giovedì 23 aprile 2020

Foto di animali in città - Tutte le domande




In queste settimane di quarantena, dopo un primo exploit di immagini, le foto di animali che si sono 'ripresi' gli ambienti urbani  momentaneamente svuotati di umani, non hanno comunque mai smesso di apparire, di tanto in tanto.
Lasciamo da parte alcune foto probabilmente fake (ma comunque, per altri motivi, significative), le altre immagini sono frame documentali ben precisi, di un qualcosa che è cambiato;  sia pure legati a una contingenza, a una coincidenza - la presenza contemporanea nello stesso luogo di uno o più animali e di un umano con dispositivo tecnologico fotografico.






Molte di queste foto, all'inizio, le hai riprese e inserite in post del blog anche qui. L'emozione, così simile a gioia e sollievo, suscitata da queste immagini, si è accompagnata, almeno per te, alla volontà di documentare degli eventi comunque notevoli - sia per una certa loro eccezionalità, sia per la loro suggestività.
Gioia e sollievo, quindi: queste le prime due emozioni, di acchito, le più superficiali e spontanee, immediate, nel momento in cui si va a guardare una di queste immagini, in una carrellata.

Nei giorni di quarantena, si è spesso parlato di che cosa fossero e che cosa significassero queste immagini. Adesso che si parla di fase 2 e di ripristino delle situazioni status quo ante - uguali ma diverse - ci si può aspettare che - purtroppo, dal tuo punto di vista - queste immagini, segno di un incontro stra-ordinario, saranno sempre più rare - proprio perché questi incontri si diraderanno. Non è detto che il parziale ritorno alle attività umane farà bene alla natura e agli animali. Anzi: sarà probabilmente un incubo, tutti vorranno recuperare il tempo perduto - che non si recupera, tuttavia - attanagliati da una foga feroce ed egoista di riappropiarsi all'istante dei propri 'diritti' a consumare, a spendere, a gettare, a non avere preoccupazioni.  
Per questo motivo, vorresti fare due pensieri sul significato di queste immagini, esposti proprio in maniera semplice semplice, quasi un elenco. Ben lungi da essere 'foto-alla-Disney' , queste immagini non raccontano secondo te la favola di un mondo dove i cattivi non ci sono più e tutto ritorna a fiorire.  Fermo resta lo stupore che suscitano, perché sono immagini assai significative e anche 'potenti' in alcuni casi: ma pensi che nella maggior parte di chi le ha guardate hanno suscitato qualcosa di meno superficiale e banale della disneyzzazione - un pericolo che è comunque sempre incombente.
Una domanda che possono aver suscitato, per esempio, è: posto che l'assenza degli umani toglie loro ogni paura, perché son tornati quegli animali? O forse, ci son sempre stati e prima erano nascosti, o invisibili? Ci hanno cercato? Cosa si aspettavano da noi, e cosa si sono aspettati dalle nuove strade deserte?

