domenica 13 ottobre 2019

Il discorso di Gianluca Felicetti a Torino

 
cosa rimane da fare a un prigioniero, se non 'accettare' la mano del suo carceriere?


TEST SUI MACACHI: ABBIAMO COLPITO NEL SEGNO

Abbiamo colpito nel segno.
Riuscendo ad avere per la prima volta i documenti dell’autorizzazione ministeriale di una sperimentazione, siamo finalmente potuti entrare nel merito di una delle migliaia e migliaia di procedure che ancora usano 600mila animali ogni anno in Italia.



 


I sei macachi che l’Università di Torino ha iniziato a far utilizzare nell’Università di Parma, sono la migliore rappresentazione, concreta, di tutto ciò che denunciamo da sempre come inutile, dannoso, crudele, insensato di questo sistema. Sì perchè è tutta la sperimentazione sugli animali a essere condotta così e a non essere di fatto controllata, nemmeno per il rispetto di ciò che prevede la minima Legge in vigore.



La manifestazione di oggi (sabato 12 ottobre 2019), gli oltre 380mila cittadini che hanno firmato l’appello al Ministro della Salute Roberto Speranza, tutte le iniziative che da alcuni mesi e ancora nei prossimi si svolgeranno – dai Tribunali alla Commissione Europea - hanno già ottenuto dunque un primo, importante, risultato. La camera oscura dove è arroccata una ricerca obsoleta, che fagocita tutti i finanziamenti pubblici, che non ammette alcun sostegno ai metodi sostitutivi poiché questi mettono in forse posizioni di potere e rivelano la loro incapacità di cambiamento e di rinnovamento, negando così uno dei capisaldi della ricerca pulita e per il bene di tutti, la loro torre d’avorio ha iniziato a sgretolarsi.
Dopo la grande vittoria contro Green Hill, struttura degli orrori che questo stesso sistema che protegge i test sui macachi ha difeso fino all’ultimo, dopo la grande vittoria dello stop ai test cosmetici sugli animali, un risultato che testimonia come si può e si deve cambiare con più sicurezza per noi umani e non torturando più animali nei laboratori, i sei macachi di Torino e Parma sono diventati, siamo riusciti assieme a farli diventare, un simbolo. Grazie alla campagna d’informazione #civediamoliberi




Nelle scorse settimane ci hanno detto - rifiutando gli sperimentatori, è il caso di ricordarlo, ogni confronto diretto con noi, ogni invito a un confronto pubblico - ci hanno detto che diffondiamo notizie false: ma, sapete, non ci hanno mai querelati perché sanno che diffondiamo solo numeri e fatti reali. Scrivendo, come hanno fatto loro, che stavamo effettuando una “campagna di disinformazione” hanno annunciato azioni legali contro di noi, per intimorirci: nulla è stato mai ufficializzato con atti. Rimangono quindi solo i loro vuoti bla bla.
Si sono difesi mostrando ai giornalisti che i macachi in gabbia hanno tv con cartoni animati - un pò come i violini che erano costretti a suonare gli internati nei campi di concentramento nazisti in attesa delle torture e della morte - hanno detto di essere controllati da organismi indipendenti ma in realtà i 2 milioni di euro pubblici ottenuti da Bruxelles sono stati elargiti quando colui che aveva inoltrato la richiesta, qui all’Università di Torino, faceva anche parte della lista di tecnici del Consiglio della ricerca, per la valutazione delle domande di finanziamenti da tutti i Paesi europei… alla faccia del conflitto d’interessi. E ancora: l’Osservatorio preposto, pomposamente detto, al “benessere animale” nelle Università, è formato esclusivamente dallo stesso personale dell’Ateneo, personale che non è, non può quindi essere, imparziale e “terzo”… E ancora: il funzionario del Ministero della Salute preposto al controllo dell’Università di Parma – e che ha rilevato al massimo che un termosifone aveva macchie di ruggine - è lo stesso che aveva certificato qualche anno fa Green Hill a Montichiari come un luogo ligio alle normative. Assurdo: basti pensare a come è finita quella vicenda con la condanna della società in tutti e tre i gradi di giudizio.

esempi di 'arricchimento ambientale'...


I fautori della vivisezione o sperimentazione che dir si voglia (il senso non cambia, è come spacciare la guerra come un “intervento chirurgico aereo” per tentare di dare meno effetto) hanno scritto che ne uccide più l’alimentazione della sperimentazione, ma nessuno di loro risulta essere vegano; hanno scritto che ne uccidono di più le derattizzazioni della sperimentazione ma nessuno di loro si è mai opposto allo spargimento dei veleni contro i roditori; hanno scritto che fanno il possibile per non usare gli animali, ma nessuno di loro ha mai dato un euro per lo sviluppo dei metodi sostitutivi di ricerca; hanno scritto che il responsabile degli esperimenti ha ricevuto dei proiettili via posta, ma chi può avere interesse a farlo passare da vittima? Certamente non gli animalisti...
E ancora, hanno scritto che noi saremmo meno del 3% della popolazione (chissà come hanno fatto a contarci….) ma non calcolando, chissà perché, che la loro attuale petizione online ha raccolto meno del 5% delle firme raccolte da noi nelle scorse settimane; hanno scritto anche che abbiamo distorto la realtà perché abbiamo detto che i macachi saranno resi ciechi quando invece agli animali sarà - giocando sui termini - appena appena “prodotta una macchia cieca”, un “danno alla corteccia visiva”. Già, ma se fosse davvero così, perchè allora alla fine dei test autorizzati per cinque lunghi anni di torture, i macachi saranno uccisi?




