giovedì 26 luglio 2018

Il groove nelle conversazioni animali






Gli articoli di etologia, li trovi interessanti - spesso sorprendenti - per via delle informazioni che possono dare, a proposito degli altri animali. Ancor più interessanti sono quando i risultati sono frutto di una ricerca per a quale non sono stati imprigionati o torturati animali - obbligati, per esempio, alla solitudine, o all'apprendimento coatto e doloroso di comportamenti assurdi dal punto di vista del loro etogramma e perciò del tutto alieni, incomprensibili.
Resta un fatto: che anche i migliori articoli soffrono di un difetto prospettico: il paragone antropocentrato tra le loro capacità e le nostre, per trovare dove e in cosa loro magari ci assomigliano, operazione che di fatto ci è utile per specchiarci nel nostro narcisismo. La domanda giusta, a tuo parere e per fortuna non solo tuo, dovrebbe essere: in che cosa e dove NOI assomigliamo a LORO? (Dal momento che, proprio per via della evoluzione, molti comportamenti che riscontriamo in noi - e parli di intelligenza, capacità empatiche, senso di giustizia, amore romantico, amore filiale, cure materne, empatia, dolore per il lutto, ricordi, legami di amicizia, immaginazione e abilità nel risolvere problemi - sono apparsi e presenti prima in moltissimi di loro; e noi abbiamo avuto la fortuna di ereditarli nel nostro corredo di risorse genetiche e comportamentali).






L'articolo si intitola: "Che educati gli animali quando parlano tra loro", scritto da Elena Dusi e uscito su Repubblica a pag 23 del numero di giovedì 7 giugno 2018.

"Se un individuo interrompe, l'altro diventa silenzioso e vola via": lo fanno gli storni. Ma comportamenti simili si riscontrano anche in molti altri animali. Interrompere è maleducazione.
"...molti animali intorno a noi sono esperti nella nobile arte del conversare... ma conocono anche ... la regola d'oro del non interrompere.".

"Dal canto degli uccelli, al gracidìo di rane e rospi, dai vocalizzi delle scimmie ai 'clic' delle balene, la natura pullula di chiacchiere. E ... sono dialoghi rispettosi e ritmati." Sanno aspettare il proprio turno per la risposta e sono anche molto abili nel non far languire la conversazione.
Dal punto di vista cognitivo "è un compito estremamente difficile e complesso...".  Lo spiega una grande ricerca su Philosophical Transactions of The Royal Society B

"Riempire una conversazione di frasi sensate è ... difficile. Ma capire in quale momento esatto il nostro interlocutore finirà il suo discorso per lasciarci il compito di mantenere alto il ritmo del dialogo", con pause brevissime, "è questione non meno complessa".
La pausa, "nel caso degli scriccioli non supera i 30 millisecondi". "Negli uomini ... il silenzio che separa i due interlocutori si aggira intorno ai 200 millisecondi: il tempo necessario a pronunciare una sillaba". 
Succede che il "cervello deve anticipare il momento in cui inizieremo a parlare ancor prima di concepire cosa dovremo dire". Una pausa di 400 millisecondi è già un silenzio prolungato, "è sintomo di qualche imbarazzo".
L'articolo considera 'frasi' di conversazione non solo le più varie emissioni sonore: gli "impulsi luminosi delle lucciole si susseguono al ritmo di 850 millisecondi". Importante è anche il contesto in cui avviene la conversazione: ci saranno necessariamente pause più lunghe - che verranno accettate, tollerate, ammesse - in ambienti come la giungla, o la savana, o gli abissi oceanici. Infatti "scimmie, elefanti e capodogli" sono "abituati ad aspettare anche un paio di secondi per le risposte ai loro segnali vocali".
Il rispetto per le regole dei ritmo è vitale. 
"Le interruzioni, fra gli animali, vengono interpretate  come un segnale di aggressività".
"Un'altra regola ... valida per ... rane, rospi e insetti, prevede che a iniziare la conversazione sia sempre il maschio. Tra gli elefanti sono invece le femmine a prendere quasi sempre per prime la parola, con dei rombi a bassa frequenza udibili anche ad alcuni chilometri di distanza".
"Perfino i cuccioli (inclusi quelli d'uomo) sanno ... inserirsi nel ritmo delle interazioni ancor prima di aver imparato a parlare".

Questa ricerca può "spiegare un aspetto poco studiato dell'evoluzione di uomo e animali". Quale? "'Il linguaggio, il più distintivo tra i tratti della nostra specie, resta un mistero dal punto di vista della teoria dell'evoluzione' ... 'la competenza che alcune specie mostrano, come i corvi o i pappagalli, dimostra che la propensione al linguaggio non è propria solo delle specie geneticamente vicine all'uomo'. "
Insomma, se "rane, rospi, insetti, pipistrelli, balene ed elefanti, condividono una stessa abilità, potremmo essere di fronte a un caso di convergenza evolutiva: il fenomeno per cui esigenze comuni spingono animali diversi ad adottare comportamenti o tratti somatici simili".

Sembra quindi che "l'abitudine a parlare senza interrompersi è talmente importante da essersi diffusa per mari, per foreste e per giungle. I ricercatori arrivano anche ad ipotizzare che l'aver imparato a rispettare i turni sia stata la base per l'apprendimento del linguaggio negli uomini. Fose, scrivono, 'la cooperazione nella comunicazione è la più antica fra le infratrutture del linguaggio. Ha rappresentato quel piccolo salto che ha poi fatto un'enorme differenza nella nostra società".
Fine.

Certo, ti dispiace vedere che le spie linguistiche-semantiche-lessicali dello specismo duro a morire, siano presenti lungo tutto l'articolo - le hai sottolineate nei virgolettati. A dispetto di quanto appena scoperto, proprio in una ricerca che si è basata su un campione di 360 specie di uccelli, e molte specie di mammiferi, insetti, rane e rospi. Vero è che ci sono anche passaggi più scientificamente neutrali e - diresti -epistemologicamente sensati: quando si parla di convergenza evolutiva tra differenti animali, e quando tra questi animali si inserisce anche l'umano.

Per curiosità, le pause:
15-30 millisecondi per le cavallette
50 millisecondi per gli scriccioli
200 millisecondi per gli umani
fino a 200 millisecondi per bonobo e scimpanzè
300-350 millisecondi per pipistrelli
500 millisecondi per scimmie scoiattolo
850 millisecondi per le lucciole
2 secondi per i capodogli
2-10 secondi per le rane

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