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venerdì 13 marzo 2020

Quanto si divertivano




Che sia rispuntato questo raccontino delizioso di Isaac Asimov - direttamente dai ricordi di infanzia - proprio adesso, ti fa venire voglia di rileggertelo e poi di proporlo da leggere a tutti.


mercoledì 17 luglio 2019

Corrida, il toro umano






Divenne consapevole del vagito ultrasonico. Era una cosa che gli torturava i timpani, mentre rimaneva appena oltre la soglia dell'udibile.

sabato 13 luglio 2019

Corrida capovolta

     

     
     
    Che cosa è la cultura?
    Credi che possa essere tante cose.
    Non è però un oggetto contundente.
    Non si usa per intimidire gli altri.
    Non si usa per azzittire voci altrui.
    Non si usa per censurare i sentimenti.
    Non si usa per vietare altri pensieri.
     
     
    Non è la corrida.
     
    La cultura, tra le altre possibilità:
    Si usa per osservare e ascoltare.
    Si usa per incoraggiare gli altri.
    Si usa per dare espressione agli altri.
    Si usa per focalizzare le emozioni.
    Si usa per esaltare i pensieri. 
    Si usa per amalgamare.
     
    Intanto, leggete questo racconto.
    In un prossimo post racconti e spieghi.
    E proponi la tua traduzione.
     

martedì 2 luglio 2019

Lezioni canine di vita








A volte ti viene il magone e succede quando adesso più di prima, pensi a Lisa. In questi giorni.
L'hai sognata, di recente: era come se fossimo in un'altra realtà, dove era tutto normale e lei era ancora presente - anche se aleggiava una rassegnazione. Potevi sfiorarla, ti muovevi e lei era lì, condivideva il tuo stesso spazio.

Poi ti svegli e non puoi non piangere.
Esci con Maika, a volte la chiami Lisa,  allora  cala il silenzio per un bel po’.
Meno male che c'è lei, così appassionata. Meno male che c'è Chicco, così amichevole. Meno male che c'è Kikiuz, così graziosa.

Anche se comunque non riesci a non continuare a chiederti perché - perché Lisa se ne andata, così presto - sempre troppo presto ti sembra.

Poi, ti è capitato sotto gli occhi un racconto di J.M.Coetzee. E un po', cominci a capire meglio - a distanza di mesi. O, almeno, lo speri.

mercoledì 29 marzo 2017

Qui scrivete voi... se volete!







Da qualche giorno ormai la fatidica 100M è alle tue spalle. Come una prima tappa per scalare una vetta; come una prima boa per prendere il largo: ha segnato un importante primo traguardo, ha segnato il punto della situazione e indirettamente ti ha messo nelle condizioni di poter capire un po' meglio le correnti sotterranee - e gli sgorgare spontanei e subitanei - che attraversano il blog e gli danno vita. 
Ti piacerebbe che questo blog diventasse sempre più aperto, sempre più corale.
Già ci sono molti post negli anni passati, che sono nati grazie al contributo speciale di altri individui - alcuni esempi potete trovarli QUI, o QUI, oppure QUI, o anche QUI, e QUI...e QUI... e QUI... e QUI - (forse hai ricordato tutti, ma per andar sul sicuro, prometti un futuro post dove elencare tutti i contributi passati fin qui).

Allora, probabilmente per i lettori ormai è chiaro, che cosa ti è venuto in mente: e questo post ne è la chiave, o meglio la soglia di ingresso. Come tutti i post, avrà di default la possibilità di inserire commenti. ed è lì che speri che trovi spazio chi vorrà raccontare una sua storia, che verrà trasformata in post - se l'autore sarà d'accordo, naturalmente.
Questo post, che per il momento si trova nella pagina a scorrimento, verrà messo in evidenza, con un link interno attraverso una immagine, in modo che possa rimanere sempre visibile e disponibile e - tu lo speri con tutto il cuore - visitato e usato come contenitore di storie, che diventeranno post per essere lette.

