martedì 28 marzo 2017

Come (e perché) scegliere un cane




Simone Dalla Valle, terzo libro, come sempre scritto a sei zampe. Se non di più. Infatti, l'attivià appassionata di Simone lo porta a vivere insieme a molti cani, a conoscerli, a fare e pensare azioni e cose con loro e soprattutto per loro, nel contesto della eccellente struttura del canile rifugio Enpa Voghera

Nel modo in cui scrive, e per come affronta gli argomenti, si capisce molto bene come Simone sia un vero, autentico, cinofilosofo - letteralmente, ha anche una laurea in filosofia.
Lo si vede con chiarezza anche in questo suo terzo libro, probabilmente il più manualistico dei tre: negli altri due potete trovare un maggior numero di pagine che approfondiscono argomenti teorici e cinofilosofici, dai quali discendono come conseguenza, tutte le azioni e i pensieri pratici nella attività quotidiana di un educatore che segue l'approccio zooantropologico.
Gli altri due libri - per chi fosse interessato - si intitolano "Un cane per amico" e "Come parla il tuo cane". Prometti di scriverne quanto prima.

Ma intanto, come è questo terzo libro?
Soprattutto un vademecum, dicevi. Un vademecum che faresti leggere obbligatoriamente a chiunque volesse prendere un cane.
Perché, come scrive Simone, "vivere con un cane significa vivere in maniera diversa da come abbiamo fatto finora, e vivere bene con un cane significa vivere meglio di quanto non abbiamo fatto finora".

Ti piace molto l'impostazione iniziale, la motivazione dell'impianto dell''intero libro: questa impostazione toglie la parentesi del titolo al 'perché' scegliere un cane e lo fa mettendo subito in un angolo l'emotività e il gusto estetico come criteri di scelta. Stiamo parlando dell'emotività che può prenderci alla gola quando vediamo un cucciolino o un cane dietro i cancelli di un canile; o del gusto estetico che ci fa incapricciare di una certa razza, solo perché è di moda, è uno status, c'è nei film e nei cartoni animati, ce l'hanno le star e i vip - o chissà che altro.
Si vede bene che sono criteri adatti per scegliere un oggetto o per decidere dove andare in vacanza, non per scegliere un individuo.
Filosofia dell'empatia, molto lucida: "Scegliere un cane prima di conoscerlo significa non dare alcuna importanza alla sua personalità, ai suoi bisogni e ai suoi desideri: può forse essere una prima dimostrazione di interesse e di amore nei suoi confronti?". La risposta è ovviamente negativa.

Ecco perché dobbiamo - devono: tutti quelli che decidono di 'prendere un cane' - cominciare a imparare che quello che stiamo per vivere, sarà una relazione, e che ogni relazione sana, soddisfacente, equilibrata, capace di fiorire e fruttificare nel tempo, si basa sulla conoscenza, sul rispetto, sulla attenzione, sull'ascolto, sul lasciare spazi e tempi. In breve: "cominciare ad avvicinarci a loro come se fossero individui da conoscere".

Simone, con le sue parole, ci prende per mano, ci guida, con chiarezza ad aprirci alla meraviglia di ogni individuo canino. Lo fa senza giudicarci, anzi. All'inizio, infatti, fa una cosa che ti ha colpito moltissimo: scrive in prima persona raccontando un suo errore, del quale si vergogna; ma la vergogna non gli impedisce di raccontarlo, svelarlo a tutti, e quindi di accettarlo: gli unici modi per togliergli la sua pesantezza, la sua zavorra da 'senso di colpa' che non si deve confessare. Un gesto coraggioso, che porta all'equilibrio, all'amore per se stessi, due basi fondamentali per diventare capaci di costruire relazioni felici.
Ci si pone quindi sullo stesso piano: l'educatore è un umano, può fare sbagli, è come me; ma, d'altro canto, io non ho più alibi per non impegnarmi a imparare quello che l'educatore ha imparato e che è qui per raccontare e far imparare anche a me.

