giovedì 19 marzo 2015

Gli appunti di Turid



Gli appunti di Turid.

Eccoli qua, gli appunti presi al seminario di Turid Rugaas, sabato e domenica.  Sono appunti sparsi e scarabocchiati, con l'attenzione rivolta specialmente a cogliere le parole e le espressioni di questa donna eccezionale, che ha vissuto e vive tuttora a stretto contatto con i cani, portatori di libertà.

Turid dice : "quando ti trovi vicino a un cane, aspetta ad agire; piuttosto, guarda, osserva, descrivi (a te stesso) quello che stai vedendo, cercando di non affrettarti a interpretare e dare significati.
Per due motivi, secondome . Primo, perché se interpreti, ti sovrapponi al'individuo che stai osservando ed è come se smettessi di vederlo, perché lo cancelli dalla tua attenzione, lo etichetti e passi ad altro; lui, è come se non fosse più lì. Secondo: perché i cani non mentono, quello che pensano è esattamente quello che ti dicono.
E dunque? Semplicemente, leggi il linguaggio del cane, e comprendi dalle sue parole, i suoi pensieri. Mettiti dal suo punto di vista, senti il suo sentire.

Turid a questo punto dice una cosa molto interessante, che riecheggerà anche il giorno dopo, in un altro commento.
Dice: "i ricercatori, che vogliono misurare e numerare tutto, alla fine non osservano, non capiscono e non comprendono; ma arrivano a distruggere l'oggetto delle loro osservazioni."

Quando siete a contatto dei cani, fate come i bambini.
"Quando ero bambina - racconta Turid - ero una etologa bravissima, stavo a osservare per ore, con pazienza, e capivo con esattezza tutte le sensazioni di chi mi stava di fronte. Negli anni, più studiavo, più mi allontanavo da questa capacità di comprendere. Mi accorgevo che ci voleva più sforzo nel comprendere, tanto quanto più aumentavano le nozioni teoriche. Quando ho capito questo, ho deciso di tornare a fare come quando ero bambina, come quando avevo tre anni e avevo già capito che i cani non mentono mai".

Un buon osservatore deve sapersi calare nella situazione; deve diventare l'altro, deve essere lui il cane, lì, in quel luogo, in quella situazione, in quel momento.
"Non è facile, ma più vi eserciterete a farlo, non perdendo le occasioni, più vi diventerà facile, più diventerete capaci di cogliere il significato e l'essenza dei sentimenti in corso. Non pensate prima, ma osservate, ascoltate".
I cani mostrano molto chiaramente tutte le loro emozioni. "Se vorrete osservarle senza pregiudizi, arriverete a capirle; e quando le avrete capite, cambierete modo di stare con lui, con il cane".

Credo che questo significhi stare col cane come si sta con un amico, con un altro umano: cioè, col rispetto, con l'attenzione, con l'amore e senza la voglia ossessiva di intromettersi nei suoi comportamenti, nelle sue decisioni, nelle sue emozioni.
Molte persone, invece, sono orgogliose perché sanno far sedere  il loro cane. "Che cosa c'è di intelligente nel far sedere il cane, per far vedere che siete dei bravi addestratori? Questo modo di fare prepotente mi manda ai pazzi: ogni idiota può far sedere un cane! Dunque, non c'è proprio nulla di cui inorgoglirsi". 
Per Turid, hanno più motivbo di essere orgogliosi del loro comportamernto, "le persone che lasciano al cane il tempo e lo spazio di non fare quello che non vuole fare"; e quidni, lo spazio e il tempo di esprimersi, e di fare quello che desidera fare.

"Come vi sentireste se ci fosse qualcuno che per settanta volte al giorno, ogni giorno, tutti i giorni vi ordina 'seduto!', in qualsiasi situazione? " . Pensereste che questa persona vi vuole bene? Pensereste che è gentile con voi? Continuereste ad ascoltarla?
"Più gentile, molto più gentile, educato, corretto, è lasciare che il cane faccia ciò che desidera; questo almeno,. se ci teniamo a lui, se lo amiamo. Ordinare settanta volte al giorno di sedersi, lo facciamo fare a qualcunio che odiamo, invece!".