Che tipo di storie? Scritte come? 
Sulla forma, non poni vincoli: potranno essere disegni, foto, filmati (già immagini i problemi tecnici! ma non importa...); oppure: poesie, filastrocche; racconti; interviste, cronache, diari, recensioni, chiacchierate. L'unico limite, è la fantasia di chi scrive.

Che tipo di storie? Quali narrazioni? 
La Confidenza Lenta è nata dal desiderio di rompere un guscio e superare una barriera di solitudine -  e perché sentivi tante emergenze sgorgare dai tuoi pensieri ed emozioni, che sembravano volere proprio la forma-blog. Il blog, poi, si chiama come il verso di una poesia che avevi letto e che ti aveva impressionato - perché in quella fase della vita, stavi riprendendo confidenza con le emozioni - e forse anche col coraggio di esprimerle.  Le storie migliori - per te, per le tue esperienze personali - erano - e SONO - quelle dove gli altri animali - e alcuni umani un po' eccentrici - sono presenti, in tutti i modi possibili. Di più: solo queste sono le storie degne di questo nome: perché non possiamo essere qui senza gli altri animali; non possiamo dirci umani senza viverci come animali (perché lo siamo anche noi), nel senso più aperto, limpido, diretto e vivo che sia possibile - e insieme agli altri animali; perché questo viverci e sentirci animali deve finalmente ottenere il suo autentico significato liberatorio, gettando via le attribuzioni dispregiative antropocentriche che causano sofferenza da troppo tempo. E ancora il cammino è solo all'inizio, nonostante tutto. Comunque, è questo il primo regalo di cui parlavi. Sei un po' emozionato, a fare questa proposta: verrà interpretata nel modo che speri? Oppure potrà sembrare presuntuosa?  Comunque, come ogni post, come ogni cosa che hai scritto, è giunto il momento che prenda le distanze da te, e che cominci a camminare con le sue gambe.

Perciò, e qui finisci: se ne avete voglia, se avete qualcosa che desiderate narrare e condividere, che abbia le caratteristiche che hai presentato sopra, che sia familiare con queste sensazioni e con gli animali (storie che diano coraggio o che facciano commuovere, storie che regalino risate o che ci facciano conoscere altro, storie che diano speranza o che ci diano risorse per fare, storie che facciano arrabbiare e storie che ci diano motivi per agire, e altre storie ancora...), allora,
... 
questo minuscolo spazio vi aspetta con accoglienza e con interesse e con gioia curiosa, e con voglia di dialogo.

Chi lo desidera, può scrivere sia nei commenti, che inviare email a:
laconfidenzalenta@libero.it
oppure via messenger privato facebook a Giovanni Manizzi

venerdì 27 gennaio 2017

Viaggio a Oświęcim - un racconto a memoria

...per le strade di Oświęcim

Ci sei andato in autobus, partendo dalla stazione PKP di Bielsko. Con te, un'amica polacca. Tereza.
Il viaggio è lungo, le strade sono tutte provinciali che si snodano per paesi, frazioni, vasti campi e boschetti: hai tempo di osservare il paesaggio piatto di campagna, non racchiuso dalle vette minerali delle Alpi.
Che poche case!
Ci sono mucche al pascolo!
Quanti boschi!
Le collezioni di cofani e portiere, lunghissime file in grandi cortili di officine. Come si dice? Urtowanie?

stazione degli autobus


Siete arrivati, in un vasto spiazzo, dove ci sono altre corriere. Avete fatto l'ultimo tratto a piedi, i tuoi passi su di un asfalto sassoso, granuloso; ai lati, alberi verdi alti vecchi. Molti corvi camminano sui prati e oltre le reti e i cancelli, per loro solo insoliti rami su cui posarsi 
L'umidità si fa annusare nell'aria che soffia senza ostacoli.

Siete arrivati al cancello di ferro battuto. Talmente conosciuto, noto, attraverso la moltiplicazione delle immagini, che ti sembra di essere già stato lì.
- è più piccolo di quello che sembra in foto, dici. La tua amica annuisce.