Un cane è per sempre, hai sentito dire. Ma non è un diamante: è meglio. Un cane è una fonte continua di scoperte, esperienze e relazione, un dialogo con un individuo che vive e scopre il mondo in modo unico e diversissimo dal nostro; e che senza stancarsi mai, ci chiama continuamente, ci invita, a partecipare con lui di questo mondo, a viverlo insieme.
Perciò, quando un cane entra in casa nostra, nella nostra vita, deve accadere per una scelta chiara e coerente, dalla quale non si può né si deve recedere: "sei stato tu a scegliere di adottare", scrive Simone. Ne diventi responsabile, non esiste che tu ti arrenda o che ci ripensi, il riportarlo da dove lo si è preso, il portarlo in canile, sono tradimenti immensi e irredimibili. Il cane è un dovere, non un diritto: "lui non ha scelto di vivere con noi, siamo noi ad aver deciso", perciò dobbiamo "prenderci cura di lui per sempre, anche quando questo significa affrontare problemi talmente complicati da rendere difficile la convivenza".

Vivere con un cane: creare una relazione. Diventare un gruppo, un branco, affiatato e unito, che si riconferma con gioia inestinguibile, nella reciprocità della vicinanza, della cura, del fare insieme e dello stare insieme. 
Queste cose, basilari e meravigliose, quasi tutti quelli che vogliono prendere un cane, non le sanno: e forse sarebbero felicissimi di scoprirle e di mandare a quel paese tutte quelle false nozioni, quelle credenze prepotenti, quei falsi miti, quei luoghi comuni superficiali e irrispettosi: tipo la 'dominanza', tipo 'il capobranco', tipo 'il controllo'. Quando le sapranno, credi e speri, smetteranno anche di sottoporre i loro cani, ogni giorno, a tutte quelle regole, divieti, imposizioni, abitudini, costrizioni, che credono necessarie e a fin di bene, ma che in realtà sono maltrattamenti invisibili, ancor più gravi perché non ne hanno la consapevolezza - gli umani, intendi (leggete pagina 35 e 36).

E allora, via con la lettura, per scoprire tutto, ma proprio tutto, sul 'come' prendere un cane. Cucciolo? Adulto? Anziano? Da canile? Da allevamento? Cosa mangia? Dove dorme? Come gioca? Cosa ama fare? Cosa si aspetta da noi?
Sfioreremo anche gli angoli bui del rapporto uomo-cane, che pendono sempre dal lato umano (canili lager, allevamenti abusivi, canifici, tratta dei cani dell'est, fattrici schiavizzate), ma il tempo e il luogo per approfondirli sarà un altro. Non ti curar di loro. Ma crea la relazione e rafforzala. E - aggiungi tu - sii capace di diventare prova vivente e felice della bellezza di una relazione ben costruita, di una scelta ben fatta: potrebbe persino essere un modo per contrastare, ostacolare, proprio tutti i nefandi e schifosi canili lager, canifici, mercanti di schiavi, allevatori avidi, venditori disonesti.

2 commenti:

  1. Sfondi una porta aperta ! :)
    Come disse Schopenhauer, non vorrei vivere in un mondo senza cani.
    Li amo da quando me ne regalarono uno : avevo 8 anni e m'insegnò a vivere e da bimba schiva, complessata e asocile divenni tutto un altro essere.
    Da allora i cani si sono susseguiti accanto a me tra gioie e dolori quando mi sono mancati e ora ho una splendida bestiola, presa al canile.
    Cri

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    Risposte
    1. come è delicata questa tua espressione: si sono sussseguiti accanto a me... c'è parità di sguardi tra di voi, e comunanza di vite e di esperienze.

      anche io ho incontrato il mio primo cane intorno ai 10 anni: era una dolce e seria pastora tedesca, cucciola di una cagna di una compagna di scuola. ricordo che quando ero in ospdeale, tenevo la sua foto sul comodino (la foto del cane, intendo).
      Dopo di lei, anche nella mia vita, per mia fortuna, si sono susseguiti altri cani e ce ne sono anche adesso. Mi hanno trasformato.

      Ti consiglio questo e anche gli altri due libri di Simone, che parla di cani con rispetto, amore, e grande intuizione.

      PS
      bava che sei andata in canile! anche io faccio e ho fatto sempre e solo così
      G

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