Considerare queste foto 'Disney Style' perché suscitano stupore e richiamare l'attenzione su una realtà non dimostrata che dovrebbe spiegare con sicurezza che cosa sta davvero accadendo, è una retoria specista e antropocentrica abbastanza corrente, che banalizza e appiattisce qualunque 'discorso' quando è riferito ad aspetti altranimali - che invece hanno la forza di irrompere nella quotidianità troppo umana, e perciò spaventano, anche.
Secondo te, queste immagini hanno suscitato tante reazioni perché erano 'cose mai viste', eventi, fenomeni di cui comunque quasi tutti capivano i contesti: un pianeta dove gli umani sono per il momento quasi del tutto impossibilitati dal muoversi e agire, ritorna molto presto a popolarsi di altranimali, gli spazi vuoti - svuotati - si riempiono ancora, il 'groviglio terrestre'* (così Davide Majocchi, in Liberazioni n°40) ritesse fili e trame altrimenti strappate.  In questo modo, si ricrea la possibilità di un incontro  con qualcuno destinato a lasciare una traccia in noi (Gianluca Solla, in Liberazioni n°40), due sguardi, due esistenze, due fili dal groviglio che si annodano temporaneamente, per poi sciogliersi e proseguire di nuovo per le proprie strade. Anche se, in questo caso, l'incontro è stato per tutti solo virtuale, filtrato dalla immagine. 
Il vedere, però, all'improvviso, apparire in una strada, in un canale, in una banchina, sopra grattacieli e torri di vetrate, animali di cui non avevamo mai avuto consapevolezza, di cui non sapevamo più nulla,  ci rimette davanti a una occasione, che avevamo perduto, che avevamo dimenticato.  Proprio qui, secondo te, sta tutto lo stupore che queste foto hanno suscitato: la meraviglia e la sorpresa della possibilità di un incontro (sempre Solla) e dunque di un ritorno alla vita, cioè alla condizione in cui si fanno incontri, in cui si scambiano sguardi, in cui si condividono luoghi, spazi - magari solo per pochi secondi. Sono incontri gratuiti, nel senso che non hanno l'obbligo o la funzione di ottenere un risultato, un consumo: però, proprio per questo, sono incontri di bellezza, di stupore, spiazzamenti e spaesamenti, perdersi per ri-trovarsi.
Ancora. Sono immagini tra loro sconcatenate, indipendenti (Tamara Sandrin, su Liberazioni n°40): sono singole alterità assolute, individui altranimali del tutto indipendenti tra loro, riprese in queste immagini - in uno "spazio scoordinato tra loro e tra le immagini e lo sguardo". Sono anche tasselli di un quadro più vasto: la dimostrazione pratica di come è il pianeta senza umani.  In questo senso, tutte insieme, acquistano una nuova dimensione, indicano una direzione, stabiliscono delle necessità.
Che non è - dal nostro punto di vista umano - l'estinzione nostra - nel senso che siamo noi a non volerla. Ma è l'intravvedere una strada che ci porterebbe su un cammino diverso. Molto in generale: modi di stare insieme basati sulla empatia, una condivisione equilibrata degli stessi spazi con gli altri suoi abitanti. Azioni concrete più armoniche nei confronti degli animali - come individui e come gruppi, a livelli diversi. Un suggerimento ce lo ha dato Edward O.Wilson nel suo libro 'Metà della terra', nel quale suggerisce di destinare metà del pianeta a una immensa, inviolbile, riserva naturale. Gli animali nelle foto ci fanno toccare con evidenza i possibili esiti di questi passi di lato da parte degli umani: queste immagini, traccia di passaggi già conclusi, possono quindi funzionare come promemoria o come incentivo. Gli altri animali - scrive Acampora su Liberazioni n°40 - son compagni, che "conoscono la propria autonomia e la propria sovranità, e che pertanto vanno riconosciuti come cittadini di altre nazioni", membri di popoli altri (Beston; poi Donaldson e Kymlicka).
Questa può rappresentare veramente la nostra ultima occasione: se non trarremo i giusti e conseguenti comportamenti dall'esperienza vissuta, saranno i batteri a passare tranquillamente sopra di noi e ad abbandonarci dietro di loro, che sono presenti sul pianeta da miliardi di anni (Mazzeo, su LIberazioni n°40).

Queste foto sono immagini di animali, che si muovono: forse esplorano, certamente fanno 'cose' delle quali a noi sfugge il senso autentico, quel senso è presente solo nei pensieri di chi sta facendo quella azione. A volte, gli animali sono inoperosi; oppure sono inattuali. Questi animali, sono spesso in gruppo, sono relativamente numerosi. Questo ci sconcerta: gli animali sono moltitudini variegate di individui, la cui vicinanza dà vita a qualcosa di diverso dalla semplice somma dei presenti. Come individui animali, li vediamo girare, esplorare, giocare, oziare, mangiare, in istanti 'rubati' - rubati perché ci hanno colto di sorpresa e non siamo riusciti, in quanto umani, a non appropiarcene.

