lunedì 30 marzo 2020

Carne da macello - La politica sessuale della carne



Porca Vacca, te la diamo gratis la patata. Vienimi dietro e degustami, perché a me piace nero.

Questo è un mix di slogan pubblicitari che usano donne, animali e anche stereotipi razzisti per pubblicizzare la qualunque: dal ristorante allo scooter, dalle gomme alla biancheria intima, dalla cancelleria alla cosmetica, dal vino alla palestra, da San Valentino alla cravatta... Vi basta cercare su google - sezione immagini - il lemma "pubblicità sessista", e ... neanche vi immaginate che cosa troverete.
Per questo, un libro come "Carne da macello - La politica sessuale della carne", di Carol J.Adams (2020 VandA Edizioni) è quasi obbligatorio da leggere.

 
Il testo riporta anche le quattro precedenti prefazioni e la prefazione alla edizione italia, e una postfazione di Silvia Molè e Barbara Balsamo


Quelli che escogitano simili pubblicità, non sono degli ingenui. né dei rozzi buontemponi. In genere - a parte il caso di qualche meccanico o pizzaiolo che si improvvisa esperto di spot pubblicitari - si tratta di professionisti del marketing - persone che per mestiere pensano e inventano messaggi promozionali unendo immagini e testi, scelti per attirare l'attenzione.
Il doppio senso, marcatamente sessualizzato, che unisce ciò che viene venduto al corpo pornografizzato-sessizzato di una donna, generalmente in pose allusive, passive, sottomesse, è considerato un mezzo molto efficace - ancorché, a tuo parere, trito e ritrito e abusato.
 Ma non è solo o non soltanto il logorio del cliché a costituire un problema. Il vero problema è proprio l'uso della donna, che diventa oggetto, al livello del prodotto venduto, anzi, meno, ché deve essere 'al servizio' del prodotto. Quando poi il 'prodotto' è un cibo di animale, un pezzo di questo animale, trasformato e reso distante, irriconoscibile, la donna viene a sua volta smembrata, resa commestibile, lei e l'animale (generalmente una femmina: una vacca per la bistecca, o per il latte o per le uova) si sovrappongono e si scambiano ruoli e posizioni. Insomma, è la quintessenza del 'referente assente'.

Il concetto di referente assente è stato elaborato da Carol J.Adams proprio in questo libro, fresco di (ri) stampa in edizione italiana, testo che mancava da molto tempo tra quelli disponibili.

Ursula Hamdress
 
Ursula Hamdress è una "maiala tentatrice", la sua foto è apparsa su Playboar (nel 1981?), giornale realmente esistente e che sarebbe il 'Playboy' per gli allevatori. Si chiede  - ci chiede - Carol Adams: "ci sta invitando a stuprarla o a mangiarla?"

Gary Heidnik, nel 1986-1987 ha preso molto sul serio la domanda-invito di Ursula e non si è posto problemi: nel dubbio, ha sia stuprato che mangiato. Scrive Adams: "Penso che tra Ursula Hamdress e le donne rapite, violentare e mangiate da altre [donne prigioniere] per ordine di Heidnik esista un nesso legato alla sovrapposizione di immagini culturali di violenza sessuale sulle donne e di frammentazione e smembramento della natura e del corpo nella cultura occidentale". In pratica, la conoscenza degli animali avviene per la stragrande abbondanza delle persone, quasi totalmente nel piatto in tavola, capolinea del processo di macellazione - il gesto carnivorista che smembra gli animali, che ce li allontana e che ci azzittisce il loro desiderio di vivere e che, infine, ispira le immagini che sovrappongono donne e animali.

Adams arriva a così a formulare il concetto di "referente assente", una chiave per capire come gli animali vengono macellati prima col linguaggio e poi col coltello e come questo gesto violento si sovrappone e contestualizza (ad) azioni di stupro, intersecate con la macellazione proprio al crocevia del referente assente. Il referente assente è un modello culturale interiorizzato così profondamente che le sue metafore invisibilizzanti vengono usate persino da individui che - potenzialmente - appartengono a categorie oppresse, minacciate - come le donne -  e che non colgono la presenza dell'animale - ulteriormente cancellato, allontanato.

