domenica 16 luglio 2017

I Sogni di Commiato



Perché questa strana statua orientale apre questo post? La spiegazione è più sotto, alla fine. Si tratta, in ogni caso, di una specie di 'cane sacro guardiano', di 'cane spirito', secondo l'immaginario giapponese o cinese. Ti ha colpito la sua potenza vibrante, sembra potersi muovere da un secondo all'altro. Riconosci che è un cane e allo stesso tempo, non sembra un cane. Le statue siffatte, all'ingresso dei templi, sono sempre in coppia e come sempre per queste cose c'è un motivo, molto suggestivo - che trovate raccontato sotto, in alcuni link.

Non potrebbero essere così, allora, i cani che hanno vissuto con noi e che adesso non ci sono più vicini, che - forse - non sono visibili, ma sono qui accanto - e vibrano a una frequenza quantistica diversa dalla nostra, cioè di questo universo - ?

In ogni caso, questa bella statua, a tuo parere, aiuta a rendere l'idea di come ti sono apparsi i tuoi cani, quando, quel giorno estremo - o molti giorni, o mesi dopo - sono venuti a darti commiato, visitandoti nel sogno, quando la mente sembra potersi aprire su altre dimensioni - mentre è momentaneamente - quanto, forse, in modo illusorio - chiusa e al 'riparo' dalle sollecitazioni della dimensione fisica della realtà di ogni giorno. Chissà. Stiamo raccogliendo suggestioni, qui, non stiamo facendo scienza.

Tutto ha inizio con un pensiero di Elena Vanin - uno dei suoi tanti pensieri delicati e luminosi, che sembrano sbocciare e fiorire con leggerezza e forza in continuazione nel giardino boscoso dei suoi pensieri emoziona(n)ti. Ancora una volta: grazie!

A un certo momento, sulla sua pagina cinofilosofica (a cui bisogna richiedere iscrizione), accade che ELENA VANIN si metta a scrivere questo:

"Argomento delicato, che spero di affrontare in modo lieve, senza paragoni "di merito", solo per condividere le proprie esperienze.
Vi capita di sognare i vostri cani (o altri animali) che non ci sono più?
E se vi capita, c'è qualche tipo di ricorrenza, o di peculiarità, in questi sogni, che li caratterizzano rispetto agli altri?
A me capitano i "Sogni di Commiato": singoli sogni, qualche giorno dopo la morte del cane, in cui ci incontriamo e ci salutiamo. Dopo, quel cane non lo sogno più.
Mi è capitato con [alcuni].
Non mi è capitato con [altri], con [cui] siamo stati talmente vicini per tutto quel tempo, che abbiamo avuto il modo per salutarci e dirci ogni cosa, prima[...].

(le modifiche sono omissioni di nomi, per rispettare la privacy).

Questo nome - 'sogni di commiato' - , questi pensieri, queste domande, ti hanno talmente sorpreso e coinvolto, che hai cominciato a pensarci. E dal pensiero alla scrittura, il passo questa volta è stato davvero breve. Ecco qui, le tue esperienze di saluti di commiato - una bellissima locuzione, che prendi in prestito.


STELLA stava male da un po'. In quei giorni era in clinica (ho raccontato altrove quei giorni dolorosi). L'ultima mattina che Stella trascorse su questa Terra, venne a trovarmi, mentre dormivo, insieme agli altri cani. Era già chiaro fuori, forse l'alba, non so. Ricordo che mi trovai all'improviso come sotto un cielo nuvoloso, che si apre all'improvviso e rivela il sole, luminoso e caldo, ma non accecante. Sentii come un sollievo enorme, che riallargava il mio respiro e delle parole apparvero alle mie orecchie e ai miei occhi: ECCO, ADESSO VA TUTTO BENE. Mi sono svegliato, con l'arrivo di quella consapevolezza. Quando ho aperto gli occhi, Stella era nei miei pensieri. Quando sono andato in clinica, lei non era più lì.

Stella è tornata a trovarmi, poi, la notte successiva: da un luogo luminoso ma sfocato, lei è uscita, trotterellando piano, calma e riflessiva, dolce e sollecita come era sempre stata. Era bellissima: il pelo bianco, pulito, soffice, le orecchie e le pezzature rosse bretoni brillavano. Una specie di vento le faceva muovere le frange. I suoi occhi, due gocce di ambra quando era viva, mi hanno guardato, con grande amore, erano come sorrisi.

 Inifine, una terza e ultima volta. Mi trovavo a passeggiare per una città, in una zona che mi sembrava di poter collegare a strade vere che avevo attraversato di giorno, una specie di centro storico. Era o sembrava notte. A un certo momento, da dietro di me, sento rumore di passi e Stella mi si affianca, tutta veloce, sculettando morbida e a testa alta. Mi sorpassa, si volta e mi guarda, rallenta. Ho quasi potuto toccarla, infatti ho allungato la mano... ma quando stavo quasi per sfiorarla, mi son svegliato di colpo, come se mi avessero sbattuto fuori dal sogno. Mi domando: cosa sarebbe successo se l'avessi toccata, se l'avessi raggiunta con le dita?

In passato, c'erano stati altri sogni di commiato: con CETO un solido meticcio cocker, che venne a trovarmi, pochi giorni dopo che era morto. Era bellissimo, angelico: anche i suoi abbondanti ciuffi bianchi e neri si muovevano a un vento che io però non sentivo. Era tornato giovane, vigoroso, sano, forte. Lui era davvero come un piccolo leone. Mi sorrideva.

FRUFI: meticcia setterina che conobbe Ceto e visse con lui quasi tre anni, prima che lui morisse. Ebbi un sogno simile, di cui non ricordo molti particolari: solo che lei era bellissima, esprimeva gioia e vitalità, era felice e curiosa, correva e annusava e mi disse, mi fece capire, di non essere più triste, che adesso era libera e non soffriva più. Era stata felice per l'amore avuto con me e mi sperava sereno e coraggioso.







I Sishi, i Koma Inu(狛犬)   ,  i guardiani Nio potrebbero davvero essere  -  per tuo gusto e impressione - delle bellissime figurazioni concrete dei cani - degli animali - che vengono a farci saluti di commiato. Una breve loro storia, di cui proponi un estratto da questo sito:


Shishi (or Jishi) è un termine che viene tradotto come leone ma anche può fare riferimento ad una belva o un cane, si tratta di creature mitologiche con il potere di scacciare gli spiriti malvagi.

Presenti sempre in coppia come i guardiani Nio si possono trovare a guardia di altari Shinto, templi Buddhisti o altri templi rappresentati uno con le fauci spalancate e uno con quelle chiuse.

La bocca aperta e chiusa fa riferimento all'emissione della sillaba "AH" (bocca aperta) la prima lettera dell'alfabeto sanscrito, e all'emissione della sillaba "UN" (bocca chiusa), l'ultima lettera.

Questa combinazione simbolicamente rappresenta la nascita e la morte, l'alfa e l'omega di tutto l'universo, qualcuno poi sostiene che l'apertura della bocca spaventa i demoni e la chiusura conserva gli spiriti buoni.

Queste bestie mitologiche furono probabilmente introdotte in giappone dalla Cina e/o dalla Corea nel 7 o 8 secolo A.C. durante il periodo dell'arrivo del Buddhismo in giappone, per questo gli Shishi giapponesi sono visivamente la combinazione dei cani "Koma-inu" coreani e dei leoni "Kara-shishi" cinesi.

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