sabato 3 febbraio 2018

Galline in fuga - 2000


Voglia di libertà! Anche se magari nella realtà le galline non pianificano fughe dai loro lager alla maniera degli eroi di 'Stalag 17', è certo che dimostrano in molti modi la loro voglia di evadere, il desiderio di una vita senza sofferenza e angoscia; e non perdono le occasioni, se si presentano spiragli e buchi nelle strette maglie della organizzazione zootecnica che le intrappola.


 



Questi sentimenti, si vedono molto bene tra le 'ragazze' di Ginger, protagoniste in quest piccolo film di animazione - che è una favola, ma presenta e racconta delle realtà di terribile sfruttamento.
Ciascuna di loro ha una personalità ben definitia e un carattere che la distingue come individuo da tutte le altre. Sono tutte irresistibili, però, con quegli occhi così sgranati, di stupore e curiosità sul mondo. Sono ingegnose, le galline, perché hanno ben presente che finora di questo mondo han visto pochissimo - e quel pochissimo è sinonimo di privazione della libertà e della vita.
Resistono, le galline di Ginger, in ogni modo possibile. In molte scene e in tanti dettagli, si rievocano gli escape movies sullo stile anche di 'Fuga per la vittoria', 'Fuga da Alcatraz', 'Le ali della libertà'.



Il film di Peter Lord e Nick Park ha già diciotto anni, ma - anche grazie alla tecnica con cui è stato girato - è praticamente senza età. La tecnica della plastilina in stop motion a passo uno è sempre costante nella sua resa sullo schermo: una tecnica longeva, dove i progressi tecnologici digitali possono al più integrare - per precisarlo e dettagliarlo ancor più coerentemente - il lavoro manuale degli artisti che muovono i pupazzi. 



Divertente vedere come tutto si rimette in moto, all'arrivo del giovane galletto volante: getta scompiglio tra le galline - tutto si gioca con grande spirito, mettendo in attrito da un lato l'atteggiamento british, così ligio a certe regole; e dall'altro il modo di fare yankee, così sbruffone: i risultati sono deliziosi - e riporta a loro la voglia di agire, di tentare, ridà la speranza.
La urgenza della fuga, poi, è più che mia bruciante, dopo l'arrivo della macchina per fare i pasticci di carne. 



Cadono in questo film, tutti i veli di finzione: i modi di sfruttamento contro gli animali escogitati dall'uomo sono espliciti e in primo piano. Il galletto è lui stesso vittima di sfruttamento, trasformato in oggetto ridicolo di divertimento; l'allevamento esiste per obbligare le galline a produrre uova; e a ucciderle e macellarle quando la produzione scende; e  la macchina dei pasticci potenzia a un livello superiore questo abuso, portandolo su di un altro piano: non più 'solo' le uova, ma l'intero corpo della gallina diventa oggetto da smembrare, cuocere e rivendere confezionato. 
Vediamo nel racconto anche altri sfruttamenti, tuttavia solamente accennati: l'uso dei cani come guardiani - schiavi a guardia di schiavi; e che infatti tremano all'apparire della padrona. L'uso di animali come mascotte e portafortuna, usanza in voga tra i soldati durante la guerra, come il vecchio gallo, con le sue memorie della RAF. Se poi i due topi 'ricettatori' non sono sfruttati, è solamente perché sono visti solo come invasori nocivi, da sterminare.



Tutto questo, viene raccontato nella più piena poesia di questa favola, sempre tutto sommato leggera e briosa, poetica e ricca di momenti per ridere ma anche per commuoversi - o esaltarsi. E, nel finale, per sognare un mondo diverso, una realtà migliore di quella in cui noi galli e galline ci ritroviamo oggi come oggi a vivere. L'utopia è un bel sole che proietta  i suoi raggi in un cielo azzurrissimo: sotto questo cielo, la terra verde della libertà e della comunione felice - una vera e propria gallinanza.


Cicken Run
2000
84 minuti
USa-Gran Bretagna
Peter Lord e Nick Park


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