sabato 16 giugno 2018

NOmattatatoio - Italy Save Movement, 18 a Torino


Cronaca dura: durante il presidio numero 18 a Torino, nella via Traves del mattatoio.




Due camion stazionano nel vasto spiazzo davanti ai cancelli del mattatoio. Sono enormi rimorchi ferrosi per trasportare dolore.
Uno dei due camion fa una manovra veloce, si mette a zigzagare e quasi investe una delle attiviste presenti al presidio.
L'autista del secondo camion, invece, dall'alto del suo sedile, fa un gesto che le persone normali vedono solo nei film thriller: fa un cenno, col dito, in direzione della gola ('te la taglio').




La sopraffazione, la intimidazione, la minaccia: tre comportamenti che rientrano a pieno titolo nella fattispecie della violenza. Ti chiedi: quanto viene interiorizzata, la pratica della violenza, dalle persone che orbitano intorno a un mattatoio, che fanno la spola tra un allevamento zootecnicno e un mattatoio? 
Il mattatoio è senza ombra di dubbio, luogo di violenza: qui, l'atto violento è la norma basilare per qualsiasi relazione tra tutti quelli coinvolti. Nel mattatoio la violenza viene regolata, regolamentata, legiferata, legittimata: riflette nient'altro che la violenza che permea l'intera società, per portarala a livelli di organizzazione e di segmentazione che sono quelli della catena di lavoro fordista.
Quindi, nel mattatoio, convivono la banalità del male -la violenza burocratizzata - e la ottimizzazione, la distillazione della violenza. Atti violentissimi: picchiare, stordire con l'elettricità, appendere per gli arti, sgozzare, squartare; vengono compiuti da persone comuni, gente che non è difficile incontrare in giro tutti i giorni.

Allo stesso tempo, è una violenza meccanizzata, spersonalizzata e spersonalizzante: non è umanamente possibile rimanere a contatto di una simile qualità di violenza, che prosegue senza soste e senza ripensamenti, senza che qualcosa si avveleni nel proprio animo, senza che i pensieri non si pieghino verso una direzione crudele, senza che il cuore non si aggricci.
La violenza diventa allora l'unico orizzonte di esperienza, l'unica modalità espressiva, l'unica forma di comunicazione - per tutti quelli che trascorrono il loro tempo nel mattatoio: un tempo breve o lunghissimo, da vittime (come gli animali non umani) (come alcuni - pochi? - umani - donne, lavoranti temporanei e sottopagati), o da carnefici (macellai maschi).



Da questo crogiuolo che cuoce una poltiglia velenosa arrivano i gesti che hanno reso la cronaca di questo presidio così carica di violenza - violenza tentata, minacciata, esibita. 



Nessun commento:

Posta un commento

TUTTI POSSONO COMMENTARE, ANCHE IN FORMA ANONIMA! (EDIT 2018: HO CAMBIATO IDEA: ALMENO UN NOME IN FONDO AL COMMENTO E' GRADITO, PER NON DOVER RISPONDERE CON UN EHI, TU!). PER ANONIMO, SI INTENDE CHI NON E' ISCRITTO - PER QUALSIASI MOTIVO - AI FOLLOWER. Ma visto che è possibile il commento anche non iscritti, considero una forma di gentilezza scrivere almeno un proprio nome :) )

(EDIT 2 2018: qualsiasi messaggio che contenga pubblcità, promozioni, contenuti promozionali di carattere commerciale o finanziario, di qualsiasi tipo e genere, verrà immediatamente e automaticamente cancellato e gettato nel cestino dell'oblio. promoter avvisato...)

SE sei interessat* a seguire La Confidenza Lenta, prova a cercare l'elenco dei lettori fissi e a cliccare sul tasto azzurro 'segui' Dovrebbe permetterti di iscriverti, se ti fa piacere.

In alternativa, puoi lasciare un commento allo stesso post, quando viene condiviso sulla pagina Facebook della Confidenza, e segnalare se vuoi rivederlo ri-postato qui

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...