Cominci a pensare che trascorrere serate come questa: a vedere Luca Spennacchio che racconta il suo ultimo libro - ma poi inizia a dire anche tante altre cose che sembrano del tutto scollegate e invece non lo sono - in quel di Gattinara; ecco, che siano cose che dovresti fare molto più spesso. Perché? Perché sono la benzina del tuo pensiero e della tua empatia (insomma, per la tua anima e per il tuo cuore). Tu di te hai capito l'esser facile alle stanchezze emotive, specialmente quando le situazioni hanno a che fare con gli animali: vedere quanto siano evidenti le 'scorrettezze' (per non parlare delle crudeltà, incurie e abbandoni) che ogni giorno gli umani perpetrano contro gli altri animali, può scoraggiare.
La forza e l'energia di Luca (e con lui, e come lui, tante altre persone, in primis la presidente del Rifugio Il Giardino di Quark, ma tornerai a parlarne con un post apposta) si trasmettono come ondate di vibrazioni positive. La CERTEZZA di potercela fare, riacquista vigore.
Tutto questo grazie anche a quello che persone così, come Luca, ci dicono.
Luca Spennacchio, per esempio, alla gente che era venuta ad ascoltarlo, e che poi poteva comprare il suo libro, ha parlato del VALORE DEL CANE. Che NON è il valore misurabile in denaro (anzi, tu sei d'accordo che sia da bandire l'uso di comprare e vendere esseri viventi: la vedi un po' come una edizione inter-specifica della schiavitù). Il denaro, i soldi, non c'entrano niente.
Il valore del cane, di ogni singolo cane, di ciascun cane che vive, ha vissuto, vivrà insieme a noi: si misura con la sua sincerità, con la sua limpidezza, con la sua generosità, con il suo essere veritiero, sempre. Il cane e l'uomo sono comparsi sulla terra insieme, si potrebbe dire: qualcosa come circa 130.000 anni fa. Uomo è Uomo e Cane è Cane, da sempre, da quando esiste l'uno e da quando esiste l'altro. Non esisteremmo così come siamo, né loro esisterebbero così come sono, se non ci fossimo reciprocamente reciprocati. Questo, in sintesi super semplificata, è anche uno dei concetti portanti e importanti della zooantropologia, quella affascinante sfida cognitiva che unisce filosofia, etologia, scienze applicate, per darci occhi nuovi e prospettive diverse con cui guardarci e guardare il nostro (cioè di tutti gli animali, con noi dentro di loro) mondo.
Quindi, dice Luca: la domanda non dovrebbe essere 'Perché hai un cane?', ma piuttosto: 'Perché NON hai un cane?!'.
Cane ci fa capire come sia diventata artificialmente invivibile la nostra vita, inscatolata in città. Cane ci fa desiderare di ritornare e ritrovare la Natura. Cane ci fa capire che per vivere, cioè vivere davvero, è importantissimo, anche, buttarsi, a fare con la massima convinzione di cui siamo capaci, proprio quella cosa che in quel momento è importante, perché ci piace, perché ci attira, perché ci interessa, perché ci emoziona - e non ne esistono altre, tutto l'orizzonte è occupato da quella cosa, finché quella cosa dovrà occuparlo. Si capisce molto bene che qui, anche se abbiamo iniziato a parlare di una cosa considerata scadente - il canile, quasi un 'canificio', e quindi i cani - ci siamo ritrovati a parlare del significato, dei significati (o dei non significati) della vita stessa, di cosa sono Natura e Artificialità.
Cane è la cartina di tornasole per indovinare il rapporto che abbiamo con gli altri animali: ne è la apoteosi, perché Cane vive con noi da sempre, e ci accompagna ovunque. Se dunque il nostro rapporto con lui è guastato da violenza, da sentimenti di repulsione, ribrezzo, da tradimenti (nostri verso di loro, sempre), da leggende sociali legate a parole come 'dominanza', da volontà di allontanamento, da riduzione a cosa svalutata, inutile, banale, elementare; vuol dire che c'è qualcosa che si è guastato nelle nostre società tra umani. Attenzione: il Cane non è 'un esempio di...', per ritornare per l'ennesima volta a parlare solo di noi stessi, dopo aver fatto finta di esserci ricordati degli animali. Al contrario: Cane è un compagno che vuole guidarci di nuovo sulla strada dell'empatia, che ce la insegna, perché noi, invece, ce la siamo dimenticata. Cane non si è dimenticato mai che cosa sia Uomo, e vuole farcelo ritornare in mente anche a noi. Perché noi umani, avvolti dalle macchine virtuali che abbiamo escogitato e costruito, già ora potremmo avere difficoltà a riconoscere noi stessi come umani vivi - invece che, per dire, replicanti a termine. Luca ha parlato - nella parte finale della serata, davvero emozionante, ci vuole un post solo per queste ultime cose che ha detto; vero che ti riprometti di scriverlo? - di fantascienza, di VR, di Alan Turing e di Philip Dick. Loro hanno immaginato e costruito le nuove macchine elettroniche, hanno immaginato e raccontato come potrà essere la nostra vita con loro. Siamo solo all'inizio. Rischieremo di perderci, ma se ci fideremo di Cane, rimarremo noi stessi. Di più: diventeremo - finalmente! - noi stessi. E la zooantropologia, su queste prospettive, ha tantissimo da svelarci, tu credi.
È
perché non siamo (ancora?) noi stessi, autenticamente Uomini, che ci sono i canili: la perversione di un rapporto di alleanza, fiducia e lealtà, unilateralmente tradito.
Luca Spennacchio scrive, all'inizio (e qui, vuoi riportare il testo ricopiato parola per parola): "Il canile che sogno è il canile che non ha necessità di esistere. Ma questo canile esiste in un mondo che oggi non c'è. Il nostro compito è di costruire quel mondo, partendo proprio dal canile che oggi c'è". Il libro spiega passo passo il canile 3.0, quello che è e sarà il luogo che accoglie le persone e le riconcilia con i cani, che produce e promuove cultura per la rivalutazione del rapporto tra Uomo e Cane - e quindi tra Uomo e Alterità Animali.
Perché, va detto e ricordato, visto che non ce ne rendiamo più conto: le cose che rendono felici il cane, sono le stesse che rendono felici noi. Quali? Stare insieme a chi si ama. Fare cose insieme. Esplorare. Viaggiare. Sognare. Mangiare insieme. Dormire abbracciati. Respirare l'aria pura, il vento, l'acqua, la terra e il sole.
(grazie, Luca).
I cani, hanno molte cose da dirci sul mondo, perché, del mondo, hanno una loro personale opinione, che si sono formati vivendo esperienze, interiorizzate e ripensate (proprio come facciamo noi).
E allora, in conclusione, almeno una delle mille domande che aspettano di essere domandate nel post più cinofilosofico di cui si diceva più sopra: Quando io, Uomo, riesco a essere felice - FELICE - un decimo di quanto è felice il Cane che vive insieme a me?
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