Tereza e tu, in questo luogo che inghiotte.
Entrate, superate il fatidico cancello: i primi passi sono in mezzo a un gruppo che si snocciola, disorientato dal silenzio di quel luogo così tangibile in cui si ritrovano all'improvviso sommersi: è un luogo reale.

Siete in mezzo a tanta gente, ma nessuno parla. 
Uno a uno, vi trovate a visitare i vari blocchi. 
Tra un blocco e l'altro ci sono bassi pali con anelli. Dietro ai pali, i muri sono pieni di fori.
Sulle pareti all'interno, le file di foto lunghissime, sembrano quelle dei morti dell'ara crematoria della tua città. Tutti i visi che vedi lì affacciati, hanno la stessa espressione: come di sonnambuli.

Visitate le camerate ricostruite e i cessi e i lavatoi - e non ci credi.
Le tue scarpe strusciano sul pavimento: unico suono, unito al coro dello struscio di centinaia di altre suole.

Dietro alle vetrate, da vedere: le colline di scarpe e di protesi, le valli di valigie, i boschi di capelli, le torri accrocchiate di scatolette e cialde del gas.

Scendi le scale verso il luogo delle celle. Superi i cancelli le cui decorazioni hanno forma di spine. Davanti a te la sala delle esecuzioni. Il soffitto è basso, la luce è buia, le finestre sono oblò su profondissimi pozzi.
Le celle sono come ascensori fatti di cemento e mattoni. Vi si entra dal basso, ci si deve quasi sdraiare a terra, strisciare sul pavimento. Vi si entra per rimanere a morire di fame.

Desideri uscire. Se pensi che tu puoi andare via da lì in qualsiasi momento...

Fuori, le nuvole corrono sopra l'altissimo camino, che sembra un campanile. Accanto, c'è l'impiantito di una forca per impiccare.

State per entrare nel locale dei forni. 
"... DER KOMMISSAR OH! OH! ... DER KOMMISSAR OH! OH! ..."; 
la suoneria arriva dalla piccola folla, anche tu ti guardi in giro e alzi gli occhi da terra. Il silenzio che non tace, si accartoccia su se stesso improvvisamente .

... DER KOMMISSAR OH! OH! ... DER KOMMISSAR OH! OH! .. 'tik.
- kto mowi?!

 ---

case di campagna tra Oswiecim e il campo, da qualche parte


Pochi suoni, in una terra senza bordi, come il suo cielo.
Dal cielo  - frrr! - sul prato si posa il corvo. Nerissimo in mezzo ai ciuffi verde pallido e muri mattone neri, rossi, macchiati.
- Certo che tira un'aria!
- Poveri cristi, come facevano?
Tira più su la cerniera del giubbotto, senza aspettarsi davvero una risposta.
Le altre persone della comitiva sono poco più che sconosciuti, li accomuna solo l'essere tutti italiani.
L'aria soffia e sposta lo scricchiolar di suole tra ghiaia sgranata e terra dura ferrosa; sposta le voci di molte lingue e molte parlate, sposta gli sguardi di tutti e di molti su prati slavati fino là in fondo, dove c'è reticolato da una parte e atrio enorme di mattoni dalla parte opposta.
Il vento slavo non sposta i cumuli delle talpe, che scavano alacri questo immenso campo, indisturbate da umani che non sono più lì da molto tempo.
Cosa hanno trovato sottoterra?


Strada 780 da Cracovia a Oswiecim -  Oswiecim



Mani in tasca, è deciso a percorrere tutta la lunghezza delle traversine dei binari, strisciate dai campi là fuori fin sotto l'atrio, e dentro l'area recintata. Ma è troppo grande: più avanza più la terra trattiene i suoi passi, più la ghiaia si fa inciampo, più il reticolato laggiù si allontana, così come si allontana alle sue spalle l'atrio gigante.

Quando riemerge e torna indietro, dopo aver visto i dettagli delle reti e gli esterni delle baracche superstiti, il vuoto non lo abbandona.

giovedì 21 gennaio 2016

Pippo. Una bella storia di amore. Scritto da Lina

Pippo con la mamma, Lina



di Lina

E così iniziò la mia grande storia d'amore con Pippo....

