giovedì 17 ottobre 2019

Fine dello Specismo. Azione Mondiale a Firenze. Francesco De Giorgio: animalizziamoci!






di Francesco De Giorgio

Mi occupo di etologia. Perché è importante l'antispecismo? Come portare avanti l'antispecismo? Dico anche CHI è importante: è importante salvare i maiali, o QUEL maiale?; è importante levare i cavalli dall'industria equestre, o QUEL cavallo dall'industria equestre?




Gli 'animali' non esistono, perché esiste QUELL'animale: QUEL gatto, QUELL'umano, QUELLA capra. Occorre guardare quindi alla soggettività della liberazione. Guardare anche all'animalità umana. E come la recuperi, l'animalità? Cos'è l'animalità? L'animalità è qualcosa che anche noi animali umani abbiamo, è un patrimonio ereditato da generazioni e milioni di anni di evoluzione, che vanno ben oltre il significato di specie. L'animalità inizia con i primi organismi pluricellulari, milioni di anni fa. C'erano i dinosauri? No. C'era QUEL dinosauro. C'erano i tirannosauri? No. C'era QUEL Tirannosauro, che abitava in quella vallata lì. C'erano i Neanderthal? C'era QUELLA famiglia di Neanderthal. Questo è importante, perché ci permette di guardare alla soggettività, di QUELL'animale, a come lui vive la sua stessa liberazione, a come sono i tempi della sua liberazione. Quindi, l'animalità è qualcosa che ci unisce agli altri, dai tempi dei tempi. Appartiene alla nostra biologia, alle nostre cellule, che sono piene di animalità.

Il problema è che nella nostra società attuale - ed è per quello che vogliamo cambiarla - gli animali vivono senza animalità. Animali rinchiusi, che hanno perso la loro animalità. Tanti cani che sembrano liberi, sono cani privi della animalità, perché gli è stata sottratta dall'addestramento, dall'educazione. Molti cavalli, sono cavalli che sembrano animali, ma hanno perso ogni animalità. Un cavallo che ha invece preservato la sua animalità, come lo etichettiamo? 'Difficile, problematico, complicato; da educare, da istruire, da addestrare. da domare. Magari gentilmente.

Noi dobbiamo liberare gli animali anche dallo spiritualismo. Dobbiamo liberare gli animali dagli anima-li. Ci sono tante forme di liberazione.
Non ho interesse a riformare l'industria equestre, o l'industria cinofila. 
Liberare: nno basta aprire le gabbie, non basta sganciare i guinzagli, ma bisogna porre in atto un pensiero in cui la resistenza animale diventa un valore. In cui un cane che esprime un momento di resistenza, non venga visto come problematico, ma come un qualcosa da preservare. Un cavallo che resiste, una capra che resiste, è un grande valore da preservare.
Come lo preservi? E qui arrivo alla etologia, che ho studiato da quando avevo 16 anni.

Adesso l'etologia è diventata un rischio per l'animalità. Gli allevamenti hanno trovato la parolina magica, 'etologico'. 
Chiedo che sorga una etologia antispecista, che non si fondi su paradigmi obsoleti: la dominanza, la sottomissione, son paradigmi di conoscenza vecchi, li dobbiamo abbandonare. Bisogna ripartire con la conoscenza a base antispecista.

Anche l'empatia è un enorme equivoco, Anche per l'empatia sono stati studiati i macachi, nei laboratori, segregati, allontanati dai loro gruppi sociali, sottoposti a vivisezione della mente.
Il discorso della mente animale: tutte le ricerche sono state condotte sotto crudeltà. Gtan parte della conoscenza che abbiamo degli animali, deriva da una conoscenza specista. Come movimento antispecista, dobbiamo ribaltarla, rivoluzionarla. La resistenza è anche qui.
Riconosciamo che la animalità è un processo biologico, è qualcosa che ci appartiene intimamente, nei movimenti, come esplori, nel tuo corpo.  Poi, noi animali umani la perdiamo. Ci è necessaria una etologia antispecista, una conoscenza, un incontro con gli animali. Il riconoscimento della soggettività, che ti porta a scegliere di non addestrare. 

Questi aspetti sono importanti. Come un cane esplora una manifestazione? Quali domande fa al mondo? Il cane, fa delle domande. Noi siamo portati a pensare per risposte. Che imponiamo con la gentilezza, perché l'animale perde la capacità di resistere, di dire no, ma perde anche la capacità di dire dei sì autentici, dei sì suoi, perché così è richiesto. 

Liberazione. Resistenza. Animalità.






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