lunedì 23 luglio 2018

Red Carpet per gli animali liberi

pronti per la giornata

Sabato 21 luglio, a Novara, seconda prova per il banchetto 'home made' con Silvia Molè, per Parte in Causa 
Il secondo banchetto - o 'tavolo'; a proposito, suggerimenti su come chiamarlo? -  improntato a una 'azione informativa passionaria' e appassionata è andato in scena, con tanto di red carpet, sotto i portici all'altezza dell'arcifamoso 'angolo delle ore' novarese.
Cosa è questo red carpet? Quale è lo spirito del tavolo informativo? Come è andata la giornata?
(Intanto, diciamo che questo secondo tavolo si è svolto alcuni mesi dopo il primo tavolo, esordio in società a Vercelli).





qui sotto, prima o poi, ci sono passati tutti i novaresi

Il red carpet - il tappeto rosso - è una idea di Silvia Molè - che per carattere non si perde mai d'animo e riesce a valorizzare ogni risorsa che le capiti a disposizione. Ecco dunque come è nato il red carpet: per risolvere il problema di coprire il tavolo e per creare una superficie su cui fissare i foglietti e le fotografie, che fanno parte della scenografia. Il rosso è colore vitale, squillante, entusiasmante. Tralasci di proseguire con gli aggettivi da Filippo Tommaso Marinetti: basta dire che il bel rosso ricopre i colori grigi e smorti di marmi, pavet, asfalti, cementi che pavimentano città e paesi. Come avere una vetrina all'aria aperta: tutto quello che vi si appoggia sopra, guadagna una forza di attrazione che agisce sui passanti.



Un pomeriggio all'imbrunire di qualche mese fa, davanti a una fresca birra e patatine, Silvia e io ci siamo detti che avevamo voglia di tornare a fare qualcosa di concreto in strada, in mezzo alla gente. A Silvia quindi è venuta l'idea di provare a cimentarsi in questo tavolo informativo: qualcosa di facile e veloce da mettere in piedi, per "riprendere dimestichezza"; ma che, allo stesso tempo, avesse la possibilità di dare informazioni e suggerire idee - in merito alla questione dell'attivismo pro animali - a chi fosse passato davanti e si fosse mostrato interessato. "Poiché all'inizio sarem(m)o solo noi due, meglio pensare a qualcosa che sia facile da gestire a livello pratico di allestimento, montare, preparare, poi smontare e ritirare".
Un tavolo, questi magnifici drappi rosso-sfida, e poi carta: due testi (su cui dovemo tornare a lavorare), foglietti scritti a mano (con pennarello rosso), per riportare citazioni, frasi, passaggi di persone che si sono occupate e/o si occupano ancora della questione animale), foto, che fossero a colori, di grande formato e su bella carta, per mostrare a chi passa quanto sono belli gli animali liberi e felici di vivere, proprio quegli animali che nessuno vede o conosce più - oppure immagina brutti, sporchi e cattivi, proprio dei 'maiali', insomma...
La foto più grande, che fa da manifesto, è una evocativa foto di Stefano Belacchi - e a te ricorda tanto i quadri di Caravaggio, carichi spesso di tormento. 
Le altre sono fatte da te o da Silvia; per ora, sono ritratti di animali salvati e liberi, conosciuti in due santuari: Fattoria Capra e Cavoli a Mesero, e Oasi Santuario di Magnago (che è uno dei rifugi che fanno capo a Vita da Cani) e ovviamente speriamo di visitare in futuro altri splendidi luoghi simili. Una delle possibilità, esponendo le foto, è infatti quella di indicare anche i luoghi specifici e incoraggiare le persone a conoscerli e visitarli. In futuro, ti piacerebbe anche aggiungere altre foto, da altri luoghi come questi, da simili realtà di accoglienza, di rifugio, di protezione, di convivenza rispettosa e vicendevole.

I testi: ci sono due note che provano a introdurre a 'cosa è antispecismo' e molti foglietti che riportano citazioni di testi, frasi, pensieri, brani, poesie di molte persone che si sono impegnate in questa causa. Ci sono tutti quelli che conosciamo o che abbiamo letto; di sicuro ne mancano diversi, per mancanza nostra, ma possiamo dire che qui sono presenti molti tra i più interessanti e anche contrastati - spesso tutto all'interno dei gruppi antispecisti - esponenti dei più vari e diversi 'pensieri antispecisti'.


