venerdì 18 ottobre 2019

Fine dello Specismo. Azione Mondiale a Firenze. Alessandro Di Rienzo: lottiamo!

foto di Bruno Stivicevic. Firenze, 28 settembre 2019



di Alessandro Di Rienzo

Mettiamoci tutti in silenzio, in ascolto.
Ascoltiamo. Sentiamo dei respiri, delle voci, lamenti, urli di dolore, di disperazione, di rabbia e di ribellione. Sono loro, sono qui con noi, insieme a noi, tra di noi, dentro ognuno e ognuna di noi. Erano oggi con noi a marciare e urlare per le strade di questa città, per riportare la luce su ciò che viene nascosto, che non è visibile. E noi a lottare insieme a loro, per la liberazione di tutti gli esseri viventi dall'oppressione dello specismo, una ideologia fondata su un pregiudizio, che attribuisce a noi esseri umani, privilegi e diritti su tutte le altre specie animali. Abbiamo trasformato il nostro rapporto con gli altri animali in un rapporto di dominio, di violenza e di prevaricazione. Li abbiamo trasformati in cibo, in accessori, in abbigliamento, in prodotti, in strumenti, in schiavi, in merce, in oggetti, in numeri. 
Numeri. Parliamo di numeri.







Si stima che solo per scopi scientifici, per sperimentare sostanze tossiche, velenose e nocive, in tutto il mondo, vengono torturati e uccisi 150milioni di animali! Centocinquanta milioni!
Per l'industria alimentare, carne, pesce, uova, latte e derivati, ogni anno in tutto il mondo vengono uccisi 150miliardi! Centocinquanta miliardi di esseri viventi, sterminati per l'industria alimentare! Ma siamo impazziti?
Senza contari i milioni di animali ammazzati  per le pellicce, per lo sport, per la caccia, per la pesca, per i combattimenti, negli zoo, nei circhi, nei delfinari, nei parchi acquatici, nelle feste religiose e tradizionali, nelle corride, nei canili, nei gattili.
Violenza gratuita e abusi e sterminio! In tutto il mondo! A causa dello specismo. Abbiamo trasformato il mondo in un enorme campo di concentramento e di sterminio. Una trappola mortale, un posto ostile, che per la maggior parte degli altri esseri viventi è un vero e proprio inferno! Abbiamo portato l'inferno su questo pianeta. In sostanza, siamo diventati nemici di tutte le altre specie.
Mi torna in mente una immagine di un agnello e la sua mamma, separati, prima della mattanza. Le mamme separate dai loro figli; i figli e le figlie separate dalle loro mamme. A me tutto questo ricorda qualcosa.  A voi no? Le mamme chiamano disperatamente i loro figli, che cercano la propria mamma. In particolare ce ne è uno che sente il richiamo e cerca di scavalcare lo steccato per raggiungerla. Fa pensare. Fa soffrire chi come noi patisce di empatia e vede tutti i giorni cose simili. Separiamo le madri dai cuccioli e i cuccioli dalle madri. Questo è nazismo! Siamo nazisti nei confronti di tutti gli altri animali.
L'industria alimentare miete il numero più alto di vittime. Gli allevamenti intensivi, frutto del capitalismo e del consumismo, luoghi dove degli esseri senzienti, capaci di provare emozioni, sentimenti, di strutturare rapporti sociali, vengono ammazzati, messi in condizioni estreme di sopravvivenza. Si ammalano, feriti a morte, subiscono torture e violenze quotidiane. Molti di loro non arrivano vivi al mattatoio.
Ma non crediamo alla menzogna della carne felice, l'inganno del benessere animale, perché tutti gli allevamenti dove ci sia uno scopo di lucro, nascondono una realtà di violenza, di soprusi e di ingiustizie. Tutti gli allevamenti sono fondati sullo sfruttamento e l'uccisione. Da questo sistema non ne esce vivo nessuno. Senza parlare dello sterminio dei pesci, animali considerati inferiori perché la loro sofferenza si avverte di meno, ma non per questo non esiste: soffrono ugualmente. 
E la loro vita ha lo stesso, identico valore, per loro e per noi!

Lo specismo è subdolo, è ovunque, è nel sistema, nella cultura, nella politica, nelle istituzioni, nell'istruzione, è nella vita di tutti i giorni, nelle abitudini, nella moda, nell'economia, nelle tradizioni, nelle religioni, per le strade, nelle case. Nel pensiero, nelle azioni della gente, nelle parole, negli sguardi. Lo specismo è radicato nell'inconscio di tutte le persone e per questo noi siamo chiamati a reagire e agire! Noi dobbiamo lottare sempre, insieme a loro, che si ribellano, si oppongono, fanno resistenza, cercano vie di fuga, ci fanno capire che loro non vogliono morire, non vogliono essere schiavi, che cercano la libertà. E noi dobbiamo raccogliere questo loro richiamo, questo grido di ribellione! Dobbiamo lottare accanto a loro, insieme a loro e per loro!

Dobbiamo lottare per un cambiamento culturale e sociale; è una lotta politica, l'antispecismo.
Dobbiamo lottare per liberare le società da ogni forma di oppressione, di dominio e di discriminazione. Dobbiamo minare, dobbiamo distruggere il sistema e dobbiamo ricostruire tutto il nostro rapporto con le altre specie animali, con la natura e con noi stessi, tra di noi, anche esseri umani, dobbiamo tornare a ciò che eravamo prima. E non si deve scendere a compromessi, in questa battaglia. I compromessi sono delle trappole, sono insidie, sono un ostacolo al progresso evolutivo, morale ed etico. No ai compromessi!  E l'attivismo quindi, diviene un dovere morale. Noi non ci possiamo e non ci dobbiamo sottrarre a questa lotta, perché c'è bisogno di noi, di ognuno di noi, in ogni momento, ovunque, come siamo stati oggi, che abbiamo risposto alla chiamata. Dobbiamo far rinascere questa lotta antispecista, risorgere. Noi, di fatto, siamo qui, oggi, per ogni madre stuprata, sfruttata, sfinita, usata e poi uccisa; per ogni figlio a cui è stato negato l'amore materno, è stata distrutta l'infanzia. Per ogni individuo ucciso dalle fucilate dei cacciatori, nel suo habitat, nel suo mare, nel suo oceano, avvelenato; ogni prigioniero, ogni individuo abusato, ogni schiavo, ogni animale torturato nei laboratori di vivisezione. Siamo qui, per ogni corpo profanato, per ogni anima distrutta, e ogni vita rubata. Dobbiamo sbattere in faccia la realtà a questo mondo dormiente, ipnotizzato, indifferente. Apriamo le menti e le coscienze delle persone! Portiamo con noi un messaggio rivoluzionario e facciamoci strumento per far arrivare in alto il grido di dolore, di ribellione, di tutti i popoli animali! Dobbiamo portare in alto questo grido, come abbiamo fatto oggi, uniti, con la voce che ci squarciava il petto. 

Finché non sarà chiuso l'ultimo allevamento, l'ultimo mattatoio, l'ultimo laboratorio, lìultimo circo, zoo, delfinario; ogni gabbia, l'ultimo luogo di prigionia e di morte: dovremo lottare fino a questo obbiettivo! Noi, quelli che verranno dopo di noi e ancora dopo di noi. Affinché ogni individuo possa nascere, crescere, amare, vivere e morire in libertà, secondo la propria natura. 
Ogni individuo, senza distinzione di razza, di sesso o di specie! In questo mondo pieno di violenza e di disperazione, portiamo con noi la grandezza di un sogno: la liberazione animale!






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