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domenica 27 novembre 2016

Adotta un cane anziano - TANTI LINK

Adotta senza esitare


Sera tardissima, e tu sei qui a scrivere un sia pur piccolo post, sull'onda della serendipità - ché a surfarla, quest'onda vengono quasi sempre gli scritti più belli; altro che scervellarsi (con tutto che ci stai seriamente provando - almeno a pensarci di impostarti un qualche abbozzo di scaletta-calendario per i post del blog, da qui in avanti, ma magari ci torneremo). Comunque.

Dalla lettura di un post - questo - al commentarlo, al leggere gli altri commenti, allo scoprire altri blogger, e dai loro blog, trovarne altri: lungo questo percorso, sei arrivato qui. Al blog che si chiama come il titolo di questo post. 

Diciamo che questo è un post di presentazione di questo blog, quindi. Perché sei convinto in maniera cristallina della validità di portare a casa propria un cane anziano - limiti di proposito il discorso a questo tipo di scelta, di azione, di gesto, perché ne hai ripetuta esperienza diretta; questo,  è ovvio, non esclude gesti simili nell'idea di empatia, ma diversi nella concretezza, perché coinvolgono individui in difficoltà di altre specie diverse da quella canina. Al contrario: il valore, la bellezza di qualsiasi gesto di questo genere è, a tuo parere, chiarissimo e indiscutibile.

I cani anziani sono un mondo a parte, un universo con regole proprie. All'anzianità, spesso si associa la disabilità, e il che richiede un di più di convinzione. 

E, sapendo questo, per il momento, con tutti i link che aspettano solo di essere aperti, smetti di scrivere qui.  Vuoi lasciare spazio ai tanti pensieri che hai già provato a raccontare - per tornare a raccontarli in futuro - vuoi lasciare spazio alle storie degli altri, vuoi lasciare spazio ai visi canini e umani che sono protagonisti di queste storie o lo saranno di storie future.

Buona lettura, se vi va. Ma, soprattutto, BUONA ADOZIONE.

martedì 25 marzo 2014

Mondi infiniti intorno al Cane - Intervista a Luca Spennacchio



  
Luca al lavoro - foto di Samantha Danieli, courtesy from Luca Spennacchio
Non vedevo l'ora di intervistare Luca Spennacchio, che incontrai per la prima volta mi pare intorno al 2008, in occasione di una conferenza, esperienza che poi ho ripetuto in tutte le occasioni che son riuscito a cogliere, con grande piacere.Sentire parlare Luca Spennacchio di cani e di umani è infatti un 'qualcosa' che vale sempre la pena, è emozionante e istruttiva al tempo stesso: dopo,  non potrete pensare ai cani nello stesso modo di prima. Anche leggere le sue parole fa lo stesso effetto! (Luca è anche autore di uno splendido libro di racconti che narrano storie di uomini e di cani insieme). Buona lettura! (PS, le sottolineature all'interno delle risposte, sono mie).

LUCA, TU SEI FOTOGRAFO, SCRITTORE, EDUCATORE, DIVULGATORE. CHI E' VENUTO PRIMA DI QUESTI LUCA COSI' CREATIVI E COMUNQUE SEMPRE ORIENTATI ALL'ANIMALE, SPECIALMENTE AL CANE?

Prima di tutto è arrivata la passione per i cani, e devo ringraziare mio padre per questo, non tanto perché lui sia mai stato un esperto, nel senso stretto della parola, ma perché fin da quando ero piccolo mi raccontava con grande affetto dei cani di cui si era occupato nella sua infanzia. Sono cresciuto con questi cani “mitici” negli occhi. In realtà la mia passione per gli animali più in generale risale ad un tempo di cui io  stesso non ho memoria. Mia madre mi racconta di quando all’età di due o tre anni, e non sapevo ancora parlare molto bene, mi misi ad inveire furioso contro un cacciatore dopo aver sentito uno sparo in lontananza nelle campagne. Farfugliavo con rabbia qualcosa sul fatto che uccideva gli uccellini.
Comunque, all’età di tredici anni, grazie all’incontro con un cane, io venni a conoscenza dell’esistenza dei canili. Abitavo allora nella bassa  bergamasca e a pochi chilometri da casa mia ve ne era uno. Inizia così la mia storia con i cani. Il giorno che vi entrai per la prima volta, si può dire, ha segnato tutta la mia vita futura, sia come persona che come professionista.
La scrittura e la fotografia sono altri canali di comunicazione verso i quali mi sento attratto e mi consentono di portare avanti un certo discorso. Completano il mio bisogno di condivisione e comunicazione in forme differenti dal fare una lezione ad un corso o tenere una conferenza, che sono il mio principale lavoro da quindici anni a questa parte.