Cristiana di PEC con Turid


"Molti umani hanno l'ossessione del controllo, in questo modo si impediscono di vedere e di capire. Siamo sicuri che non facciamo così anche noi? Io non ho mai chiesto al mio cane di sedersi,  in effetti non ho mai avuto bisogno di chiederglielo, e insieme abbiamo sempre saputo e potuto evitare le situazioni critiche. Lo lascio libero di scegliere, di allontanarsi o di rimanere e anche di sedersi, se lo sceglie. Il mio cane, - il vostro cane - vuole stare vicino a me  - a voi, a noi. Se lo lasciate andare libero, sempre ritornerà. Occorre essere coraggiosi per dare lo spazio della scelta, la possibilità dell'allontanarsi".

Questi atteggiamenti sono preziosi e liberatori: liberano noi dalle ossessioni, liberano il cane dalla soggezione, liberano le nostre energie per fare cose insieme, che potrebbero essere anche molto semplicemente, oziare insieme, felici della reciproca vicinanza, che possiamo sentire col naso e le orecchie, anche se non ci tocchiamo o abbiamo gli occhi chiusi.

I troppi comandi, troppo frequensti, senza ragioni, li facciamo anche quando non ce ne rendiamo conto, talmente è profonda l'ossessione-illusione del controllo. "Osserviamo noi stessi, con onestà: diventeremo più coscienti,  e potrtemo smettere le deleterie abitudini del controllo, che soffocano noi e i nostri cani, letteralmente. Tutti noi ne abbiamo bisogno, ne ha bisogno la nostra relazione, che deve essere fatta sia di vicinanza che di libertà, con molto equilibrio."

"Il controllo è necessario? No! Non c'è nulla di male, se il cane può scegliere cosa fare o non fare". I cani sono individui, adulti, responsabili, come noi; e come noi meritano la libertà della facoltà di scelta."

La gente, normalmente, non guarda i cani, perciò non coglie né capisce le loro emozioni.
Il cane viene minimizzato:
quando deve 'accettare' le attenzioni dei bambini, nei confronti dei quali non si sente a suo agio; quando deve 'abituarsi', quando deve adattarsi senza alternative (perciò, c'è differenza tra cosa gli piace e cosa a cui si è abituato); quando è sempre trattenuto, o tenuto in braccio ; o quando viene abbracciato (un gesto che lo fa sentire minacciato).

Il cane adora usare i propri piedi,  camminare, girare, esplorare, portare in giro il proprio naso, insieme alla scoperta del vasto mondo .


Simone Volpin di Orma di Maya , con Turid

I cani giovani sono come i teen agers umani; hanno comportamenti irresponsabili e melodrammatici proprio come loro.
Questo succede proprio perché, tutti e due gli adolescenti - gli umani e i canini - sono ancora fisiologicamente scoordinati a livello fisico e soprattutto incapaci a livello mentale di elaborare azioni coordinate e lungimiranti, né di comprendere fino in fondo le conseguenze delle loro azioni immediate; tutti e due gli adolescenti si gettano a capofitto nelle situazioni e nelle esperienze, se ne preoccupano - caso mai - solo dopo. Oppure, altrimenti, si turbano senza freni né equilibri per qualsiasi tipo di contrarietà o di avversità, decidendo da quel momento in avanti di essere del tutto inadeguati alla vita stessa. Tutto questo è motivato proprio dall'ancora incompleto sviluppo: perciò, occorre la presenza dei genitori, o di figure adulte di riferimento, guide e basi sicure, per poter affrontare le esperienze e la successiva elaborazione delle loro conseguenze nel modo più costruttivo ed equilibrato possibile.
L'adulto responsabile è vitale per una crescita equilibrata.  Lo vediamo benissimo nei cani: un adulto equilibrato e responsabile aiuta il giovane a crescere nel modo più equilibrato, e aiuta anche noi, compagni umani del giovane cane, poiché può fare e insegnare cose che noi non potremo mai fare - anche se saremo i migliori dei 'genitori adottivi', rimarremo pur sempre 'solo'umani! Persino noi surrogati genitoriali, possiamo imparare tante cose da un cane adulto che affianca e insegna al giovane cane che vive con noi.

