Bisognerebbe vivere ogni giorno nella consapevolezza della morte. La finitezza della vita, che tuttavia forse non finisce ma si trasforma e si travasa in altre vite
Bisognerebbe vivere ogni giorno nella inconsapevolezza della morte.La prospettiva della fine,che potrebbe paralizzare ogni azione, gesto, desiderio, volontà.
Un equilibrio complesso, che potrebbe forse avere delle ricadute positive.
Questa consapevolezza è il 'memento mori'. Forse ci viene più accettabile se pensiamo al "ricordati che devi morire!" che 'Savonarola' grida a Troisi in un film bellissimo. (mo' me lo segno, proprio... non vi preoccupate).
Segniamocelo, infatti, per cercare di vivere col trasporto con cui vivono gli altri animali: cogliere le occasioni di gioia e bellezza quando si presentano e non procrastinarle. Altro che irresponsabilità, questa è forse la responsabilità più grande che abbiamo con noi stessi e nei confronti di tutti gli altri viventi - ed è forse una delle più difficili, anzi, per molti è quasi impossibile da seguire - e sono quelli che di più procurano sofferenze.
Kikiuz viveva con gioia pura tutte le cose che riusciva ad afferrare e a capire, si impegnava fino in fondo a essere cane. Tu, hai cercato solo di stare al passo con lei. La ricompensa? Avere ricordi, invece che rimpianti. (Ma certo, ci sono anche i pianti, negarli o nasconderli, sarebbe deleterio e pericoloso!).
L'altro giorno, hai sentito - per ben due volte e per pura casualità - l'aria "Lascia la spina, cogli la rosa" di Georg Friedrich Händel. Non hai potuto non pensare, in questi tuoi giorni di lutto, proprio a lei - la fatina degli unicorni, la Kikiuz.
Ti sono venute in mente tutte le piccole cose di cui lei era felice come una bambina, quando si sentiva al sicuro, protetta; tutte le piccole avventure - come toccare l'acqua fresca del torrente delle Sette Fontane, o i prati fioriti, o giocare coi pupazzini di peluche che non ha mai rotto né rovinato. Quando si vive con qualcuno come Kikiuz - o con un cane, generalmente parlando - bisognerebbe sempre cogliere con loro le occasioni che ci mostrano, di gioco, di avventura, di godimento del corpo, grazie alle sue sensazioni. Cogliere la rosa, lasciare la spina - che pure c'è, non te lo stai nascondendo - così avremo fiori nei nostri ricordi, da donare alla memoria di chi non c'è più.
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