venerdì 13 dicembre 2019

Come sfamare gli uccellini

una bella cinciarella


Inverno, ormai, piombato improvviso e rigido sulla pianura. Gli uccellini - e i topolini - sugli alberi (pochi) e nei campi, hanno fame.
C'è un modo, per chi vuole, di sfamarli.


Mentre ci accingiamo a preparare mangiatoie, opportunamente appese ai rami, possiamo fermarci a riflettere se sia 'giusto' questo gesto: qualcuno potrebbe dirci che si tratta di una intromissione umana - l'ennesima? - nello svolgimento dei fatti 'naturali'; che, in altre parole, disabitueremmo questi uccellini stanziali a cercarsi il cibo da soli e perciò non faremmo altro che renderli dipendenti dagli umani, mettendo le loro vite in pericolo, proprio mente 'giochiamo' a salvarle. Ecco, tu non sei proprio d'accordo. Intanto, l'idea di 'natura' che qui sorregge il ragionamento, assomiglia molto a quello di natura 'matrigna', indifferente - dominata da pura competizione e sopraffazione - un'idea che ormai si è dimostrata sia dannosa che fallace: una idea di natura che funziona da comodo alibi soltanto per chi si trova dal lato privilegiato, forte, sicuro, privo di rischi, il lato prepotente tipico degli umani - per esempio. Per non parlare di che cosa definisca la 'natura', contrapposta a - per dirne una - 'cultura' (e perché debbano essere contrapposti, poi, è un'altro motivo di obiezione, secondo te). Tu pensi: la 'natura' viene chiamata in causa da chi ragiona così, sempre e solo per giustificare gesti di disinteresse, di abbandono, di azioni che evitano di rimediare, aiutare, soccorrere. Azioni che, magari, si intraprendono proprio per cercare di 'rimediare' a situazioni originate in tutto e per tutto dagli umani  - come i deserti zootecnici agricoli che sono i campi odierni, luoghi dove per gli animali selvatici, o liminali, o sinantropi è molto difficile preparare e conservare una tana o un nido, trovare cibo, riparo, sicurezza. Sono luoghi costantemente battuti da attività umane e sorvegliati da controllori umani: dall'agricoltore su un trattore ciclopico, al cacciatore col fucile a sparare a cinghiali o uccelli migratori, stormi che disegnano belle linee dinamiche stagliate contro il cielo freddo. Sono luoghi pericolosi e inospitali, che di 'naturale' hanno pochissimo. Garantire disponibilità di cibo a questi uccelli, in questi mesi comunque rigidi - cibo che integri le risorse trovate 'in natura' per conto proprio -  a te sembra qualcosa di opportuno proprio per riequilibrare una situazione ormai troppo sbilanciata a sfavore degli animali non umani che vivono nelle 'selve'. Ti verrebbe da dire: eccolo, il welfare autentico! Nella miglior tradizione di questa pratica, infatti, consisterebbe nel garantire risorse a chi ne è - momentaneamente - privato, fino a quando ritornerà in una situazione di autosufficienza. Il discorso può anche ampliarsi, arrivare a parlare di argomenti cruciali dal punto di vista etico: la coabitazione, la convivenza tra specie diverse, ciascuna con sue esigenze, con sue specifiche richieste e necessità, con domande e affermazioni che ne fanno dei veri e propri memebri di una comunità allargata, composta da individui di molte specie differenti - una polis aperta e sconfinata, che polis non è più, ma diventa  'Gaia'. Hai messo sul piatto - speri - qualche tema interessante, che ti auguri possa suscitare commenti di vario tipo. Intanto, però, andiamo a vedere che cosa possiamo dare a questi nostri ' compagni' appena fuori dalle nostre case. Senza dimenticare che è immensamente bello guardare fuori dalla finestra e vedere tante piccole ali frullanti e corpicini frenetici e impegnatissimi, ai rami del vostro personalissimi 'ristorante'.


un passero... solitario



pettirosso canterino




capinere



passera scopaiola: è una specie protetta




il merlo (maschio): anche lui è specie protetta




brillante cinciallegra




picchio muratore




fringuello



verdone




cardellino

Per dargli una mano possiamo appendere nei nostri giardini e balconi delle mangiatoie, con un pasto molto energetico: a base di arachidi! Qui, ci spiegano praticamente come fare, passo per passo.

Non basta 'metter fuori il cibo. Bisogna ricordare alcuni accorgimenti: stagioni diverse richiedono diversi tipi di cibo; vi sono differenze tra semi e semi; bisogna fornire anche acqua a complemento del cibo secco. Qui, oltre a farci vedere bellissime mangiatoie già pronte e funzionali, ci danno una lista per un menù:

Il menu invernale degli uccelli migratori

I semi di canapa sono adatti per il verdone europeo, il fringuello, la peppola, il passero domestico, la passera mattugia, la cinciallegra, la cinciarella, la cincia bigia e il ciuffolotto.