L'entusiamso dei giovani cani, Turid ci tiene a dirlo, è bello e sano e vitale; è giusto e normale e auspicabile che ci sia e che rimanga presente. Si tratta di un entusiasmo che si apre alla vita, e che va affiancato e sostenuto, ma mai, mai, mai spezzato. Come si spezza l'entusiasmo? Sospetto: coi divieti, con le punizioni, con le proibizioni, con gli impedimenti, con gli ostacoli, fisici e mentali, concreti e emotivi. Spezzare l'entusiasmo di un giovane cane, renderlo triste o apatico, svogliato o disinteressato, sfiduciato e insicuro - in breve, inadatto ad affrontare le esperienze della vita - è una delle cose più cattive e squallide che si possa immaginare di fare. 

E allora, come si fa a non spezzarlo, ma , anzi , a rinvigorirlo, a farlo diventare fiducia e autostima^ Secondo Turid, la cosa migliore, il far meglio, molto spesso coincide con il non fare, nel momento delle cosiddette 'superemozioni', che di solito durano poco, lo spazio di pochi minuti, perché sono proprio fisicamente insostenibili. 
"Permettete al vostro cane di essere felice, di fare 'il matto', state insieme a lui per vivere quel momento emotivo forte nel modo più bello e sereno e cbiaro possibile.
Penstae: se quando siete felici o emozionati, ci fosse sempre qualcuno che vi sgrida o vi proibisce? Che cosa provereste"? Facile: paura. Paura della persona, paura delle situazioni, paura di me stesso, confusione su cosa posso fare, insicurezza, frustrazione, rabbia". 
La rabbia toglie equilibrio e serenità, fa fare azioni pericolose. Queste azioni, di solito, per il cane, purtroppo, portano dritte al canile, se non peggio. Quando invece tutto è nato da una disattenzione delle persone, incapaci di capire, di vedere, di agire da genitori anziché da guardiani o padroni.
"Se vi accorgete che il vostro cane ha paura di voi, è il momento in cui dovere prendere la decisione di cambiare qualcosa del vostro comportamento, del vostro atteggiamento nei suoi confronti" (certo, solo chi osserva il proprio cane come si osserva un amico, può accorgeersi di questo, può considerarla una cosa meritevole di attenzione, può decidere di mettersi in discussione e provare a cambiare; chi invece 'si trova bene col collare a strozzo', queste cose non inizierà man nemmeno a pensare che possano essere possibili).

"Tutte le persone possono imparare e venire educate, a relazionarsi coi cani. Infatti, i cani sono gentili, lasciano sempre spazi e tempo e scelte. Questa capacità di attesa ha una finalità molto chiara, che è quella di creare il miglior clima e contesto possibile per la convivenza pacifica. Se, allora, noi umani non siamo capaci di esercitare la stessa pazienza, la stessa gentilezza, la stessa distanza di osservazione; e se quindi, per via di questa nostra incapacità - o non volontà, dal momento che 'sono solo cani' - e se quindi dobbiamo ricorrere ai divieti, ai guinzagli, ai collari a strozzo, è una nostra mancanza, un nostro fallimentoi, una nostra colpa". La colpa della fretta, della banalizzazione, dell'ansia del controllo, della performance, della prestazione. Una colpa e un fallimento che però viene pagato troppo spesso dal cane, il secondo elemento del binomio, quello che nella nostra cultura è allo stesso tempo quello che si impegna di più e quello che rischia di più.

