domenica 18 gennaio 2015

... e Orche

Immagine trovata sul blog la giraffa


Quando per caso, dopo un  lungo post sulle balene, ti (mi) capita all'attenzione, qualcosa di così tanto affine, non posso fare finta di niente.



L'orca, mammifero marino, subisce destino di prigionia negli acquari; una prigionia che condivide con i delfini.
I suoi carcerieri, inscenano teatrini dove a lei spetta la parte del feroce mostro marino (ai delfini tocca il ruolo dei giocherelloni).
In realtà, le orche rinchiuse negli acquari, sono solo patetici, solitari, malinconici, tristi prigionieri. A loro viene sottratta l'ampiezza dei mari, la compagnia delle altre orche, la libertà di nuotare dove si vuole e - quindi -  di fare quello che si vuole: vale a dire, l'autodeterminazione della propria vita.

Questo progetto ne mostra la prigionia, e ci fa immaginare la sua libertà.  La liberazione di orche e delfini, sarebbe solo un primo passo nella direzione di un diverso e finora mai concepito rapporto di gentilezza e di rispetto nei confronti degli altri animali. Una liberazione che, forse, libererebbe anche noi dalle nostre gabbie, dalle nostre vasche, dove ci muoviamo con l'illusione di essere liberi, mentre invece siamo soli e rinchiusi in questa solitudine che ci ha accecati e impietriti. Non saremmo soli, invece, se ne avessimo il coraggio: di guardare davvero chi ci sta di fronte, col desiderio di entrarte in comunicazione con lui - il che dovrebbe anche significare l'accettare l'eventualità che questo riscoperto altro-lui, manifesti la volontà e il desiderio di non comunicare con noi. Questa libertà del rifiuto - Adorno, ma anche Bartelby lo scrivano - significherebbe /significherà: la nuova epoca dei viventi, tutta - ancora - da pensare, immaginare, sognare, creare. ...

8 commenti:

  1. con0sci questo film:
    http://bradipofilms.blogspot.it/2013/11/blackfish-2013.html

    i casi della vita:
    Melville, scrive Moby Dick e un altro personaggio (immenso) di Melville (Bartleby) appare nel post successivo :)

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    1. ciao Frranz, sì, ne avevo sentito parlare, e avevo forse visto qualche sequenza. è un docu film molto toccante a prere mio. La pratica imprigionante umana si mostra e dimostra in tutta la sua colossale e criminale ignoranza.
      Grazie per la segnalazione.

      Melville, come si legge nel libro di Hoare, ebbe esperienze con i balenerie e con le balene, inoltre incontro Hawthorne; non solo, altri scrittori di quel periodo - Poe, Thoreau - ebbero nei modi più inimmaginsbili, qualcosa a che vedere con le balene, e ne conobbero l'universo, fatto anche di orche.

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  2. Strane coincidenze... stamattina pensavo ai pesci, anzi a Prévert:
    Pesci, amici amati,
    Amanti di coloro che furono pescati in si gran quantità
    Voi avete assistito a questa calamità
    A questa cosa orribile
    A questa cosa spaventosa
    La pesca miracolosa

    Pesci amici amati
    Amanti di coloro che furono pescati in sì gran quantità
    Di coloro che furono pescati bolliti mangiati
    Pesci... pesci... pesci...
    come vi sarà venuto da ridere
    il giorno della crocifissione.
    Jacques Prévert, Histoires (1963)

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  3. Santa, questa poesia è molto particolare, e bella -ci trovo anche non poca ironia, travestita da immagini ittiche. Non è tuttavia secondo me una poesia 'sui' pesci o 'per' i pesci; piuttosto, su quel che i pesci, in un certo immaginario - mi pare di capire cristiano - signficano. E allora è magari un poco come la filastrocca della 'palla di Apelle figlio di Apollo', con 'tutti i pesci che venenro a galla' ;)
    Che poi, le balene non sono mammiferi come noi!? :)

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  4. Come ti ho scritto è stata una pura combinazione, superando la connotazione "eretica", pensavo al grido, anzi alle grida, e mi sono tornati alla memoria quei versi, che avevo usato tanti anni fa per un articolo sulla "strage" delle trote, con cianuro ed esplosivo e alla moria non solo degli adulti, ma alla distruzione degli avannotti. Così leggendoti ti ho riportato quel grido, senza alcuna polemica religiosa, non è nella mia natura, come sai io sono onnivora, per cui sono io l'"eretica" in questo contesto, io con le mie contraddizioni. La vita è vita, animale e vegetale, uguale per tutti. Se un pesce potesse "narrare", sicuramente il suo archetipo cosmogonico sarebbe l'uovo :)

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  5. Aspoettacvo con grande interesse il tuo commento. Le tuie parole sono sempre così evocative, e anche questa volta infatti è così, perché fanno molto riflettere. Te lo hanno già detto, vero, che hai una notevole capacità di aprire sentieri e prospettive?
    Oltre che di cogliere le occasioni. In questo caso, l'affinità acquatica era pregnante, forse molto più del sottotesto religioso (che a parer mio era invece assai preponderante per il poeta) e ha permess-permette una rilettura della poesia più in chiave orientata agli altrianimali - una interpretazione inusuale, ma per questo benvenuta.

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  6. Risospinto dalle tue nuove parole, ho riletto la poesia, e ci ho colto un pizzico di empatia in più, rispetto alla prima lettura, dove i pesci mi erano sembrati solo allegorie per parlare delle ipocrisie tutte umane. Mi fa molto piacere!

    Non c'è nessuna eresia, direi, da parte di alcuna, Santa :) ; proprio grazie al contesto, che non ambisce a creare nuove religioni o alzare nuove barriere per separare buoni da cattivi. Che bello sarebbe, poter pensare agli altri animali non come cose o cibo, e nemmeno come nuda vita abbandonata a se stessa e a regole 'naturali' di indifferenza assoluta. Che bello è incontrare gli altri animali ciascuno con le sue peculiarità, senza che nessuno debba dimostrare nulla o diventare simbolo di alcunché. La vita è vita è vita, uguale per tutti, ma oggi come oggi alcune vite sono più uguali di altre, e quando si parla di animali, empatia e compassione si sciolgono come la scarsa neve di questo torno di giorni, al sole di un naturalismo-alibi di comodo per proseguire sena rallentamenti né deviazioni nel nostro ritenerci esseri assoluti rispetto al mondo in cui invece siamo immersi insieme e allo stesso modo di tutti gli altri animali. Tutti quanti noi animali, in effetti, narriamo una storia :)

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