Sabato mattina presto, col cielo percorso da nuvole grigie, le vie di Novara sono piuttosto deserte, molte serrande ancora abbassate, passano solo veicoli di servizio o professionali. Le vie del centro sono pedonali, abbiamo dovuto indicare la targa dell'auto con cui avemmo portato tutti i materiali, per scongiurare le sanzioni. Per allestire tutto il tavolo - che pure, come s'è detto, è concettualmente semplice e veloce -  c'è voluta comunque almeno un'ora. 
Intanto le persone si fermavano ugualmente, incuriosite dal nostro 'fare', montare, smontare, rimontare. Alcuni leggono, altri prendono i volantini; altri ancora fanno domande oppure si dimostrano incuriositi. Ma c'è anche chi scuote la testa oppure critica.

A tarda mattina, più o meno, per Silvia e te, capita poi una occasione del tutto imprevedibile e altrettanto incredibile: si ferma infatti a leggere sia i volantini che i foglietti, una coppia, molto giovani tutti e due. Sono concentrati, seri, interessatissimi. 
In breve, si fermano a parlare, gli raccontiamo perché siamo lì, ci dicono che proprio in questi giorni a Novara è arrivato il circo (ancora! l'ennesimo, a dispetto del decantato regolamento di tutela animali).
Si chiamano Luis Huayhuas (di Lima, in Perù) e Liliana Parada (di Mendoza, in Argentina). Loro scoprono qualcosa di noi e noi di loro: sono artisti e fotografi, molto liberi, creativi e curiosi. Luis sta portanto avanti - tra i suoi altri lavori - un progetto di foto che si chiama '365':una foto al giorno, con una piccola storia che racconta che cosa o chi ha fotografato, e come e quando e perché. Oggi tocca a noi, se ci fa piacere. Accettiamo subito. Adesso potete vedere la nostra foto sulla pagina del progetto 365
Luis ci ha detto che in America Latina i circhi con animali sono ormai vietati. Ci ha anche detto, a proposito del progetto fotografico, che spera di farne una  mostra nel 2019, a cui inviterà tutte le persone che ha fotografato.

Francesca, Silvia, Giovanni




Il pomeriggio ha visto passare molte più persone interessate, ci sono stati scambi  e persino nuovi contatti: persino in Brasile.

Nel pomeriggio, ci ha raggiunti Francesca Chiara, attivista che divide il suo tempo tra la Svizzera (cantoni italiani) e Italia, tra casa e lavoro. Francesca è una cara amica,  è un attivista energica, con tanta dolcezza verso gli animali ma anche tanta forza nelle sue convinzioni e decisione nelle sue idee.  




Tra i foglietti, ci sono anche delle sue citazioni. Francesca vede sia la realtà dell'attivismo svizzero che quella dell'attivismo italiano e dal confronto sviluppa idee e pensa proposte per poter venire a realizzare tentativi più efficaci di continuazione dell'impegno degli attivisti. Spesso, in Italia, c'è disunione e questo dissipa forze, tempi, risorse, motivazioni e capacità individuali. Tu sei d'accordo con lei che questa situazione ha il fiato corto e bisogna trovare soluzioni. Magari ne verranno fuori dei post - e se così sarà, lo scriverai nella premessa - perché secondo te è un percorso lungo, bisogna addirittura reimparare le basi di molte delle competenze o conoscenze che occorrono. E che oggi, ai tempi frettolosi e solo virtuali dei social internettiani, nessuno considera più importanti o ha la pazienza di approfondire e rivedere. (Questo è solo uno degli argomenti che avete toccato quel pomeriggio  -tra molti altri).



Tutti gli animali ritratti nelle foto sono adesso vivi e felici - a differenza di tutti gli altri animali 'da reddito' a cui capita di venire fotografati e che però sono 'morti che camminano'. 
Questi animali sono invece 'liberi e belli': sono 'ambasciatori dei loro popoli presso gli umani. Possiamo bensì posare il nostro sguardo su di loro, ma sono loro che hanno l'ultima parola, che possono decidere se rifiutarci e allontanarsi, girandoci la schiena. Possono decidere di non decidere. Possono dirci di no, come Bartelby. Ma se - quando - invece decidono di accogliere il nostro sguardo e rispondono con il loro sguardo, allora i loro occhi che si posano su di noi possono trasmetterci profonde consapevolezze, eoni di vita terrestre. 
Se ci guardano in risposta, ci cambiano tutti, con un brivido da cima a fondo. Nessuno può rimanere rimanere la stessa persona, dopo che è stato guardato da un animale tra questi.

dal Progetto fotografico "365" - courtesy Luis Huayhuas


2 commenti:

  1. Bravo Gio e brava Silvia. Grazie! E' stato un piacere stare con voi.

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    Risposte
    1. Grazie a te, Francesca! è stato un piacere pure per me; è stato molto bello che tu sia venuta a far tavolo con noi. Son venute fuori tante di quelle idee, di quei pensieri. Dobbiamo quanto prima rivedercele tutti insieme, davanti a una buona birra, magari

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