"Total Choice.
Al cane lasciare la libertà di scelta, perché lui la lascia sempre a noi, dopo aver fatto le sue proposte. Al cane piace esplorare, guardare, scoprire, usare i sensi, usare le zampe, percorrere i posti nuovi". Se questo gli viene impedito, o se viene irregimentato - per colpa, io credo della rigida intolleranza della nostra cultura verso l'altranimale, persino se è un  cane; che va bene solo se sta al suo posto, da noi deciso - il rischio è di spezzare la curiosità, di spegnere lo sguardo. I rischi sono elevati, il prezzo salato da pagare: il problema è che non lo paghiamo noi.
 Dice Tuirid: "Non è affar vostro, cosa il cane scelga, o voglia o possa scegliere. Lasciategli compiere delle scelte, sappiate fare un passo indietro, osservando da lontano, senza interferire, senza intervenire.  Sappiate che gli state permettendo di sviluppare il suo cervello, anche fisicamente". Un cane deve e vuole annusare, assaggiare, toccare, provare. La creatività canina è sempre presente in ciascuno individuo-cane. Se teniamo a mente questo, se ci piacerà osservarla  e pensarla in termini di proposta, di domanda, di scelta, fatta da lui-cane verso noi-umani, allora faremo il suo - e il nostro - bene.  "Siate orgogliosi e felici della sua curiosità, non temetela, né fategliela temere".

Ogni cane è felice a modo suo: "imparate a scoprire la loro gioia. Chiedetevi: che cosa li rende felici? Che cosa gli piace di più fare? Se lo capirete, e sarete capaci di farglielo fare - o anche farlo insieme a lui, raggiungerete nuove esperienze.
Sappiate, poi, che il cane rispecchia tutti i vostri stati d'animo, tutte le vostre emozioni si riverberano in lui".

I cani provano le gradazioni della gioia; dell'appagamento, della serrenità; provano aspettativa; immaginano, sognano. Provano tutta la gamma della paura.  "I feel, therefore I am. I cani provano emozioni, quindi anche loro sono" ("Dogs feel, therefore, they are"; Heidegger, Cartesio, prendete e portate a casa!).

I cani provano il sentimento della perdita ("Se uno dei cani del vostro gruppo muore, non nascondetelo agli altri, fateglielo vedere, lascisateglielo annusare").

I cani provano amicizia, hanno legami di amicizia; i cani si innamorano. Se finalmente accettiamo questo, finiremo di avere troppi dei problemi che oggi rovinano lo stare insieme tra noi e i cani; e finiranno anche i loro problemi, causati dal nostro ipertrofico senso del controllo.

 Problemi che si caricano tutti su di loro.
"Ci sono cani che sembrano non avere emozioni. Che sono sempre sotto comando e si sentono costantemente come se lo fossero.
Non è una cosa bella, né sana. Sono cani che soffrono di impotenza appresa, 'learnt helplessness' " . (è una cosa terribile, una morte psicologica interiore gravissima - e crudelissima da infliggere, un veleno lento. Leggete il link per constatarlo, purtroppo ha dato vita a tanti esperimenti psicologici di stampo vivisezionistico).

"Porta alla depressione e malattie fisiche gravi.  Si deprimono il sistema immunitario e il sistema limbico: diventa impossibile manifestare le emozioni; e altra faccia della medaglia, si è a rischio di malattie e infezioni". Turid ha incontrato molti cani depressi, afflitti da questa terribile condizione. Sono cani che hanno avuto un passato di deprivazione e di costante repressione e punizione. Hanno tempi lunghissimi per fare qualsiasi cosa, per decidere di prendere qualsiasi iniziatiuva. Non vanno forzati, ma semplicemente assecondati, inseriti in un contesto protetto, sicuro e con stimoli propositivi. E a loro va lasciato tutto il tempo e lo spazio che decidono - perché si mettano in situazione di tranquillità, dalla quale poi decidere se e come e quando provare a cominciare qualche azione, a esperire qualche iniziativa - che andrà incoraggiata e incrementata; naturalmente, questo primo passo andrà colto lestamente, sapendo che si tratterà di sfumature quasi impercettibili, all'inizio. Non  chiedete, non agite; invece, osservate, lasciate tempo e spazio libero, assecondate, incoraggiate.