Quello che non dicono, ed è ancora più grave è che non l’hanno accertato nè il Ministero della Salute nè il Consiglio Superiore di Sanità chiamati a esaminare le richieste di esperimenti in un distorsivo scaricabarile di responsabilità, è che questi test sui macachi non potevano e non dovevano essere autorizzati, semplicemente perché non hanno tutti i requisiti previsti dalla pur minima Legge in vigore! Primo fra tutti il requisito, essenziale, della innovazione di questi test che invece sono stati effettuati in fotocopia e in specifiche parti, da altre decine di sperimentatori in altre decine di Università e Istituti in Europa e nel resto del mondo. Niente di segreto: basta fare una semplice ricerca online per rendersene conto. Sempre che la “macchia cieca” come da loro definita, non sia vita natural durante nei computer di Ministero, Università, Consiglio Superiore di Sanità...
Quello che non dicono è che, nonostante questi esperimenti sui macachi, i malati che vorrebbero aiutare, non sono certo i 100mila che sono tutti i non vedenti o ipovedenti in Italia, non colpiti dalla causa che intendono studiare, nè i 200 mila di altre versioni diffuse, anche perché altrimenti – se fossero veri questi dati da loro diffusi – non si capisce come mai non siano stati effettuati prima questi essenziali test e su un numero ben maggiore di animali….
Il sistema della sperimentazione sugli animali è perverso. Qualche esempio?
I finanziamenti europei sono decisi prima della necessaria autorizzazione italiana e quindi l’autorizzazione nazionale non viene negata perché sono già stanziati i soldi europei e nessun funzionario pubblico si vuole assumere questa responsabilità.

Per acquietare qualche coscienza hanno detto che i macachi quasi quasi si divertono a essere utilizzati dopo essere arrivati a Parma dalla Cina via Olanda: eppure la procedura sui macachi è stata classificata da loro, agli atti, con il massimo previsto dalla scala delle scelte, come “grave”. “Grave”! Le parole scritte hanno un peso.
I primati non umani utilizzati negli ultimi anni è aumentato quasi del 50%. Gli esperimenti su animali senza anestesia sono aumentati fino a rappresentare quasi il 30%. Fate i conti su 600mila animali l’anno... I dati sono ufficiali, diffusi dal Ministero della Salute, pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale, se hanno un limite è solo per difetto perchè compilati su autocertificazione degli stessi stabulari di sperimentazione. Falsi dati quindi care Università di Torino e Parma, chi li diffonde?
Il Ministro, il Ministero, ai sensi della normative vigente hanno la possibilità di revocare l’autorizzazione. I macachi non sono per fortuna ancora stati utilizzati nella parte invasiva, non hanno ancora gli elettrodi in testa (definiti “piercing”, in tv da uno degli sperimentatori, con quale faccia, si vergogni) i macachi possono essere ancora salvati e quei 2 milioni di euro possono essere ancora spesi per ricerche davvero utili per i malati. Ministro e Ministero della Salute hanno la nostra istanza sul loro tavolo da giorni. Cosa aspettano a esprimersi?



Stiamo mettendo all’angolo la sperimentazione sugli animali in Italia. Continueremo ancora fra due settimane, da sabato 26 ottobre con la mobilitazione nazionale per ottenere che il Ministro Speranza dal prossimo 1° gennaio faccia entrare in vigore lo stop degli esperimenti su animali che si continuano a fare, nel 2019..., per dire che alcol, droghe, tabacco fanno male. Speranza non faccia come la sua predecessore Lorenzin che posticipò di due anni il divieto.
Dia speranza, appunto, a una ricerca giusta, utile per gli umani, che come in altri Paesi da lavoro proprio perchè innovativa, a giovani “camici bianchi”, una ricerca eticamente giusta, libera, davvero libera dalla dittatura della sperimentazione sugli animali!


Gianluca Felicetti
Presidente LAV

2 commenti:

  1. Io seguo questa vicenda su tweeter,i soldi sono sempre il motivo per perseverare nella strada sbagliata.

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    Risposte
    1. Ciao Sara. Credo che se si guarda solo ai soldi, si perdono di vista tutti gli altri aspetti di ogni cosa. In questo caso, scompare lo squallore, la coercizione, il sopruso , il dolore e la morte di sei impotenti innocenti di tutto. Una cecità, quella umana, devastante.

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