sua eticità, sollevando il velo di segretezza che avvolge i laboratori ove vengono svolti gli esperimenti sugli animali.

Si è trattato di una azione di dissenso politico e un atto di disobbedienza civile".



L'avvocato chiude così, nei corridoi del tribunale:

"Speriamo che in futuro ci siano altri processi sulle liberazioni animali!"

Il sottinteso - che ci siano futuri altri liberatori - è chiarissimo.



PS sulla pagina Facebook di Contro Green Hill c'è una aggiornata rassegna stampa, compilata da Silvia Premoli.

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