"Il cane ha bisogno di provare e di esprimere le sue emozioni. La gente, nella maggior parte dei casi, non accetta che un cane possa manifestare le sue emozioni in modo libero. Per molti, il cane 'deve' stare calmo; ma un cane 'educato' potrebbe essere solo un cane depresso o represso.  Un cane, al contrario, ha il diritto di provare tutte le emozioni". Sta a noi che possa vivere le situazioni per provare quelle giuste, vale a dire quelle positive, costruttive - dell'esperienza come dell'autocoscienza e dell'autostima, in sano equilibrio. 
"Non dovete indurre stimoli, ma invece far sì che lo stimolo provenga da una sua decisione e allora metterlo nelle condizioni di poterlo fare" (pensate a un cucciolo deprivato, che non ha mai esplorato col naso; e che un bel giorno, nell'ambiente giusto - cioè sicuro, sereno, ricco sia di elementi che di spazi - inizia ad annusare un fiore in un vaso; da quel fiore, inizia il cammino per la ri-presa della sicurezza e della propria vita, per quel giovane cane). 

In Norvegia Turid ha dato vita agli sniffing gardners: i giardini privati delle case di alcuni cittadini, che accolgono amici umani e amici canini dei loro cani in visita, ciascuno ad annusare o a osservare o a chiacchierare, passando il tempo in giardino; e poi contraccanbiando la visita la settimana o il mese successivo. "Anche ai cani piace andare in visita o ricevere ospiti, naturalmente se si tratta di amici. Ai cani piace guardare o annusare insieme. Stimola le varie intelligenze".

Cani e canile. Cani Anziani
I canili a ogni latitudine, sono pieni di cani anziani. Nessuno li prende, pensando che non siano più in grado di stare in famiglia, o di imparaere, o di affezionarsi, o di acquisire o reimparare abitudini casalinghe. Errore!
"I cani anziani hanno esperienza. Gli basta poco per ricominciare."
Bisogna pensare che i cani anziani finiscono in canile dopo una vita intera in una casa, a fianco di una stessa persona. Di colpo, per i motivi più incredibili (in genere, riconducibili al grande motivo dell'indifferenza e insensibilità), finiscono in un canile. Per loro è una catastrofe emotiva, che mina sia il loro equilibrio psichico che la loro salute fisica. Il canile è uno stress costante, fonte sia di paura che di senso di abbandono. "Sarebbe bello che in ogni canile ciascun cane potessse fare affidamento su una persona, costante, che riprenda a prendersi cura di lui, per aiutarlo a ritrovare famiglia. Non occorre fare grandi cose: è sufficiente che la persona sia lì, a nutrire le emotività del cane con la sua presenza, silenziosa, ma vicina. Ciò aiuterà a riabbassare lo stress; per facilitare l'ingresso in una nuova famiglia: non c'è cane di canile che, in uun ritrovato contesto famigliare, di sicurezze e di esclusività relazionali e affettive, non sappia ritrovare serenità e piacere nello stare di nuovo in una casa".
Però ci sono cani abbandonati - talmente distrutti nella loro emotività - che avranno bisogno di un compagno in canile, un umano che li riaccompagni passo passo. basterà la sdua sola presenza silenziosa, nel box. Sarà il cane che, quando si sentirà pronto, farà il primo approccio, riuscirà a permettersi di ridare espressione al suo enorme desiderio di condivisione, di vicinanza ... coccole, di attenzioni, di affetto, di scambi. Ricordate la cucciola e il fiore nel vaso".

(3 - continua)




Tutte le foto sono di Lorenzo LoFoto.

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