Avena, pezzi di pane, riso cotto senza sale: passero domestico, zigolo giallo

Sego, strutto, grassi, burro di cocco grasso e salato: molto adatto per gli uccelli che si nutrono di insetti, come le cince, il Regolo, il rampicante albero comune, il pettirosso e il picchio

I semi di lino e per uccelli selvatici: passero domestico, passera mattugia, fringuello, peppola, verdone, ciuffolotto messicano, lucherino, passera scopaiola

Mele, pere, banane, sorbe e le bacche del fascio bianco: i più graditi da merli, storni, capinere, pettirossi e becco frusone

Piccoli semi: miglio, semi per uccelli selvatici, semi di lino, tra gli altri attirano i piccoli uccelli, come passeri e fringuelli, cardellini e passere scopaiole

Frumento e orzo: spesso sono parte di miscele comuni per colombacci, tortore corvi e fagiani, che però spaventano gli uccelli più piccoli, e quindi è meglio evitare.

Schiacciato di avena: ottimo per molti uccelli.

Semi di girasole in generale: verdone, cinciallegra, picchio muratore, ciuffolotto e Frosone.

Semi di girasole nero: ottima cibo tutto l’anno e per certi versi ancora più popolare degli arachidi. Ci sono più oli nel nero che nei semi di girasole a righe, è per questo che sono migliori per gli uccelli.

Ghiande di faggio: fringuello, peppola e il picchio muratore.

Arachidi in un sacco di rete: grassi e cibo popolare per verdoni, cince, passeri, picchio muratore, picchio verde e lucherini. Evitare quelle tostate. Comprare i semi in un negozio specializzato di animali o alimentare in mod da essere certi che siano liberi da aflatossine.


La tua amica Stefania Barsi ha messo on line un promemoria: A pettirosso, capinera, passera scopaiola, merlo (insettivori) occorre servire biscotti, briciole dolci (panettone, plum-cake), frutta fresca, mentre per specie come cinciallegra, cinciarella, picchio muratore (insettivori) meglio la frutta secca tritata (noci, nocciole), arachidi non salate, semi di girasole, pinoli sgusciati. Infine, passero, fringuello, verdone, cardellino (granivori) necessitano di semi di girasole, miscele di semi vari (avena, miglio, canapa, frumento), mais spezzato. 


Lifegate raccomanda di posizionare la mangiatoia in un posto in alto e tranquillo, al riparo da pericoli. Ci sono poi uccelli che preferiscono il cibo a terra. 

Raccomadnazione LIPU. Occorre fare attenzione anche ai momenti della giornata in cui il cibo deve essere generosamente abbondante: il mattino è il momento topico, perché dopo la notte fredda, gli uccelli sono molto affamati. Anche di sera il cibo è molto apprezzato dagli uccelli, che fanno il pieno di energia in vista della prossima nottata.
Il foraggiamento costituisce un valido aiuto in caso di pioggia gelata e quando il terreno è ricoperto di neve da lungo tempo.

Conoscere le necessità degli uccelli durante la stagione fredda ti permette di aiutarli con piccole attenzioni quotidiane, ma anche di attirare nuovi, bellissimi ospiti per il tuo birdgarden.

Infine, hai trovato, tra i moltissimi on line, anche questo articolo, che amplia il discorso della attività di nutrimento degli uccelli selvatici e spiega tantissimi aspetti pratici che dobbiamo tenere presenti quando iniziamo questa bella attività.

Insomma, per concludere: nutrire gli uccelli selvatici è - a tuo parere - l'unico modo etico con cui ci si dovrebbe occupare di uccelli - perciò, NO gabbie, NO voliere, gli uccelli devono viviere nei cieli, tra le fronde di alberi e piante, non in prigioni tra le mura di una casa o di un terrazzo. (*) Soprattutto: NO fucili! NO casotti da cacciatori! NO uccelli prigionieri per fungere da richiami vivi!

Nutrire gli uccelli ti farà fare esprienza diretta dei cambiamenti portati dalle stagioni, dalle diverse ore del giorno e della notte, dalle diverse situazioni meteorologiche - sole, o pioggia, o neve.

Nutrire gli uccelli ti farà anche sopportare meglio le giornate fredde o piovose, durante le quali dovrai comunque uscire per rifornire le mangiatoie!

Nutrire gli uccelli ti scalderà il cuore, perché potrai ammirare da vicino questi alacri animali affascinanti - da vicino, ma senza menomare la loro libertà o spaventare la loro vita.








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