Stella e Lisa, 3 agosto 2011 |
Bello è stato perciò leggere un nuovo commento alla fotina di Lisa e Stella - di Fabiana Rosa, la presidentah di Progetto Quasi: Stella e Lisa sono state paragonate a un 'doppio comodino Shabby Chic'. Stilose e di gusto, nella loro morbidezza riccioluta. Ti è piaciuto così tanto questo commento da fashion blogger (esisterà la forniture blogger?) che sei andato a fare una ricerca internettiana sul termine. E hai avuto delle belle sorprese.
Mobile marittimo. Vintage nordico. |
Coppia di comodini bianchi. In stile |
"Trattasi di uno stile di interior design, in cui mobili, accessori e arredi si presentano invecchiati, anzi, maggiori sono i dettagli usurati meglio è rappresentata l’anima di questo stile."
" I mobili più adatti al fai-da-te. Trattasi di mobili ricchi di intarsi, perché rappresentano un’età passata e, quindi, l’effetto “polveroso” delle vernici pastello ben attecchisce sulla loro superficie. Lo shabby dà al “vecchio” una seconda possibilità, riportando a nuova vita mobili che altrimenti non guarderemmo neppure".
Capito? In pratica Shabby Chic ricerca il bello, il grazioso anche dove sembrerebbe non esserci, e valorizza i dettagli 'strani', considerati sorpassati, fino a rendere desiderabile e apprezzabile, attraente, qualcosa che fino a quel momento prima veniva disprezzato. Un discorso che ti suona familiare: perché lo stai leggendo/ripassando grazie alla lettura di questo libro; e perché ha anche molto dello spirito 'quasista' di recuperare e valorizzare cani anziani, decrepiti, in fin di vita o peggio, catorci, sfascioni, salme, ecc.
Ma non finisce qui...
Oggetti Disabili |
Non ce n'è uno uguale |
Ti viene spontaneo immaginare collegamenti tra cose distanti tra loro. Mentre leggevi che cosa significa la pratica Shabby Chic, ti è venuto da pensare che l'attenzione alla valorizzazione di ciò che è usurato, o - perché no? estremizziamo! - rotto, spezzato, frantumato, potesse trovare un ottimo aggancio anche in Oriente, con la filosofia/la pratica denominata 'Kintsugi' (kintsugi (金継ぎ), o kintsukuroi (金繕い), letteralmente "riparare con l'oro"). La tecnica permette di rimettere assieme cocci e frammenti di oggetti frantumati dopo una caduta o un incidente, saldando i pezzi tra loro con "oro o argento liquido o lacca con polvere d'oro per la riparazione di oggetti in ceramica (in genere vasellame), usando il prezioso metallo per saldare assieme i frammenti". Il valore di questa pratica, secondo te, consiste nel fatto che - per prima cosa - un oggetto rotto non viene gettato via, ma viene considerato prezioso da meritare attenzione e tempo per essere riparato: perché è un oggetto unico; perché magari c'è anche un valore simbolico, affettivo, che lo permea. Ogni oggetto riparato, torna intero, ma non è più quello di prima, è qualcosa d'altro, l'unione di due materiali differenti: un nuovo oggetto che è maggiore della somma dei due materiali, ed è doppiamente unico ed irripetibile.
Per una volta, con soddisfazione, e contrariamente alla pratica comune e triste della oggettificazione degli esseri vivi, puoi fare questo confronto: i vasi kintsugi sono come gli animali disabili, dei quali certi umani si prendono cura: gli animali disabili sono unici, hanno per prima cosa una unica e preziosissima vita, insostituibile e alla quale tengono tantissimo; possiedono una loro individualità speciale, che nasce dal loro essere - in qualche modo - rotti (si sono rotti a un certo punto della loro esistenza, o magari - capita - sono nati già 'rotti'). C'è di più. Non rinunciano alla pienezza della vita e delle sensazioni che regala, si riorientano tutti se stessi sulla loro condizione mutata e riprendono il percorso unico della vita, senza perderne nemmeno un minuto. La casualità della vita li ha frantumati, ma la cura che li ha recuperati dalla morte, li ha resi doppiamenti unici e irripetibili: da una ferita rinasce una nuova bellezza, un diverso equilibrio, sia esteriore che interiore. Che si tratti di un carrellino, di una terapia, di una nuova capacità di prestare attenzione e anticipare, da parte degli umani. Saresti tentato di aggiungere che questo equilibrio si trasmette anche al fortunato (!) (sì, avete letto bene: fortunato) compagno umano di un altranimale disabile, come Lisa e Stella. (Ma questo punto, ti dici, perché dimenticare Oscar? Così facciamo pure un bel en plein di link nel post, e chi legge avrà la possibilitò di farsi i suoi propri collegamenti. E vai).
Ciao Giovanni!
RispondiEliminaCiao! Sei Carla? Purtroppo da sempre ho il problema di non riuscire a creare un modo per facilitare le iscrizioni, con gli strumenti che il blogger mette a disposizione...
RispondiEliminaTi è piaciuto il post?
Hai anche tu cani Shabby chic?