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lunedì 4 maggio 2015

Serata al pub col veggie burger



Location: pub in riva al fiume. La situazione: serata di primavera, si ritorna giovani, con macchinate di amici e gente che al pub si ritrova per divertirsi, per bere, per ascoltare musica ben suonata.

Il fiume è il Ticino, che potrebbe essere anche un bel posto dove decidere di stare per un certo periodo. Il pub è il Wanted (no product placement, ma un nome per  sapere 'dove andiamo stasera a mangiare un burger veg, ma se c'è posto all'aperto?'). La musica è quella tribute ai Doors, benissimo suonata, che bastava chiudere gli occhi per sentirsi appena scesi dalla macchina del tempo.

I burger son quelli dello Stregalbero di Novara.
(Per i link, vi rimando a questo post).  
Per inciso, ho scoperto che veggie si pronuncia con la 'g' morbida -perché, appunto, è abbreviazione di veGetables. 

Mentre Expo aveva appena inaugurato, con tutte le conseguenze della giornata, quella sera si faceva 'cultura' davvero, in concreto, seppur in piccola scala.
Cibo è cultura, come dimostrano i soldi di Expo e come ci raccontano filosofi, antropologi e forse anche scrittori (Barthes, Derrida, levi-Strauss e forse anche Defoe). Cultura in senso sociologico è più o meno tutto quel che siamo, che pensiamo, che agiamo, che crediamo. Cultura è anche - dunque - una azione concreta, sia pure su scala localissima, di cucina veg di cibo-gioco al pub, inaffiandolo di birra e assordandosi di note anni settanta. Per scoprire che veg NON è difficile, NON è rinuncia, NON è salutismo. Veg, invece, è gioia di vivere, voglia di stare insieme con gli amici e grande empatia e consapevolezza che gli amici sono anche con una faccia differente da quella dei soliti sodali umani; quindi, ci si può - e si deve - svagare, senza dover per forza pesare su altrui vite - altrimenti schiavizzate.

buon appetito - appetito BUONO


martedì 13 gennaio 2015

Lo Stregalbero



Lo Stregalbero è un veg -  ristorantino (diminutivo vezzeggiativo apprezzativo) che si trova a Novara. Aperto da pochi mesi, si sta piano piano caratterizzando molto bene nella città, specialmente perché, a mio avviso, non dimentica mai il risvolto etico -basilare - del che cosa significa essere vegani, oggi. Ne scrivo volentieri e con interesse, quindi, per ben due motivi. Il primo, che solo chi abita a Novara può scoprire, è che in questa città, le proposte che hanno un sia pur vago sentore di novità, rischiano l'etichettatura di stravaganze e perciò stesso da ignorare (troppa fatica, persino l'evitarle, sarebbe!|). Il secondo motivo, più sostanziale e slegato dalle caratteristiche di questo territorio, è proprio perché le persone che hanno avuto il coraggio di intraprendere un'attività già di per sé col suo carico di incognite, non si sono perse d'animo e non hanno dimenticato che veg è prima di tutto questione etica.
Questo è importante soprattutto oggi, periodo in cui il veganismo sta rischiando di venire inglobato e normalizzato dalla società, che lo metabolizza come moda, costume, abitudine, stile di vita salutista, ecc ecc. E gli animali? Boh, dimenticati, spariti, per l'ennesima volta, tanto per cambiare.

Non a caso le due titolari, Samuela e Ylenia, si presentano con queste parole sulla pagina web:
"due vite che vogliono vivere in un mondo popolato da tante altre vite che vogliono vivere."
I richiami al pensiero veg antispecista sono più che evidenti: ci sono la singolarità irriducibile di ogni individuo - che esplicita le sue caratteristiche in modo del tutto unico, assolutamente individuale e, per l'appunto, irriducibile a qualsiasi altra.
Come Leopardi, come Adorno, loro si oppongono al grigiore dell'uniformità funerea odierna, con la policromia vitalissima delle pluralità onnipresenti nella natura.

uno scorcio del locale


L'altra sera sono andato /tornato a cena da da Stregalbero, anche - ma non solo - perché c'era una speciale occasione: la cena benefica per il Progetto Miao-Fido ONLUS di Trecate (No).
L'associazione gestisce una Colonia "dove permettere ai gatti randagi della città di vivere in libertà e tranquillità, dove poterli seguire e curare" (come si legge sulla loro pagina web).
La serata si potrebbe considerare come un valido esempio di concreto atto di aiuto verso gli animali, di socializzazione tra umani, e di (ri)scoperta gastronomica. Perché - pensavo ieri, tra una penna tonnoveg e pannaveg e uno spezzatino con pomodori e piselli - chi ama la vita, non può non desiderare anche di mangiare bene. Il cibo, tutt'altro che oggetto banale, è anche veicolo di cultura; e se si comincia a far buona cultura a tavola, anche il mangiare diventa buono e fa bene mangiarlo.

mercoledì 10 dicembre 2014

Tradizionalmente Veg! - 1: il Panforte

Fonte: Tuscanycious

Breve brevissimo post pressoché natalizio. Anche questo un piccolo segno dei cambiamenti che spero di introdurre nel blog pianino pianino - in fedeltà al nome del blog!

I motivi di questo articolino sono molto pochi e molto semplici: il primo è dato dalla mia golosità; che mi ha spinto a cercare dolci per festeggiare nei canonici periodi festivi, senza dover 'derogare' a una volontà e un desiderio veg che non è integralismo sol perché vuol continuare a non mangiare animali mentre gusta qualcosa di buono nei particolari periodi dell'anno in cui più frequenti sono le festività, come - appunto - il periodo invernale, che culmina col Solstizio, al quale viene sovrapposto il Natale.  Ben prima che ci fossero pasticcerie o gastronomie veg, che propongono ognuno dei dolci della tradizione, ma rivisitati in chiave veg/cruelty free - quindi senza burro né uova - occorreva slalomare tra quel che offrivano i comuni supermercati. 
Così ho scoperto il panforte - non riporto alcuna marca commerciale, poiché la ricetta è di origini medievali, e già si chiamava così per via della molta presenza di spezie nell'impasto.
Il panforte, dunque, nasce vegano senza saperlo - un veganismo ante litteram, propriamente - nasce così perché la tradizione gastronomica della sua epoca aveva gusti e sapori diversi dai nostri. 
Quindi, il panforte è anche un revival dei tempi antichi, si potrebbe dire. 
Rimane comunque un dolce buono in sé e per sé, facile da trovare e buono da mangiare, sentendosi perfettamente natalizi. E questo a dimostrazione - ecco il secono motivo di questo post - che mangiare vegan non è per nulla difficile, né insapore. Anzi, può essere persino stimolante!

Qui sotto, un video per preparare il panforte in casa.
Viene specificata la presenza di un ingrediente animale - il miele - che si può agevolmente sostituire con malto di riso, o di orzo, o sciroppo di acero (un ingrediente di altre tradizioni gastronomiche, nulla di extraterrestre!)






La fonte del video è VegetariAMO

 
Sotto titolo: Vegano ante-litteram; sotto-sotto titolo: sono vegano e non lo sapevo!
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