Il libro di Adams elabora diffusamente questo concetto e i suoi risvolti vertiginosi nella nostra società. Lo fa in modo puntuale e con una casistica messa in rassegna davvero corposa e notevolmente dettagliata. Secondo un modo di divulgare tipicamente anglosassone, è attraverso la reiterata esemplificazione, imperniata su poche, essenziali, definizioni, che il libro raggiunge l'obbiettivo di convincere - o almeno di rendere consapevoli i lettori. Le definizioni concettuali, però, sono potenti e hanno una potenzialità esplicativa epistemologica notevole - un vento che può soffiare impetuoso nelle vele del pensiero teorico per varie ricerche sul campo, letterarie, estetiche. 

In particolare - ti ha colpito la narrazione della politica razziale della carne: gli uomini bianchi colonizzatori sono superiori ai 'selvaggi' colorati e negri - poiché mentre loro mangiano carne in abbondanza, questi ultimi si cibano di cereali e frutta, inferiori nella 'scala evolutiva' (e soprassiedi sulla insulsaggine sciovinista di questa 'scala'). E ti ha colpito la narrazione della identità maschile legata al mangiar carne: poiché è la carne che garantisce forza e intelligenza, che conferisce potenza virile e capacità di combattere e sottomettere, azioni che competono al maschio di sapiens, allora gli uomini che diventano (anche soltanto) vegetariani, sono sospetti; sono effeminati, diventano passivi, come le donne, la loro identificazione sociale diventa incerta, la loro assimilazione con il 'vegetale' è completa (perciò, vanno ostracizzati, distrutti). 

Alla fine della lettura, dopo aver scoperto nuovi punti di vista e interpretazioni che vanno nella direzione della sessualizzazione del referente assente animale - sia in molta letteratura, sia in eventi storici tragici come la Prima Guerra Mondiale -  la sensazione è che questa costante azione di violenza, questo tentativo instancabile di annichilire tutto ciò che viene percepito come femminile o come animale - sia (anche) il segno, forse sotterraneo, di una qualche forma di inconfessata, o inconsapevole sensazione di minorità nei confronti del femminile e dell'animale.

Qualcosa che potrebbe essere atavico, qualcosa che oggigiorno informa di sé pratiche politiche ed economiche di sfruttamento e distruzione, a vantaggio di un gruppo troppo ristretto di sapiens e a totale distruzione e disperazione di tutta la maggioranza esclusa. Naturalmente, Adams, alla fine della esposizione della mole di dati, esempi, casistiche, non dice questo. Dice, invece, che l'interrompere i pasti carnivori, spezza la sequenza della dominazione - un crocevia che è molto chiaro nella mente dei dominatori - e perciò è un pericolo preso molto sul serio. Non per caso, quasi tutti gli animali consumati e mangiati sono femmine. Il cibo-padre è la carne, che dà potere - un potere che non si vuole perdere né spartire: il barbecue, la grigliatona, il paninazzo con wurstel son 'cibo da papà', per la "Festa del Papà"  ("lo dico da papà", un ritornello sentito spesso, di recente - vi ricorda qualcuno?).

Un potere che andrà presto interrotto, iniziando proprio da ciò che mangiamo: il cibo-madre, si potrebbe dire, cioè frutta, verdure, cereali - che dipinge una immagine mai vista finora della realtà in cui viviamo. Quale immagine, (ci)chiede Adams "dell'universo, del potere, degli animali, di noi stessi rappresenteremo nel cibo?".
Le risposte sono sicuramente molte. Adams ne propone alcune interessanti.

Nessun commento:

Posta un commento

TUTTI POSSONO COMMENTARE, ANCHE IN FORMA ANONIMA! (EDIT 2018: HO CAMBIATO IDEA: ALMENO UN NOME IN FONDO AL COMMENTO E' GRADITO, PER NON DOVER RISPONDERE CON UN EHI, TU!). PER ANONIMO, SI INTENDE CHI NON E' ISCRITTO - PER QUALSIASI MOTIVO - AI FOLLOWER. Ma visto che è possibile il commento anche non iscritti, considero una forma di gentilezza scrivere almeno un proprio nome :) )

(EDIT 2 2018: qualsiasi messaggio che contenga pubblcità, promozioni, contenuti promozionali di carattere commerciale o finanziario, di qualsiasi tipo e genere, verrà immediatamente e automaticamente cancellato e gettato nel cestino dell'oblio. promoter avvisato...)

SE sei interessat* a seguire La Confidenza Lenta, prova a cercare l'elenco dei lettori fissi e a cliccare sul tasto azzurro 'segui' Dovrebbe permetterti di iscriverti, se ti fa piacere.

In alternativa, puoi lasciare un commento allo stesso post, quando viene condiviso sulla pagina Facebook della Confidenza, e segnalare se vuoi rivederlo ri-postato qui

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...