CANI E UMANI, SI PUO' DIRE CHE SI SIANO FORMATI INSIEME, IN UN MUTUO RAPPORTO DI SIMBIOSI CHE RISALE AI PERIODI DEL NEOLITICO (CORREGGIMI SE SBAGLIO). NELLA NOSTRA SOCIETA', TUTTAVIA, QUESTA SIMBIOSI SEMBRA PERDUTA, DIMENTICATA. FACCIO ANCHE L'IPOTESI CHE DA PARTE DEGLI UMANI CI SIA UNA VOLONTARIA RIMOZIONE DI QUESTA STRETTA VICINANZA, PERCHE' PONE DI FRONTE A DOVERI  E A MODI DI RELAZIONARSI CON L'INTERA ANIMALITA', A PARTIRE DAL CANE, CHE FORSE AI PIU' FA PAURA, PER QUEL CHE IMPLICA. COSA NE PENSI? 

Questa domanda richiederebbe una risposta molto lunga. Cominciamo col dire che la strada che vede uomo e cane affiancati inizia molte migliaia di anni prima del neolitico, 10, 12mila anni fa. Da studi di comparazione del mtDNA (mt sta per mitocondriale) di cani moderni e lupi grigi (i progenitori unici del cane domestico) le equipe del dott. Vilà e del dott. Wayne, genetisti statunitensi, hanno rilevato che la separazione tra questi due animali risale a ben 100/130mila anni fa, praticamente all’alba della nostra stessa specie.Ora, se il cane è il frutto dell’incontro tra lupo e uomo - e dico ‘se’ perché per quanto ne sappiamo l’uomo potrebbe aver incontrato già il cane e non domesticato il lupo -, ciò significa che non è mai esistita umanità così come la conosciamo che abbia vissuto senza il cane.
Ma veniamo alla seconda parte della domanda relativa alla società odierna e al rapporto con il cane. Posso azzardare che i motivi per cui all’apparenza la società abbia preso una deriva zoointollerante e/o zoofobica siano molto recenti e originino dalla scarsa consuetudine alla vita con gli animali stessi. Ciò che non è consueto è sconosciuto; ciò che è sconosciuto rende nervosi, preoccupati e ci può spaventare. Inoltre, una scarsa socializzazione con gli animali altri da noi ci rende per lo più impacciati negli approcci, rigidi e poco disponibili al ‘dialogo’ con l’altro.
Però c’è da dire che nella storia dell’umanità non ci sono mai stati così tanti cani come ce ne sono oggi. Ovviamente questo ha dei pro e dei contro, ma guardando con l’occhio di un etologo non si può dire altro che la specie Canis familiaris sia una specie di grande successo, per esempio rispetto al Canis lupus, suo progenitore, che invece è sempre sull’orlo dell’estinzione, principalmente a causa dell’uomo, ovviamente. Se ora volessimo affrontare invece la questione lasciata in sospeso, e cioè il perché di questa scarsa consuetudine con gli animali, dovremmo affrontare un ambito culturale molto vasto e riflettere sui drastici e rapidissimi cambiamenti avvenuti nella nostra società occidentale negli ultimi anni: parlo di economia, industrializzazione, consumismo e frenesia del quotidiano che, in modo molto allarmante, hanno reso, al giorno d’oggi, complicato persino crescere un figlio. Non abbiamo il tempo nemmeno per noi stessi, figuriamoci per un cane.


PARLIAMO DEL TUO PROGETTO DEI RITRATTI ITALIANI: CANI E I LORO UMANI INSIEME. INNANZITUTTO, QUALI LE SUE FINALITA' IMMEDIATE? E GLI SCOPI OPERATIVI? CI SONO DEI COLLABORATORI? CI SARANNO DEI BENEFICIARI? 