Dietro a ogni singola foto, insomma, ci sono mondi: le vite di chi è stato fotografato, la situazione di cui sta facendo esperienza, il contesto che circonda sia lui che il fotografo umano, le prospettive future - che potranno andare in un senso liberatorio, oppure tornare alla disperata distruzione di prima della quarantena.





* NOTA. Groviglio terrestre è un concetto molto suggestivo e visionario che Davide Majocchi nomina nel frizzante numero 40 di Liberazioni, il numero per festeggiare i primi 10 anni della rivista. Oltre al suo articolo, ti sei aiutato in queste due riflessioni anche con altri articoli di altri autori, presenti nella rivista - e li ringrazi. Naturalmente, ti sei preso la licenza di reinterpretare o usare pure suggestioni e associazioni di idee, del tutto fuori dal contesto originario dell'articolo. Per cui, le eventuali conclusioni strampalate, sono tutte merito tuo.

7 commenti:

  1. Io abito in campagna e quindi cinghiali, fagioni, volpi, lepri daini sono abituali.
    Sì, è una piccola oasi ancora questa frazione dove alla sera puoi vedere i daini che mangiano le mele dalla pianta o ti può attraversare la strada uno scoiattolo fulvo o una volta un tasso.

    Per rispondere alla domanda... io non vedo l'ora di poter uscire anche per vedere la figlia, ormai son quasi due mesi.
    TEmo che faremo come un branco di cavalli selvatici chiusi per sbaglio in un recinto. Appena ci veràà data via libera.... tornerà il lavoro per i ladri perchè noi umani in casa non ci staremo più.
    INcrociamo le dita e speriamo in bene

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  2. che meraviglia! ma che campagna è? Da me, si vedono, o si sentono, moltissi uccelli, anche rapaci, aironi, cinciallegre e passeri, pettirossi, verdoni, corvi e merli. Ci sono molti insetti impollinatori e quancluno dice di aver visto pure delle libellule. L'aspetto che più ha ftto presa su di me, è il silenzio e l'assenza di aeroplni. i cavalli avrebbero tutte le ragioni e tutti i diritti di scapparedal recinto. Noi, la oibertà che rivogliamo, saprem usarla meglio di come facevamo prima? Ecco, per esempio, ai ladri non ci avevo pensato!

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  3. CAmpagna di una collina dell'astigiano.
    Qui ad inquinare sono i soliti fessi che bruciano la plastica o l'erba verde (che non brucia ma cimisce, fa solo fumo)
    Libellule, calabroni, bombi e uno strnao insetto che sembra un bombo ma ha una specie di proboscide. Non so cosa sia.

    Gli aeroplani ci sono perchè a poca distanza c'è un'aviosuperficie per alianti, deltaplani, ultraleggeri e aerei di piccola... piccola che? Stazza? Boh! Non so come si dice. Sono comunque quelli mono o biposto.

    Noi e la libertà??? La useremo come prima. A me è dovuta e tu ti arrangi. Me e tu in senso figurato ovviamente

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    Risposte
    1. Ovviamente :) Gli aerei di piccola stzaa - facciamo che si dice così, dài - forse non sono poi così inquinante. Io penso più che altro aquelli grossi di linea, magari intercotinentali. Da quando non volano più, mi ccorgo che l'aria è fantticamente pura. Bella zona la campagna astigiana! Deve essere una meravigia vivere lì!

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    2. Gli aerei intercontinentali si vewdono lontanissimi per fortuna.

      Una meraviglia abitare qui? D'estate sì. Con il tmepo brutto e la neve odio la mia frazione :)

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    3. siamo relativamente vicini: io abito in un paese del basso novarese, l'estate è dominata dalle risaie, l'inverno da... boh? cmq, non c'è più inverno davverorigido da molti anni, ormai.

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