giovedì 18 ottobre 2018

Canzoni di Resistenza


 
il chitarrista Marc Ribot
 Quando hai sentito "Bella Ciao", cantata dalla voce di Tom Waits, hai provato una specie di commozione. Perché Tom Waits è il poeta sensibile con le fattezze del freak; e perché "Bella Ciao" l'hai cantata con grande gioia, non troppo tempo fa, a Vercelli - era una cosa che hai sempre sognato di poter fare, mescolando la tua voce stonata a decine di altre voci.

Hai scoperto che quella canzone traina con sé il disco "Songs of Resistance, 1942-2018" di Marc Ribot. Anche se è interamente ascoltabile sul tubo, potevi non prendere il CD? Non potevi.
E infatti lo hai preso, e ne sei felice. Perché se sui video tubeschi trovi credits di musicisti che sul librettino del CD non trovi (e questo ti sembra molto ingiusto), in compenso trovi sul librettino del CD un testo post-fazione dello stesso Marc Ribot, che sul tubo non c'è (questo, invece, è giustissimo).
Allora, lo hai letto, ne hai condiviso alcuni pensieri e ti sei avventurato nella traduzione...
(del disco, magari, parlerai in altra occasione)
 ...
 (Nota: tutte le parole o frasi che sembrano sbagliate o scorrette, lo sono per via della tua libera e incosciente traduzione. Chiedi venia in anticipo. Comunque, buona lettura).




"I miei nonni persero i fratelli, le sorelle, i cugini, le zie e gli zii nell'Olocausto, e io ho girato e fatto concerti in Russia e Turchia, dove ho amici. Noi abbiamo riconosciuto Trump, e non è un mistero che noi tutti saremo finiti se non reagiremo.

Non è che le cose prima di Trump fossero un pic-nic. Le molte vittime di razzismo, sessismo, omofobia, xenofobia e guerre sotto gli ultimi presidenti - alcuni di loro Democratici - non sono dimenticate, e persino tra i politici per i quali ho votato, pochi hanno voluto affrontare la cause strutturali di questi problemi.

Ma anche i più incazzati dei miei amici attivisti hanno saputo subito che il Trumpismo era seriamente  sbagliato, e che la resistenza - non solamente la protesta, che per definizione riconosce la legittimità del potere a cui si appella e contro cui protesta - doveva essere messa in conto, pianificata.

Io sono un musicista, così ho iniziato la mia pratica di resistenza con la musica.


Normalmente, io lavoro studiando il passato ("Ancient to the future", come lo ha messo l'Art Ensemble of Chicago - e come Hannah Arendt avrebbe fatto, se fosse stata una musicista jazz) e poi facendo esplodere o ricostruendo o semplicemente stravolgendo quei cambiamenti fino a farli diventare utili per il tempo presente, attuale.

Così, ho ripreso gli archivi di musica politica conosciuta per anni e li ho riascoltati ancora - provando a trovare cosa fosse utile ora. Ho trovato canzoni dei partigiani italiani anti-fascisti dalla Seconda Giuerra Mondiale ("Bella Ciao", "Fischia il vento"), del movimento per i diritti civili negli Stati Uniti ("We'll never turning back", "We are soldiers in the army"), una canzone politica messicana originariamente registrata dall'artista messicana Paquita la del Barrio, mascherata da canzone romantica ("Rata de dos patas").

Ho scritto anche delle canzoni, cose che ho sentito durante le manifestazioni, alla radio o alla televisione, storie che non potevo elaborare in altra maniera, son diventate testi di canzoni. Questi testi che ho trovato, ho cercato di cambiarli meno che ho potuto. Parte di "Sirinivas" è la versione rimescolata di notizie e articoli su Sirinivas Kuchibothia, un immigrato Sikh, ucciso nel febbraio 2017 da un razzista che lo scambiò per un Musulmano. E "John Brown", lo fece davvero, "uccise cinque schiavisti sul torrente Pottawatomie".

A marzo 2017, avevo il materiale per  "Goodbye Beautiful / Songs of Resistance".

Non rivendico alcuna autenticità "storica" per quanto riguarda gli arrangiamenti delle canzoni d'archivio presenti sul disco - benché io speri che questi lavorino su più di un livello, gli arrangiamenti e la composizione delle canzoni su questo CD sono scritte e suonate senza scusa, come agit prop. Ho preso a prestito canzoni note e citate, di pubblico dominio, per quanto ho potuto, nel tentativo di adattare la forza della loro ricca tradizione alle necessità delle lotte correnti, ogni volta che è stato possibile.  Per la medesima ragione, ho modificato testi e arrangiamenti, liberamente, come gli scrittori di musica politica han sempre fatto.

La politica sottesa a questa registrazione è quella del Fronte Popolare: l'idea che quelli di noi con valori democratici, abbiano bisogno di mettere da parte le nostre differenze abbastanza a lungo, per sconfiggere quelli che minacciano questi valori.

Benché questo approccio abbia le sue frustrazioni, ha funzionato di recente (1942-1945).

Non è stato facile coordinare una registrazione con tanti artisti, benché gli artisti coinvolti siano stati senza eccezioni entusiasti e di grande aiuto.

Ma la follia dell'anno trascorso ci ha fatto muovere quando le cose erano impantanate. Con Justin Vivian abbiamo registrato "We'll never turn back", letteralmente mentre Donald Trump stava pronunciando un amichevole discorso presso gruppi anti-gay a Washington DC. Tom Waits ha registrato "Bella Ciao" vicino  a Santa Rosa, tra i fumi degli incendi boschivi - in parte causa del riscaldamento globale - che hanno distrutto 1500 abitazioni.

Non un giorno è passato che non pensassi al fatto che stiamo vivendo quelli che potrebbero essere gli ultimi anni per poter diminuire il grado di cambiamento catastrofico del mutamento del clima che verrà sperimentato dai nostri figli.

E quello che penso è che pensare non è abbastanza.

Lo stesso si può dire a proposito del cantare.

I profitti del CD verranno donati a The Invisible Project, una organizzazione 501c4 che sta organizzando una risposta politica a Trump. Ora hanno sedi in ciascuno dei distretti elettorali, e lavorano per creare le reti locali e nazionali di cui abbiamo bisogno. Ho molti amici che pensano che qualsiasi tipo di politica non sia giusta. Apprezzo il sentimento, ma dobbiamo andare oltre, rimboccarci le maniche e sporcarci le mani se vogliamo sopravvivere a queste cose.

Voglio ringraziare gli artisti e i musicisti che hanno suonato o cantato in questo cd, non solo per il loro tempo e per le loro grandi interpretazioni, ma anche per le loro critiche e intuizioni, musicali e politiche, che hanno dato forma a questa registrazione in ogni sua fase.

Benché la mia intenzione nel preparare questo disco fosse quella di esprimere solidarietà con tutte le persone vittime di questo regime, cercare di esprimere questa solidarietà senza ripetere vecchi schemi di oppressione, non è  facile. Mi auguro che il dialogo e lo spirito di solidarietà iniziato tra i musicisti in queste registrazioni, continui negli ascoltatori e si diffonda sempre di più... "





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