Il mio è un progetto che ha avuto inizio l’anno scorso e probabilmente durerà per molto tempo ancora. Nelle mie intenzione infatti c’è di continuare a fotografare persone e cani, compagni di specie differenti, per testimoniare e documentare la relazione che, iniziata molte migliaia di anni fa, esiste e persiste tutt’oggi.
Il primo beneficiario di questo progetto sono io stesso. Con il mio lavoro sono spesso a contatto con ambienti molto provanti dal punto di vista emotivo, sopratutto quando ci si scontra con rigidità culturali che sono spesso fonte di sofferenza per i cani. Le persone che vogliono essere ritratte da me con il loro compagno canino testimoniano  l’importanza della loro relazione. Sono orgogliosi di mostrarsi al fianco dei loro beniamini ed è palpabile, almeno per me, l’energia positiva che c’è tra loro, per lo meno in quel momento. Momento che io voglio congelare nel tempo con uno scatto fotografico. Cerco di rendere una testimonianza di questa storia magnifica che lega in quel preciso istante due individui di specie così diversa i cui antenati hanno camminato per secoli e secoli nel mondo. Io ho bisogno di quella energia positiva e così, di fatto, colleziono questi istanti. Chiedo alle persone davanti all’obbiettivo di non sorridere, di essere seri o quantomeno avere un’espressione neutra, e lo faccio perché la relazione con il tuo cane è qualcosa di veramente importante e serio e perché il progetto, in qualche modo, vuole anche essere una denuncia contro il maltrattamento e l’abbandono.
Obbiettivo del progetto è creare interesse verso i cani in generale ma ancor più verso quelli che aspettano nei canili una nuova famiglia, infatti la maggior parte delle sessioni di shooting organizzate fino ad ora si sono svolte  all’interno di canili o centri affiliati ad essi. Ciò ha consentito di raccogliere offerte per la struttura che di volta in volta mi ha ospitato in cambio di stampe fotografiche, ma non solo. L’evento è in sé un potenziale catalizzatore di attenzione in favore dei canili, sia nella giornata stessa di scatti fotografici, che in seguito, attraverso i social network dove pubblico le foto scattate (per es su Facebook.).
La mia intenzione è anche di riuscire a fare di tutto ciò un libro fotografico messo in vendita per poi finanziare progetti nei canili e altre iniziative culturali, ma per ora questo passo non è molto vicino né di facile realizzazione.

Attualmente per questo progetto non ho collaboratori fissi. Mi avvalgo di colleghi educatori cinofili, oppure di assistenti improvvisati che si rendono disponibili con entusiasmo in loco per darmi una mano nel gestire la sessione fotografica, che sovente si rivela essere molto faticosa ed impegnativa un po’ per tutti. Quindi approfitto qui per ringraziare tutti quelli che mi hanno sostenuto, e mi sosterranno, nel progetto.


DA QUALI INTERROGATIVI O OSSERVAZIONI E' NATO IL PROGETTO? NOI GUARDIAMO GLI ANIMALI, I CANI. MA I CANI GUARDANO NOI, RISPONDONO AI NOSTRI SGUARDI, MA FANNO ANCHE DI PIU': CI PONGONO DOMANDE, FANNO RICHIESTE, TENTANO UN DIALOGO, UN RAPPORTO. COME APPARE TUTTO CIO' SUL SET FOTOGRAFICO E PIU' IN GENERALE CHE COSA NE PENSI?

LA TUA CREATIVITA' TROVA UNA ISPIRAZIONE PORTENTOSA DALLA VICINANZA COI CANI. PENSO INNANZITUTTO AI TUOI POETICI RACCONTI, MOLTO EVOCATIVI. TU SPESSO DICI CHE VIVERE CON UNO O PIU' CANI, CAMBIA LA VITA, IN MEGLIO. CI SPIEGHI COME? 

Spesso dico che vivere con un cane, o più, cambia la vita… non necessariamente in meglio. Mi spiego. Se una persona intende adottare/comprare un cane deve essere anche disposta a cambiare qualcosa nella sua vita. Deve sapere che la sua vita non potrà più essere come prima. Si cambia in meglio quando si accetta la nuova sfida che la vita con il cane ci pone davanti. Cambia in peggio quando non vi è alcuna disposizione a cambiare qualcosa nella propria esistenza. Ciò si traduce in problemi che presto divengono insormontabili - almeno per colui che li vive direttamente - e l’epilogo è spesso tragico, sopratutto per il cane. Questo accade a circa trecentocinquantamila cani l’anno. E’ una considerazione lapalissiana, ma: vivere con un cane non è come vivere senza un cane.
Quando invece ci si apre e si accetta l’avventura le possibilità di sviluppo sono realmente infinite, ecco perché il mio libro si intitola “Uno+uno=infinito”. Potrei raccontare migliaia di storie di persone che hanno stravolto la loro vita seguendo le sfide proposte loro dai loro compagni a quattro zampe. Per esempio, la maggior parte delle persone che decidono di affrontare un percorso formativo come una scuola per educatori cinofili prima di avere un cane non sapevano nemmeno che esistesse un mondo di conoscenze, di studio, di divertimento intorno al cane stesso. Non pensavano mai che un giorno sarebbero diventati dei professionisti della relazione con il cane. Tutto è iniziato con un cane, magari trovato per strada durante una vacanza all’estero. Ma, veramente, gli esempi potrebbero essere infiniti.
Il bello è che non si può affatto sapere prima dove ti porterà una nuova relazione. L’esito non è affatto prevedibile. Moltissime persone commettono l’errore di prendere un cane decisi a fare un certo percorso a tutti costi, un po’ come prendere una moto per andare a fare le gare nel Moto GP. Ma il cane è un individuo, non una cosa, non è un modello di macchina al quale puoi a-priori assegnare un destino. Molti però lo fanno. La maggior parte di coloro che commettono questo errore non entrano mai in relazione con il cane. La relazione è di fatto un dialogo, cioè uno scambio tra due individui a livello profondo, quello che fanno queste persone è, essenzialmente, un monologo. Non ascoltano. Non vedono. Sanno solo quello che vogliono loro stessi. L’illusione che tutto vada veramente bene può durare anche per tutta la vita del cane. Quando invece non dura - l’illusione, intendo - c’è la delusione. E allora ecco lo scaricare le colpe sul cane, magari perché si pensa essere un ‘modello’ sbagliato di cane per fare quello che si voleva fare; oppure che sia il ‘modello’ giusto che però funziona male. Ha qualche ‘difetto di fabbrica’ e non ci consente di raggiungere la vetta delle nostre aspirazioni. In tal caso non vi è nessun cambiamento, ma solo una tragica convivenza che porta ad una tragica fine.
L’uomo ha il dono di avere una grande intelligenza che lo rende capace di fare infinite scoperte imparando dal mondo che lo circonda. Ha la possibilità di scoprire aspetti del mondo guardando attraverso i sensi di un compagno diverso da sé, che altrimenti non potrebbe mai scorgere. Tutto ciò sta alla base della grande creatività dell’uomo, e il cane è uno sprone continuo a tutto questo.
Quando entriamo veramente in relazione con i cani comprendiamo che hanno più cose loro da dire a noi riguardo al mondo di quante noi si possa dirne loro. Ci basta solo ascoltarli e vedere dove ci possono portare, ma tutto ciò richiede di mettersi in gioco, di sforzarsi un po’, per uscire da una naturale visione antropocentrica del mondo.