Era una mattina come tante, mi stavo recando al lavoro....mentre percorrevo la solita statale, mi domandai come mai fosse così trafficata quando normalmente è abbastanza scorrevole e incolonnata guardavo il canale che costeggiava la strada....notai un ammasso di pelo vicino a un grande sasso, tra me e me pensai fosse una nutria che rosicchiava l'argine come fanno di solito e ripartii....percorsi 500 mt e pensavo, se non fosse una nutria? Allora feci inversione, accostai l'auto sul ciglio della strada e mi affacciai in questo canale...la schock fu immediato, non era una nutria ma un cane, che cercava di rimanere ancorato a questo sasso con la speranza che la corrente non lo trascinasse via...presa dal panico inizio a chiedere aiuto alle aiuto che sfrecciavano sulla strada, ma appena esponevo il problema nessuno era disposto a aiutarmi.
Nel frattempo si riformò la fila per la curiosità nel vedermi li sulla strada a dimenarmi per cercare aiuto...insomma nessuno si offrì e quindi decisi di immergermi in questo canale per recuperare il cane...fortunatamente riuscii ad afferrarlo , tiralo fuori, arrampicarmi sull'argine e finalmente adagiarlo sul terreno...era spaventato, sporco e tanto sofferente, ma vivo!!! immediatamente mi fiondai all'auto per recuperare una coperta che avevo nel bagagliaio x avvolgerlo, ma lui preso dal terrore si alzò e iniziò a correre sulla strada....coincidenza ha voluto che passasse mia sorella Jessica, che ovviamente riconoscendo la mia macchina si fermò, vide la scena di me che cercavo di bloccare il traffico per evitare che lo investissero e fece altrettanto nella carreggiata opposta....risultato, il cane non fu investito ma sparì in mezzo i campi.
A malincuore andai al lavoro e mi attivai raccontando l'accaduto su fb, speranzosa che qualcuno mi contattasse per dirmi che era stato trovato e messo al sicuro, ma non fu così.
In pausa pranzo tornai sul posto, usai tutte e tre le mie ore di pausa per cercarlo, ma niente e così per due settimane....ormai amareggiata e rassegnata, mi convinsi che era stato recuperato da qualcuno, anche perchè avevo contattato canili e forze dell'ordine per sapere se era stato rinvenuto un cane con quella descrizione vivo o morto, ma l'esito era sempre negativo, nessun ritrovamento.
Erano ormai passati 10 gg, era il 13 maggio 2013,  le mie speranze di avere notizie sul quel cane erano sempre più perse, ma ogni mattina entravo in fb x vedere se c'erano novità e come per magia trovai un messaggio in posta privata di una ragazza, diceva più o meno così...”ciao, ho letto la tua avventura con quel cane che hai salvato dal canale, per caso è lui?” Mi inviò una foto....con un colpo al cuore lo riconobbi e chiesi immediatamente dove si trovasse e come stava...rispose che era stato accalappiato, che non era messo bene e che era al comando dei vigili di Casorate Primo, un pesino vicino casa mia.
Contattai il comando dei vigili, mi chiesero se ero la padrona, dissi no e allora signora verrà trasferito al canile sanitario di Pavia, ma almeno mi dica come sta? Lo valuterà il veterinario del canile signora, la saluto!
Disperata contattai il canile, il mio pensiero era sapere come stesse e anche li la prima domanda fu...è la padrona? Dissi no e allora non le possiamo fornire informazioni!!!
Non mi arresi, in pausa pranzo corsi li, mi spacciai per la proprietaria, anche se l'addetta del canile aveva qualche dubbio in quanto mi  fece delle domande specifiche, tipo quanti anni ha?ha la coda? Segni particolari? Ero in difficoltà perchè l'avevo visto per troppo poco tempo e alcuni dettagli non potevo ricordarli, però mi andò bene in quanto dichiarai che era con me da poco e che mi scappò...insomma pagai tutto, multa, chip, vaccino e finalmente mi accompagnarono nella gabbia per il recupero.
