lunedì 13 luglio 2020

Il vero camion e le vere mucche



Eccola qui, la 'vera' mucca che viaggia su un 'vero' camion. Qui non si gioca, la realtà ha un impatto molto forte - per questo forse certi giocattoli la comunicano edulcorata, nascondendola, ai bambini. 

 



La normalizzazione - anzi, di più, la 'ludificazione' - di una realtà fatta di oppressione, costrizione, prigionia e uccisione, avviene usando certi giocattoli che colpiscono la fantasia dei bambini. I bambini conoscono per sentito dire dell'esistenza dei camion con le mucche dentro e  quando davvero li vedono rimangono stregati dalla loro enormità. Sono felicissimi quando li ritrovano 'a loro misura', trasformati in grandi giocattoli che si possono prendere e usare - e anche la mucca entra nello stesso gioco, sotto forma di sagoma di plastica. E il cortocircuito avviene proprio nello scambio di informazioni e suggestioni che avviene tra il camion vero e il camion giocattolo - che adesso è a misura dei bambini, pjuòessere da loro governato.

 I dettagli del modellino della mucca, per quanto particolareggiati, non potranno mai avvicinarsi alla realtà viva di un corpo di mucca tanto, quanto invece si avvicinano fino a sovrapporsi, i dettagli del camion giocattolo con quelli del camion vero. Infatti, i due camion sono affini, sia nei materiali che nella condivisa artificialità. La mucca, invece, è solo riprodotta, è una "idea" di mucca, l'idea che viene concepita dalla zootecnia: cioè uno strumento passivo da cui ottenere risorse alimentari. Il suo corpo vivo e vero, quindi, viene solo raffigurato dalla sagoma di plastica, le sue 'funzioni' sono irriproducibili in un giocattolo  -a differenza delle funzioni del camion.

Del camion, si possono riprodurre le proporzioni, le ruote, i dettagli della scocca e i pezzi del motore, eccetera.
Della mucca, non si possono replicare i muscoli, il pelo, il fiato, gli odori, il movimento, la luce degli occhi mobili, il peso delle zampe e degli zoccoli.

Per fortuna, e grazie ai Rifugi-Santuari, oggi è di nuovo possibile incontrare mucche, vitelli e tori vivi e liberi - in una realtà dilatata di spazi e tempi più naturali, più affini e adatti alla vita di questi individui altranimali. 

Malauguratamente, però, lo stato delle cose tuttora predominante è quello zootecnico - il cui epilogo è solo uno: il mattatoio, ultima stazione di una sequela lunghissima e insopportabile - ma i corpi di mucche e vitelli la devono sopportare - di manipolazioni, costrizioni, confinamenti, privazioni.

Ecco perché ti è venuta l'idea di mettere insieme alcune foto scattate negli anni - soprattutto da molte attiviste presenti sul posto - nei presidi NOmattatoio. Quasi tutte le foto provengono da Torino.
La realtà - finale - è quella che si vede qui: senza filtri, né finzioni. La 'qualità' delle immagini è in sé prova di veridicità: sono foto catturate, fatte velocemente, contro il tempo. La corsa è sempre - finora - una sconfitta, quegli animali ritratti non ci sono più - mentre ci sono sicuramente ancora i camion che li trasportavano. Ma di loro, infine, è stato fermato un istante, sull'orlo della morte - l'abisso da cui proviene il loro muggito ammutolito di paura e dolore e desiderio di vita e libertà.


 




















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