PER FINIRE, HAI PROGETTI FUTURI? TI VA DI ACCENNARLI?  
Progetti ne ho molti. In questo momento sto scrivendo due libri, di cui però per ora non voglio parlarne molto. Mi limito a dire che uno è un testo tendenzialmente ‘tecnico’, diciamo pure un manuale relativo al mio lavoro con i cani. L’altro è invece un progetto più ambizioso. E’ un libro che racconta una storia vera, la storia di una fantastica relazione di una persona con un cane che la cambiò profondamente, senza dubbio salvandole la vita in molteplici modi. Il primo libro sarà terminato tra non molto, l’altro è un discorso diverso. Scrivere un romanzo è scalare una montagna ripida e bisognerà vedere se ne avrò il fiato.
Poi c’è Cinantropia®. Questa più che un progetto è ormai una realtà nata dall’incontro con Alessandro Preti e, di fatto, è un altro modo per comunicare,  questa volta attraverso immagini in movimento, sopratutto. Ovviamente non ci si occupa solo di produzione video strettamente legate ai cani o altri animali: Cinantropia® è progettazione, produzione e post-produzione di video, commerciali e non, ad alto livello. Il sito  www.cinantropia.it è di prossima pubblicazione insieme con una pagina facebook ad esso collegata.
Poi, naturalmente, c’è la Scuola C.Re.A., di cui sono uno dei fondatori nonché docente, che è un costante impegno costellato di iniziative formative in continuo divenire.

CONOSCI PER ESEMPIO L'INIZIATIVA DEL YELLOW DOG PROJECT?

LA LOCANDINA IN ITALIANO del progetto Internazionale 'YellowDog'


Sì. Credo che sia molto importante che le persone si rendano conto che i cani non sono tutti uguali e che ognuno ha il suo carattere, la sua storia e le sue opinioni sulle cose del mondo. Mettere un fiocco giallo per chiedere cortesemente di rispettare tutto ciò mi sembra un’ottima idea: semplice, efficace e di facile realizzazione.


COSA NE PENSI DELL'INIZIATIVA DEI CANI DI CANILE CHE VANNO A PASSEGGIO COL GUINZAGLIO CHE SIMULA UN 'PADRONE INVISIBILE' ['Invisible Owner' N.d.B.], REALIZZATO DI RECENTE IN MESSICO?

Ho visto quel video e anche quello in cui a dei cani randagi veniva legato un palloncino colorato al collare [titolo: 'Soy Aqui', in Cile, N.d.B.] e li ho trovati veramente commoventi. Un’idea molto efficace per portare l’attenzione su quei cani che da ‘invisibili’ sono diventati il focus dell’attenzione di tutti i passanti. Ad un tratto - si vede nel video -  una persona si è chinata vicino ad uno di quei cani scodinzolanti con il palloncino per farsi fotografare. La cosa mi ha toccato molto. Credo che iniziative come queste, che suscitino emozioni positive, siano geniali. E’ questa la strada da percorrere, non il grigio pietismo che ha caratterizzato l’approccio zoofilo degli ultimi anni. Vivere con un cane è un’esperienza magnifica, questo dovrebbe essere il movente che spinge le persone ad andare in un canile per adottare un cane. Essenzialmente per fare del bene a sé stessi attraverso la relazione con il cane.


  


 


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