lunedì 19 maggio 2014

Paludi e Squame da sfogliare - Intervista a Marco Colombo e Matteo Di Nicola

La copertina

NUOVO LIBRO “PALUDI E SQUAME: rettili e anfibi d’Italia”
Autori: Marco Colombo & Matteo Di Nicola
Caratteristiche: 28x28 cm, copertina rigida, 112 pagine
Costo: 25 euro (spese di spedizione escluse)
Per visualizzare un’anteprima online e ordinare consultare il sito.
Edito da Archivio Fotografico Italiano, realizzato con il contributo del Parco Locale di Interesse Sovracomunale Rile-Tenore-Olona e patrocinato dalla Societas Herpetologica Italica (SHI), questo libro nasce dalla passione per i rettili e gli anfibi e dal desiderio di far conoscere bellezza, importanza e varietà delle specie italiane, nonché la necessità di proteggerle.
Si tratta del primo libro di questo genere in Italia e mostra rane, rospi, tritoni, salamandre, testuggini, lucertole e serpenti nei loro ambienti naturali, in scatti ottenuti nel corso di molti anni di ricerche da parte degli autori.


 
RETTILI E ANFIBI SONO ANIMALI RITENUTI POCO ATTRAENTI, QUANDO NON ADDIRITTURA REPELLENTI. QUESTO PENSIERO HA IN QUALCHE MODO INFLUENZATO, POSITIVAMENTE O NEGATIVAMENTE, IL VOSTRO LAVORO? E COME?

I rettili e gli anfibi sono soggetti da sempre a falsi miti e pregiudizi, che portano a uccisioni ingiustificate e timori infondati. Si tratta di animali bellissimi, ecologicamente importanti, da rispettare: il nostro nuovo libro, “Paludi e squame: rettili e anfibi d’Italia”, realizzato col contributo del Parco Locale di Interesse Sovracomunale Rile-Tenore-Olona e col patrocinio della Societas Herpetologica Italica, nasce come omaggio fotografico alle specie che popolano la nostra penisola e le isole, dalle vette alpine alle scogliere. E’ un tentativo, il primo in Italia, un piccolo contributo, al fine di farli conoscere meglio e magari apprezzare anche dai non addetti ai lavori, senza troppi paroloni scientifici difficili: saranno le immagini a parlare e descrivere le squame dei ramarri, gli occhi delle vipere o l’ambiente di vita dei tritoni. Si tratta di una “fauna minore”, come viene spesso chiamata, ma meritevole di protezione, viste anche le numerose minacce a cui è soggetta e le specie molto rare, in vari casi endemiche, presenti sul nostro territorio.

VEDO CHE IN COPERTINA I NOMI DEGLI AUTORI SONO DUE. COME VI SIETE
CONOSCIUTI? COME AVETE LAVORATO INSIEME?

Abbiamo frequentato la stessa università, Scienze Naturali a Milano, e chiacchierando tra i corridoi della facoltà ci siamo accorti di condividere la medesima passione sia per la fotografia naturalistica sia per il tipo di soggetti. Sebbene amiamo conoscere ed immortalare ogni sorta di componente naturale, dalla flora alpina agli uccelli acquatici, un nostro debole è indubbiamente per l'erpetologia. La prima “uscita su campo” insieme fu all'inizio del 2009, quando ci recammo a fotografare alcune rane rosse in una zona umida della Brianza. Da allora iniziammo a fare molte uscite insieme, scandagliando ogni angolo di Italia alla ricerca di “striscianti” e di tutto quello che rientra nella categoria “fauna selvatica italiana”. Oltre alle spedizioni fotografiche, collaboriamo non di rado nella realizzazione di conferenze, mostre fotografiche nonché interventi di educazione ambientale e corsi di fotografia naturalistica.

QUANTO TEMPO E' OCCORSO PER RAGGIUNGERE GLI SCATTI VALIDI DA PUBBLICARE? CHE TIPO DI TECNICA E DI APPROCCIO AGLI ANIMALI E' STATO USATO? QUANTO E COME PUO' INFLUENZARE IL COMPORTAMENTO DELL'INDIVIDUO ANIMALE OSSERVATO, LA PRESENZA DEL FOTOGRAFO E DELLE SUE ATTREZZATURE?

Fotografiamo in natura da diversi anni, in tutti gli ambiti: dai cavallucci marini al lupo, siamo interessati a qualunque animale, pianta o habitat nostrano. Negli ultimi anni ci siamo concentrati sui rettili e gli anfibi per portare a termine questo progetto, per farli conoscere meglio e sensibilizzare sull’argomento; sono animali poco considerati, anche dalla maggior parte dei fotografi naturalisti stessi. Possiamo dire comunque che gli scatti inclusi nel libro sono stati tutti realizzati nel periodo 2009-2014. Fotografare i rettili e gli anfibi non è sempre semplice, si fanno anche uscite a vuoto perché esistono molti fattori che influenzano in maniera positiva o negativa il comportamento dei soggetti: pendenza, esposizione geografica, vegetazione, meteo, stagione, stato fisiologico dell’individuo e molto altro fanno la differenza tra il trovare un certo serpente o una certa rana nel momento in cui si cerca.

LE VOSTRE FOTO SONO QUASI MAGICHE, PER LE SENSAZIONI DI BELLEZZA E MERAVIGLIA NATURALE, IGNORATA ANCHE SE TUTTA INTORNO A NOI, CHE RIESCONO A COMUNICARE. COSA PENSATE DEL LAVORO DI FOTOGRAFI CHE - AL CONTRARIO – DOCUMENTANO MALTRATTAMENTI E SOFFERENZE DEGLI ANIMALI?

La fotografia è uno strumento dalle potenzialità formidabili: ha la capacità di trasmettere emozioni oltre che informazioni. E lo fa in un istante. Noi sfruttiamo la fotografia per mostrare ai “non addetti ai lavori” quanto certe specie meritino maggiore considerazione per via del loro fascino e della loro bellezza. Allo stesso modo penso che sia fondamentale rendere noto alle persone quali siano le crudeltà che tali animali, indifesi nei confronti dell'uomo, subiscano da quest'ultimo. I maltrattamenti sono una piaga troppo spesso diffusa, sia a fini di lucro che per pura ignoranza. Mostrare immagini di tali pratiche è anch'esso un modo di trasmettere emozioni, utili, si spera, a far sì che certi eventi si ripetano il meno possibile.

Foto di  Marco Colombo

Foto di Matteo Di Nicola

2 commenti:

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