giovedì 11 ottobre 2018

Morto libero? No, solamente morto in fuga




Come è giusto che fosse, e non per la prima volta, la notizia di questo maiale fuggito da uno stabilimento zootecnico - chissà come, chissà perché - è rimbalzata tra un certo numero di persone che in questo giro di anni stanno impegnando se stessi in questa guerra della pietà derridiana. 





Questa è la onnipresente multimillenaria guerra che una sola specie ha portato in modo unilaterale contro tutte le altre specie: Umano vs Animale. Una sporca guerra, per altro, sporchissima anche verso individui che nascono e perciò sembrano umani, ma che - per motivi i più diversi, tutti strumentali e violenti - Umano decide che invece no, non sono umani, ma animali, anzi bestie - e li relega nel gulag collettivo di nome Animale, prigione planetaria dove avviene ogni genere di tortura e aggressione e dove non si fanno prigionieri. Animale è un nome collettivo che è, più che altro, un campo di sterminio.

Nella notizia si rende conto dell'intervento delle guardie zoofile e dei veterinari per gli "immediati soccorsi" all'"esemplare suino", per il quale, però "non vi è stato nulla da fare". Così, il suo corpo senza vita, di lui maiale - che pure era all'inizio della sua fuga, "smarrito", viene alla fine "rimosso dal manto stradale". Dell'"assurdo incidente" restano il trafiletto in cronaca, mentre lui, il maiale morto, ritorna di colpo nella invisibilità di chi non conta nulla: "Non deve aver percorso molta strada. Ma le conseguenze di quell'impatto avrebbero potuto determinare conseguenze ben più serie". Il linguaggio frettoloso e ripetitivo del cronista locale non sa, né può, né vuole, né riesce a tentare una narrazione da un diverso punto di vista, ma  rimane superficiale e semanticamente mortificante, continua comporsi di formule senza riflessione: poiché nell'incidente stradale non risultano morti o feriti umani, alla fine è come se nulla fosse successo.Maiale scappa da una masseria e finisce sulla statale: muore dopo lo scontro con un’auto



La notizia è rimbalzata per via delle sue caratteristiche: per il gesto di questo individuo che - si potrebbe immaginare - ha trovato una falla nella di solito compatta e insuperabile panoplia - le molte armi -  del meccanismo zootecnico - e non ha perso tempo a cogliere l'occasione insperata; ha fatto affidamento alle sue sole forze, alle risorse del suo solo corpo e si è messo a correre a perdifiato, lontano il pià possibile dalla sua prigione di dolore e morte.

La zootecnia è un meccanismo che contiene, blocca, smembra e uccide, ricominciando da capo con altri 'pezzi' resi così simili da perdere la loro individualità irripetibile, livellata all'interno di una gigantesca intercambiabilità consumatrice. La zootecnia è solo una  - sia pure tra quelle più pervasive e potenti - delle macchine che la super-macchina - Denaro mette in azione per riprodursi. Dispositivo-Mostro.

Questo, il maiale non poteva saperlo. Non perché è 'solo' un maiale, un maiale sciocco e sporco, occupato solo a strillare, cacare  e divincolarsi. Ma perché il meccanismo è così enorme  e diffuso da risultare invisibile persino a quelli che sono convinti di averlo creato e di esserne in questo modo quelli che lo regolano - mentre ormai ne sono regolati e schiacciati, in vite brutte e insensate. In poche parole: noi.

Al maiale, "là fuori" - cioè, se ci pensate bene, "qui dentro", nelle città nostre, tra periferia e campagna esausta, in scampoli di polvere tra strade, tangenziali, svincoli, rampe, guard-rail, sbarre, rotonde, incroci e migliaia di oggetti duri e metallici che sfrecciano velocissimi, rumorosi e abbaglianti, su ruote gommose e urlanti - era difficile che potesse capitare una sorte diversa da quella che gli è infine toccata. Una morte comunque, e una morte dura e iniqua - forse, ma non lo sai, non lo sappiamo, più breve e meno dolorosa di quella che lo aspettava tra le mura cementizie del mattatoio.
Perché, per quanto veloce si fosse messo a correre, per quanta distanza avesse messo tra il suo corpo e i recinti dell'allevamento, non gli era capitata la sorte di riuscire a evadere anche dal marchingegmo del consumo, la macchinaDenaro ubiqua. Tutta la nostra realtà - diciamo almeno nel cosiddetto Occidente - è un tessuto di oggetti di morte e consumo. Ci sono pochissime zone, assediate, dove la macchina sembra non essere entrata, e dove il tempo appare sospeso, una ipoteca- scommessa contro  il consumo, un procrastinare indefinitamente la durata di una vita per lo meno liberata. 
Per arrivare in queste zone, se fuggi dai primi reticolati, i più feroci, nel 'la fuori/qui dentro' devi avere la sorte di trovare alleati, amici, magari individui che sono della stessa specie che 'la dentro' ti perseguita tortura ammazza e che invece 'qui fuori' hanno deciso di essere disposti a rischiare per salvarti, rispondendo alle tue richieste di aiuto, dando sollievo al tuo bisogno di riparo, di quiete, di riposo e poi di rifugio.

Altrimenti, la tua è una fuga disperata - una fuga che non ha speranza di durare, di liberarti, di ridarti il tempo che è tuo su questo pianeta. 
Il maiale, allora, non è 'morto libero', il maiale è 'morto in fuga', inseguendo la libertà, ma ancora - purtroppo - non libero dalla paura e dalla urgenza di trovare sicurezza, perché quella sicurezza, la pace che consiste nell'avere il proprio tempo a disposizione - non importa se tanto o poco, importa che non sia assillato dall'impellenza di nascondersi, correre, defilarsi, non respirare, tremare - lui non l'ha mai trovata, né mai conosciuta. Ha potuto solo cercarla, in posti dove libertà e pace non ci sono, non esistono (più).

2 commenti:

  1. In posti dove libertà e pace non ci sono...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. per favore, Unknown, prova ad approfittare dello spazio dei commenti, per svolgere in modo più ampio il tuo pensiero. E, per favore, se non riesci a registrarti, prova almeno a firmarti. Come spiego qui sotto nel 'galateo' per i commenti: visto che è possibile il commento anche ai non iscritti, considero una forma di gentilezza scrivere almeno un proprio nome :) . grazie!

      Elimina

TUTTI POSSONO COMMENTARE, ANCHE IN FORMA ANONIMA! (EDIT 2018: HO CAMBIATO IDEA: ALMENO UN NOME IN FONDO AL COMMENTO E' GRADITO, PER NON DOVER RISPONDERE CON UN EHI, TU!). PER ANONIMO, SI INTENDE CHI NON E' ISCRITTO - PER QUALSIASI MOTIVO - AI FOLLOWER. Ma visto che è possibile il commento anche non iscritti, considero una forma di gentilezza scrivere almeno un proprio nome :) )

(EDIT 2 2018: qualsiasi messaggio che contenga pubblcità, promozioni, contenuti promozionali di carattere commerciale o finanziario, di qualsiasi tipo e genere, verrà immediatamente e automaticamente cancellato e gettato nel cestino dell'oblio. promoter avvisato...)

SE sei interessat* a seguire La Confidenza Lenta, prova a cercare l'elenco dei lettori fissi e a cliccare sul tasto azzurro 'segui' Dovrebbe permetterti di iscriverti, se ti fa piacere.

In alternativa, puoi lasciare un commento allo stesso post, quando viene condiviso sulla pagina Facebook della Confidenza, e segnalare se vuoi rivederlo ri-postato qui

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...