giovedì 7 giugno 2018

Kedi, Istanbul città dei gatti


La città degli umani e la città dei gatti si sovrappongono sulle stesse case, strade, ma non sono la stessa città.





Quella degli umani è fatta di strade dritte, larghe, da percorrere in velocità. Quella dei gatti è fatta di vicoli, di interstizi, di balconi, tetti e androni, di rami di alberi e di vuoti che si spalancano sotto le zampe, appoggiate con noncuranza a oggetti lievi e sottili, di tende tese e di pertugi rasoterra, di tombini semi aperti e di cunicoli.

Sei andato a vedere questo particolare e bel documentario al cinema, proprio le scorse sere. Ceyda Torun, la regista turca che ha reso i gatti di Istanbul i protagonisti della sua esplorazione visiva, dice: "Sono cresciuta a Istanbul fino all'età di undici anni e credo che la mia infanzia sarebbe stata infinitamente più solitaria se non fosse stato per i gatti e io non sarei la persona che sono oggi. Sono stati i miei amici e confidenti e dopo il trasferimento, ogni volta che mi capitava di tornare a Istanbul, trovavo la città sempre meno riconoscibile ad eccezione di una cosa: i gatti, unico elemento costante e immutato che incarnava l'anima stessa della metropoli. Questo film è, per molti versi, una lettera d'amore a quei gatti e alla città". 
A Istanbul ci sono da sempre migliaia di gatti, benvoluti e assistiti dagli abitanti - ché il gatto è animale che piace a Maometto.
In un'ora di film hai scoperto, così, che: il primo piano di un gatto grande come una parete ti può ipnotizzare; che la città dei gatti assomiglia molto di più alla città degli uccelli (colombi, gabbiani) e dei topi e che le tre città si intrecciano in modo costante, inestricabile, anche violento e sanguinario, mentre la città degli umani rimane come sfocata, sullo sfondo, altrove. 
La città degli umani ha invaso ogni spazio a perdita di occhio, ha reso allo stesso tempo interstiziali le città degli altri animali, che si devono ritagliare la propria topografia scivolando tra le varie umanità: cosa che ai gatti riesce assai bene, si trovano apparentemente a loro agio qualunque sia la situazione. Eppure, loro - come i gabbiani e i piccioni, come i topi - vivono degli 'avanzi', dei sovrappiù, degli scarti - o dei doni - degli umani. Calpestano gli stessi spazi, a volte nello stesso momento - un volta che si è constatato questo, fai fatica a comprendere e ad accettare lo schifo che gli umani provano per i ratti o la ostilità che provano per i volatili: perché per i gatti, che si infilano fisicamente negli stessi cunicoli dei topi o che contendono il pesce agli uccelli negli scoli dei porti e del molo, c'è invece attenzione, cura?



Per gli abitanti di Istanbul - come per chiunque in giro per il mondo conviva, ami, adori, accudisca dei gatti - il gatto cambia la vita, trasforma le persone; il gatto è la via che Dio manda al fedele per rendere la propria vita un evento sensato; il gatto ci permette di entrare in comunicazione con l'altro; il gatto è come un alieno.
Per queste persone, non è possibile confondersi i gatti tra loro: ciascuno ha un suo carattere e una sua personalità. Ogni gatto elegge o privilegia certi quartieri e non altri, ha sue preferenze, abitudini; ogni gatto tratta gli altri gatti in modo suo proprio, secondo il suo carattere individuale e in risposta al carattere individuale dell'altro.

il cast del film


2 commenti:

  1. Che meraviglia!
    Peccato che questo documentario non sia uscito dalle mie parti, da gattara l'avrei visto molto volentieri :(

    RispondiElimina
    Risposte
    1. se puoi, recuperalo! è veramente un piccolo tesoro, se si amano i gatti, ma anche se si desidera scoprire come è fatto il loro mondo

      Elimina

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