Era li, in un angolo, ancora sporco di fango, denutrito e terrorizzato, ma mi guardò come se mi avesse riconosciuta...entrai nella gabbia, mi misi a terra , lui molto timidamente si avvicinò e si fece mettere il guinzaglio.
Caricato in auto scoppiai a piangere, mi fermai per digli quanto ero stata in pena per lui e lui molto umilmente mi leccò il viso, già lo amavo!!!
Corsi dal mio veterinario di fiducia, per un controllo e la diagnosi fu terrificante...gastroenterite, ehrlichia, bacino fratturato, visibilmente denutrito e pieno zeppo di zecche...il veterinario disse che secondo lui quel cane non avrebbe avuto lunga vita dato il suo stato di salute e in più la sua età avanzata peggiorava la situazione, si perchè stabilirono che aveva circa 15 anni.
Francamente non mi interessava, provare non costava nulla e decisi di iniziare le cure per rimetterlo in sesto.
Furono giorni terribili, sembrava non riuscire a rimettersi, ma finalmente dopo 8 gg iniziò a mangiare e la dissenteria con  vomito sparirono, insomma avevamo sconfitto la gastroenterite!!!
già da li dimostrò il suo attaccamento alla vita...
Decisi di chiamarlo Pippo, questo nome mi ha sempre fatto tanta tenerezza.
Finalmente Pippo era fuori pericolo di vita e quindi si poteva pensare di cercargli una famiglia, si perchè io avendo già due cani, tra cui un maschio non potevo tenerlo....ma chi era disposto a adottare un setter inglese malconcio, di 15 anni??? la prova che era un invisibile lo avuta subito, nonostante più di 900 condivisioni mai una telefonata per lui....
Che fare??? proviamo a vedere se possiamo tenerlo noi, vedere se con Ringhio si può tentare un approccio, così piano piano iniziammo un percorso di inserimento....lunghe passeggiate insieme, io con Pippo e il mio compagno con Ringhio, in casa brevi momenti insieme, fortunatamente era quasi estate, quindi Pippo poteva stare fuori nel porticato e Ringhio in casa, alternavamo momenti insieme con momenti separati per dare modo a Ringhio di abituarsi al nuovo membro della famiglia.
Finalmente potevano stare insieme, anzi Pippo iniziò anche a non essere più quel timidone di due mesi prima, rispondeva agli inviti di gioco di Ringhio!!!!
Oggi posso dire che ho fatto la scelta più bella , Pippo mi ha insegnato il rispetto per la vita e che l'umiltà è un dono prezioso....oggi Pippo è con me da due anni e mezzo, solo una cosa mi rattristisce, il fatto di non averlo trovato prima, perchè è un peloso che merita davvero tanto tanto amore e rispetto, non sapeva cos'era il gioco e lo ha scoperto, non sapeva cos'era una cuccia calda e la scoperta, non sapeva cos'era una mamma e la scoperta, non sapeva cos'era un pasto e lo ha scoperto, insomma è dovuto arrivare a 15 anni per riacquisire la dignità che ogni peloso merita...
Io non so come ci è finito in quel canale, se ce l'hanno buttato, se si è perso e ci è caduto, purtroppo non saprò mai il suo passato, ma una cosa è certa, se anche per poco tempo, a  lui non mancherà più nulla, perchè la nostra splendida storia d'amore e fedeltà è iniziata dal quel momento che l'ho afferrato dalla pancia e lo tirato fuori da quel canale!!!!!!
Vorrei che Pippo diventasse un esempio di vita, salvare un cane a noi non costa nulla ma a loro può essere vitale, se ci fermiamo a riflettere non avremmo mai quel coraggio di agire, io non ho avuto il tempo di riflettere, ho semplicemente agito per quello che mi diceva il mio cuore....


….Pippo sei la cosa più bella che poteva capitarmi.....














Grazie a Lina, che ha scritto con così grande entusiasmo la storia del suo amato Pippo- Una storia bella, di grande amore tra animali vari. Che mi ha colpito, anche per i ricordi personali che mi ha riportato.
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