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Il Veganch'io è bello anche per striscioni come questi |
Sono andato al Veganch'io. Anche io, insieme ai miei cani Lisa, Maika e Chicco, ho fatto una visita a Vimercate. Conoscevo già questo veg-fest, c'ero già stato in un paio di occasioni.
Mi piace il contesto: il tendone-mensa dove si tengono anche le conferenze e c'è pure il bancone dei libri - una vera tentazione per me, anche quest'anno ho speso più di quello che avrei potuto, mi sono detto però che son sempre soldi ben spesi quelli spesi in libri; e poi magari potrò parlarne qui dopo averli letti.
E poi: lo spiazzo degli stand all'aperto, nel parco, che quando c'è il sole, come sabato, il giorno della nostra gita, puoi trasformare il tutto in un rilassante riposo in mezzo al prato - come ha fatto la piccola Lisa, mentre i più giovani Chicco e Maika correvano in lungo e in largo, a farsi dare carezze e complimenti da tutti, ma proprio da tutti.
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lo spiazzo degli stand |
Dalla tarda mattina alle prime ombre della sera, ho potuto fare tutto quello che c'è da fare in un contesto simile: ho comprato i libri, ho gustato le pietanze vegane, ho chiacchierato con persone, ho visitato gli stand, ho sorriso a tanti.
Ecco, soprattutto, ho sorriso, perché il Veganch'io ha su di me l'effetto di rigenerare forze e fiducia, in un ambiente che è come-dovrebbe-essere: vegan, sinceramente antispecista e animalista, quindi davvero amico degli animali non umani, che qui finalmente sono liberi di esprimersi in libertà, essere se stessi, lontano dalle persone del - posso dirlo? - spesso brutto e ostile cosiddetto 'mondo normale', dove è pieno di gente che "io amo i cani, guardi, ne ho avuti tanti, però..." .
Una Zona Temporaneamente Liberata - ne ha parlato Adriano Fragano di Veganzetta, nel workshop intitolato alle "Strategie e tattiche del movimento antispecista" - dove si vive in concreto, nella prassi, come direbbe qualcuno, ma soprattutto - come direi io - in modo reale, consapevole ma spontaneo, quello che viene teorizzato e auspicato dal pensiero antispecista: una comunità di persone di varie specie (umani, canini, per limitarsi ai due più evidenti), di ogni età e sesso, che hanno trovato i modi per stare vicine e convivere in modo che il rispetto reciproco non limiti la libertà espressiva individuale - o viceversa. Un luogo dove non sono solo parole vuote, i concetti di 'amore', ' relazione', 'ascolto', 'rispetto', 'convivenza', e dove si scopre con sollievo e sorpresa che per dare corpo e sostanza reale e quotidiana a questi concetti non occorre elaborare sforzi utopici, ma è sufficiente prestarsi attenzione reciproca, con i conseguenti atti concreti che ne possono derivare, magari semplicemente assecondando un contesto che noi stessi abbiamo contribuito a generare - il contesto di uno spazio libero, almeno per pochi giorni.
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Meglio: l'ambiente amichevole del fest - di questo fest - è il viatico ideale per lasciar scorrere libere dentro di sé le emozioni interiorizzate dopo magari anni di vita e pratica e pensiero e studio e attività vegan, antispecista, di volontariato. Il modo per essere del tutto, completamente se-stessi-per-un-giorno - un giorno che si vorrebbe lungo un anno.
Ho potuto fermarmi a conoscere meglio le attività di due stand, di cui appaiono le foto qui sotto. Spero di poterci tornare con dei post dedicati a ciascuno di loro:
Quante corde toccano le tue parole! E quanto mi dispiace essermelo perso quest'anno. Sostituito da un breve giro in moto nel Monferrato, per risparmiare i soldi che avrei speso in libri e cibo lì al festival, soldi che sono andati per una costosa operazione per uno dei mici. Almeno ho la scusa giusta! Ma il prossimo anno ci ritorniamo.
RispondiEliminascusa giustissima, direi! be', il giro in Monferrato di sicuro merita :) E poi, se vuoi, i libri te li posso prestare! in attesa che arrivi il prossimo fest
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